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Angelo Ghezzi – Tracce tra figura e astrazione
Dipinti
Comunicato stampa
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Angelo Ghezzi, tracce tra figura e astrazione
Il paesaggio e la figura umana sono le due tematiche cardine attraverso le quali Angelo Ghezzi esprime la propria vena artistica, con una libertà di linguaggio che gli permette di codificare una sintesi espressiva in cui il colore e il segno diventano la struttura portante del dipinto.
L’artista, osservatore privilegiato di quanto lo circonda, richiama i luoghi delle sue frequentazioni e i personaggi dei suoi incontri, voluti o casuali, in una equilibrata sintesi che ne mette in risalto gli aspetti salienti senza spingersi nel particolare, ma lasciando sempre libero l’osservatore di interpretare e completare con la propria immaginazione quanto espresso sulla tela.
L’ambiente è quello della pianura prossima al Grande Fiume ma anche di un Appennino più evocato che descritto nel dettaglio, poiché non sono i soggetti stessi a colpire l’artista quanto le suggestioni che i luoghi gli stimolano.
Proprio per questa ragione, in molti casi il linguaggio pittorico si fa ancor più libero aprendosi ad una trattazione informale in cui è la stesura stessa del colore a dare suggerimenti e pulsioni.
Nel dipinto “Il fiume racconta” questa libertà espressiva risulta particolarmente evidente nell’intersecarsi tra le acque del fiume, riprese nel loro lento fluire, e i sabbioni e gli argini. In questo modo Ghezzi caratterizza un paesaggio segnato da un lirismo che ne accentua le connotazioni e mette in risalto tonalismi dai tratti evocativi.
Il fiume, in questo modo, viene estrapolato dal proprio contesto reale per diventare un luogo caro, un orizzonte al quale volgere lo sguardo e con il quale mettersi in relazione profonda.
Le stesse sterpaglie di un “Tramonto invernale” assumono il ruolo di protagoniste del racconto pittorico, nella loro semplice linearità che dialoga con il candore di una superficie innevata.
Poco a poco il paesaggio perde ogni sua consistenza, svelandosi attraverso un semplice susseguirsi di piani e di geometrie dai quali può emergere un piccolo dettaglio come nel caso di “Lo sguardo dentro” dove l’astrazione ritrova una sua chiara cifra figurativa in quell’occhio così evocativo e nello stesso tempo carico di mistero.
Ghezzi proprio attraverso la figura umana, soprattutto quella femminile, mette a nudo la propria carica interiore fatta di una poetica espressione di volti dai lineamenti aggraziati, un poco melanconici. Quegli sguardi incrociati e apparentemente interrogativi che ci scrutano nel profondo stimolano l’apertura del cuore verso orizzonti intimi in un dialogo fatto di immagini anziché di parole. Di suoni appena percettibili ma in grado di muovere le corde dello spirito.
In questo continuo divenire, dove la figurazione lascia spesso il posto all’informale e dove l’informale a sua volta apre lo sguardo dell’osservatore verso immagini dai contorni bene definiti e definibili, Ghezzi articola la sua pittura che, sempre di più, si mostra libera e nello stesso tempo in grado di raggiungere vertici di intensa carica poetica.
Questa commistione tra figura e astrazione, tra concretezza e fantasia, tra spiritualità e razionalità trovano una felice sintesi nel dipinto “Altre culture” ispirato alla realtà che ogni giorno viviamo. In quella carezza tra una madre e la propria prole vi è l’essenza stessa della maternità vissuta ad ogni latitudine. Un gesto d’amore declinato su più orizzonti poiché a più orizzonti ormai bisogna saper guardare.
Quel delicato movimento della mano ricorda lo stesso gesto del pittore, che con la medesima cura stende il colore sulle sue tele per offrirci, ancora una volta, una serie di “tracce” lungo le quali proseguire il nostro cammino. Verso altri orizzonti, verso nuovi e stimolanti incontri.
Carlo Francou
Il paesaggio e la figura umana sono le due tematiche cardine attraverso le quali Angelo Ghezzi esprime la propria vena artistica, con una libertà di linguaggio che gli permette di codificare una sintesi espressiva in cui il colore e il segno diventano la struttura portante del dipinto.
L’artista, osservatore privilegiato di quanto lo circonda, richiama i luoghi delle sue frequentazioni e i personaggi dei suoi incontri, voluti o casuali, in una equilibrata sintesi che ne mette in risalto gli aspetti salienti senza spingersi nel particolare, ma lasciando sempre libero l’osservatore di interpretare e completare con la propria immaginazione quanto espresso sulla tela.
L’ambiente è quello della pianura prossima al Grande Fiume ma anche di un Appennino più evocato che descritto nel dettaglio, poiché non sono i soggetti stessi a colpire l’artista quanto le suggestioni che i luoghi gli stimolano.
Proprio per questa ragione, in molti casi il linguaggio pittorico si fa ancor più libero aprendosi ad una trattazione informale in cui è la stesura stessa del colore a dare suggerimenti e pulsioni.
Nel dipinto “Il fiume racconta” questa libertà espressiva risulta particolarmente evidente nell’intersecarsi tra le acque del fiume, riprese nel loro lento fluire, e i sabbioni e gli argini. In questo modo Ghezzi caratterizza un paesaggio segnato da un lirismo che ne accentua le connotazioni e mette in risalto tonalismi dai tratti evocativi.
Il fiume, in questo modo, viene estrapolato dal proprio contesto reale per diventare un luogo caro, un orizzonte al quale volgere lo sguardo e con il quale mettersi in relazione profonda.
Le stesse sterpaglie di un “Tramonto invernale” assumono il ruolo di protagoniste del racconto pittorico, nella loro semplice linearità che dialoga con il candore di una superficie innevata.
Poco a poco il paesaggio perde ogni sua consistenza, svelandosi attraverso un semplice susseguirsi di piani e di geometrie dai quali può emergere un piccolo dettaglio come nel caso di “Lo sguardo dentro” dove l’astrazione ritrova una sua chiara cifra figurativa in quell’occhio così evocativo e nello stesso tempo carico di mistero.
Ghezzi proprio attraverso la figura umana, soprattutto quella femminile, mette a nudo la propria carica interiore fatta di una poetica espressione di volti dai lineamenti aggraziati, un poco melanconici. Quegli sguardi incrociati e apparentemente interrogativi che ci scrutano nel profondo stimolano l’apertura del cuore verso orizzonti intimi in un dialogo fatto di immagini anziché di parole. Di suoni appena percettibili ma in grado di muovere le corde dello spirito.
In questo continuo divenire, dove la figurazione lascia spesso il posto all’informale e dove l’informale a sua volta apre lo sguardo dell’osservatore verso immagini dai contorni bene definiti e definibili, Ghezzi articola la sua pittura che, sempre di più, si mostra libera e nello stesso tempo in grado di raggiungere vertici di intensa carica poetica.
Questa commistione tra figura e astrazione, tra concretezza e fantasia, tra spiritualità e razionalità trovano una felice sintesi nel dipinto “Altre culture” ispirato alla realtà che ogni giorno viviamo. In quella carezza tra una madre e la propria prole vi è l’essenza stessa della maternità vissuta ad ogni latitudine. Un gesto d’amore declinato su più orizzonti poiché a più orizzonti ormai bisogna saper guardare.
Quel delicato movimento della mano ricorda lo stesso gesto del pittore, che con la medesima cura stende il colore sulle sue tele per offrirci, ancora una volta, una serie di “tracce” lungo le quali proseguire il nostro cammino. Verso altri orizzonti, verso nuovi e stimolanti incontri.
Carlo Francou
28
marzo 2015
Angelo Ghezzi – Tracce tra figura e astrazione
Dal 28 marzo al 24 aprile 2015
arte contemporanea
Location
SPAZIO ROSSO TIZIANO
Piacenza, Via Giuseppe Taverna, 41, (Piacenza)
Piacenza, Via Giuseppe Taverna, 41, (Piacenza)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 15.30 - 19.15
Vernissage
28 Marzo 2015, ore 17:30
Autore