Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Anna Sargenti – Io sono. Tu sei. 1975-2017
La mostra si presenta al contempo come un viaggio antologico nella vasta produzione dell’artista romana ed un ritorno sulla scena contemporanea, dopo circa dieci anni di silenzio
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Io sono, Tu sei” Anna Sargenti in mostra al PAN
Si inaugura Mercoledì 28 giugno 2017 alle ore 18 al PAN| Palazzo delle Arti di
Napoli, Io sono - Tu sei. 1975-2017, oltre 40 anni di attività artistica di Anna
Sargenti. La mostra si presenta al contempo come un viaggio antologico nella
vasta produzione dell’artista romana ed un ritorno sulla scena contemporanea,
dopo circa dieci anni di silenzio.
Promossa dall’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, a cura
di Maria Savarese, il percorso espositivo prende il titolo dall’ultimo lavoro della
Sargenti, in mostra per la prima volta al PAN. L’installazione inedita è composta
da oltre 40 tavole di legno usurate e ferite dal tempo, recuperate nelle campagne
irpine, e poi coperte di bianco, intrecciate da uno spago con innumerevoli nodi.
Un lavoro “duro” scaturito dall’introspezione di questi anni vissuti in solitudine
dall’artista, sempre più consapevole del valore degli oggetti abbandonati, che
proprio perché logorati, racchiudono una storia, cui viene ridata una nuova
dignità. Un’affermazione del loro essere, una nuova declinazione, come quella
dell’ausiliare che per eccellenza descrive il nostro stare al mondo. C’è
un’archeologia dietro Io sono, tu sei, come in altri suoi lavori : le vecchie tavole,
destinate a morire in un camino, sono ritrattate, restaurate, legate dai pensieri, e
ricoperte da una pittura bianca , una sorta di gesto di difesa e custodia.
Tema ricorrente lungo l’intero allestimento, fatto di contrasti e sovrapposizioni,
è proprio quello della memoria, in parte legata al vissuto personale dell’artista,
in parte al ricordo dei luoghi. La mostra ripercorre, tra le varie tappe, anche
Similitudo, l’esperienza presso l’ospedale Psichiatrico Frullone degli anni ’94-95:
opere recluse, destinate ad autodistruggersi, ma documentate dall’abilissimo
lavoro fotografico di Fabio Donato. Una riflessione sulle modalità dell’essere e
del sentire, che esamina le zone oscure dell’io, le paure, i riti, le ansie pacate ed i
vuoti colmati con i gesti della prassi artistica.
Io sono-Tu sei. 1975-2017 racconta le sperimentazioni di tanti anni di lavoro,
l’utilizzo delle più diverse tecniche realizzate su tela – legno – ferro; le ricerche
di colore, dal giallo, al blu, al rosso fino al “colore più difficile”, il bianco; le
contaminazioni con la musica, la fotografia, la poesia e il teatro.
Un itinerario volutamente disordinato, che procede per associazioni, spesso
linguistiche, cariche di valenza letteraria (da Verlaine a Breton), altre volte
sonore come nella sua Chambre de Musique.
L’artista, accompagnata negli anni dalle riflessioni critiche di Filiberto Menna,
Angelo Trimarco e Achille Bonito Oliva, non ha mai smesso di analizzare
lucidamente e di appartenere al quotidiano della città che oggi ospita la sua
personale. Nella stazione Metropolitana di Quattro Giornate ed in quella di
Salvator Rosa sono installate in maniera permanente da oltre 15 anni, Sabe que
la lucha es crudel, trasfigurazione in collage di una poesia di Santos Discepolo e
C’est la crapule, presentata a Pechino nel 1995 in occasione della conferenza
mondiale dell’ONU sui diritti delle donne.
BIOGRAFIA ARTISTA
Anna Sargenti
(Roma, 1948. Vive e lavora a Castelvetere su Calore, Avellino)
Dopo aver frequentato a Roma l’Accademia di Belle Arti e la Scuola libera del
Nudo, Anna Sargenti si trasferisce a Napoli alla metà degli anni settanta. Le
prime mostre personali la vedono sulla scena romana (Galleria l’Angolo, 1980),
napoletana (Sala Vincenzo Gemito, 1987) e milanese (Galleria Vinciana, 1988). A
partire da una ricerca pittorica figurativa, con la rappresentazione di corpi
femminili dalle linee marcate, Sargenti si distacca dalla figura, alleggerendola
fino ad approdare all’astrattismo. Dalla fine degli anni ottanta le sue tele
appaiono animate da linee e segni che creano composizioni dinamiche, dove alla
costruzione sulla base del nero si alternano diverse dominanti cromatiche che si
legano a particolari implicazioni emotive: il giallo, il blu, il rosso per poi arrivare
al bianco. In questo frangente, è significativa la mostra personale allo Studio
Trisorio nel 1992, per la quale l’artista si ispira all’opera Nadja di André Breton
presentando lavori interamente dedicati alla gamma cromatica del giallo. Se la
pittura costituisce il linguaggio privilegiato della sua ricerca, va registrata
parallelamente una sperimentazione continua dei materiali che riguarda tanto i
supporti (pezzi di legno trovati, siporex, plastica, plexiglass), quanto le superfici,
dove si ritrovano fili di ferro, frammenti di spago intrecciati, concrezioni di
schiuma, collage con immagini fotografiche e brani tratti da testi poetici.
L’intervento pittorico traspone quindi la sua matrice segnica in una dimensione
tridimensionale e arriva a coinvolgere interi ambienti, come gli spazi
dell’Ospedale psichiatrico Frullone dove Sargenti lavora tra il 1994 e il 1995.
L’artista associa inoltre alla pratica pittorica frequenti incursioni nel campo del
design e della produzione di oggetti, con la realizzazione di tavoli, lampade,
gioielli, stoffe, ceramiche che ripropongono linee e segni delle sue tele.
Nel 2000 la Sala Dorica di Palazzo Reale a Napoli ospita la sua mostra personale
Ri-tratti, cui segue Bianco è anima nelle Prigioni di Castel dell’Ovo nel 2003,
ispirata all’opera letteraria Il Minotauro di Dürrenmatt e tutta incentrata sul
bianco. Nel 2005 la mostra Come il giorno e la notte presso la Changing Role
More Over Gallery di Napoli presenta opere realizzate con diversi materiali il cui
trait d’union è la figura di Marlon Brando.
Opere di Anna Sargenti sono installate in permanenza nella Metropolitana di
Napoli, nelle stazioni di Quattro Giornate (Sabe que la lucha es crudel, 2000,
trasfigurazione in collage di una poesia di Santos Discepolo) e di Salvator Rosa
(C’est la crapule, installata nel 2001 e precedentemente presentata a Pechino nel
1995 in occasione della conferenza mondiale dell’ONU sui diritti delle donne).
[AT]
Mostre principali
Galleria l’Angolo, Roma 1980; Sala Vincenzo Gemito, Napoli 1987; Galleria
Vinciana, Milano 1988; Studio Erre, Roma 1989; Galleria Art-Image, Napoli
1990; Galleria Rizzardi, Milano 1991; Studio Trisorio, Napoli 1992; Artexarte,
Villaricca (NA) 1993; Galleria Cortina, Milano 1993 e 1997; Galleria Toledo,
Napoli 1996; Teatro Il Vascello, Roma 1998; Palazzo Reale, Napoli 2000; Castel
dell’Ovo, Napoli 2003; Galerie Viviana Grandi, Bruxelles 2003; Changing Role
More Over Gallery, Napoli 2005; Artexarte Box, Napoli 2008.
Si inaugura Mercoledì 28 giugno 2017 alle ore 18 al PAN| Palazzo delle Arti di
Napoli, Io sono - Tu sei. 1975-2017, oltre 40 anni di attività artistica di Anna
Sargenti. La mostra si presenta al contempo come un viaggio antologico nella
vasta produzione dell’artista romana ed un ritorno sulla scena contemporanea,
dopo circa dieci anni di silenzio.
Promossa dall’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, a cura
di Maria Savarese, il percorso espositivo prende il titolo dall’ultimo lavoro della
Sargenti, in mostra per la prima volta al PAN. L’installazione inedita è composta
da oltre 40 tavole di legno usurate e ferite dal tempo, recuperate nelle campagne
irpine, e poi coperte di bianco, intrecciate da uno spago con innumerevoli nodi.
Un lavoro “duro” scaturito dall’introspezione di questi anni vissuti in solitudine
dall’artista, sempre più consapevole del valore degli oggetti abbandonati, che
proprio perché logorati, racchiudono una storia, cui viene ridata una nuova
dignità. Un’affermazione del loro essere, una nuova declinazione, come quella
dell’ausiliare che per eccellenza descrive il nostro stare al mondo. C’è
un’archeologia dietro Io sono, tu sei, come in altri suoi lavori : le vecchie tavole,
destinate a morire in un camino, sono ritrattate, restaurate, legate dai pensieri, e
ricoperte da una pittura bianca , una sorta di gesto di difesa e custodia.
Tema ricorrente lungo l’intero allestimento, fatto di contrasti e sovrapposizioni,
è proprio quello della memoria, in parte legata al vissuto personale dell’artista,
in parte al ricordo dei luoghi. La mostra ripercorre, tra le varie tappe, anche
Similitudo, l’esperienza presso l’ospedale Psichiatrico Frullone degli anni ’94-95:
opere recluse, destinate ad autodistruggersi, ma documentate dall’abilissimo
lavoro fotografico di Fabio Donato. Una riflessione sulle modalità dell’essere e
del sentire, che esamina le zone oscure dell’io, le paure, i riti, le ansie pacate ed i
vuoti colmati con i gesti della prassi artistica.
Io sono-Tu sei. 1975-2017 racconta le sperimentazioni di tanti anni di lavoro,
l’utilizzo delle più diverse tecniche realizzate su tela – legno – ferro; le ricerche
di colore, dal giallo, al blu, al rosso fino al “colore più difficile”, il bianco; le
contaminazioni con la musica, la fotografia, la poesia e il teatro.
Un itinerario volutamente disordinato, che procede per associazioni, spesso
linguistiche, cariche di valenza letteraria (da Verlaine a Breton), altre volte
sonore come nella sua Chambre de Musique.
L’artista, accompagnata negli anni dalle riflessioni critiche di Filiberto Menna,
Angelo Trimarco e Achille Bonito Oliva, non ha mai smesso di analizzare
lucidamente e di appartenere al quotidiano della città che oggi ospita la sua
personale. Nella stazione Metropolitana di Quattro Giornate ed in quella di
Salvator Rosa sono installate in maniera permanente da oltre 15 anni, Sabe que
la lucha es crudel, trasfigurazione in collage di una poesia di Santos Discepolo e
C’est la crapule, presentata a Pechino nel 1995 in occasione della conferenza
mondiale dell’ONU sui diritti delle donne.
BIOGRAFIA ARTISTA
Anna Sargenti
(Roma, 1948. Vive e lavora a Castelvetere su Calore, Avellino)
Dopo aver frequentato a Roma l’Accademia di Belle Arti e la Scuola libera del
Nudo, Anna Sargenti si trasferisce a Napoli alla metà degli anni settanta. Le
prime mostre personali la vedono sulla scena romana (Galleria l’Angolo, 1980),
napoletana (Sala Vincenzo Gemito, 1987) e milanese (Galleria Vinciana, 1988). A
partire da una ricerca pittorica figurativa, con la rappresentazione di corpi
femminili dalle linee marcate, Sargenti si distacca dalla figura, alleggerendola
fino ad approdare all’astrattismo. Dalla fine degli anni ottanta le sue tele
appaiono animate da linee e segni che creano composizioni dinamiche, dove alla
costruzione sulla base del nero si alternano diverse dominanti cromatiche che si
legano a particolari implicazioni emotive: il giallo, il blu, il rosso per poi arrivare
al bianco. In questo frangente, è significativa la mostra personale allo Studio
Trisorio nel 1992, per la quale l’artista si ispira all’opera Nadja di André Breton
presentando lavori interamente dedicati alla gamma cromatica del giallo. Se la
pittura costituisce il linguaggio privilegiato della sua ricerca, va registrata
parallelamente una sperimentazione continua dei materiali che riguarda tanto i
supporti (pezzi di legno trovati, siporex, plastica, plexiglass), quanto le superfici,
dove si ritrovano fili di ferro, frammenti di spago intrecciati, concrezioni di
schiuma, collage con immagini fotografiche e brani tratti da testi poetici.
L’intervento pittorico traspone quindi la sua matrice segnica in una dimensione
tridimensionale e arriva a coinvolgere interi ambienti, come gli spazi
dell’Ospedale psichiatrico Frullone dove Sargenti lavora tra il 1994 e il 1995.
L’artista associa inoltre alla pratica pittorica frequenti incursioni nel campo del
design e della produzione di oggetti, con la realizzazione di tavoli, lampade,
gioielli, stoffe, ceramiche che ripropongono linee e segni delle sue tele.
Nel 2000 la Sala Dorica di Palazzo Reale a Napoli ospita la sua mostra personale
Ri-tratti, cui segue Bianco è anima nelle Prigioni di Castel dell’Ovo nel 2003,
ispirata all’opera letteraria Il Minotauro di Dürrenmatt e tutta incentrata sul
bianco. Nel 2005 la mostra Come il giorno e la notte presso la Changing Role
More Over Gallery di Napoli presenta opere realizzate con diversi materiali il cui
trait d’union è la figura di Marlon Brando.
Opere di Anna Sargenti sono installate in permanenza nella Metropolitana di
Napoli, nelle stazioni di Quattro Giornate (Sabe que la lucha es crudel, 2000,
trasfigurazione in collage di una poesia di Santos Discepolo) e di Salvator Rosa
(C’est la crapule, installata nel 2001 e precedentemente presentata a Pechino nel
1995 in occasione della conferenza mondiale dell’ONU sui diritti delle donne).
[AT]
Mostre principali
Galleria l’Angolo, Roma 1980; Sala Vincenzo Gemito, Napoli 1987; Galleria
Vinciana, Milano 1988; Studio Erre, Roma 1989; Galleria Art-Image, Napoli
1990; Galleria Rizzardi, Milano 1991; Studio Trisorio, Napoli 1992; Artexarte,
Villaricca (NA) 1993; Galleria Cortina, Milano 1993 e 1997; Galleria Toledo,
Napoli 1996; Teatro Il Vascello, Roma 1998; Palazzo Reale, Napoli 2000; Castel
dell’Ovo, Napoli 2003; Galerie Viviana Grandi, Bruxelles 2003; Changing Role
More Over Gallery, Napoli 2005; Artexarte Box, Napoli 2008.
28
giugno 2017
Anna Sargenti – Io sono. Tu sei. 1975-2017
Dal 28 giugno al 21 luglio 2017
arte contemporanea
Location
PAN – PALAZZO DELLE ARTI DI NAPOLI
Napoli, Via Dei Mille, 60, (Napoli)
Napoli, Via Dei Mille, 60, (Napoli)
Orario di apertura
9.30-18.30 martedì chiuso
Vernissage
28 Giugno 2017, ore 18
Autore
Curatore