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Anna Fracassi – Digital housewife. A little (K)bit desperate
Grazie all’utilizzo degli strumenti digitali, di acquisizione e manipolazione, il corpo diviene suolo privilegiato degli interventi artistici e protagonista delle fotocomposizioni e dei quadri performance, in una sorta di Body Art virtuale.
Comunicato stampa
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Grazie all'utilizzo degli strumenti digitali, di acquisizione e manipolazione,
il corpo diviene suolo privilegiato degli interventi artistici e protagonista
delle fotocomposizioni e dei quadri performance, in una sorta di
Body Art virtuale. Il "tableau vivant", eredità della tradizione moderna,
è un espediente spesso usato per rendere opera la propria stessa
immagine, in una narcisistica "mise en scène" dell'identità, nella
creazione di possibili altri di sé. A tale proposito, i nuovi linguaggi
digitali sono i più adatti a fissare nel tempo il carattere momentaneo e
deperibile di travestimenti, gesti e situazioni, pensate proprio come
segni destinati ad esaurirsi in breve tempo. Ma qui si va oltre: il lavoro,
nella molteplicità di tecniche ed espressioni, oltre a trasmettere
sentimenti o esperienze emotive esplicite, rappresenta un'indagine
psico-antropologica di vissuti e sentimenti, incarnati da personaggi
referenziali allegorici, dove ognuno di essi diviene pretesto di identificazione,
di analisi e auto-consapevolezza. Ne derivano ambientazioni domestiche
surreali (domestic landscape), dinamiche affettive claustrofobiche
(pet therapy?), paesaggi introspettivi che scandagliano il rapporto
con le nuove tecnologie (officeXPerience) e con il denaro (monetizHER).
L'autoritratto veicola la dimensione individuale verso l’esterno,
rendendola visibile al fine di affrontare problematiche personali o
temi astratti di carattere allegorico e metaforico. Il percorso dell’atto
creativo è rovesciato, l’obiettivo cessa di riprendere immagini del
mondo e si rivolge all’interno: una sorta di processo "digestivo" di
esperienze e valori che sfocia in un'immagine specchiante dell’inconscio.
il corpo diviene suolo privilegiato degli interventi artistici e protagonista
delle fotocomposizioni e dei quadri performance, in una sorta di
Body Art virtuale. Il "tableau vivant", eredità della tradizione moderna,
è un espediente spesso usato per rendere opera la propria stessa
immagine, in una narcisistica "mise en scène" dell'identità, nella
creazione di possibili altri di sé. A tale proposito, i nuovi linguaggi
digitali sono i più adatti a fissare nel tempo il carattere momentaneo e
deperibile di travestimenti, gesti e situazioni, pensate proprio come
segni destinati ad esaurirsi in breve tempo. Ma qui si va oltre: il lavoro,
nella molteplicità di tecniche ed espressioni, oltre a trasmettere
sentimenti o esperienze emotive esplicite, rappresenta un'indagine
psico-antropologica di vissuti e sentimenti, incarnati da personaggi
referenziali allegorici, dove ognuno di essi diviene pretesto di identificazione,
di analisi e auto-consapevolezza. Ne derivano ambientazioni domestiche
surreali (domestic landscape), dinamiche affettive claustrofobiche
(pet therapy?), paesaggi introspettivi che scandagliano il rapporto
con le nuove tecnologie (officeXPerience) e con il denaro (monetizHER).
L'autoritratto veicola la dimensione individuale verso l’esterno,
rendendola visibile al fine di affrontare problematiche personali o
temi astratti di carattere allegorico e metaforico. Il percorso dell’atto
creativo è rovesciato, l’obiettivo cessa di riprendere immagini del
mondo e si rivolge all’interno: una sorta di processo "digestivo" di
esperienze e valori che sfocia in un'immagine specchiante dell’inconscio.
26
settembre 2009
Anna Fracassi – Digital housewife. A little (K)bit desperate
Dal 26 settembre al 17 ottobre 2009
fotografia
Location
SKIN GALLERY
Brescia, Contrada Soncin Rotto, 1, (Brescia)
Brescia, Contrada Soncin Rotto, 1, (Brescia)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19
Vernissage
26 Settembre 2009, ore 19
Autore
Curatore