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Angelo Maisto – La poesia degli oggetti
Tema centrale nella ricerca artistica di Angelo Maisto è la ricontestualizzazione poetica degli oggetti, ripescati tra gli ammassi di scarto, nelle discariche, in un universo quasi “trash” e che dà vita a pezzi unici e irripetibili.
Comunicato stampa
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Approcciarsi all’opera di Angelo Maisto potrebbe sembrare all’inizio un’esperienza ludica.
L’artista incontra l’opera di Hieronymus Bosch da adolescente e resta affascinato e incantato dal suo mondo fantastico. Nascono così personaggi surreali, “ludosculture” antropomorfe e zoomorfe, costruite interamente con oggetti ritrovati, di qualunque tipo e formato, che assumono nuova funzione e identità. Tema centrale nella sua ricerca artistica è la ricontestualizzazione poetica dell’oggetto, in una società fatta solo di consumismo, inutilità e futilità, in cui esso diviene simulacro e esibito come status symbol.
Ma non è l’oggetto appena uscito dalla fabbrica, rappresentante dell’abbondanza e della perfezione di questo tempo, prodotto in serie, da cui prendono vita replicanti indistinguibili da un originale, bensì quello buttato via, ripescato tra gli ammassi di scarto, nelle discariche, in un universo quasi “trash” e che dà vita a pezzi unici e irripetibili.
Il rimando più vicino nel tempo si può trovare nella “Junk Art” degli anni Cinquanta, “l’arte della spazzatura”, teorizzata da Lawrence Alloway, e al suo maggiore rappresentante Edward Kienholz. Ma in quel caso l’assemblaggio di oggetti raccattati e riciclati crea un universo più vicino a un film dell’orrore, quasi splatter.
Il mondo di Angelo Maisto ha invece note fiabesche, sottolineate anche dai nomi che l’artista sceglie per ognuno dei suoi personaggi, che riporta in una dimensione ludica, alleggerisce l’assemblaggio creato. Ci sono continui rimandi semantici agli oggetti con cui ognuno di loro è stato creato, uno fra tutti il “Pipacottero” che negli anni diviene poi il simbolo della sua arte, quasi una sorta di biglietto da visita.
Ogni personaggio è accompagnato da un acquerello in cui viene meticolosamente e con magistrale bravura inserito ognuno degli elementi che compongono la scultura, ricordando un po’ in questa catalogazione quasi enciclopedica gli antichi e moderni erbari e bestiari.
La mostra “La poesia degli oggetti” viene aperta da “La Balia”. Il personaggio sul cartone è stato il primo a prendere forma nella creatività fantastica dell’artista, rappresenta l’inizio di un percorso e di una ricerca che passa per le ludosculture fino alla creazione anche dei contesti in cui vengono inseriti i personaggi. “Bachanale” e “Condominio” sono le prime prove di questo ulteriore passo, così come l’installazione creata site specific “After the rain” che rimanda al contesto e alla funzione primaria del luogo che l’accoglie.
Remo Bodei, nel suo libro “La vita delle cose”, che ha ispirato anche il titolo della mostra, parla di “luoghi della qualità”, individuati nella bottega dell’artigiano, nel laboratorio dello scienziato come luoghi dove si incrociano arte, pensiero e tecnologia, dove si coagulano e si fondono elementi in precedenza isolati.
Angelo Maisto sta lavorando per creare questo suo luogo della qualità.
Lucia Ferrara
_ Angelo Maisto, nato a Napoli il 16-4-1977- Diplomato al Liceo artistico di S.Maria C.V. e all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
MOSTRE PERSONALI
2011
Lagnolo fecit, a cura di Lucia Ferrara, Galleria Pagea Arte Contemporanea, Angri (SA)
2010
Codex Maistianus,a cura di Enzo di Grazia e Giovanna Lisa, Galleria la Roggia, Pordenone
MOSTRE COLLETTIVE
2010
Seven – Invidia, a cura di Roberto Ronca, Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano, Napoli
Galleria Museo 59 RIVOLI - Parigi
Galleria VOSKEL, a cura di Agnes Terrillon, Parigi
‘A’ di ARTE ‘A’ di ARCHITETTURA, a cura di Spazio 81, ex Casa del Fascio, Caserta
TERRA (di LAVORO) senza IDENTITA’, a cura di Enzo Battarra, Galleria ‘Spazio Corrosivo’, Marcianise
MITHRA, SOL INVISCTUS, a cura di Enzo Battarra, Museo archeologico, S.Maria C.V
Muralespanso 2010, a cura di Gabriele Marino, Diamante
Stendardo d’Artista, a cura di Gabriele Marino, Diamante
Seven – Gola, a cura di Roberto Ronca, Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano, Napoli
2009
Museo di Arte Contemporanea e Cittadella dell’Arte ‘TERRA di LAVORO’, Capua
RI.CREAZIONE, a cura di Simona Negrini, Ca’ LA Ghironda Modern Art Museum di Ponte Ronca di Zola Pedrosa, Bologna, Castelnuovo Rangone, Modena, Spilamberto, Modena, Pianoro, Bologna, Vignola, Modena, San Cesario sul Panaro, Bologna
2008
RI.CREAZIONE, a cura di Simona Negrini, Palazzo Piella di Castelfranco Emilia, Bologna
_OTTANTUNO nasce nel 2009 ad Aversa, Caserta, come insieme collaborativo di architetti ed artisti teso allo svolgimento di indagini sul “recupero culturale” del territorio. OTTANTUNO riversa in modo eclettico le sue attenzioni sui disagi culturali e territoriali dei contesti antropizzati, elaborando trasversalmente il concetto di “trasformazione”, indagato nelle sue potenzialità compositive ed espressive. OTTANTUNO segmenta la sua struttura in due macro-settori dedicati alla progettazione architettonica e alla promozione di giovani artisti campani mediante l’organizzazione di mostre e workshop. Il progetto collettivo OTTANTUNO è fondato dagli architetti Caterina Belardo, Luigi Rondinella, Silvia Tartaglione; l’immagine di OTTANTUNO è curata dal grafico Giacomo Ferrandino.
L’artista incontra l’opera di Hieronymus Bosch da adolescente e resta affascinato e incantato dal suo mondo fantastico. Nascono così personaggi surreali, “ludosculture” antropomorfe e zoomorfe, costruite interamente con oggetti ritrovati, di qualunque tipo e formato, che assumono nuova funzione e identità. Tema centrale nella sua ricerca artistica è la ricontestualizzazione poetica dell’oggetto, in una società fatta solo di consumismo, inutilità e futilità, in cui esso diviene simulacro e esibito come status symbol.
Ma non è l’oggetto appena uscito dalla fabbrica, rappresentante dell’abbondanza e della perfezione di questo tempo, prodotto in serie, da cui prendono vita replicanti indistinguibili da un originale, bensì quello buttato via, ripescato tra gli ammassi di scarto, nelle discariche, in un universo quasi “trash” e che dà vita a pezzi unici e irripetibili.
Il rimando più vicino nel tempo si può trovare nella “Junk Art” degli anni Cinquanta, “l’arte della spazzatura”, teorizzata da Lawrence Alloway, e al suo maggiore rappresentante Edward Kienholz. Ma in quel caso l’assemblaggio di oggetti raccattati e riciclati crea un universo più vicino a un film dell’orrore, quasi splatter.
Il mondo di Angelo Maisto ha invece note fiabesche, sottolineate anche dai nomi che l’artista sceglie per ognuno dei suoi personaggi, che riporta in una dimensione ludica, alleggerisce l’assemblaggio creato. Ci sono continui rimandi semantici agli oggetti con cui ognuno di loro è stato creato, uno fra tutti il “Pipacottero” che negli anni diviene poi il simbolo della sua arte, quasi una sorta di biglietto da visita.
Ogni personaggio è accompagnato da un acquerello in cui viene meticolosamente e con magistrale bravura inserito ognuno degli elementi che compongono la scultura, ricordando un po’ in questa catalogazione quasi enciclopedica gli antichi e moderni erbari e bestiari.
La mostra “La poesia degli oggetti” viene aperta da “La Balia”. Il personaggio sul cartone è stato il primo a prendere forma nella creatività fantastica dell’artista, rappresenta l’inizio di un percorso e di una ricerca che passa per le ludosculture fino alla creazione anche dei contesti in cui vengono inseriti i personaggi. “Bachanale” e “Condominio” sono le prime prove di questo ulteriore passo, così come l’installazione creata site specific “After the rain” che rimanda al contesto e alla funzione primaria del luogo che l’accoglie.
Remo Bodei, nel suo libro “La vita delle cose”, che ha ispirato anche il titolo della mostra, parla di “luoghi della qualità”, individuati nella bottega dell’artigiano, nel laboratorio dello scienziato come luoghi dove si incrociano arte, pensiero e tecnologia, dove si coagulano e si fondono elementi in precedenza isolati.
Angelo Maisto sta lavorando per creare questo suo luogo della qualità.
Lucia Ferrara
_ Angelo Maisto, nato a Napoli il 16-4-1977- Diplomato al Liceo artistico di S.Maria C.V. e all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
MOSTRE PERSONALI
2011
Lagnolo fecit, a cura di Lucia Ferrara, Galleria Pagea Arte Contemporanea, Angri (SA)
2010
Codex Maistianus,a cura di Enzo di Grazia e Giovanna Lisa, Galleria la Roggia, Pordenone
MOSTRE COLLETTIVE
2010
Seven – Invidia, a cura di Roberto Ronca, Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano, Napoli
Galleria Museo 59 RIVOLI - Parigi
Galleria VOSKEL, a cura di Agnes Terrillon, Parigi
‘A’ di ARTE ‘A’ di ARCHITETTURA, a cura di Spazio 81, ex Casa del Fascio, Caserta
TERRA (di LAVORO) senza IDENTITA’, a cura di Enzo Battarra, Galleria ‘Spazio Corrosivo’, Marcianise
MITHRA, SOL INVISCTUS, a cura di Enzo Battarra, Museo archeologico, S.Maria C.V
Muralespanso 2010, a cura di Gabriele Marino, Diamante
Stendardo d’Artista, a cura di Gabriele Marino, Diamante
Seven – Gola, a cura di Roberto Ronca, Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano, Napoli
2009
Museo di Arte Contemporanea e Cittadella dell’Arte ‘TERRA di LAVORO’, Capua
RI.CREAZIONE, a cura di Simona Negrini, Ca’ LA Ghironda Modern Art Museum di Ponte Ronca di Zola Pedrosa, Bologna, Castelnuovo Rangone, Modena, Spilamberto, Modena, Pianoro, Bologna, Vignola, Modena, San Cesario sul Panaro, Bologna
2008
RI.CREAZIONE, a cura di Simona Negrini, Palazzo Piella di Castelfranco Emilia, Bologna
_OTTANTUNO nasce nel 2009 ad Aversa, Caserta, come insieme collaborativo di architetti ed artisti teso allo svolgimento di indagini sul “recupero culturale” del territorio. OTTANTUNO riversa in modo eclettico le sue attenzioni sui disagi culturali e territoriali dei contesti antropizzati, elaborando trasversalmente il concetto di “trasformazione”, indagato nelle sue potenzialità compositive ed espressive. OTTANTUNO segmenta la sua struttura in due macro-settori dedicati alla progettazione architettonica e alla promozione di giovani artisti campani mediante l’organizzazione di mostre e workshop. Il progetto collettivo OTTANTUNO è fondato dagli architetti Caterina Belardo, Luigi Rondinella, Silvia Tartaglione; l’immagine di OTTANTUNO è curata dal grafico Giacomo Ferrandino.
09
aprile 2011
Angelo Maisto – La poesia degli oggetti
Dal 09 aprile al 09 luglio 2011
arte contemporanea
Location
OTTANTUNO
Aversa, Via Roma, 249, (Caserta)
Aversa, Via Roma, 249, (Caserta)
Orario di apertura
Dal lunedì al venerdì, dalle 16:00 alle 19:00
Vernissage
9 Aprile 2011, ore 18:30
Autore
Curatore