Tra tempere all'uovo, acrilici e impasti materici, l'artista esibisce un tratto
energico e sicuro. Dal quel tratto così cupo l'occhio è attratto , quasi incantato
e solo dopo uno sguardo più attento vi si intuisce una forma architettonica ma
la lettura figurativa si ferma lì, la città in quanto tale è solo una fugace
apparizione, una rielaborazione della memoria dell'artista, un sogno, luoghi
degradati da cui emerge tutta la solitudine umana.
Anna Borghi, giovane artista lombarda formatasi all'Accademia di Brera,
appartiene a quell'area artistica milanese rappresentata da un gruppo di
giovani talenti che tentano di analizzare il presente per prevedere una futura
linea poetica cercando di ridare dignità alla città architettonicamente
umiliante. Anna scava tra il cemento con la tipica sensibilità femminile, alla
ricerca degli umori e dei timidi colori che tingono di nuova luce il grigio piatto
della materia polverosa rendendola più umana.