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Annamaria Balzano
I soggetti preferiti dalla Nostra sono i paesaggi, naturali e urbani, e la figura umana, preferibilmente femminile e nuda, di solito immersa nella natura, tematica questa, che costituisce la sua ricerca ultima
Comunicato stampa
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Natura panica e poesia onirica
Annamaria Balzano dipinge, e disegna, da sempre: questa è attività connaturata alla sua indole, come una scrittura, come una deambulazione. Pertanto, per lei, il dipingere è dimensione usuale, normale, serena; ma non per questo priva di fatica, di dedizione, di lavoro, di cruccio, di ricerca instancabile, continua che, tuttavia, non l’ha presa, come spesso comporta la creatività, completamente; non l’ha estraniata dalla sua vita quotidiana di donna, moglie, madre ed anche nonna; non l’ha dissociata
dagli affetti, dal lavoro—è stata docente di disegno e storia dell’arte per tanti anni, ora a riposo. Insomma, la sua ricerca ne fa non un’artista astrusa, ma quasi una di noi che, però, spesso ferma, a differenza di noi, la corsa spasmodica-- di cui ormai abbiamo perso la cognizione della meta—del vortice del quotidiano; ferma, su quel quotidiano, lo sguardo, per recuperarne-- versione inedita per noi—la dimensione poetica. Tale lettura è in realtà solo una “rilettura”, di cui avevamo perso la memoria: è un rammemorare, rivedere, ripensare, recuperare.
I generi
I soggetti preferiti dalla Nostra sono i paesaggi, naturali e urbani, e la figura umana, preferibilmente femminile e nuda, di solito immersa nella natura, tematica questa, che costituisce la sua ricerca ultima.
Nei paesaggi naturali, specificamente gli alberi, linee morbide e sinuose articolano una “scrittura” caratteristica dell’artista, in cui la Natura si fa accogliente ma grande, attraente ma insidiosa.
Nei paesaggi urbani, fortemente antropizzati, ma spesso privi della presenza umana, l’artista evoca una dimensione sospesa, arcana, metafisica, disabitata, inbitabile, proveniente da una realtà surreale e non più recuperabile.
Un ricordo affettuoso, malinconico, abita quei luoghi- specialmente riferentesi a Napoli, dove l’artista vive-, che la mancanza di esseri umani sembra rendere “presenze”. Gli edifici, quando sono monumenti, sono trattati in maniera assolutamente diseroicizzata, privilegiando un punto di vista di traverso, o a volo d’uccello o con una prospettiva che “taglia”, che fa intravedere, che allude, a chi quei luoghi conosce bene e saprà ricostruire nella memoria, per averli lungamente frequentati.
Nell’ultimo periodo, nel trattare la figura umana—abbiamo detto prevalentemente femminile e nuda—la ricerca di Annamaria sembra voler recuperare la dimensione primigenia e “fertile” della femminilità, in sintonia con Madre Natura. I corpi e la natura, in cui essi sono immersi, sono consustanziali, ovvero plasmati della stessa sostanza, morbida, gelatinosa, ondulata, fatta di colori caldi, o freddi, sciolti, diluiti, impastati in un tutt’Uno primordiale e primigenio.
Donna e Natura, come principi di Vita, presi, come in un sogno, da un’onda energetica e vitale. Le forme sono sfocate, come nella dimensione onirica, o meglio mnemonica; una Memoria antica, comune a tutti gli uomini e persa, forse per sempre, che solo nell’Arte, per esempio di Annamaria, può essere ancora, salvificamente, recuperato.
Lucrezia Rubini
Annamaria Balzano dipinge, e disegna, da sempre: questa è attività connaturata alla sua indole, come una scrittura, come una deambulazione. Pertanto, per lei, il dipingere è dimensione usuale, normale, serena; ma non per questo priva di fatica, di dedizione, di lavoro, di cruccio, di ricerca instancabile, continua che, tuttavia, non l’ha presa, come spesso comporta la creatività, completamente; non l’ha estraniata dalla sua vita quotidiana di donna, moglie, madre ed anche nonna; non l’ha dissociata
dagli affetti, dal lavoro—è stata docente di disegno e storia dell’arte per tanti anni, ora a riposo. Insomma, la sua ricerca ne fa non un’artista astrusa, ma quasi una di noi che, però, spesso ferma, a differenza di noi, la corsa spasmodica-- di cui ormai abbiamo perso la cognizione della meta—del vortice del quotidiano; ferma, su quel quotidiano, lo sguardo, per recuperarne-- versione inedita per noi—la dimensione poetica. Tale lettura è in realtà solo una “rilettura”, di cui avevamo perso la memoria: è un rammemorare, rivedere, ripensare, recuperare.
I generi
I soggetti preferiti dalla Nostra sono i paesaggi, naturali e urbani, e la figura umana, preferibilmente femminile e nuda, di solito immersa nella natura, tematica questa, che costituisce la sua ricerca ultima.
Nei paesaggi naturali, specificamente gli alberi, linee morbide e sinuose articolano una “scrittura” caratteristica dell’artista, in cui la Natura si fa accogliente ma grande, attraente ma insidiosa.
Nei paesaggi urbani, fortemente antropizzati, ma spesso privi della presenza umana, l’artista evoca una dimensione sospesa, arcana, metafisica, disabitata, inbitabile, proveniente da una realtà surreale e non più recuperabile.
Un ricordo affettuoso, malinconico, abita quei luoghi- specialmente riferentesi a Napoli, dove l’artista vive-, che la mancanza di esseri umani sembra rendere “presenze”. Gli edifici, quando sono monumenti, sono trattati in maniera assolutamente diseroicizzata, privilegiando un punto di vista di traverso, o a volo d’uccello o con una prospettiva che “taglia”, che fa intravedere, che allude, a chi quei luoghi conosce bene e saprà ricostruire nella memoria, per averli lungamente frequentati.
Nell’ultimo periodo, nel trattare la figura umana—abbiamo detto prevalentemente femminile e nuda—la ricerca di Annamaria sembra voler recuperare la dimensione primigenia e “fertile” della femminilità, in sintonia con Madre Natura. I corpi e la natura, in cui essi sono immersi, sono consustanziali, ovvero plasmati della stessa sostanza, morbida, gelatinosa, ondulata, fatta di colori caldi, o freddi, sciolti, diluiti, impastati in un tutt’Uno primordiale e primigenio.
Donna e Natura, come principi di Vita, presi, come in un sogno, da un’onda energetica e vitale. Le forme sono sfocate, come nella dimensione onirica, o meglio mnemonica; una Memoria antica, comune a tutti gli uomini e persa, forse per sempre, che solo nell’Arte, per esempio di Annamaria, può essere ancora, salvificamente, recuperato.
Lucrezia Rubini
05
maggio 2007
Annamaria Balzano
Dal 05 all'undici maggio 2007
arte contemporanea
Location
COMPLESSO DI SAN MICHELE
Guidonia Montecelio, Via Della Costellazione, (Roma)
Guidonia Montecelio, Via Della Costellazione, (Roma)
Vernissage
5 Maggio 2007, ore 17
Autore
Curatore