Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Annamaria Suppa – Fragiail
“Fragile”, da pronunciare però all’inglese, “fragiail”. “Fragile” (fragiail) come la forza di questa signora dell’arte barese, indomita sperimentatrice di tecniche e linguaggi da oltre sessant’anni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
'E’ da poco rientrata da New York, Annamaria Suppa. Nella Grande Mela, poiché c'è suo figlio,
torna spesso, qualche anno fa vi ha tenuto anche una mostra. Ciò nonostante i famigliari
affettuosamente le rimproverano un po' di snobistica pigrizia nell'imparare l’inglese, per cui
talvolta annotano su un foglio la pronuncia dei termini che deve usare. Nasce da qui, da un
segreto giochino privato, il titolo di questa personale: “Fragile”, da pronunciare però all'inglese,
“fragiail”. “Fragile” (fragiail) come la forza di questa signora dell’arte barese, indomita
sperimentatrice di tecniche e linguaggi.. E fragile (fragiail) come il materiale
che in questa occasione, per la prima volta in una lunghissima carriera avviata da quasi
sessant'anni, ha deciso di sperimentare, ossia il vetro. Un materiale per molto tempo relegato
alla sottovalutata sfera delle “arti minori”. Di cui l’arte contemporanea ha rilevato invece le enormi
possibilità espressive, la capacità anche simbolica di riflettere la realtà, le qualità di superficie
insieme duttile e plasmabile, solida oltre che fragile (si pensi, in Italia, a rassegne ormai
consolidate come “Glasstress” a Venezia, che coinvolgono artisti di spessore internazionale
nell'interpretazione creativa di questo medium).
Di vetro fuso sono i nove grandi riquadri che fanno da fulcro inedito a questa esposizione.
Colorate lastre astratte dove l’incastro frammentario di segni, macchie, inserti, che costituisce la
peculiare cifra pittorica dell’autrice, s’incastona con sincretica magia dentro la materia.
La fragilità diventa dunque in Annamaria Suppa la cifra di una riflessione visiva dagli impliciti
risvolti esistenziali, che si ribalta però nel suo contrario. “Ci sono uomini che sono troppo fragili
per andare in frantumi. A questi appartengo anch'io”, scriveva Ludwig Wittgenstein. Una frase
che ben si adatta all'artista, al suo temperamento, alla sua storia e al suo lavoro: contrassegnato
da un’energia creativa inossidabile (pardon, infrangibile), tesa verso una ricerca continua e
perennemente in progress. 'Antonella Marino'
torna spesso, qualche anno fa vi ha tenuto anche una mostra. Ciò nonostante i famigliari
affettuosamente le rimproverano un po' di snobistica pigrizia nell'imparare l’inglese, per cui
talvolta annotano su un foglio la pronuncia dei termini che deve usare. Nasce da qui, da un
segreto giochino privato, il titolo di questa personale: “Fragile”, da pronunciare però all'inglese,
“fragiail”. “Fragile” (fragiail) come la forza di questa signora dell’arte barese, indomita
sperimentatrice di tecniche e linguaggi.. E fragile (fragiail) come il materiale
che in questa occasione, per la prima volta in una lunghissima carriera avviata da quasi
sessant'anni, ha deciso di sperimentare, ossia il vetro. Un materiale per molto tempo relegato
alla sottovalutata sfera delle “arti minori”. Di cui l’arte contemporanea ha rilevato invece le enormi
possibilità espressive, la capacità anche simbolica di riflettere la realtà, le qualità di superficie
insieme duttile e plasmabile, solida oltre che fragile (si pensi, in Italia, a rassegne ormai
consolidate come “Glasstress” a Venezia, che coinvolgono artisti di spessore internazionale
nell'interpretazione creativa di questo medium).
Di vetro fuso sono i nove grandi riquadri che fanno da fulcro inedito a questa esposizione.
Colorate lastre astratte dove l’incastro frammentario di segni, macchie, inserti, che costituisce la
peculiare cifra pittorica dell’autrice, s’incastona con sincretica magia dentro la materia.
La fragilità diventa dunque in Annamaria Suppa la cifra di una riflessione visiva dagli impliciti
risvolti esistenziali, che si ribalta però nel suo contrario. “Ci sono uomini che sono troppo fragili
per andare in frantumi. A questi appartengo anch'io”, scriveva Ludwig Wittgenstein. Una frase
che ben si adatta all'artista, al suo temperamento, alla sua storia e al suo lavoro: contrassegnato
da un’energia creativa inossidabile (pardon, infrangibile), tesa verso una ricerca continua e
perennemente in progress. 'Antonella Marino'
09
febbraio 2019
Annamaria Suppa – Fragiail
Dal 09 al 28 febbraio 2019
arte contemporanea
Location
MUSEO NUOVA ERA
Bari, Strada Dei Gesuiti, 13, (Bari)
Bari, Strada Dei Gesuiti, 13, (Bari)
Orario di apertura
Martedì - Sabato ore 17.30 / 20.30
Vernissage
9 Febbraio 2019, h 18.30
Autore
Curatore