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Angelo Zilio / Stella Ranza – Nel segno di Fontana
Angelo Zilio e Stella Ranza, manipolatori di terre, non potevano che rispondere in maniera adeguata all’invito del maestro. Così ossidi, terre cotte dipinte a freddo e a gran fuoco, gres, smalti hanno dato forma alle loro personalità creative e i materiali all’unisono hanno confermato il meglio della loro essenza: la terra
Comunicato stampa
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Nel segno di Fontana
Milano spazio Luca G. Righini
7 /30 giugno
La scia lasciata sul selciato, la traccia da seguire, il pretesto per una partenza.
Poi le distanze indispensabili, le personalità differenti, le caratteristiche proprie, le distinzioni.
Un gioco possibile, uno spunto da cui partire senza l’ansia di una gara, una bella occasione per esprimersi: i
disegni di Fontana della collezione Crippa di Varese.
I disegni di Fontana della collezione Crippa - una raccolta di lavori che vanno dal ’30 al ‘40 sottolineano,
in maniera inequivocabile, la tensione allo sfogo, la frenesia espressiva, la rapidità del gesto, il profondo
valore dell’attimo e, tutto sommato, la lezione imparata da Van Gogh.
Chiare sono le tracce lasciate dalla scomposizione futurista e dal dinamismo di Boccioni riconoscibili nel
frantumarsi delle linee sullo sfondo bianco del foglio.
Così come è evidente l’espressionismo che non concede tregua al tempo bruciato in fretta dal desiderio di
dare sfogo alla sua emotività.
Angelo Zilio e Stella Ranza partono da questi “segni”.
Disegni in cui il valore frenetico indica la rotta per uno spazio infinito, senza certezze. Alterata dalla
tensione dell’atto, la linea si strugge in mille possibili percorsi, fino a scomporre l’immagine ad allontanarla
dalla realtà e a creare quel vuoto possibile, indefinito, spaziale, che sarà per sempre la caratteristica di
Fontana.
Il suo linguaggio diventa “parola” di un discorso più ampio che mai tradisce le personalità individuali.
I “segni” di Fontana sono riconosciuti come spunti, mai rinnegano le caratteristiche personali dei due
artisti.
Fontana aveva lavorato ad ALBISSOLA in Liguria presso il ceramista, scultore e poeta Tullio Mazzotti e alle
Manifatture Sèvres di Parigi.
Angelo Zilio e Stella Ranza, manipolatori di terre, non potevano che rispondere in maniera adeguata
all’invito del maestro. Così ossidi, terre cotte dipinte a freddo e a gran fuoco, gres, smalti hanno dato forma
alle loro personalità creative e i materiali all’unisono hanno confermato il meglio della loro essenza: la
terra.
Angelo Zilio
utilizza i disegni della collezione Crippa rielaborando le forme, consapevole che ciò che manipola
è “materia”. Tralascia la sinuosità del segno grafico; la linea barocca di Fontana - tesa a dilatarsi nello
spazio infinito - assume con lui una connotazione certa, ferma , ponendosi consapevole all’interno di
un tempo definito. Il vento si fa fango, si impasta nella terra placando ogni tensione. L’interesse è nel
significato nascosto, sottinteso, colto.
La parte più “astratta e pre-informale” del maestro che adorava Kandinsky, rivive nei disegni geometrici
assunti come decoro per i vasi realizzati da un disegno di Fontana. Una doppia citazione, un omaggio che
nulla toglie né all’uno né all’altro.
Stella Ranza
Annulla ogni spigolosità possibile al soggetto ispirante e lo ancora saldamente al tempo e allo spazio;
lo solidifica, ne esaspera ingrandendo le basi per non tradirne l’essenza che è di terra e non d’aria. Non
concede angolosità né aspre increspature; le sue linee morbide addolciscono qualunque improvvisazione
casuale. Da Fontana è suggerito un decoro, una posa. Non può essere condivisa la tensione dell’atto
creativo o l’energia del gesto. In lei tutto si placa e, come nel lento lavorio del mare che corrode ugni cosa,
modella le forme, le accarezza, nella tenera condivisione di un sentimento attraversato dal silenzio e dallo
stupore.
Sergio di Siero
Milano spazio Luca G. Righini
7 /30 giugno
La scia lasciata sul selciato, la traccia da seguire, il pretesto per una partenza.
Poi le distanze indispensabili, le personalità differenti, le caratteristiche proprie, le distinzioni.
Un gioco possibile, uno spunto da cui partire senza l’ansia di una gara, una bella occasione per esprimersi: i
disegni di Fontana della collezione Crippa di Varese.
I disegni di Fontana della collezione Crippa - una raccolta di lavori che vanno dal ’30 al ‘40 sottolineano,
in maniera inequivocabile, la tensione allo sfogo, la frenesia espressiva, la rapidità del gesto, il profondo
valore dell’attimo e, tutto sommato, la lezione imparata da Van Gogh.
Chiare sono le tracce lasciate dalla scomposizione futurista e dal dinamismo di Boccioni riconoscibili nel
frantumarsi delle linee sullo sfondo bianco del foglio.
Così come è evidente l’espressionismo che non concede tregua al tempo bruciato in fretta dal desiderio di
dare sfogo alla sua emotività.
Angelo Zilio e Stella Ranza partono da questi “segni”.
Disegni in cui il valore frenetico indica la rotta per uno spazio infinito, senza certezze. Alterata dalla
tensione dell’atto, la linea si strugge in mille possibili percorsi, fino a scomporre l’immagine ad allontanarla
dalla realtà e a creare quel vuoto possibile, indefinito, spaziale, che sarà per sempre la caratteristica di
Fontana.
Il suo linguaggio diventa “parola” di un discorso più ampio che mai tradisce le personalità individuali.
I “segni” di Fontana sono riconosciuti come spunti, mai rinnegano le caratteristiche personali dei due
artisti.
Fontana aveva lavorato ad ALBISSOLA in Liguria presso il ceramista, scultore e poeta Tullio Mazzotti e alle
Manifatture Sèvres di Parigi.
Angelo Zilio e Stella Ranza, manipolatori di terre, non potevano che rispondere in maniera adeguata
all’invito del maestro. Così ossidi, terre cotte dipinte a freddo e a gran fuoco, gres, smalti hanno dato forma
alle loro personalità creative e i materiali all’unisono hanno confermato il meglio della loro essenza: la
terra.
Angelo Zilio
utilizza i disegni della collezione Crippa rielaborando le forme, consapevole che ciò che manipola
è “materia”. Tralascia la sinuosità del segno grafico; la linea barocca di Fontana - tesa a dilatarsi nello
spazio infinito - assume con lui una connotazione certa, ferma , ponendosi consapevole all’interno di
un tempo definito. Il vento si fa fango, si impasta nella terra placando ogni tensione. L’interesse è nel
significato nascosto, sottinteso, colto.
La parte più “astratta e pre-informale” del maestro che adorava Kandinsky, rivive nei disegni geometrici
assunti come decoro per i vasi realizzati da un disegno di Fontana. Una doppia citazione, un omaggio che
nulla toglie né all’uno né all’altro.
Stella Ranza
Annulla ogni spigolosità possibile al soggetto ispirante e lo ancora saldamente al tempo e allo spazio;
lo solidifica, ne esaspera ingrandendo le basi per non tradirne l’essenza che è di terra e non d’aria. Non
concede angolosità né aspre increspature; le sue linee morbide addolciscono qualunque improvvisazione
casuale. Da Fontana è suggerito un decoro, una posa. Non può essere condivisa la tensione dell’atto
creativo o l’energia del gesto. In lei tutto si placa e, come nel lento lavorio del mare che corrode ugni cosa,
modella le forme, le accarezza, nella tenera condivisione di un sentimento attraversato dal silenzio e dallo
stupore.
Sergio di Siero
07
giugno 2012
Angelo Zilio / Stella Ranza – Nel segno di Fontana
Dal 07 al 30 giugno 2012
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
STUDIO RIGHINI
Milano, Via Giovanni Battista Pergolesi, 22, (Milano)
Milano, Via Giovanni Battista Pergolesi, 22, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 15 alle 18. La mattina per appuntamento
Vernissage
7 Giugno 2012, ore 18
Autore