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Ann Veronica Janssens – Grand Bal
Pirelli HangarBicocca presenta dal 6 aprile al 30 luglio 2023 “Grand Bal”, la mostra retrospettiva dedicata ad Ann Veronica Janssens, artista belga tra le più rilevanti a livello
internazionale. Nei suoi 40 anni di carriera Janssens ha sperimentato l’inafferrabile e forgiato la luce, la sua materia prediletta, indagando la natura sensoriale e performativa di spazi e architetture, dando vita a opere mutevoli e in divenire. Gli interventi dell’artista sono l’esito di una ricerca al confine tra arte e scienza e indagano come veri e propri laboratori i limiti percettivi e psichici dell’essere umano.
“Grand Bal” è concepita come un’estesa coreografia che accosta installazioni ambientali a
lavori più intimi, tracciando un percorso visivo, sonoro e tattile che invita a muoversi tra il
l’incorporeo e il tangibile, tra atmosfere surreali e rimandi a contesti sociopolitici e culturali
della nostra contemporaneità.
a Bruxelles) ha sviluppato la sua ricerca intorno alla luce e alla sua relazione con l’ambiente
circostante, realizzando spesso opere site-specific, che sfidano il carattere immutabile della scultura
e dell’installazione. Spesso associata al lavoro dei “Light & Space” – il gruppo di artisti americani
degli anni Sessanta come Robert Irwin e James Turrell –, Janssens ha strutturato la sua pratica sul
superamento dell’oggetto artistico attraverso la sua smaterializzazione e decostruzione. Con forme e
gesti minimali e dal carattere anti-monumentale, infatti, Janssens è in grado di modificare la
percezione dello spazio da parte del pubblico. Le sue opere, grazie all’impiego della luce, del colore,
di specchi, dell’aria o della nebbia artificiale, richiedono la partecipazione diretta dell’osservatore e
appaiono un invito a esperire la realtà in modo differente attraverso una presa di coscienza dei propri
sensi, dell’architettura e delle categorie spazio-temporali con cui la definiamo, mettendone in luce gli
aspetti sociopolitici e culturali. Spesso basati su sperimentazioni in collaborazione con realtà
scientifiche e tecnologiche, i lavori dell’artista diventano laboratori con cui testare i confini tra
proprietà ed elementi fisico-materiali, considerati opposti: come la luce e l’oscurità, il suono e il
silenzio, il vuoto e la presenza, il tangibile e l’incorporeo.
“Grand Bal”, a cura di Roberta Tenconi, esplora la carriera di Ann Veronica Janssens e diversi
aspetti della sua pratica, presentando per la prima volta la più comprensiva selezione di opere, tra
lavori storici e nuove produzioni, pensata per dialogare con lo spazio delle Navate di Pirelli
HangarBicocca e l’area esterna, espandendone i confini. L’artista, infatti, ha concepito un intervento
inedito, waves (2023), in cui trasforma alcune delle porte di uscita in aperture: sostituendo i battenti
con una rete in PVC porosa e trasparente, permette alla luce naturale, così come a suoni, aria e altri
elementi esterni, di penetrare nello spazio espositivo. Le alterazioni prodotte si inseriscono
dinamicamente all’interno del percorso, che è stato ideato dall’artista come una coreografia visiva e
sonora che mette al centro il visitatore (anziché gli oggetti), chiamato a muoversi e partecipare
direttamente, seguendo l’alternarsi delle proprie sensazioni e percezioni generato dal confronto con
le opere. Il titolo “Grand Bal” (grande ballo in francese) evoca proprio questa dimensione
performativa e la dinamica relazione che si instaura tra lavori, architettura e corpo umano come in
una danza in cui ogni elemento è necessario all’altro per rivelarsi completamente.
Questo legame appare evidente già dalla prima installazione che apre la mostra, Drops
(1999/2023), presentata all’ingresso delle Navate. Dodici specchi circolari, disposti sul pavimento
della Piazza, riflettono simili a gocce frammenti e dettagli della struttura architettonica dell’edificio,
disorientando la percezione del luogo da parte dei visitatori e offrendo nuove prospettive visive
dell’ambiente circostante. Gli elementi specchianti reagiscono in maniera sempre diversa alle
condizioni in cui sono esposti, alterandole attraverso la rifrazione della luce. L’opera è una nuova
versione di Danaé del 1999, realizzata in collaborazione con Nord project and Co nella Scuola
Grande di San Rocco a Venezia, in cui gli specchi a terra interagivano e rimandavano l’immagine
degli affreschi a soffitto di Tintoretto (1518-1594), creando multiple connessioni tra spazio, opere
presenti, artisti e visitatori. Accanto alla storia dell’arte, per Ann Veronica Janssens anche quella
dell’architettura riveste un ruolo fondamentale, come si evince dal video esposto in Pirelli
HangarBicocca Oscar (2009), dedicato alla figura dell’architetto Oscar Niemeyer (1907-2012),
maestro del modernismo brasiliano e radicale portavoce di ideali sociali.
Sono numerosi i lavori in cui l’artista si interroga sul significato di architettura, ridefinendo le
caratteristiche di edifici e spazi pubblici. Una sezione delle Navate viene ad esempio, modificata dalla
presenza di una vasta superficie percorribile composta da mattoni, uno spazio nello spazio che ospita
anche altre opere, Area (1978-2023). Con questa installazione Janssens mette in discussione le
canoniche definizioni di scultura e architettura, realizzando quello che lei stessa definisce un super
space: “una estensione spaziale di un’architettura esistente… Sperimento spesso con le possibilità di
rendere fluida la percezione della materia e dell’architettura, che io vedo come una sorta di ostacolo
al movimento e alla scultura” (Ann Veronica Janssens, 2004). Sospese sopra i mattoni, delle altalene
costituiscono l’opera Swings (2000-2023). I visitatori sono invitati a utilizzare questi elementi,
associati a una dimensione infantile e ludica e pensati per l’esterno, disorientando la fruizione della
mostra. La loro dissonanza con il luogo chiuso fa prendere coscienza del proprio movimento e degli
spostamenti d’aria provocati dal dondolio. Le sedute sono inoltre rivestite da una pellicola
termoreagente che muta di tonalità al contatto con il calore: la presenza del corpo umano modifica
temporaneamente l’aspetto dell’opera, lasciando una traccia effimera del suo passaggio.
Ann Veronica Janssens, inoltre, esplora la dissoluzione dello spazio stesso attraverso interventi
sensoriali e percettivi. In L’espace infini (1999), una struttura concava rettangolare, priva di angoli e
bordi, i visitatori si confrontano con un ambiente totalmente bianco, in cui per un effetto ottico lo
sguardo non riesce più a discernere dimensioni e limiti, provando una sensazione di vertigine e
infinitezza. In modo simile, anche l’installazione che chiude la mostra nello spazio del Cubo MUKHA
Anvers (1997/2023), produce risultati analoghi. In questo caso, l’artista utilizza una fitta nebbia
artificiale e la luce naturale per dissolvere e rendere più sfocate le connotazioni della stanza e la
presenza dei corpi, ma allo stesso tempo rendere più evidenti le caratteristiche fisiche e materiali
dell’aria in un ambiente apparentemente vuoto. Questa ricerca sui concetti di tangibile e intangibile
conduce l’artista a impiegare il colore, la nebbia e la luce in maniera preponderante, come accade in
Rouge 106 –Bleu 132 (Scale Model) (2003-2007) il pubblico si ritrova in un ambiente cangiante e
grazie alla presenza di luci intermittenti blu e rosse, sperimenta una nuova visione del colore bianco.
Mentre in Bitter, Salty, Acid and Sweet (2019) Janssens indaga nuovamente le caratteristiche
astratte del colore, utilizzando due grandi raggi di luce artificiale, che si muovono nello spazio in
modo sfasato senza mai riuscire a combaciare, creando la tensione di un illusorio inseguimento
immateriale.
L’indagine sulla dimensione scultorea della luce e del colore induce Janssens a sperimentare con le
connotazioni accidentali dei fenomeni naturali, anche nel loro formato più ridotto e quasi
impercettibile. Untitled (Prism) (2013), nella sua apparente semplicità, è formata solamente da un
piccolo prisma di cristallo posto su una lastra di vetro cattura la luce, i cui riflessi colorati si
manifestano all’interno della forma. L’artista afferma a proposito dell’opera: “La luce è il mio materiale
principale. La uso in tutte le sue forme, liquide, solide, gassose… e come riflesso… Diventa una sorta
di dimostrazione delle radiazioni che produce. I suoi raggi mi permettono di rendere visibili
manifestazioni alternative della realtà. […] Io lavoro molto di sottrazione. Nel mio lavoro ci sono forme
semplici di proporzioni ridotte. È come se io rimuovessi e riducessi sempre di più per provare ad
arrivare alla dimensione minima” (Ann Veronica Janssens, 2016).
Public Program
Sabato 15 e domenica 16 aprile il Public Program dedicato alla mostra “Grand Bal” di Ann Veronica
Janssens si apre con Pioverà è una nuova coreografia ideata e realizzata da Anne Teresa De
Keersmaeker.
Il catalogo
“Grand Bal” è accompagnata da una monografia che esplora i temi presenti nel lavoro di Ann
Veronica Janssens, offrendo prospettive inedite sulla sua pratica. Disegnato da Manuela Dechames
Otamendi e pubblicato da Pirelli HangarBicocca con Marsilio editori in inglese e italiano, il catalogo
include testi critici e approfondimenti tematici, che indagano il corpus dei lavori dell’artista a partire da
numerosi ambiti, tra cui l’architettura, la filosofia, la narrativa e la storia dell’arte, oltre a una
conversazione tra l’artista e la curatrice della mostra, Roberta Tenconi. I contributor invitati sono:
Philippe Bertels, Robin Clark, Kersteen Geers e Jelena Pančevac, Stéphane Ibars, Maud Hagelstein,
ed Ernst van Alphen. Il catalogo sarà disponibile da maggio 2023.
Ann Veronica Janssens
I lavori di Ann Veronica Janssens sono stati presentati in mostre personali presso istituzioni di rilievo
internazionale, tra cui Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk e South London Gallery (2020);
Musée de l’Orangerie, Parigi (2019); Baltimore Museum of Art, De Pont, Tilburg, Kiasma Museum of
Contemporary Art, Helsinki (2018); IAC - Institut d'art contemporain - Villeurbanne/Rhône-Alpes
(2017); Nasher Sculpture Center, Dallas (2016); Wellcome Collection, Londra (2015);
Ausstellungshalle Zeitgenössiche Kunst, Münster, CRAC Alsace - centre rhénan d’art contemporain,
Altkirch (2011); WIELS, Bruxelles, Espai d’Art Contemporani de Castellò, Castellón (2009); Museum
Mosbroich, Leverkussen (2007); Kunsthalle Bern, Berna, Musée d’Orsay, Parigi, CCAC Wattis
Institute for Contemporary Arts, San Francisco (2003); Neue Nationalgalerie, Berlino (2001). L’artista
ha partecipato a importanti rassegne internazionali – tra cui Sharjah Biennial 14 (2019), Manifesta 10,
San Pietroburgo (2014); Biennale of Sydney (1998 e 2012); Biennale de Lyon (2005) e Bienal de São
Paulo (1994) –, e a mostre collettive in istituzioni come Kunsthalle Wien, Vienna, SMAK, Ghent,
Grand Palais, Parigi, Punta della Dogana, Venezia (2019); Hayward Gallery, Londra (2018); Mudam,
Lussemburgo, Sprengel Museum, Hannover, Museo de Arte Contemporáneo, Buenos Aires (2015);
Palais de Tokyo, Parigi (2014); Fundació Juan Miró, Barcellona (2013). Nel 1999 ha rappresentato il
Belgio (con Michel François) alla 48. Biennale di Venezia.
Il programma espositivo
“Grand Bal” è parte del programma artistico concepito dal Direttore Artistico Vicente Todolí assieme
al dipartimento curatoriale: Roberta Tenconi, Capo Curatrice; Lucia Aspesi, Curatrice; Fiammetta
Griccioli, Curatrice. Il programma del 2023 prosegue, nello spazio delle Navate, con la mostra di
James Lee Byars (dal 12 ottobre 2023 a 18 febbraio 2024). Nello spazio dello Shed: le mostre di
Gian Maria Tosatti (fino al 30 luglio 2023) e di Thao Nguyen Phan (dal 14 settembre 2023 al 14
gennaio 2024).
Pirelli HangarBicocca, istituzione nata nel 2004, è stata rilanciata nel 2012 da Pirelli, che ne è socio
fondatore fin dalla sua costituzione. In questi anni lo spazio espositivo ha confermato il suo ruolo di
centro per l’arte in grado di attrarre un pubblico internazionale con mostre di forte rigore curatoriale e
di grande impatto visivo, anche grazie alla proposta di progetti espositivi unici. Gli spazi di Pirelli
HangarBicocca ospitano inoltre l’installazione permanente I Sette Palazzi Celesti 2004-2015 di
Anselm Kiefer, divenuti un punto di riferimento per visitatori di tutto il mondo, e la scultura La
Sequenza (1981) di Fausto Melotti.
Ann Veronica Janssens – Grand Bal
Milano, Via Chiese, 2, (Milano)