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Annegret Soltau – ZeitErfahrung. L’esperienza del tempo
Dopo partecipazioni prominenti a collettive importanti in Italia (Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, Strozzina, Firenze ecc.) presentiamo per la prima volta una personale dell’opera di Annegret Soltau (* Lüneburg / Germania), una mostra, che contempla lavori precedenti e attuali.
Comunicato stampa
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Trovo, che questo essere vincolato a una identità,
non è logico per me, di dover essere sempre
„la stessa“, questa unica stessa. (Annegret Soltau)
Dopo partecipazioni prominenti a collettive importanti in Italia („Donna: Avanguardia femminista negli anni ’70 dalla Sammung Verbund di Vienna“, Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma; „Francis Bacon e la condizione esistenziale nell’arte contemporanea“, Strozzina Fondazione, Palazzo Strozzi, Firenze; „Corpi solitari“, Ass. Cult. Maurer Zilioli – Contemporary Arts, Brescia) presentiamo per la prima volta una personale dell’opera di Annegret Soltau (* Lüneburg / Germania), una mostra, che contempla lavori precedenti e attuali. Il rapporto dell’artista con l’Italia è di vecchia data.
Dopo i suoi studi alla Hochschule für Bildende Künste ad Amburgo, con i Professori Hans Thiemann, Kurt Kranz, Rudolf Hausner e David Hockney, Soltau ricevette una borsa dal DAAD (Deutscher Akademischer Austauschdienst) nel 1973 per un soggiorno a Milano, dove lavorò nell’atelier dello scultore Floriano Bodini, e nel 1986/87 si espose come borsista a Villa Massimo di Roma. È naturale esporre le sue opere nel „Bel Paese“ più dettagliatamente.
Annegret Soltau usa la fotografia come strumento, il corpo e in primo piano il suo proprio o quello di persone a Lei care. Dicevano, la fotografia funziona come campo metaforico di azione. Di conse-guenza vediamo un’amalgamento di contenuto e espressione formale, che colloca il lavoro di Soltau nelle vicinanze della „Body Art“, definizione data Lea Vergine nella sua pubblicazione (Skira 2000), dove raccoglie diverse tendenze dell’arte contemporanea che si comportano violentemente e dinamicamente verso il proprio fisico, verso il corpo in generale.
Fin dal principio Soltau si dedicò a un’esaminazione implacabile di identità ed esistenza, i risultati affato coniati e improntati da una prospettiva femminile che possiamo talvolta, ma non solo, interpretare come un commento, come una testimonianza feminista. L’artista coltiva una radicale distruzione dell’immagine intera e la sua ricostruzione lontano da ogni convenzione o tradizione, tramite la cucitura con filo e ago. Un processo che non riporta alla figura originale, ma alla trasformazione in una curiosa, grottesca, irritante e sconcertante creatura, attraversando i limiti di sesso e generazioni.
Il suo percorso parte originalmente con la grafica, la performance e la cucitura su foto, per concludere attualmente nelle serie „generativ“ e „transgenerativ“, nonché un gruppo di cassetti illuminati, i „hybrids“, in cui assimila i residui delle operazioni analoghe producendo ulteriori mutanti.
Il collage gioca un ruolo chiave, ma non si tratta di collage nello stretto senso della definizione, bensì – a prescindere dagli „hybrids“ – di vuotamenti e dissolvimenti del materiale fotografico e delle figure fotografate, che di seguito si convertono in custodie, in involucri, nei quali l’artista trapianta frammenti e „visceri traslocati“ e spostati in altre esistenze.
È una lunga e complessa storia, dal tema del torso attraverso concetti artistici vari tra entità, deformazione e spaccatura, tra collage d’avanguardia e straniamento surreal-fantastico che si rispecchia e che si accentua nel’oeuvre di Soltau. Non per caso hanno nominato Francis Bacon, Asger Jorn, Rebecca Horn in relazione con le sue opere che svelano rigorosamente nudità, vecchiaia, condizioni esistenziali, stati d’animo, codificazioni sociali ecc. E comunque, alla fine, tutto ciò si unisce in una nuova entità, in una nuova conclusione, racchiuso con un cenno conciliante, il filo cuce e nascono altri corpi, altri contesti, altre storie.
non è logico per me, di dover essere sempre
„la stessa“, questa unica stessa. (Annegret Soltau)
Dopo partecipazioni prominenti a collettive importanti in Italia („Donna: Avanguardia femminista negli anni ’70 dalla Sammung Verbund di Vienna“, Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma; „Francis Bacon e la condizione esistenziale nell’arte contemporanea“, Strozzina Fondazione, Palazzo Strozzi, Firenze; „Corpi solitari“, Ass. Cult. Maurer Zilioli – Contemporary Arts, Brescia) presentiamo per la prima volta una personale dell’opera di Annegret Soltau (* Lüneburg / Germania), una mostra, che contempla lavori precedenti e attuali. Il rapporto dell’artista con l’Italia è di vecchia data.
Dopo i suoi studi alla Hochschule für Bildende Künste ad Amburgo, con i Professori Hans Thiemann, Kurt Kranz, Rudolf Hausner e David Hockney, Soltau ricevette una borsa dal DAAD (Deutscher Akademischer Austauschdienst) nel 1973 per un soggiorno a Milano, dove lavorò nell’atelier dello scultore Floriano Bodini, e nel 1986/87 si espose come borsista a Villa Massimo di Roma. È naturale esporre le sue opere nel „Bel Paese“ più dettagliatamente.
Annegret Soltau usa la fotografia come strumento, il corpo e in primo piano il suo proprio o quello di persone a Lei care. Dicevano, la fotografia funziona come campo metaforico di azione. Di conse-guenza vediamo un’amalgamento di contenuto e espressione formale, che colloca il lavoro di Soltau nelle vicinanze della „Body Art“, definizione data Lea Vergine nella sua pubblicazione (Skira 2000), dove raccoglie diverse tendenze dell’arte contemporanea che si comportano violentemente e dinamicamente verso il proprio fisico, verso il corpo in generale.
Fin dal principio Soltau si dedicò a un’esaminazione implacabile di identità ed esistenza, i risultati affato coniati e improntati da una prospettiva femminile che possiamo talvolta, ma non solo, interpretare come un commento, come una testimonianza feminista. L’artista coltiva una radicale distruzione dell’immagine intera e la sua ricostruzione lontano da ogni convenzione o tradizione, tramite la cucitura con filo e ago. Un processo che non riporta alla figura originale, ma alla trasformazione in una curiosa, grottesca, irritante e sconcertante creatura, attraversando i limiti di sesso e generazioni.
Il suo percorso parte originalmente con la grafica, la performance e la cucitura su foto, per concludere attualmente nelle serie „generativ“ e „transgenerativ“, nonché un gruppo di cassetti illuminati, i „hybrids“, in cui assimila i residui delle operazioni analoghe producendo ulteriori mutanti.
Il collage gioca un ruolo chiave, ma non si tratta di collage nello stretto senso della definizione, bensì – a prescindere dagli „hybrids“ – di vuotamenti e dissolvimenti del materiale fotografico e delle figure fotografate, che di seguito si convertono in custodie, in involucri, nei quali l’artista trapianta frammenti e „visceri traslocati“ e spostati in altre esistenze.
È una lunga e complessa storia, dal tema del torso attraverso concetti artistici vari tra entità, deformazione e spaccatura, tra collage d’avanguardia e straniamento surreal-fantastico che si rispecchia e che si accentua nel’oeuvre di Soltau. Non per caso hanno nominato Francis Bacon, Asger Jorn, Rebecca Horn in relazione con le sue opere che svelano rigorosamente nudità, vecchiaia, condizioni esistenziali, stati d’animo, codificazioni sociali ecc. E comunque, alla fine, tutto ciò si unisce in una nuova entità, in una nuova conclusione, racchiuso con un cenno conciliante, il filo cuce e nascono altri corpi, altri contesti, altre storie.
27
aprile 2013
Annegret Soltau – ZeitErfahrung. L’esperienza del tempo
Dal 27 aprile all'otto giugno 2013
arte contemporanea
Location
MAURER ZILIOLI – CONTEMPORARY ARTS
Brescia, Via Trieste, 42b, (Brescia)
Brescia, Via Trieste, 42b, (Brescia)
Orario di apertura
Merc.-Sab. 15.30-19.30
Vernissage
27 Aprile 2013, ore 18.30
Autore