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Anja Puntari – Così lontano così vicino
In Così lontano, così vicino, convivono due lavori Oblazione e Naidaan. Oblazione sono 8 disegni animati che alludono alla condizione della vittima. Anche i volti di Naidaan sono delle vittime. Profili mossi e incerti di uomini e donne occhieggiano da una parete all’altra degli spazi della galleria.
Comunicato stampa
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Giovedì 16 dicembre 2010 Warehouse Contemporary Art presenta Così lontano, così vicino, una mostra personale di Anja Puntari (Germania, 1979) a cura di Francesca Referza. Il progetto, presentato dall’artista finlandese alla Warehouse di Teramo, ruota tecnicamente attorno al disegno. Profili mossi e incerti di uomini e donne occhieggiano da una parete all’altra degli spazi della galleria, su diversi supporti: tela, video e carta da parati. Tematicamente i lavori in mostra, Oblazione e Naidaan, fanno riferimento a due mondi apparentemente distanti l’uno dall’altro eppure uniti da un sentire comune. Oblazione sono 8 disegni animati che alludono alla condizione della vittima. Il termine ‘oblazione’ viene dal latino ed indica un’offerta e in effetti i volti disegnati e mossi come se fossero sott’acqua, sembrano chiedere l’offerta di un aiuto a chi guarda. Recuperando sulla carta stampata le immagini di notizie relative ad eventi tragici accaduti in diverse parti del mondo, Anja Puntari ha isolato varie scene, spesso affollate, che diventano una silenziosa galleria del dolore fatta di volti sgomenti e rassegnati, dignitosamente persi nel vuoto del bianco su cui sono disegnati. Anche i volti di Naidaan in fondo sono delle vittime. Si tratta di primissimi piani di donne, i cui gesti, cancellati eppure intuibili, sono tratti da scene di fellatio di film amatoriali in cui l'intimità è quella di una casa comune. A ben guardare – precisa l’artista – il rapporto tra carnefice e vittima è molto sottile e da un momento all’altro il ruolo si può invertire.
Naidaan, che provocatoriamente in finlandese significa sposarsi in lingua aulica e scopare in lingua volgare, occupa in una versione piuttosto intima due opposte pareti della mono room e, in scala maggiore, un’intera parete della main. In Naidaan – spiega l’artista – il limite tra chi comanda e chi è comandato è sottile: la Lei della scena è sottomessa in una, spesso violenta, scena pornografica, ma disegnata su uno sfondo di carta da parati, che è il simbolo della dimensione femminile di casa, ma anche della perversione che l’immagine sottende. Per la mostra alla Warehouse ho in mente di realizzare alcune versioni di Naidaan di maggiori dimensioni, ottenute con una pittura sottile stesa su stoffe di casa (lenzuola, tende e coperte). Dunque l’intimità di una casa che nella mono room è evocata da luci soffuse e da due diversi tipi di carta da parati, nella main gallery passa attraverso stoffe domestiche, solitamente neutre e private, come le lenzuola e le tende. I volti di Naidaan in questo caso assumono le dimensioni di un manifesto pubblico. Le immagini che contengono, pur essendo potenzialmente oltraggiose rispetto all’idea del matrimonio tradizionalmente inteso, sembrano diluite nel vuoto del tessuto e dunque da molto vicine, come appaiono nella mono room, diventano paradossalmente molto lontane e quindi, come sottoposte ad una lente di ingrandimento, meno riconoscibili.
Così lontano, così vicino è la traduzione italiana di In weiter Ferne, so nah!, un film diretto da Wim Wenders nel 1993, sei anni dopo Il cielo sopra Berlino. Il titolo allude al punto di vista del protagonista Cassel che da angelo, che guarda il mondo dall’alto, si trasforma in Karl Engel passando così da una visione in bianco e nero ad una a colori molto prossima a tutta quella umanità che prima appariva lontana. Il punto di vista di Anja Puntari sul mondo in cui vive è, a mio avviso, come quello dell’angelo Cassel, allo stesso tempo lontano e vicino. Lei stessa dichiara - Nel mio lavoro mi interessano le persone e le immagini e il rapporto tra i due. Sono un’artista audio-visiva che basa il lavoro su materiale già esistente. Sono interessata a tematiche sociali come la visibilità/invisibilità della persona nella società contemporanea e come il tabù sociale è costruito e percepito attraverso immagini e suoni. I suoi soggetti, quasi sempre scelti attraverso il filtro di un media (giornali, televisione, film, web), apparentemente risultano essere freddi e distanti. Poi, come per effetto di un close-up selettivo messo in atto dallo sguardo dell’artista, Anja Puntari passa dal generale al particolare e dal lontano al vicino. La messa a fuoco su temi di carattere sociale o di interesse collettivo, tuttavia, non ha mai una connotazione emozionale. Il lavoro di Anja Puntari, le cui tematiche sembrano avere un sapore familiare, attraverso la scomposizione analitica a cui l’artista sottopone il materiale che le interessa, tende ad avere una connotazione scientifica. Dunque lo sguardo dell’artista sulla società contemporanea è al contempo vicino e lontano, come dimostra la studiata formula installativa con cui ha deciso di presentare Naidaan alla Warehouse.
Naidaan, che provocatoriamente in finlandese significa sposarsi in lingua aulica e scopare in lingua volgare, occupa in una versione piuttosto intima due opposte pareti della mono room e, in scala maggiore, un’intera parete della main. In Naidaan – spiega l’artista – il limite tra chi comanda e chi è comandato è sottile: la Lei della scena è sottomessa in una, spesso violenta, scena pornografica, ma disegnata su uno sfondo di carta da parati, che è il simbolo della dimensione femminile di casa, ma anche della perversione che l’immagine sottende. Per la mostra alla Warehouse ho in mente di realizzare alcune versioni di Naidaan di maggiori dimensioni, ottenute con una pittura sottile stesa su stoffe di casa (lenzuola, tende e coperte). Dunque l’intimità di una casa che nella mono room è evocata da luci soffuse e da due diversi tipi di carta da parati, nella main gallery passa attraverso stoffe domestiche, solitamente neutre e private, come le lenzuola e le tende. I volti di Naidaan in questo caso assumono le dimensioni di un manifesto pubblico. Le immagini che contengono, pur essendo potenzialmente oltraggiose rispetto all’idea del matrimonio tradizionalmente inteso, sembrano diluite nel vuoto del tessuto e dunque da molto vicine, come appaiono nella mono room, diventano paradossalmente molto lontane e quindi, come sottoposte ad una lente di ingrandimento, meno riconoscibili.
Così lontano, così vicino è la traduzione italiana di In weiter Ferne, so nah!, un film diretto da Wim Wenders nel 1993, sei anni dopo Il cielo sopra Berlino. Il titolo allude al punto di vista del protagonista Cassel che da angelo, che guarda il mondo dall’alto, si trasforma in Karl Engel passando così da una visione in bianco e nero ad una a colori molto prossima a tutta quella umanità che prima appariva lontana. Il punto di vista di Anja Puntari sul mondo in cui vive è, a mio avviso, come quello dell’angelo Cassel, allo stesso tempo lontano e vicino. Lei stessa dichiara - Nel mio lavoro mi interessano le persone e le immagini e il rapporto tra i due. Sono un’artista audio-visiva che basa il lavoro su materiale già esistente. Sono interessata a tematiche sociali come la visibilità/invisibilità della persona nella società contemporanea e come il tabù sociale è costruito e percepito attraverso immagini e suoni. I suoi soggetti, quasi sempre scelti attraverso il filtro di un media (giornali, televisione, film, web), apparentemente risultano essere freddi e distanti. Poi, come per effetto di un close-up selettivo messo in atto dallo sguardo dell’artista, Anja Puntari passa dal generale al particolare e dal lontano al vicino. La messa a fuoco su temi di carattere sociale o di interesse collettivo, tuttavia, non ha mai una connotazione emozionale. Il lavoro di Anja Puntari, le cui tematiche sembrano avere un sapore familiare, attraverso la scomposizione analitica a cui l’artista sottopone il materiale che le interessa, tende ad avere una connotazione scientifica. Dunque lo sguardo dell’artista sulla società contemporanea è al contempo vicino e lontano, come dimostra la studiata formula installativa con cui ha deciso di presentare Naidaan alla Warehouse.
16
dicembre 2010
Anja Puntari – Così lontano così vicino
Dal 16 dicembre 2010 al 29 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
WAREHOUSE CONTEMPORARY ART
Teramo, Via Giulio C. Canzanese, 51, (Teramo)
Teramo, Via Giulio C. Canzanese, 51, (Teramo)
Orario di apertura
martedì e mercoledì ore 15.30-19.30
giovedì, venerdì e sabato ore 10.30-13.30 e 15.30-19.30
Vernissage
16 Dicembre 2010, ore 19.00
Autore
Curatore