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Anna Guillot – Mémoires [en hommage à Georges Perec
L’intervento di Anna Guillot per la Chiesa Madonna del Pozzo di Spoleto è un sistema mobile di immagini fotografiche di piccolo formato. Nei giorni della mostra, a più riprese, attraverso nuovi scatti, sostituzioni e spostamenti, tali immagini riferiranno della relazione empatica e della sintonia prossemica tra l’artista e la micro architettura. Come riferire di un colloquio, dell’incontro e dello scambio tra due identità: l’artista e la chiesa. Un libro realizzato a posteriori dirà poi in ordine cronologico e in via definitiva di tali reciprocità
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ANNA GUILLOT
Mémoires [en hommage à Georges Perec
Progetto site-specific per la Chiesa Madonna del Pozzo di Spoleto
10 — 30 ottobre 2015
Spoleto, Chiesa Madonna del Pozzo, Porta Monterone
curatela Studio A’87
In collaborazione con Palazzo Collicola Arti Visive
con il patrocinio del Comune di Spoleto
Testo di Luciana Rogozinski
Edizioni KoobookArchive/Lab_KA
___
L’intervento di Anna Guillot per la Chiesa Madonna del Pozzo di Spoleto è un sistema mobile di
immagini fotografiche di piccolo formato. Nei giorni della mostra, a più riprese, attraverso
nuovi scatti, sostituzioni e spostamenti, tali immagini riferiranno della relazione empatica
e della sintonia prossemica tra l’artista e la micro architettura. Come riferire di un
colloquio, dell’incontro e dello scambio tra due identità: l’artista e la chiesa.
Un libro realizzato a posteriori dirà poi in ordine cronologico e in via definitiva di tali
reciprocità.
—Nello scritto “Catena di montaggio” * Luciana Rogozinski indaga il nucleo in cui si dipana la ricerca di Anna Guillot
attraverso gli interventi a Spoleto nella Chiesa Madonna del Pozzo e a Palermo, rispettivamente negli Oratori di
Giacomo Serpotta San Lorenzo e San Mercurio. Lo stralcio a seguire costituisce un breve focus identificativo del
modus operandi dell’artista.
Per Anna Guillot
«Sono variamente altro da un io che non so se esiste»
(F. Pessoa, Ortonimo)
‘Je me souviens’ riprende il tema-guida ripetuto di ricordo in ricordo nelle memorie di Perec, il grande
prestigiatore, e ne fa il perno per la costruzione, nello spazio e per tutta la durata dell’evento espositivo,
di un Merzbau senza alcun sostegno murario: un work-in progress che attraverso la documentazione della
memoria fotografica, a partire dall’immagine dell’Io nella sua propria infanzia e adolescenza, si dilata e
viene inglobando dentro il proprio sistema identitario incontri, esperienze, affinità elettive, per la grande
ideale colonna dove l’Io contemporaneamente edifica se stesso e si frantuma nei suoi propri riflessi dentro
l’Altro, per un previsto infinito. Non sono solo incontri e momenti del passato quelli che vengono
accumulati nella schedatura narcisistica del mondo sperimentato, ma anche le circostanze in mutazione
dell’evento espositivo in San Mercurio – come anche nella Chiesa Madonna del Pozzo di Spoleto, in
forma micro – nei suoi particolari e nel suo divenire. Questa moltiplicazione senza confini del
rispecchiamento del Sé genera uno spazio concettuale barocco, che si rende visibile nell’aumento
progressivo delle note fotografiche nel tempo e che troverà il proprio luogo definitivo paradossale nel
libro che dovrà contenerlo, a evento concluso. Fanno parte dello sconfinamento spaziale dell’opera
l’invasione ambientale progressiva, l’uso degli arredi dell’ambiente per il posizionamento della
molteplicità fotografica in avanzamento ma anche, in direzione opposta, la citazione di gesti artistici
esterni, integrati come modelli nell’itinerario. Vale dunque come singolare citazione – accade in S.
Mercurio – anche la teca che contiene ed espone varie operazioni video e performative di Sophie Calle,
raccolte da Calle stessa nelle forme/libro: anche in esse si esplicita il modello della dispersione dell’Io,
della sua valorizzazione e polverizzazione nei mille confusi incontri quotidiani. Così il piatto di Mona
Hatoum, la ‘Deep Throat’ che contiene il video della sua endoscopia, è evocato per una sua
partecipazione ideale al pranzo che l’accumulatrice di memoria condivide con un amico e che la copia
fotografica mantiene esemplare. Non è solo il contenuto della parte nascosta, interiore del corpo
mostrato come cibo nella ‘Deep Throat’ a mettere in abisso la storia di cui la coppia si nutre: è l’intero
sistema dell’esistenza sperimentabile e del soggetto che in essa si perde a essere coinvolto. ‘Je me
souviens’ prende in prestito il leit motiv di Perec nella sua pratica (antiproustiana) di tesaurizzazione dei
ricordi, ma la sua vena intima barocca è altrove. Nel condominio-labirinto de ‘La vie mode d’emploi’,
Perec colloca in ogni ambiente un insignificante elemento che ogni volta allude in miniatura
all’architettura complessiva: è un gioco di scatole cinesi. Questo è il filo che, raccolto e seguito,
rivelerebbe il mistero dell’intero montaggio del romanzo: ma le stanze, nella visione, nel racconto e nella
Storia, restano separate.
*L. Rogozinski, “Catena di montaggio”, Folio #9, Ed. KoobookArchive e in Arte e critica n. 80.
___
Giunto alla XVIII edizione, il progetto “Opus & Light” di Franco Troiani e Studio A’87 per Madonna del Pozzo – nel
quale l’operazione di Anna Guillot rientra – prevede interventi mensili di singoli artisti nello spazio della Chiesa
Madonna del Pozzo di Porta Monterone, all’ingresso sud della città di Spoleto. Installazioni e opere contemporanee a
confronto con la specificità di un’architettura medievale che vanta un pregevole ciclo di affreschi (1493-1600), a
testimonianza di un intero secolo di pittura italiana.
Spoleto, Chiesa Madonna del Pozzo, Porta Monterone
dal 10 al 30 ottobre 2015
Visitabile 24/24 h
Info: t. +39 339 431 9977 — +39 334 982 1594
e-mail: studioa87@libero.it
info Giornata del Contemporaneo: giornatadelcontemporaneo@amaci.org
Mémoires [en hommage à Georges Perec
Progetto site-specific per la Chiesa Madonna del Pozzo di Spoleto
10 — 30 ottobre 2015
Spoleto, Chiesa Madonna del Pozzo, Porta Monterone
curatela Studio A’87
In collaborazione con Palazzo Collicola Arti Visive
con il patrocinio del Comune di Spoleto
Testo di Luciana Rogozinski
Edizioni KoobookArchive/Lab_KA
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L’intervento di Anna Guillot per la Chiesa Madonna del Pozzo di Spoleto è un sistema mobile di
immagini fotografiche di piccolo formato. Nei giorni della mostra, a più riprese, attraverso
nuovi scatti, sostituzioni e spostamenti, tali immagini riferiranno della relazione empatica
e della sintonia prossemica tra l’artista e la micro architettura. Come riferire di un
colloquio, dell’incontro e dello scambio tra due identità: l’artista e la chiesa.
Un libro realizzato a posteriori dirà poi in ordine cronologico e in via definitiva di tali
reciprocità.
—Nello scritto “Catena di montaggio” * Luciana Rogozinski indaga il nucleo in cui si dipana la ricerca di Anna Guillot
attraverso gli interventi a Spoleto nella Chiesa Madonna del Pozzo e a Palermo, rispettivamente negli Oratori di
Giacomo Serpotta San Lorenzo e San Mercurio. Lo stralcio a seguire costituisce un breve focus identificativo del
modus operandi dell’artista.
Per Anna Guillot
«Sono variamente altro da un io che non so se esiste»
(F. Pessoa, Ortonimo)
‘Je me souviens’ riprende il tema-guida ripetuto di ricordo in ricordo nelle memorie di Perec, il grande
prestigiatore, e ne fa il perno per la costruzione, nello spazio e per tutta la durata dell’evento espositivo,
di un Merzbau senza alcun sostegno murario: un work-in progress che attraverso la documentazione della
memoria fotografica, a partire dall’immagine dell’Io nella sua propria infanzia e adolescenza, si dilata e
viene inglobando dentro il proprio sistema identitario incontri, esperienze, affinità elettive, per la grande
ideale colonna dove l’Io contemporaneamente edifica se stesso e si frantuma nei suoi propri riflessi dentro
l’Altro, per un previsto infinito. Non sono solo incontri e momenti del passato quelli che vengono
accumulati nella schedatura narcisistica del mondo sperimentato, ma anche le circostanze in mutazione
dell’evento espositivo in San Mercurio – come anche nella Chiesa Madonna del Pozzo di Spoleto, in
forma micro – nei suoi particolari e nel suo divenire. Questa moltiplicazione senza confini del
rispecchiamento del Sé genera uno spazio concettuale barocco, che si rende visibile nell’aumento
progressivo delle note fotografiche nel tempo e che troverà il proprio luogo definitivo paradossale nel
libro che dovrà contenerlo, a evento concluso. Fanno parte dello sconfinamento spaziale dell’opera
l’invasione ambientale progressiva, l’uso degli arredi dell’ambiente per il posizionamento della
molteplicità fotografica in avanzamento ma anche, in direzione opposta, la citazione di gesti artistici
esterni, integrati come modelli nell’itinerario. Vale dunque come singolare citazione – accade in S.
Mercurio – anche la teca che contiene ed espone varie operazioni video e performative di Sophie Calle,
raccolte da Calle stessa nelle forme/libro: anche in esse si esplicita il modello della dispersione dell’Io,
della sua valorizzazione e polverizzazione nei mille confusi incontri quotidiani. Così il piatto di Mona
Hatoum, la ‘Deep Throat’ che contiene il video della sua endoscopia, è evocato per una sua
partecipazione ideale al pranzo che l’accumulatrice di memoria condivide con un amico e che la copia
fotografica mantiene esemplare. Non è solo il contenuto della parte nascosta, interiore del corpo
mostrato come cibo nella ‘Deep Throat’ a mettere in abisso la storia di cui la coppia si nutre: è l’intero
sistema dell’esistenza sperimentabile e del soggetto che in essa si perde a essere coinvolto. ‘Je me
souviens’ prende in prestito il leit motiv di Perec nella sua pratica (antiproustiana) di tesaurizzazione dei
ricordi, ma la sua vena intima barocca è altrove. Nel condominio-labirinto de ‘La vie mode d’emploi’,
Perec colloca in ogni ambiente un insignificante elemento che ogni volta allude in miniatura
all’architettura complessiva: è un gioco di scatole cinesi. Questo è il filo che, raccolto e seguito,
rivelerebbe il mistero dell’intero montaggio del romanzo: ma le stanze, nella visione, nel racconto e nella
Storia, restano separate.
*L. Rogozinski, “Catena di montaggio”, Folio #9, Ed. KoobookArchive e in Arte e critica n. 80.
___
Giunto alla XVIII edizione, il progetto “Opus & Light” di Franco Troiani e Studio A’87 per Madonna del Pozzo – nel
quale l’operazione di Anna Guillot rientra – prevede interventi mensili di singoli artisti nello spazio della Chiesa
Madonna del Pozzo di Porta Monterone, all’ingresso sud della città di Spoleto. Installazioni e opere contemporanee a
confronto con la specificità di un’architettura medievale che vanta un pregevole ciclo di affreschi (1493-1600), a
testimonianza di un intero secolo di pittura italiana.
Spoleto, Chiesa Madonna del Pozzo, Porta Monterone
dal 10 al 30 ottobre 2015
Visitabile 24/24 h
Info: t. +39 339 431 9977 — +39 334 982 1594
e-mail: studioa87@libero.it
info Giornata del Contemporaneo: giornatadelcontemporaneo@amaci.org
10
ottobre 2015
Anna Guillot – Mémoires [en hommage à Georges Perec
Dal 10 al 30 ottobre 2015
arte contemporanea
Location
CHIESA MADONNA DEL POZZO
Spoleto, Porta Monterone, (Perugia)
Spoleto, Porta Monterone, (Perugia)
Orario di apertura
Visitabile 24/24 h
Autore