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Anna Costantini – Sulla via del Sale
Anna Costantini espone nove dipinti di grandi dimensioni che tracciano il passaggio dell’artista attraverso la via Salaria, in momenti e stagioni differenti. Completano la mostra alcuni dipinti di dimensioni ridotte: 30×30 cm. e 20×20 cm.
Comunicato stampa
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Sabato 9 Aprile, dalle ore 18.00 in poi, presso la Galleria “Della Tartaruga” a Roma si aprirà la mostra "Sulla via del Sale" dell’artista Anna Costantini, una collezione di 9 opere dedicate all’antichissima Via Salaria, fondamentale linea di collegamento tra Roma e il Mar Adriatico. Le opere sono ispirate alla storia, al meraviglioso paesaggio, alle tradizioni popolari e ai destini intrecciati di uomini che conservano intatto nei secoli il loro mistero.
“Notte dei Tempi” (cm 100x70), ricorda la lunghissima vita di questa arteria, “Sciabordio” (cm 85x120), rimanda invece alla meta dell’antica strada: Castrum Truentinum, dalla quale i soldati romani e prima ancora i Sabini riportavano il sale (si racconta che proprio per le strie di sale cadute dai carri la via tese nel tempo a diventare bianca). “Gole del Velino” (cm 85x120) segue il ramo principale della Salaria che si dirigeva a Nord seguendo il sinuoso letto di questo fiume, che scorre lungo le pendici del Terminillo. Proprio queste gole, suggestive e profonde, costituirono però un gravoso problema lungo il percorso della Salaria e al loro valico dovettero porre mano e potenzialità creativa gli ingegneri di ben tre imperatori: Augusto, Vespasiano e Traiano.
Le altre opere prendono spunto da modi di dire o da impressioni stagionali (“Agosto, capo d’inverno”, “Suggestioni d’Autunno”, “Tra i folti boschi”, tutti di cm 85x120) o da feste popolari (Lo «sparo» di Sant’Emidio, ovvero i fuochi d’artificio che si tengono ogni anno ad Ascoli Piceno durante la notte del 5 agosto, giorno dedicato al Santo Patrono dei terremoti).
“L’albero di Picciò”, ovvero l'albero di Piccione (un platano che si trova sulla Salaria a tre Km da Ascoli Piceno in direzione Roma), ha invece una storia talmente particolare da entrare di merito nell’Elenco degli Alberi Monumentali Italiani, albo redatto dal Corpo Forestale dello Stato.
Nel 1718 si descrivono i lavori del rinnovamento del selciato della strada e si individua questo enorme albero nel cui tronco cavo sembra si nascondesse un membro della famiglia Parisani, soprannominato “Piccione”. Il fusto ha una circonferenza di 8,7 metri e la sua cima tocca i 24 metri d’altezza, circondata da una chioma lussureggiante. Ma a una storia reale si contrappongono spesso altre storie, quelle popolari. E l’“Albero di Picciò” si lega prima alla storia del Regno d’Italia, a un priore Giovanni Piccioni vissuto nel Secondo Ottocento, un comandante degli Ausiliari Pontifici a capo di una banda di Briganti Antiunitari a cui vengono contestate imputazioni per attentato alla sicurezza dello Stato. Il tronco cavo diventa quindi il suo nascondiglio per tendere imboscate agli ignari viaggiatori: a legare il platano cavo a questo Piccioni vi è un riferimento storico, un combattimento tra i suoi fidi e i soldati Repubblicani capitanati da Colucci. Nel 1863, tradito dai suoi compagni e catturato venne condannato al bagno penale e morì nel carcere di Forte Malatesta ad Ascoli Piceno. Sembra però che nello stesso albero si nascose per un certo periodo anche il famoso bandito Cimino, poi catturato e ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia a Roma sulla Via Nomentana nel 1967, inseguito dal famoso poliziotto Spatafora, conosciuto da tutti come il "Poliziotto con la Ferrari".
A chiudere la mostra “Rovine di un Impero”, sulla caduta di Roma e il conseguente disfacimento delle sue splendide e antiche strade.
Anna Costantini è nata a Roma nel 1970. Giornalista, a lungo responsabile dell’Area Cultura dell’Associazione Stampa Romana, come freelance e operatrice di pace ha visitato numerosi Paesi, spesso quadranti complessi di Mondo. Per citare solo alcune tra le mete toccate: l’Ulster, dove va all’apertura dell’Inquiry sulla Bloody Sunday; la Turchia, dove visita i campi profughi Kurdi; il Libano dove si reca, invece, in quelli sciaguratamente noti di Sabra e Chatila.
L’artista, definita “firma emergente della scuola informale romana” (Il Messaggero), nel 2010 è scelta per partecipare alla II Esposizione d’Arte “Spirito Olimpico italiano. Educare alla contemporaneità delle culture e alla pace”, organizzata dal CONI e dalla Galleria “Il Salotto dell’Arte di Torino”, proprio in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Vancouver 2010. La mostra, che ha avuto sede nella città canadese presso “Casa Italia”, ha ospitato il suo dittico “Senza respiro”, unica opera informale scelta dalla Giuria.
Anna Costantini viene inoltre selezionata dalla “Galleria Studio S” di Roma per il Nuovo Premio Lissone, prestigioso concorso internazionale, “che prevede la partecipazione di artisti invitati da una apposita commissione, composta volta a volta da critici o direttori di musei, che segnalano autori secondo loro meritevoli di particolare attenzione”, (edizione 2010).
Utilizza molteplici materiali, strumenti, pigmenti e supporti. Tra le sue sperimentazioni più note, la pittura su motori in moto (un esempio per tutti il “ Girasolodischi”, scelto come apertura di un servizio culturale sul TG3 Nazionale nel marzo 2008, primi 20 secondi in apertura: http://www.youtube. com/watch?v=snhCYJRUi0Y). Foto di sue opere, scattate a studio o in mostra - a firma di Mimmo Frassineti – sono presenti sul sito dell’Agenzia giornalistica fotografica www.agf-centralephoto.com (dello stesso Frassineti sono le foto sul catalogo “Tagli e Dettagli”, contenente anche “Sulla via del Sale”, “Lastre d’artista” e “Carte di complessa identità”).
Anna Costantini ha al suo attivo numerose esposizioni in Italia e all’estero (Varsavia, Hangzhou, Londra, Berlino, Lubiana, Zamosc, Vancouver, ecc…); le sue opere sono pubblicate su diversi cataloghi e riviste. Di lei, oltre al Maestro Ennio Calabria, Danilo Maestosi, Simonetta Milazzo e Anna Laura Petrucci hanno scritto numerosi critici e giornalisti. Vive e lavora tra Roma, San Felice Circeo e i Monti della Laga.
“Notte dei Tempi” (cm 100x70), ricorda la lunghissima vita di questa arteria, “Sciabordio” (cm 85x120), rimanda invece alla meta dell’antica strada: Castrum Truentinum, dalla quale i soldati romani e prima ancora i Sabini riportavano il sale (si racconta che proprio per le strie di sale cadute dai carri la via tese nel tempo a diventare bianca). “Gole del Velino” (cm 85x120) segue il ramo principale della Salaria che si dirigeva a Nord seguendo il sinuoso letto di questo fiume, che scorre lungo le pendici del Terminillo. Proprio queste gole, suggestive e profonde, costituirono però un gravoso problema lungo il percorso della Salaria e al loro valico dovettero porre mano e potenzialità creativa gli ingegneri di ben tre imperatori: Augusto, Vespasiano e Traiano.
Le altre opere prendono spunto da modi di dire o da impressioni stagionali (“Agosto, capo d’inverno”, “Suggestioni d’Autunno”, “Tra i folti boschi”, tutti di cm 85x120) o da feste popolari (Lo «sparo» di Sant’Emidio, ovvero i fuochi d’artificio che si tengono ogni anno ad Ascoli Piceno durante la notte del 5 agosto, giorno dedicato al Santo Patrono dei terremoti).
“L’albero di Picciò”, ovvero l'albero di Piccione (un platano che si trova sulla Salaria a tre Km da Ascoli Piceno in direzione Roma), ha invece una storia talmente particolare da entrare di merito nell’Elenco degli Alberi Monumentali Italiani, albo redatto dal Corpo Forestale dello Stato.
Nel 1718 si descrivono i lavori del rinnovamento del selciato della strada e si individua questo enorme albero nel cui tronco cavo sembra si nascondesse un membro della famiglia Parisani, soprannominato “Piccione”. Il fusto ha una circonferenza di 8,7 metri e la sua cima tocca i 24 metri d’altezza, circondata da una chioma lussureggiante. Ma a una storia reale si contrappongono spesso altre storie, quelle popolari. E l’“Albero di Picciò” si lega prima alla storia del Regno d’Italia, a un priore Giovanni Piccioni vissuto nel Secondo Ottocento, un comandante degli Ausiliari Pontifici a capo di una banda di Briganti Antiunitari a cui vengono contestate imputazioni per attentato alla sicurezza dello Stato. Il tronco cavo diventa quindi il suo nascondiglio per tendere imboscate agli ignari viaggiatori: a legare il platano cavo a questo Piccioni vi è un riferimento storico, un combattimento tra i suoi fidi e i soldati Repubblicani capitanati da Colucci. Nel 1863, tradito dai suoi compagni e catturato venne condannato al bagno penale e morì nel carcere di Forte Malatesta ad Ascoli Piceno. Sembra però che nello stesso albero si nascose per un certo periodo anche il famoso bandito Cimino, poi catturato e ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia a Roma sulla Via Nomentana nel 1967, inseguito dal famoso poliziotto Spatafora, conosciuto da tutti come il "Poliziotto con la Ferrari".
A chiudere la mostra “Rovine di un Impero”, sulla caduta di Roma e il conseguente disfacimento delle sue splendide e antiche strade.
Anna Costantini è nata a Roma nel 1970. Giornalista, a lungo responsabile dell’Area Cultura dell’Associazione Stampa Romana, come freelance e operatrice di pace ha visitato numerosi Paesi, spesso quadranti complessi di Mondo. Per citare solo alcune tra le mete toccate: l’Ulster, dove va all’apertura dell’Inquiry sulla Bloody Sunday; la Turchia, dove visita i campi profughi Kurdi; il Libano dove si reca, invece, in quelli sciaguratamente noti di Sabra e Chatila.
L’artista, definita “firma emergente della scuola informale romana” (Il Messaggero), nel 2010 è scelta per partecipare alla II Esposizione d’Arte “Spirito Olimpico italiano. Educare alla contemporaneità delle culture e alla pace”, organizzata dal CONI e dalla Galleria “Il Salotto dell’Arte di Torino”, proprio in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Vancouver 2010. La mostra, che ha avuto sede nella città canadese presso “Casa Italia”, ha ospitato il suo dittico “Senza respiro”, unica opera informale scelta dalla Giuria.
Anna Costantini viene inoltre selezionata dalla “Galleria Studio S” di Roma per il Nuovo Premio Lissone, prestigioso concorso internazionale, “che prevede la partecipazione di artisti invitati da una apposita commissione, composta volta a volta da critici o direttori di musei, che segnalano autori secondo loro meritevoli di particolare attenzione”, (edizione 2010).
Utilizza molteplici materiali, strumenti, pigmenti e supporti. Tra le sue sperimentazioni più note, la pittura su motori in moto (un esempio per tutti il “ Girasolodischi”, scelto come apertura di un servizio culturale sul TG3 Nazionale nel marzo 2008, primi 20 secondi in apertura: http://www.youtube. com/watch?v=snhCYJRUi0Y). Foto di sue opere, scattate a studio o in mostra - a firma di Mimmo Frassineti – sono presenti sul sito dell’Agenzia giornalistica fotografica www.agf-centralephoto.com (dello stesso Frassineti sono le foto sul catalogo “Tagli e Dettagli”, contenente anche “Sulla via del Sale”, “Lastre d’artista” e “Carte di complessa identità”).
Anna Costantini ha al suo attivo numerose esposizioni in Italia e all’estero (Varsavia, Hangzhou, Londra, Berlino, Lubiana, Zamosc, Vancouver, ecc…); le sue opere sono pubblicate su diversi cataloghi e riviste. Di lei, oltre al Maestro Ennio Calabria, Danilo Maestosi, Simonetta Milazzo e Anna Laura Petrucci hanno scritto numerosi critici e giornalisti. Vive e lavora tra Roma, San Felice Circeo e i Monti della Laga.
09
aprile 2011
Anna Costantini – Sulla via del Sale
Dal 09 al 19 aprile 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA DELLA TARTARUGA
Roma, Via Sistina, 85A, (Roma)
Roma, Via Sistina, 85A, (Roma)
Orario di apertura
10-13 e 16.30-19.30. Chiuso i festivi ed il lunedì mattina
Vernissage
9 Aprile 2011, ore 18.00
Autore
Curatore