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Angelo Gueli – Pharos. Tra Tratto e ri_Tratto
Dualità tra segno e immagine espressa, tra architettura e figura il FARO gueliano, abitante silenzioso, pronto ad accogliere viaggiatori inattesi attirati dal fascio di luce della fantasia, prende spunto dal linguaggio classico per frequentare la dimensione del “Sublime romantico”
Comunicato stampa
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Inaugura lunedì 2 settembre alle ore 18.30 presso la Galleria Immaginaria di Firenze la mostra dell’artista Angelo Gueli PHAROS. Tra Tratto e ri_Tratto.
Angelo Gueli si inserisce in una storia di architetti/artisti/disegnatori “costruttori di mondi”, che vanta nomi illustri come John Hejduk, Walter Pichler, Raimund Abraham e in Italia Massimo Scolari, che hanno un comune denominatore nella costruzione di un universo immaginifico nel quale archetipi e arte della memoria indagano i topoi di un architettura dell’immaginario. Il segno a pennino ha il sapore delle incisioni a bulino e ne ricordano il tratto ricercato addolcito da una manualità certosina. Tratti reiterati a costruire come in una reale architettura segno dopo segno, mattone dopo mattone, l’elevarsi del partito murario. Figure compaiono tra costruzioni frammentate e frammenti di archeologie, trabeazioni, canèfore, erme, telamoni, piramidi e ziggurat nelle quali a volte vi si incastrano solidi geometrici di pacioliana memoria. I Fari di Gueli sono epitomi di un universo nel quale si celebra - nell’assenza dell’uomo? - lo spazio del Fantastico, “dominio dell’inatteso” che travalica la contingenza storica e i confini del reale per abitare la geografia ignota dei territori dell’inconscio. Sono visioni in cui la struttura si lega al simbolo e alla geometria, entrambi strumenti di conoscenza, che attraversano temi e tempi remoti. Dualità tra segno e immagine espressa, tra architettura e figura il FARO gueliano, abitante silenzioso, pronto ad accogliere viaggiatori inattesi attirati dal fascio di luce della fantasia, prende spunto dal linguaggio classico per frequentare la dimensione del “Sublime romantico". Segno cristallizzato definito da un costante e reiterato tratto, figurazioni escatologiche che aspirano allo status di Monumentum per una nuova umanità o al recupero di un mondo perduto? Quel che è certo e che in queste “luminose architetture della memoria” è possibile ritrovare quel “silenzio metafisico dell’attesa” proprio di un linguaggio che degli archetipi e del mito ci ha regalato quinte ideali e idealizzate di personali mitologie.
Angelo Gueli si inserisce in una storia di architetti/artisti/disegnatori “costruttori di mondi”, che vanta nomi illustri come John Hejduk, Walter Pichler, Raimund Abraham e in Italia Massimo Scolari, che hanno un comune denominatore nella costruzione di un universo immaginifico nel quale archetipi e arte della memoria indagano i topoi di un architettura dell’immaginario. Il segno a pennino ha il sapore delle incisioni a bulino e ne ricordano il tratto ricercato addolcito da una manualità certosina. Tratti reiterati a costruire come in una reale architettura segno dopo segno, mattone dopo mattone, l’elevarsi del partito murario. Figure compaiono tra costruzioni frammentate e frammenti di archeologie, trabeazioni, canèfore, erme, telamoni, piramidi e ziggurat nelle quali a volte vi si incastrano solidi geometrici di pacioliana memoria. I Fari di Gueli sono epitomi di un universo nel quale si celebra - nell’assenza dell’uomo? - lo spazio del Fantastico, “dominio dell’inatteso” che travalica la contingenza storica e i confini del reale per abitare la geografia ignota dei territori dell’inconscio. Sono visioni in cui la struttura si lega al simbolo e alla geometria, entrambi strumenti di conoscenza, che attraversano temi e tempi remoti. Dualità tra segno e immagine espressa, tra architettura e figura il FARO gueliano, abitante silenzioso, pronto ad accogliere viaggiatori inattesi attirati dal fascio di luce della fantasia, prende spunto dal linguaggio classico per frequentare la dimensione del “Sublime romantico". Segno cristallizzato definito da un costante e reiterato tratto, figurazioni escatologiche che aspirano allo status di Monumentum per una nuova umanità o al recupero di un mondo perduto? Quel che è certo e che in queste “luminose architetture della memoria” è possibile ritrovare quel “silenzio metafisico dell’attesa” proprio di un linguaggio che degli archetipi e del mito ci ha regalato quinte ideali e idealizzate di personali mitologie.
02
settembre 2024
Angelo Gueli – Pharos. Tra Tratto e ri_Tratto
Dal 02 al 17 settembre 2024
archeologia
architettura
arte antica
arte contemporanea
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arte contemporanea
Location
GALLERIA IMMAGINARIA
Firenze, Via Guelfa, 22/a, (Firenze)
Firenze, Via Guelfa, 22/a, (Firenze)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato, ore 10-13, 15-19.30
Vernissage
2 Settembre 2024, ore 18.30
Sito web
Autore
Autore testo critico