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Annalisa Riva – Numeri primi
mostra personale
Comunicato stampa
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La fragilità non è facilmente spiegabile. Sono fragili alcune delle emozioni più significative della vita. Sono fragili la tristezza e la timidezza, la poeticità e l’insonnia, la paura e il desiderio, la speranza e il domani. E’ forte, invece, la morte. Annalisa Riva della fragilità ne ha fatto un materiale componente le sue opere, un’interrogazione sulla natura delle emozioni e sul tempo. Nella contrapposizione elaborata da Bergson tra il tempo inteso come durata nella coscienza e il tempo misurabile della matematica e degli orologi, le sue opere si presentano come un falso movimento, un tempo impersonale, uniforme e astratto. Un tempo che lascia fuori le regolarità del quotidiano. Numeri primi è una serie di opere composte da disegni a matita realizzati su gomme per cancellare. Ciò che serve a far sparire in questo caso serve a far apparire. Sono volti quelli che appaiono, volti di persone che nessuno, tranne i congiunti, ricordano. Vite passate o in corso ma di cui nessuno vuole conservarne memoria. Annalisa Riva sente forte il desiderio di svelare la propria fragilità, di mostrarla a tutti. Fragilità ha la stessa radice di frangere, ma significa anche delicato.La fragilità è la capacità di riconoscere la gravità del mondo, ma è anche lo strumento che ne illumina la filigrana impalpabile. La fragilità scaturisce dalla collisione dei pesi che abitualmente tengono insieme il mondo: è il punto di tensione massima della gravità, e richiama il tempo e la caducità del tempo, del tempo che passa. La poesia è una qualità dell'essere fragile. Anche l’amore lo è. Fragilità è il bisogno dell'altro. La fragilità conosce gli ultimi e non soltanto i forti. La fragilità non crede alla potenza, sa che la potenza è un imbroglio che nasconde la paura. E trattano di fragilità anche le opere che compongono la serie Venus, una serie di disegni di parti anatomiche realizzati con gli strumenti del make-up: rossetti, ombretti, fondotinta, matite per occhi e per labbra, cipria... L’espressione latina “vanitas vanitatum”, “vanità delle vanità”, tratta dalla Bibbia (Ecclesiaste, 1), deriva da “vanus”, letteralmente “vuoto”, “caduco” e, in pittura si riferisce a delle nature morte caratterizzate dalla presenza di oggetti che alludono alla precarietà dell’esistenza, all’inesorabilità del trascorrere del tempo, alla natura effimera.
09
giugno 2016
Annalisa Riva – Numeri primi
Dal 09 al 23 giugno 2016
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
SPAZIO NOUR
Milano, Viale Bligny, 42, (Milano)
Milano, Viale Bligny, 42, (Milano)
Vernissage
9 Giugno 2016, 20:00
Autore
Curatore