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Angelo Favaro
Quella di Angelo Favaro è una pittura ariosa, solare, che si esprime principalmente nella rappresentazione di scene all’aperto dove donne al lavoro si muovono in mezzo ad una natura incontaminata e ancora piena di vigore.
Comunicato stampa
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Nasce a Mirano (VE) nel 1949 il pittore Angelo Favaro, l’artista che Confartigianato di Prato ospiterà nei locali della sua sede provinciale a partire dal prossimo 13 marzo. Nella città toscana porterà le sue pennellate cariche di luce e di colore, degne di un curriculum di tutto rispetto, quello del giovane artista che, dopo aver frequentato all’Accademia delle Belle Arti di Venezia la Scuola Libera di Nudo “Ettore Tito” (dove fu allievo del maestro Luigi Tito), debutta con mostre personali e collettive, riscuotendo un favorevole consenso da parte della critica e del pubblico.
Quella di Angelo Favaro è una pittura ariosa, solare, che si esprime principalmente nella rappresentazione di scene all’aperto dove donne al lavoro si muovono in mezzo ad una natura incontaminata e ancora piena di vigore. La luce emanata da queste opere è un inno alla vita ed alla semplicità, nel rito della gestualità che scandisce il passare del tempo e l’avanzamento inesorabile del “progresso”, fissati nelle immagini della pesca con la bilancia o delle donne impegnate nella cucitura delle reti. Dice di Favaro e della sua pittura il critico Giorgio Segato: “Le sue raccolte della canna palustre o della lavanda, o anche delle olive, dei fiori, dei limoni, la pesca con la bilancia, richiamano impressioni sinestetiche dell’infanzia e dell’adolescenza, corse tra le erbe sotto i frutteti, scavate sensazioni di aria, di calore, di odori, sapori e suoni, canti, chiacchiericci, ma insieme, sono anche il prodotto di una memoria e di un’invenzione formale ricompositiva di gesti e di ambienti armoniosi, ripensati e contemplati come emblemi, scene araldiche e di una febbrile, incondizionata passione per il dato naturale in quanto esperienza che allerta i sensi, li fa partecipi della natura, così che si sentano natura nella natura, piuttosto che tendere a dominarla.”
Quella di Angelo Favaro è una pittura ariosa, solare, che si esprime principalmente nella rappresentazione di scene all’aperto dove donne al lavoro si muovono in mezzo ad una natura incontaminata e ancora piena di vigore. La luce emanata da queste opere è un inno alla vita ed alla semplicità, nel rito della gestualità che scandisce il passare del tempo e l’avanzamento inesorabile del “progresso”, fissati nelle immagini della pesca con la bilancia o delle donne impegnate nella cucitura delle reti. Dice di Favaro e della sua pittura il critico Giorgio Segato: “Le sue raccolte della canna palustre o della lavanda, o anche delle olive, dei fiori, dei limoni, la pesca con la bilancia, richiamano impressioni sinestetiche dell’infanzia e dell’adolescenza, corse tra le erbe sotto i frutteti, scavate sensazioni di aria, di calore, di odori, sapori e suoni, canti, chiacchiericci, ma insieme, sono anche il prodotto di una memoria e di un’invenzione formale ricompositiva di gesti e di ambienti armoniosi, ripensati e contemplati come emblemi, scene araldiche e di una febbrile, incondizionata passione per il dato naturale in quanto esperienza che allerta i sensi, li fa partecipi della natura, così che si sentano natura nella natura, piuttosto che tendere a dominarla.”
13
marzo 2004
Angelo Favaro
Dal 13 marzo al 26 maggio 2004
arte contemporanea
Location
CONFARTIGIANATO
Prato, Viale Montegrappa, 138, (Prato)
Prato, Viale Montegrappa, 138, (Prato)
Orario di apertura
dal lunedì al giovedì 8.30-13.00 14.30-18.00
venerdì 8.30-13.00 (su richiesta apertura nel pomeriggio)
chiusura sabato e domenica
Vernissage
13 Marzo 2004, ore 17.30