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Animale tribale, corpo metropolitano
scoperta dell’arte africana contemporanea che, nel decadente panorama di fine millennio ed ora, agli albori del nuovo, rappresenta forse il fenomeno di maggior rilievo, quello dotato di una rinnovata vitalità.
Comunicato stampa
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Da quasi 15 anni alcuni importanti studiosi e critici, come André Magnin, Jean Hubert Martin, Enrico Mascelloni, Achille Bonito Oliva, Jacques Soulillou, hanno dedicato fruttuosi sforzi a quella che può definirsi, nel campo dell’arte, l’equivalente della scoperta dell’America.
Ci riferiamo alla “scoperta dell’Africa” o, per meglio dire, alla scoperta dell’arte africana contemporanea che, nel decadente panorama di fine millennio ed ora, agli albori del nuovo, rappresenta forse il fenomeno di maggior rilievo, quello dotato di una rinnovata vitalità.
I segnali in tal senso sono molti: le importanti mostre collettive o personali a Nairobi (1990), Città del Messico e Copenhagen (1991), Londra (1992), Nantes e Johannesburg (1993); Parigi (1995), Stoccarda e Bonn (1995-1996), Tokyo (1997), Ginevra (1998) e, più recentemente, Orvieto (2000), la V Biennale di Lione, dove grandissimo spazio è stato dedicato all’arte africana, o Biennale di Shangai (2000), nonché la penultima Biennale di Venezia a cura di Harald Szeeman, la nascita di grandi collezioni (Jean Pigozzi, Matt Fischer, Bernd Kleine-Gunk, Bulgari, lo stesso Saatchi ed ora anche qualche importante collezionista italiano); la crescente attenzione di gallerie private internazionali ed importanti spazi pubblici; l’acquisizione di opere da parte di musei come lo Stedelijk ed il Pompidou o la scommessa del mercato ( una riuscitissima sessione da Sotheby’s, a Londra, nel giugno 1999); i primi studi critici ragionati tra cui vanno citati almeno quelli di André Magnin e Jacques Soulillou (“Contemporary Art of Africa”, New York, 1996, Abrams Editore) e di Enrico Mascelloni e Sarenco (“Dialogo notturno sull’Arte Africana Contemporanea alla luce del Piccolo Carro”, Verona, 1999), nonché i ripetuti e recenti interventi su Seni Camara. Magia Nera”, nel Giornale dell’Arte, Vernissage n. 7, Luglio/Agosto 2000 e maggio 2004.
Tutto sta a testimoniare il momento magico di questa avventura, sì che non si rischia molto a dire che il terzo millennio, probabilmente, sarà africano.
Tra le prime in assoluto in Basilicata, la Galleria Tekné sta puntando la sua attenzione sull’arte contemporanea internazionale, un’arte di ricerca e di qualità, un’arte impegnata a raccontare il nostro Oggi attraverso artisti e progetti collegati ai fenomeni mondiali più interessanti. La galleria conferma così il suo impegno a selezionare e proporre opere destinate ad un collezionismo importante ed esigente.
Ci riferiamo alla “scoperta dell’Africa” o, per meglio dire, alla scoperta dell’arte africana contemporanea che, nel decadente panorama di fine millennio ed ora, agli albori del nuovo, rappresenta forse il fenomeno di maggior rilievo, quello dotato di una rinnovata vitalità.
I segnali in tal senso sono molti: le importanti mostre collettive o personali a Nairobi (1990), Città del Messico e Copenhagen (1991), Londra (1992), Nantes e Johannesburg (1993); Parigi (1995), Stoccarda e Bonn (1995-1996), Tokyo (1997), Ginevra (1998) e, più recentemente, Orvieto (2000), la V Biennale di Lione, dove grandissimo spazio è stato dedicato all’arte africana, o Biennale di Shangai (2000), nonché la penultima Biennale di Venezia a cura di Harald Szeeman, la nascita di grandi collezioni (Jean Pigozzi, Matt Fischer, Bernd Kleine-Gunk, Bulgari, lo stesso Saatchi ed ora anche qualche importante collezionista italiano); la crescente attenzione di gallerie private internazionali ed importanti spazi pubblici; l’acquisizione di opere da parte di musei come lo Stedelijk ed il Pompidou o la scommessa del mercato ( una riuscitissima sessione da Sotheby’s, a Londra, nel giugno 1999); i primi studi critici ragionati tra cui vanno citati almeno quelli di André Magnin e Jacques Soulillou (“Contemporary Art of Africa”, New York, 1996, Abrams Editore) e di Enrico Mascelloni e Sarenco (“Dialogo notturno sull’Arte Africana Contemporanea alla luce del Piccolo Carro”, Verona, 1999), nonché i ripetuti e recenti interventi su Seni Camara. Magia Nera”, nel Giornale dell’Arte, Vernissage n. 7, Luglio/Agosto 2000 e maggio 2004.
Tutto sta a testimoniare il momento magico di questa avventura, sì che non si rischia molto a dire che il terzo millennio, probabilmente, sarà africano.
Tra le prime in assoluto in Basilicata, la Galleria Tekné sta puntando la sua attenzione sull’arte contemporanea internazionale, un’arte di ricerca e di qualità, un’arte impegnata a raccontare il nostro Oggi attraverso artisti e progetti collegati ai fenomeni mondiali più interessanti. La galleria conferma così il suo impegno a selezionare e proporre opere destinate ad un collezionismo importante ed esigente.
23
dicembre 2004
Animale tribale, corpo metropolitano
Dal 23 dicembre 2004 al 17 febbraio 2005
arte contemporanea
Location
TEKNE’ ARTE CONTEMPORANEA
Potenza, Via Isca Del Pioppo, 144, (Potenza)
Potenza, Via Isca Del Pioppo, 144, (Potenza)
Orario di apertura
lunedì 16,30-20,00. Dal martedì al sabato 10.30-13 e 16.30-20
Vernissage
23 Dicembre 2004, ore 18,30
Autore