C'è come una sospensione temporale, una sorta di pausa in cui far decantare sentimenti, emozioni, storie e vicende nella pittura, e nei soggetti protagonisti delle splendide tele, di Anna Lisa Usai in cui viene esplorato un mondo, un universo, una condizione che è quella della donna , in generale , e di quella sarda in particolare.

Anna Lisa Usai unisce, infatti, nella sua pittura la padronanza dei mezzi tecnici alla introspezione spirituale, non disgiunta da una accurata analisi sociologica riguardante non solo la condizione della donna nei vari ambiti culturali, sociali ed etnici, ma anche quella di una umanità intera sofferente, emarginata e sottomessa.

Lasciarsi però guidare tra le sue immagini, dalla sorprendente abilità esecutiva, e attardarsi su di essa significa limitarsi ad accettare il mero lato estetico, senza addentrarsi in situazioni e tematiche che sono ben più intricate ed intriganti.

In sostanza quella della ottima artista sarda è una pittura che nel mentre racconta un mondo, racconta se stessa senza oleografismi, senza ripetizioni sfacciate del soggetto, ma costruendo una pittura che pur richiamandosi a modelli e moduli, in alcuni casi archetipi, lontani nel tempo e dislocati nello spazio, ha il fascino del nuovo e dell' insolito.

Risulta così una pittura che è una gioia per gli occhi, intessuta di sintonie cromatiche e di tonalità tutte in perfetta chiave armonica che sempre rispettano, anzi potenziano, l' equilibrio della composizione; una pittura che non si accontenta di passare per gli occhi, ma che incanta come una dolce melodia e fa riflettere e ponderare come una realtà vissuta e sofferta.

Luciano Lepri