Dal 1 al 15 marzo Zò Caffè diventa Il Salotto Lounge Art di Annalisa 3, una mostra di tele e un’insolita installazione di sedie, che riproducono la linea delle più famose sedie anni ‘50, ‘60, ’70 (gentilmente messe a disposizione da Franchi Sedie di Bargellino - Calderara di Reno). Gli oggetti miti di un’epoca, il design come file rouge e lo spazio arredato come un interno, insomma tutto ciò che fa di un salotto un salotto, a cominciare dalle sedie, le poltrone, i divani, le chaise–longue, senza dimenticare cenni ai più affascinanti sistemi di illuminazione.

Ma non disdegno richiami agli anni ‘30 e ‘40 fino ad arrivare agli anni ’80, ’90 e ai nostri giorni, dove riscopro un rinato fervore per le forme avvolgenti.


Correlati, tutta una serie di eventi in tema: l’inaugurazione è per mercoledì 3 marzo alle 19 e prevede, dopo la presentazione dell’Ingegner Paolo Bulgarelli, un finger party, con un buffet realizzato con tutto ciò si può mangiare con le mani in un solo boccone (o quasi ). Colonna sonora con gli intramontabili Marylin Monroe, Mina, Fred Buscaglione, ma non mancheranno Doris Day e Elvis, le sigle di telefilm culto come Vita da strega, Tre nipoti e un maggiordono, fino ad arrivare ai motivetti dei caroselli.


Il salotto lounge prosegue poi sabato 6 e 13 marzo alle 17 con un incontro con Strega Te, il tea shop di Via Porta Nuova, 7/a a Bologna: "In salotto …per un tea", un pomeriggio scandito dalla degustazione di varie miscele di tè. Accompagnano biscotti e torte. Mentre mercoledì 10 marzo sempre alle 19 l’ esposizione di oggetti anni 50 di Oggetti Smarriti (il negozio di Via Galliera, 85 a Bologna) e la sfilata anni 60, realizzata in collaborazione con Vintage out let di abbigliamento usato (in Via Bigari, 24/e a Bologna)


Per gli interni che creo innesco un lavoro simile a quello dell’arredare vero e proprio.

Cerco i soggetti nelle riviste d’arredamento che colleziono, sfoglio cataloghi delle aziende produttrici, scelgo nell’infinità di libri che trattano l’argomento.

Negli spazi immaginari ai quali dò vita, si svolgono situazioni comuni a quelle di tutti i giorni, con più attenzione al particolare ironico, a metà tra il reale e il fiabesco.

Il lato buffo emerge sempre.

L’ambiente esprime una sensazione di relax.

Le forme sono semplificate.

I particolari hanno un’importanza decisiva.

Il colore vince su tutto.

La mia è solo una falsa naiveté.

La protagonista del quadro, sempre una donna ( tengo a sottolinearlo, dal momento che il 2004 è l’Anno Internazionale della Donna) riconoscibile dall’immancabile paio di scarpe abbandonato (...fondamentale per capire pienamente la personalita’ dell’inquilina...) è sempre assente dalla scena.

E’ chiaro che, il compito che investo negli oggetti, è quello narrativo, quasi a voler richiamare il concetto di "vita silente degli oggetti" di De Chirico.

In queste situazioni ideali la non presenza fa intuire l’azione.

Lo spettatore si ritrova ad essere un involontario ficcanaso (...vedi il tema voyeristico ampiamente trattato dai media...) che osserva l’imminente svolgersi di un brunch domenicale o di una frettolosa colazione prelavorativa oppure un momento successivo ad un brindisi galante o ad una normale faccenda domestica.