Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Anne Herbauts – L’ora vuota
Anne HERBAUTS è un illustratrice, scrittrice, fumettista tra le più interessanti e talentuose oggi in Europa
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In occasione della Fiera del Libro di Bologna, all’interno di Fieri di Leggere 2007, Hamelin Associazione Culturale in collaborazione con Belgique-Wallonie-Bruxelles, presenta l’opera dell’artista belga ANNE HERBAUTS attraverso l’esposizione “L’ORA VUOTA” concepita appositamente per l’occasione.
Anne HERBAUTS è un illustratrice, scrittrice, fumettista tra le più interessanti e talentuose oggi in Europa. Nella sede di Hamelin l’artista ricostruirà un piccolo frammento del suo universo poetico, attraverso la presentazione di alcuni lavori, a cavallo fra il fumetto e l’illustrazione, ancora inediti in Italia e allestendo uno spazio in cui oggetti figure e parole si mescolano e dove tutto sembra fermarsi, ma in realtà prende vita sfiorato da una grazia segreta, quella dei sogni e dei ricordi.
L’ora vuota è quel momento del giorno a cavallo fra il pomeriggio e la sera, quando c’è «troppa luce per accendere una lampada [...] già troppo buio per continuare a leggere e cucire» in cui tutto sembra fermarsi, ma in realtà prende vita sfiorato da una grazia segreta, la stessa dei sogni e dei ricordi.
Attraverso questa domanda l’illustratrice ci introduce ad uno dei personaggi di un suo libro ma anche nella sua poetica. La parola «vuoto» indica generalmente l’assenza di qualche cosa ed ha di solito una connotazione negativa. Nel lessico personale della Herbauts, il vuoto è un concetto multiforme, declinabile in mille sfumature e prolifico proprio perché può essere riempito: diventa il luogo dove le cose possono accadere, diventa una vasta campitura di colore, mai troppo uniforme perché non vi si possa intravedere una forma brulicare; diventa la scelta di non avere uno sfondo su cui disegnare le figure concedendo all’occhio di ristorarsi dopo saturazioni di colori.
Proprio l’ora vuota sembra il momento in cui l’artista riesce a dar vita alle sue figure, sulle quali resta incollato un po’ dello spirito poetico ma al tempo stesso enigmatico di questa piccola porzione di giornata. Anche le creature più buffe e giocose, gli animali, come gli esseri umani, sembrano tutti trattenere il respiro, pervasi da una soffusa e impalpabile atmosfera di attesa.
Nella creazione di questa atmosfera, tipica di tutta la produzione di questa autrice, il rapporto fra figura e parola gioca un ruolo molto importante, tanto più che la Herbauts è quasi sempre autrice del testo nei libri che illustra. Il vero fulcro dell’opera è sempre la narrazione, anche quando si tratta di racconti fatti di sole immagini o di pochi elementi essenziali, senza trama.
Anche nell’affrontare i classici la dinamica di interazione fra testo e figura rimane centrale. Quando Casterman le chiede di illustrare un classico, la Herbauts sceglie di cimentarsi con Alice nel paese delle meraviglie. Il mondo di Carroll è infatti particolarmente congeniale alle sue corde. Per entrambi il tempo è un elemento motore di storie: il bianconiglio in ritardo, il presente passato futuro, che Alice non riconosce più, il tempo del crescere sono per la Herbauts le ore, minuti, tempi atmosferici e gli orologi protagonisti delle sue storie, l’ora vuota, la casa del signor Come Sempre che ha un appartamento per ogni ora e per ogni funzione del giorno.
Il rapporto dell’immagine con la parola è ancora più intimo e profondo nella produzione a fumetti, forse perché proprio la forma del fumetto è usata come diario, come racconto autobiografico, scritto e filtrato attraverso la memoria. La Herbauts legge la struttura della bande dessinée in maniera molto personale e duttile, interpretando la scansione delle vignette e delle strisce come un mosaico.
C’è in fondo in tutti questi libri la costruzione di un abecedario privato fatto di elementi chiave in parola e figura: l’albero, il mare, l’alfabeto, la caffettiera, il giardino, ogni volta sono elementi simbolici che racchiudono un qualcosa di ineffabile/indicibile, legato alla mutevolezza ma soprattutto al pulsare della vita.
In Italia sono tradotti L’Ora Vuota (Fabbri Editori 2003) e la versione di Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie (Fabbri Editori 2004), in Francia sono stati pubblicati inoltre Vagues, (Grandir 1999), L’Arbre merveilleux (Éditions Casterman 2001), Cardiogramme (Éditions de l’An 2 2002), La princesse au petit poids (Éditions Casterman 2003), L’idiot (Éditions de l’An 2 2005).
Anne HERBAUTS è un illustratrice, scrittrice, fumettista tra le più interessanti e talentuose oggi in Europa. Nella sede di Hamelin l’artista ricostruirà un piccolo frammento del suo universo poetico, attraverso la presentazione di alcuni lavori, a cavallo fra il fumetto e l’illustrazione, ancora inediti in Italia e allestendo uno spazio in cui oggetti figure e parole si mescolano e dove tutto sembra fermarsi, ma in realtà prende vita sfiorato da una grazia segreta, quella dei sogni e dei ricordi.
L’ora vuota è quel momento del giorno a cavallo fra il pomeriggio e la sera, quando c’è «troppa luce per accendere una lampada [...] già troppo buio per continuare a leggere e cucire» in cui tutto sembra fermarsi, ma in realtà prende vita sfiorato da una grazia segreta, la stessa dei sogni e dei ricordi.
Attraverso questa domanda l’illustratrice ci introduce ad uno dei personaggi di un suo libro ma anche nella sua poetica. La parola «vuoto» indica generalmente l’assenza di qualche cosa ed ha di solito una connotazione negativa. Nel lessico personale della Herbauts, il vuoto è un concetto multiforme, declinabile in mille sfumature e prolifico proprio perché può essere riempito: diventa il luogo dove le cose possono accadere, diventa una vasta campitura di colore, mai troppo uniforme perché non vi si possa intravedere una forma brulicare; diventa la scelta di non avere uno sfondo su cui disegnare le figure concedendo all’occhio di ristorarsi dopo saturazioni di colori.
Proprio l’ora vuota sembra il momento in cui l’artista riesce a dar vita alle sue figure, sulle quali resta incollato un po’ dello spirito poetico ma al tempo stesso enigmatico di questa piccola porzione di giornata. Anche le creature più buffe e giocose, gli animali, come gli esseri umani, sembrano tutti trattenere il respiro, pervasi da una soffusa e impalpabile atmosfera di attesa.
Nella creazione di questa atmosfera, tipica di tutta la produzione di questa autrice, il rapporto fra figura e parola gioca un ruolo molto importante, tanto più che la Herbauts è quasi sempre autrice del testo nei libri che illustra. Il vero fulcro dell’opera è sempre la narrazione, anche quando si tratta di racconti fatti di sole immagini o di pochi elementi essenziali, senza trama.
Anche nell’affrontare i classici la dinamica di interazione fra testo e figura rimane centrale. Quando Casterman le chiede di illustrare un classico, la Herbauts sceglie di cimentarsi con Alice nel paese delle meraviglie. Il mondo di Carroll è infatti particolarmente congeniale alle sue corde. Per entrambi il tempo è un elemento motore di storie: il bianconiglio in ritardo, il presente passato futuro, che Alice non riconosce più, il tempo del crescere sono per la Herbauts le ore, minuti, tempi atmosferici e gli orologi protagonisti delle sue storie, l’ora vuota, la casa del signor Come Sempre che ha un appartamento per ogni ora e per ogni funzione del giorno.
Il rapporto dell’immagine con la parola è ancora più intimo e profondo nella produzione a fumetti, forse perché proprio la forma del fumetto è usata come diario, come racconto autobiografico, scritto e filtrato attraverso la memoria. La Herbauts legge la struttura della bande dessinée in maniera molto personale e duttile, interpretando la scansione delle vignette e delle strisce come un mosaico.
C’è in fondo in tutti questi libri la costruzione di un abecedario privato fatto di elementi chiave in parola e figura: l’albero, il mare, l’alfabeto, la caffettiera, il giardino, ogni volta sono elementi simbolici che racchiudono un qualcosa di ineffabile/indicibile, legato alla mutevolezza ma soprattutto al pulsare della vita.
In Italia sono tradotti L’Ora Vuota (Fabbri Editori 2003) e la versione di Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie (Fabbri Editori 2004), in Francia sono stati pubblicati inoltre Vagues, (Grandir 1999), L’Arbre merveilleux (Éditions Casterman 2001), Cardiogramme (Éditions de l’An 2 2002), La princesse au petit poids (Éditions Casterman 2003), L’idiot (Éditions de l’An 2 2005).
26
aprile 2007
Anne Herbauts – L’ora vuota
Dal 26 aprile al 25 maggio 2007
disegno e grafica
Location
HAMELIN
Bologna, Via Zamboni, 15, (Bologna)
Bologna, Via Zamboni, 15, (Bologna)
Orario di apertura
Lunedì, mercoledì, venerdì dalle 10 alle 14
Martedì e giovedì dalle 10 alle 17
Vernissage
26 Aprile 2007, ore 19
Autore