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Animal Show
Animal Show è una mostra collettiva sul tema del mondo animale attraverso lo sguardo di 6 artisti internazionali. L’inaugurazione avviene nell’ambito degli ART DAYS Napoli & Campania, nuovo appuntamento per la promozione del sistema dell’arte contemporanea campana.
Comunicato stampa
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«Giova che noi avvertiamo la parità che fra noi corre»
M. de Montaigne
In una barzelletta a fumetti sul Cucciolone, ci sono una bimba ed un cagnolino in acqua in riva al mare. La bimba dice al
cane:
– Sei bravo a fare il cagnolino.
– Grazie! – risponde il cane.
Comicità algida a parte, la freddura introduce una serena decostruzione dell’antropocentrismo cartesiano. Funziona, in
pratica, da estrema sintesi di Derrida.
Cartesio, è noto, scopre nell’animale il difetto della parola, nella forma razionalmente organizzata di quella caratteristica
articolazione del discorso che è una risposta.
Come dimostra la vignetta, si tratta di un’evidente aporia: un cane, per esempio, può perfettamente rispondere.
Il punto è che questa risposta non sarà mai a tono, cioè sincronicamente intonata. Per spiegarsi meglio, sovviene Rilke,
quando dubita che un uomo possa mai dirsi contemporaneo a un gatto. Rilke, presentando i disegni di Balthus al gatto
Mitsou, afferma appunto che la caratteristica essenziale di un gatto è il non saperne mai nulla di cosa vede e cosa pensa.
La sua esistenza è una mera ipotesi. Più o meno da queste premesse ci si domanda perché guardiamo un animale, o meglio, quella particolare specie di animale che è un animale dipinto. Se tale condizione sia la medesima del primitivo che impressiona il sub celebensis nelle grotte di Sulawesi, ovviamente questo riesce impossibile da accertare. Però fa sempre bene credere che un autentico spirito europeo cambia senza far invecchiare nulla, compreso le rocce illustrate dai disegnatori del Pleistocene.
Del resto, le influenze arcaiche sono abbastanza esplicite per tutti gli artisti di Animal Show. Gli siamo da subito grati, a
questo gruppo eterogeneo di nuovi fauves. Circoscrivono lo spazio del tempietto di Acappella in una dimensione religiosa,
o parareligiosa, ovvero come serbatoio al neon dei valori spirituali, o paraspirituali, che sostengono il vivente innanzi alla
scienza, come ha scritto Duchamp. Da questo punto di vista l’immagine del boschetto parrasio che riassume e contiene
la mostra non è solo un’utopia di Arcadia. La sua soverchiante delicatezza pare voler uscire da sé stessa, carica
dell’inquietudine di una frontiera. Dall’altro lato, dietro una veletta di umorismo nero, c’è un’epifania del postumano
logicamente inafferrabile. Il che provoca un discreto turbamento, nella misura in cui si rovescia la pretesa superiorità
della ragione contro il valore conoscitivo dei sensi. Eppure, la sensorialità è l’occasione che il corpo procura per prodursi e definirsi attraverso l’altro. Perché la sostanza dell’incontro non può che emergere nell’azione di una metamorfosi. Qui sta l’attimo che l’arte offre alla coscienza sul cucchiaio della morale: un interstizio nel muro del mondo, attraverso il quale sentire cosa c’è oltre lo specchio: da Apuleio a oggi, il posto dove ci torna indietro ogni singola bastonata che abbiamo dato all’asino.
Ernesto Tedeschi
M. de Montaigne
In una barzelletta a fumetti sul Cucciolone, ci sono una bimba ed un cagnolino in acqua in riva al mare. La bimba dice al
cane:
– Sei bravo a fare il cagnolino.
– Grazie! – risponde il cane.
Comicità algida a parte, la freddura introduce una serena decostruzione dell’antropocentrismo cartesiano. Funziona, in
pratica, da estrema sintesi di Derrida.
Cartesio, è noto, scopre nell’animale il difetto della parola, nella forma razionalmente organizzata di quella caratteristica
articolazione del discorso che è una risposta.
Come dimostra la vignetta, si tratta di un’evidente aporia: un cane, per esempio, può perfettamente rispondere.
Il punto è che questa risposta non sarà mai a tono, cioè sincronicamente intonata. Per spiegarsi meglio, sovviene Rilke,
quando dubita che un uomo possa mai dirsi contemporaneo a un gatto. Rilke, presentando i disegni di Balthus al gatto
Mitsou, afferma appunto che la caratteristica essenziale di un gatto è il non saperne mai nulla di cosa vede e cosa pensa.
La sua esistenza è una mera ipotesi. Più o meno da queste premesse ci si domanda perché guardiamo un animale, o meglio, quella particolare specie di animale che è un animale dipinto. Se tale condizione sia la medesima del primitivo che impressiona il sub celebensis nelle grotte di Sulawesi, ovviamente questo riesce impossibile da accertare. Però fa sempre bene credere che un autentico spirito europeo cambia senza far invecchiare nulla, compreso le rocce illustrate dai disegnatori del Pleistocene.
Del resto, le influenze arcaiche sono abbastanza esplicite per tutti gli artisti di Animal Show. Gli siamo da subito grati, a
questo gruppo eterogeneo di nuovi fauves. Circoscrivono lo spazio del tempietto di Acappella in una dimensione religiosa,
o parareligiosa, ovvero come serbatoio al neon dei valori spirituali, o paraspirituali, che sostengono il vivente innanzi alla
scienza, come ha scritto Duchamp. Da questo punto di vista l’immagine del boschetto parrasio che riassume e contiene
la mostra non è solo un’utopia di Arcadia. La sua soverchiante delicatezza pare voler uscire da sé stessa, carica
dell’inquietudine di una frontiera. Dall’altro lato, dietro una veletta di umorismo nero, c’è un’epifania del postumano
logicamente inafferrabile. Il che provoca un discreto turbamento, nella misura in cui si rovescia la pretesa superiorità
della ragione contro il valore conoscitivo dei sensi. Eppure, la sensorialità è l’occasione che il corpo procura per prodursi e definirsi attraverso l’altro. Perché la sostanza dell’incontro non può che emergere nell’azione di una metamorfosi. Qui sta l’attimo che l’arte offre alla coscienza sul cucchiaio della morale: un interstizio nel muro del mondo, attraverso il quale sentire cosa c’è oltre lo specchio: da Apuleio a oggi, il posto dove ci torna indietro ogni singola bastonata che abbiamo dato all’asino.
Ernesto Tedeschi
18
dicembre 2021
Animal Show
Dal 18 dicembre 2021 al 15 febbraio 2022
arte contemporanea
Location
ACAPPELLA
Napoli, Via Cappella Vecchia, 8, (Napoli)
Napoli, Via Cappella Vecchia, 8, (Napoli)
Orario di apertura
dal martedi al venerdi dalle 16 alle 19
Vernissage
18 Dicembre 2021, dalle 12:00 alle 19:00
Sito web
Editore
Acappella
Autore
Autore testo critico
Progetto grafico