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Annette Kelm / Dasha Shishkin / Behind the Curtain
Due mostre personali con l’artista russa Dasha Shishkin e l’artista tedesca Annette Kelm e una collettiva di artisti della galleria e non.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria Giò Marconi è particolarmente lieta di annunciare la prima personale nei suoi spazi dedicata all'artista Annette Kelm, tedesca che vive e lavora a Berlino. In mostra sono visibili lavori che si ispirano a soggetti differenti: un'ampia gamma di edifici, piante, ritratti di altri artisti spostati in contesti e situazioni diverse, e still life ordinati, spesso surrealistici. I lavori fotografici di Kelm esprimono una chiarezza rigorosa, che ricorda quella della pubblicità con le sue strategie di comunicazione, e quella della fotografia di prodotto, che si concentra su una presentazione mirata dell' oggetto in modo da renderlo più desiderabile. Allo stesso tempo i lavori fotografici di Kelm giocano a declinare il principio di "piattezza", che deriva dalla pittura moderna.
Kelm scopre e sceglie molti dei suoi soggetti passeggiando: essi possono essere molto piccoli, come un dado dimenticato o più grandi, come una jeep arrugginita. Ma le foto non vengono alla luce nel tempo di una camminata, bensì dopo un lungo processo. Esse sono scattate con una macchina analogica di grande formato e in seguito ogni provino viene lavorato singolarmente.
Seguendo una sua precisa attitudine, Kelm scardina gli oggetti "minori" e "insoliti", dal continuum di un onnipresente panorama visivo. Quello che gli accade attraverso quest'isolamento è qualcosa di assimilabile ad una "giustizia estetica": essi sono finalmente mostrati come qualcosa che può esistere. Ciò non ha niente a che fare con il desiderio regressivo di una "rappresentazione autentica"; nelle immagini di Kelm ogni sorta di immediatezza realistica è al contempo già una recitazione.
In altre fotografie l'artista lavora con motivi di design, oggetti di design o piante. Essi sono estrapolati dal loro contesto usuale e sistemati in situazioni del tutto nuove e stranamente stilizzate. Inaspettatamente, si ritrovano su un palcoscenico dove diventano parte di un'intenzionale e misteriosa drammaturgia.
La sobrietà concettuale dei lavori di Kelm nasconde qualunque traccia storica. Il modo frontale di fotografare gli oggetti e la confusione di davanti e dietro sembra eliminare il tempo. Kelm crea uno spazio per l'immagine che è assolutamente piatto e liberato dalla storia, una zona di gelida inquietudine. Quando, per esempio, elegge a protagonista una sciarpa dai motivi pop e giovanili , la connotazione culturale pop e giovane non gioca più un ruolo eminente. La decorazione, piuttosto, tende a recuperare parti della sua autonomia visiva: invece di essere condizionata dalla sua storia, ora risiede in uno spazio fittizio "oltre qualsiasi cosa". Come conseguenza i lavori di Kelm spesso si propongono in serie o hanno effetti quasi comici.
A dispetto, o a causa, della loro severa economia, le immagini di Kelm innescano particolari dinamiche che ci coinvolgono in un suggestivo gioco di vicinanza e distanza, visibilità e invisibilità.
La fredda trasparenza delle stampe è allo stesso tempo ingannevole e noi finiamo col chiederci, come spettatori: vediamo troppo o troppo poco? Che cosa vediamo infine? Non possiamo mai essere completamente sicuri: ogni volta il significato, appena trattenuto, immediatamente ci sfugge. C'è sempre più che un solo punto di vista e più di un'unica versione dei fatti.
Aram Lintzel
Annette Kelm è nata a Stoccarda, Germania, nel 1975. Vive e lavora a Francoforte.
Annette Kelm ha tenuto mostre personali presso: Camera Austria, Graz; KW – Institute for Contemporary Art,Berlin; Kunsthalle, Zürich;
CCA Wattis, Institute for Contemporary Art, San Francisco; Witte de With, Rotterdam; Taka Ishii Gallery, Tokyo; Marc Foxx,
Los Angeles; Art Cologne - Award for Young Art,Artothek, Cologne; Art Cologne, Cologne; HfBK, Hamburg; Golden Pudel
Club, Hamburg
I suoi lavori sono stati presenti in mostre tenutesi presso: Hamburger Bahnhof, Berlin; ProjecteSD, Barcelona; Jan Mot, Brussels; Brussels
Biennale, Brussels; Kunsthalle Exnergasse, Vienna; Kunstwerke, Berlin; CCA Wattis Institute for Contemporary Arts, San Francisco; Yvon
Lambert, New York; 9th Biennale d’Art Contemporain, Lyon (curated by Stéphanie Moisdon and Hans Ulrich Obrist); Mocad, Detroit;
Kunstverein für die Rheinlande und Westfalen, Düsseldorf; Sprengel Museum, Hanover; Shedhalle, Zurich; P.S.1 / MoMA, Long Island City,
NY; Kunsthaus, Dresden; Witte de With, Center for Contemporary Art, Rotterdam; Peres Projects, Los Angeles; Aspen Art Museum, Aspen;
Kunstverein, Hamburg; KW – Institute of Contemporary Art, Berlin; Kölnischer Kunstverein, Cologne; Die blaue Kugel, Hamburg;
Künstlerhaus, Stuttgart; Kunsthaus, Dresden; Hôtel Belleville, London; Centro Cultural Andratx, Mallorca; Kunstverein, Hamburg; Palais für
AktuelleKunst, Glücksstadt
ANNETTE KELM
Born 1975 in Stuttgart
Lives and works in Berlin
SOLO EXHIBITIONS
2010 Gio Marconi, Milan
Andrew Kreps, New York
2009 Annette Kelm, Herald Street, London
Annette Kelm, Camera Austria, Graz
Annette Kelm, KW – Institute for Contemporary Art, Berlin
Annette Kelm, Kunsthalle, Zürich
2008 CCA Wattis, Institute for Contemporary Art, San Francisco
Witte de With, Rotterdam
Taka Ishii Gallery, Tokyo
Annette Kelm, Marc Foxx (West Gallery), Los Angeles
2007 Vier Jahreszeiten, Johann König, Berlin
Oranges and Stripes, Marc Foxx Gallery, Los Angeles
2006 Errors in English, Art Cologne - Award for Young Art, Artothek, Cologne
2005 Förderkoje Art Cologne, Cologne
2004 To a Snail, Galerie Crone, Berlin
Friendly Tournament, Ausstellungsraum Hinterkonti, Hamburg (with Judith Hopf)
Breakdance, Die Blaue Kugel, Hamburg (with Nina Könnemann)
2003 Als Kriechtier ist das Pferd edler als der Esel, HfBK, Hamburg
1999 Galerie Nomadenoase, Golden Pudel Club, Hamburg
GROUP EXHIBITIONS
2010 Discovery Award, 41st edition of the Rencontres d'Arles, Arles
SUPER-NATURE, an exercise in loads, AMP, Athens
2009 Preis der Nationalgalerie für junge Kunst, Hamburger Bahnhof, Berlin
Richard Prince and the Revolution. An Exhibition curated by Jonathan Monk, ProjecteSD, Barcelona
Pierre Bismuth, Mario Garcia Torres, Annette Kelm, Deimantas Narkevicius, Jan Mot, Brussels
The Photographic Object, The Photographers' Gallery, London
Kunstpreis Böttcherstraße, Weserburg, Bremen
phot(o)objects, Presentation House Gallery, Vancouver
Prose pour des Esseintes, Karma International, Zürich
Short Circuits, Peter Blum Chelsea, New York
To be Determined, Andrew Kreps Gallery, New York
A Twilight Art, Harris Liebermann Gallery, New York
2008 ... auf der Erbse.. on peas..., Galerie der Stadt, Sindelfingen
Re-Used Modernity, Brussels Biennale, Brussels
The Art of the Real, Sammlung von Edith & Mark Vanmoerkerke, Oostende Schatten werfen keine Schatten, Meyer Riegger, Karlsruhe
The Possible Document, Herald Street, London
Egypted, Kunsthalle Exnergasse, Vienna
2007 … 5 Minutes later, Kunstwerke, Berlin (curated by Susanne Pfeffer)
Passengers, CCA Wattis Institute for Contemporary Arts, San Francisco
Anything You Want, Pump House Gallery, London
At Home, Yvon Lambert, New York (curated by Mario Testino)
The History of a Decade That Has Not yet Been Named, 9th Biennale d’Art Contemporain, Lyon (curated by Stéphanie Moisdon and Hans Ulrich Obrist)
L.A. Desire, Galerie Dennis Kimmerich, Düsseldorf (curated by Wilhelm Schürmann)
Stuff: International Contemporary Art from the Collection of Burt Aaron, Mocad, Detroit
Die Wörter, die Dinge, Kunstverein für die Rheinlande und Westfalen, Düsseldorf
Made in Germany, Sprengel Museum, Hanover
Lost & Found, Shedhalle, Zurich
Annette Kelm / Mark Roeder, Gallery Sora, Tokyo
2006 Gold Standard, P.S.1 / MoMA, Long Island City, NY
New Ghost Entertainment – Entitled, Or Gallery, Vancouver; Kunsthaus, Dresden
Don Quijote, Witte de With, Center for Contemporary Art, Rotterdam
A Lover’s Discourse, Peres Projects, Los Angeles
WRONG, Galerie Klosterfelde, Berlin
Having New Eyes, Aspen Art Museum, Aspen
Stipendium, Kunstverein, Hamburg
2005 John Taylor. Imagination of Things Imaginable, Galerie Christian Nagel, Berlin
No Competitive Offers, Artis, Den Bosch
The Berlin School of Art School, Marc Foxx Gallery, Los Angeles
Stipendiaten 2004, Kunsthaus, Hamburg
Jetzt und zehn Jahre davor, KW – Institute of Contemporary Art, Berlin
2004 Deutschland sucht, Kölnischer Kunstverein, Cologne (film screening)
Nobody, Der graue Zylinder, Galerie Meerrettich, Berlin
Quodlibet, Galerie Daniel Buchholz, Cologne
Provide it, Halle für Kunst, Lüneburg
Art Needs an Operation, Casey Kaplan Gallery, New York
Telepathy Curating, Galerie Meerrettich, Berlin
Blau in der Kugel, Die blaue Kugel, Hamburg (with David Lieske and Jan Timme)
2003 Zimmer aufräumen, Zupfgeigenhansl Kommt!, Künstlerhaus, Stuttgart; Kunsthaus, Dresden
Aktion Brückenkopf / Bridgehead II, Hôtel Belleville, London
Feine Ware I-III, Kunstverein Hamburger Bahnhof, Hamburg
2002 Hossa, Centro Cultural Andratx, Mallorca
andere räume, Kunstverein, Hamburg
Bella Vista – Eine Fotografieausstellung der Gruppe 18, Palais für Aktuelle Kunst, Glücksstadt
2001 Chromosomen privat und öffentlich, Kunstverein, Meppen
Planche, Säbelgefechte, Klasse Cosima von Bonin, Hamburg
Les yeux sont faits, Wir, Comawoche, Klasse Cosima von Bonin, HfBK, Hamburg
AWARDS
2005 ART COLOGNE-Award for young art
Working Grant of Stiftung Kunstfonds
Travel-Grant Los Angeles
2004 Artist residency Heanävesi, Finnland
Working Grant for Fine Art, Hamburg
1999 Kodak Young Photographers Award
COLLECTIONS
DekaBank Kunstsammlung, Frankfurt am Main
Kulturstiftung des Bundes, Halle an der Saale
Sammlung Deutsche Bank, Berlin
Tate Modern, London
Sammlung Schürmann, Berlin
Collection Ringier, Zurich
Collection Hadley Martin Fisher, Miami
Collection Mario Testino, London
Collection of Burt Aaron, Detroit
Collection of John A. Smith and Vicky Hughes, London
La galleria Giò Marconi presenta la prima mostra nei suoi spazi sotterranei dell'artista russa Dasha Shishkin.
Shishkin, che vive e lavora a New York dal 1993, ha partecipato alla grande mostra "The Compulsive Line: Etching 1900 to Now show" al Moma nel 2006, in cui suoi lavori erano visibili insieme a quelli di Marcel Dzama, Jake and Dinos Chapman, David Hockney, David Shrigley etc,, ed è considerata una giovane promessa dell'arte contemporanea.
L'artista lavora con il disegno e la pittura, alternando l'acrilico, il pastello a cera, la china e la grafite.
L'uso del colore, nelle opere di Shishkin, assume una forza drammatica, espressionista, anche quando le campiture non sono piatte sulla tela, ma tratteggiate e nervose. La linea invece, nei disegni come nelle acqueforti, è estremamente delicata, particolareggiata e fragile.
In mostra da Giò Marconi porta 9 tra dipinti su carta o su tela, disegni e acquaforti, tutti prodotti appositamente per la mostra.
I suoi soggetti, che comprendono figure umane in relazione tra loro e pattern decorativi, sono sempre in bilico tra macabro e fantastico, grazioso e malinconico.
Su una tela, per esempio, sono ritratte due scene di vita domestica in una casa russa, come si può intuire dall'abbigliamento degli inquilini: l'artista pare voler ricordare l'ambiente familiare e i costumi della sua gente, ma il ricordo nostalgico è sconvolto da un avvenimento tragico: al centro di una delle due stanze, nella parte alta del quadro, un corpo trucidato giace sul tappeto rosso, macchiandolo di sangue, che cola abbondante dal pavimento al soffitto della seconda stanza (nella parte inferiore del quadro). Inoltre le prospettive sono distorte, alla Van Gogh, e mentre gli spazi sono così accentuatamente profondi e incalcolabili, le persone al loro interno sono piatte, addirittura trasparenti e confuse con l'arredo, quasi pura decorazione.
Shishkind ci racconta storie mai facili da decifrare, spesso affollate di avvenimenti diversissimi l'uno dall'altro, che per una coincidenza fortuita o per destino, si trovano a coesistere nello spazio di una tela.
Oppure, laddove sembra di riconoscere una sola storia, con i suoi protagonisti, la confusione tra le forme e la decorazione rende il quadro un vero e proprio enigma, da cui è difficile estrapolare una narrazione lineare, dei contorni netti, delle azioni precise.
Carattere enigmatico hanno anche i titoli dei lavori: spesso Shishkin usa giochi di parole o interviene su frasi di verità condivise, facendo sottilmente slittare il significato o ancora utilizza titoli che non hanno niente a che vedere con il lavoro in sè.
Le opere di Shishkin sono state accostate a Goya e Bruegel, Egon Schiele e Hieronymus Bosch: i quadri sono intrisi di un immaginario fantastico in cui affiora, tangibile, il senso del grottesco. Anche l'erotismo, in Shishkin, non è mai descritto in modo banale, ma sfiora la perversione e la violenza, finendo per risultare, anche a causa della smania per i particolari che l'artista coltiva all'eccesso, un erotico grotteco.
Schishkin costruisce il suo mondo minuziosamente, e minuziosamente decostruisce il mondo reale, l'universo umano, e i suoi comportamenti.
Dasha Shishkin è nata a Mosca, Russia, nel 1977. ha studiato presso la New School for Social Research, New York e la Columbia University, New York.
Ha tenuto mostre personali presso: Zach Feuer Gallery, New York; Andreas Grimm, Munich; Grimm|Rosenfeld, New York; Grimm|Rosenfeld, Munich; ND Gallery, Brooklyn, NY.
Suoi lavori sono stati in mostra in collettive tenutesi presso: Denver Art Museum, Denver; The Museum of Modern Art, New York; Kunsthalle Wien, Vienna; Visual Art Center of Academy of Arts and Design, Tsinghua University, Beijing; China Art Objects, Los Angeles; ISE Cultural Foundation, New York; Arndt & Partner, Zurich; Galleria Alberto Peola, Turin, Italy; Galerie Im Regierungsviertel, Turin, Italy; Hamburger Kunsthalle, Hamburg; Parrasch Gallery, New York; Hungarian Cultural Center, New York; 33 Bond Gallery, New York; Smack Mellon and The Kentler International Drawing Space, Brooklyn; Hangar-7, Salzburg; Bezalel Academy, Tel Aviv; Ratio 3, San Francisco; Susanne Vielmetter Los Angeles Projects, Los Angeles; Rutgers University, New Brunswick, NJ; PS1 Contemporary Art Center, Long Island City, NY; Phillips de Pury & Co Gallery, New York; Cohan+Leslie, New York; Neiman Gallery, Columbia University, New York; Oliver Kamm/5BE Gallery, New York; Team Gallery, New York; Black Church Print Studio Dublin, GF Gallery New School University, New York; Pearl Gallery, New York; William Paterson University, Wayne, NJ; Stuhltrager Gallery, Brooklyn, NY.
Dasha Shishkin
b. 1977, Moscow, Russia
Lives and works in New York, NY
Education
MFA, Columbia University, New York, NY 2006
BFA, New School for Social Research, New York, NY 2001
Solo Exhibitions
2009 Zach Feuer Gallery, New York, NY
2007 Love Sick, Andreas Grimm, Munich, Germany
First Sorrow, Kantor/Feuer Gallery, Los Angeles, CA
2006 W.A.M. Who Gives A Damn If You Procreate, Grimm|Rosenfeld, New York, NY
2004 Drawings and Prints, Grimm|Rosenfeld, Munich, Germany
2002 On Mistrust and Suspicion of Children, in General, ND Gallery, Brooklyn, NY
Group Exhibitions
2009 Embrace, Denver Art Museum, Denver, CO (upcoming)
A Decade of Contemporary American Printmaking: 1999-2009, Visual Art Center of Academy of Arts and Design, Tsinghua University, Beijing, China
1999, China Art Objects, Los Angeles, CA
2008 Once Upon A Time, ISE Cultural Foundation, New York, NY
Drawing Now – Drawing Then Young Masters – Old Masters, Arndt & Partner, Zurich, Switzerland
Nightmares & Dreamscapes, Galleria, Alberto Peola Gallery, Turin, Italy
2007 The Four Horsemen, Galerie Im Regierungsviertel, Turin, Italy
World Receiver, Hamburger Kunsthalle, Hamburg, Germany
Panic Room: Works from the Dakis Joannou Collection, Athens, Greece
Dream & Trauma: Works from the Dakis Joannou Collection, Kunsthalle Wien, Vienna, Austria
Automatic, Franklin Parrasch Gallery, New York
Responds To My Country, Hungarian Cultural Center, New York, NY
A Muzzle of Bees, 33 Bond Gallery, New York, NY
Re: Generation - Emerging Women Artists, Smack Mellon Brooklyn, NY and
The Kentler International Drawing Space, Brooklyn, NY
Summer 2007, Grimm|Rosenfeld, Munich, Germany
2006 Hybrid: Anthea Hamilton, Alisa Margolis, Dasha Shishkin, Barbara Wolff, Galerie Wilma Tolksdorf, Frankfurt, Germany. Curated by Eva Karcher.
HangART-7 Edition 4 - New York Contemporary: Art Times Squared, Hangar-7, Salzburg, Austria
Goods to Declare, Bezalel Academy, Tel Aviv, Israel
Summer 2006, Grimm|Rosenfeld, Munich, Germany
Liquid Paper - Pure Land, Ratio 3, San Francisco, CA
This is not a love song, Susanne Vielmetter Los Angeles Projects, Los Angeles, CA
The Compulsive Line: Etching 1900 to Now, The Museum of Modern Art, New York, NY
Re: Generation, Rutgers University, New Brunswick, NJ
2005 Founders Day, Grimm|Rosenfeld, New York, NY
Gegenwärtig: Geschichtenerzähler, Kunsthalle Hamburg, Germany. Curated by Christoph Heinrich
Greater New York 2005, PS1 Contemporary Art Center, Long Island City, NY
The ArtReview 25 Emerging U.S. Artists, Phillips de Pury & Co Gallery, New York, NY
Much Madness is Divinest Sense, Cohan+Leslie, New York, NY
The Parable Show, Grimm|Rosenfeld, Munich, Germany
2004 After Goya, Neiman Gallery, Columbia University, New York, NY
The Day After. . ., Oliver Kamm/5BE Gallery, New York, NY Curated by Lital Mehr
Hung, Drawn and Quartered, Team Gallery, New York, NY Curated by Miriam Katzeff
Black Church Print Studio Dublin, Ireland (in association with The New York Society of Etchers)
GF Gallery New School University, New York, NY
Threads, Associations, Implications, Stay Gold Gallery, Brooklyn, NY
2003 Brooklyn Fire Proof Gallery, Brooklyn, NY
Pearl Gallery, New York, NY
2002 North East Prints, William Paterson University, Wayne, NJ
2001 Dam, Stuhltrager Gallery, Brooklyn, NY
Collections
Hamburger Kunsthalle, Hamburg, Germany
Pinakothek der Moderne, Munich, Germany
The Dallas Museum of Art, Dallas, TX
The Museum of Modern Art, New York, NY
The Whitney Museum of American Art, New York, NY
Bibliography: Reviews
Caroline Corbetta. “Want to be who’s the next Talent?” L’Uomo Vogue, September 2009.
Rosenberg, Karen. “Dasha Shishkin”. New York Times, 02 October 2009: 30.
“Barnyard Desires.” The Walrus February 2006.
Cornell, Lauren. “Un-Earthly Delights.” Nylon April 2005: 106-107.
“Dasha Shishkin.” Monopol November 2007: 126.
“Dasha Shishkin.” Elle March 2007.
Fakray, Sarah. “Art: Dasha Shishkin.” Dazed and Confused January 2007: 36.
Harper’s Magazine October 2004.
Klaas, Heiko. “Mottenkiste.” Art - Das Kunstmagazin, No. 6, June 2005: 96.
Saltz, Jerry. “The Undead of Art History.” The Village Voice 11 October 2006.
Schneede, Uwe M. Gegenwärtig – Geschichtenerzähler, Hamburger Kunsthalle 2005: 29.
Smith, Roberta. “Art in Review; Founders Day.” The New York Times 19 August 2005.
Subal, Simone. Hangar 7- Project July 2006.
“The ArtReview 25: Emerging US Artists. ArtReview March 2005.
UOVO (Turin) 2005: 50-71.
Vogel, Carol. “Talent Call: Hot New Artists Wanted.” The New York Times 3 February 2005.
Bibliography: Publications
Biesenbach, Klaus. Greater New York 2005. P.S.1 Contemporary Art Center 2005: 310-311.
Bronfen, Elisabeth and Hilary Hatch, Gerald Matt, Angela Stief, Edelbert Kob. Dream and Trauma. Hatje Cantz 2008.
Grayson, Kathy. Panic Room: Selections from the Dakis Joannou Works on Paper Collection. Deitch Projects 2007.
La Galleria Giò Marconi è lieta di annunciare la mostra collettiva "Behind the Curtain"
che presenta tende di diversi artisti e di ogni genere.
I due lavori di Rosa Barba "The indifferent back of a view rather than its face" e “The Personal Experience Behind its Description” sono proprio un lungo testo (un estratto dall'autobiografia di Vladimir Nabokov) dove le lettere sono ricavate per sottrazione dal tessuto e le tende diventano due grandi pagine spiegate, che raccontano per frammenti la luce, l'ombra, il riflesso. Il lavoro prende vita, infatti, quando un fascio di luce illumina dall'alto la tenda, e l'ombra delle lettere viene proiettata sulla parete dietro.
John Bock ci presenta una tenda che sembra un mantello rituale, o una tovaglia coloratissima, puntellata di figure zoomorfe e oggetti: piatti, tazze e gli oggetti oblunghi tipici dell'artista, fatti di lana o altri tessuti. La tenda, bidimensionale per definizione, diventa qui una vera e propria installazione tridimensionale.
Kerstin Braetsch ci porpone PrinZIP, lavoro in tre parti colorato con spray su foglio trasparente. Appeso al soffitto questo grande foglio è estremamente fragile e funziona come un divisorio trasparente e fluttuante.
Matthew Brannon trasforma la tela in una tenda minimale: appesa ad un listello d'ottone e resa rigida da un altro listello che si trova sul lato inferiore, è al tempo stesso quadro e passaggio, impreziosito da un elaborato ricamo a mano.
Il lavoro di Tom Burr, estremamente concettuale, emerge da un parallelepipedo di legno aperto, dal quale esce come liberata.
Andrè Butzer, con una grande tela 180 x 240, un dipinto astratto che si intrufola tra i tendaggi, ripropone l'idea dell'opera d'arte come confine, punto di contatto tra due mondi, distinti eppure strettamente legati l'uno all'altro
Nathalie Djurberg sporca una classicissima tenda rosa ricamata con motivi floreali, che appesantita, rimane incollata a terra. La tenda nasconde dietro di sè una proiezione di uno dei film dell'artista.
Il lavoro minimal di Kitty Krauss si basa sull'idea di quadrato, con cui l'artista gioca spesso: in questo caso l'elemento è ricavato da un vestito elegante da uomo , che l'artista ha tagliato in due parti rettangolari, lasciando la cucitura al centro e lasciando scivolare una parte sul pavimento.
Tobias Rehberger, invece, dedica le sue tende a cinque personaggi dello spettacolo italiani: Benedetta Barzini, Caterina Caselli, Massimo Ranieri, Rita Pavone, Sabina Ciuffini.
Personaggi che l’artista ritiene abbiano inciso in modo particolare in un determinato momento della loro carriera sull’immaginario collettivo. Loro indumenti sono stati rielaborati per essere trasformati in veri e propri tendaggi.
Untitled (Dolls) di Markus Schinwald, il più opulento dei lavori in mostra, capovolge la funzione della tenda, che da strumento per cancellare agli occhi la visione di uno spettacolo, diventa spettacolo essa stessa: vediamo una stanza popolata di bambole che paiono animarsi, anche per il movimento che le pieghe della tenda induce loro. Dietro le bambole e la loro vita silenziosa, altri ritratti si nascondono, che solo chi osa spostare la tenda potrà vedere.
Gedy Siboni sposta l'orizzontale in verticale e così un tappeto si trova improvvisamente a coprire una parete e un rattoppo diventa un motivo ornamentale.
In un intrico di barriere e ostacoli, che sono allo stesso tempo quadri o sculture di grandi
dimensioni, possiamo assaporare il sottile piacere di spostare la tenda,
spiare o semplicemente immaginare cosa ci potrebbe essere oltre: ogni artista ci regala la possibilità di farlo in modo diverso.
Kelm scopre e sceglie molti dei suoi soggetti passeggiando: essi possono essere molto piccoli, come un dado dimenticato o più grandi, come una jeep arrugginita. Ma le foto non vengono alla luce nel tempo di una camminata, bensì dopo un lungo processo. Esse sono scattate con una macchina analogica di grande formato e in seguito ogni provino viene lavorato singolarmente.
Seguendo una sua precisa attitudine, Kelm scardina gli oggetti "minori" e "insoliti", dal continuum di un onnipresente panorama visivo. Quello che gli accade attraverso quest'isolamento è qualcosa di assimilabile ad una "giustizia estetica": essi sono finalmente mostrati come qualcosa che può esistere. Ciò non ha niente a che fare con il desiderio regressivo di una "rappresentazione autentica"; nelle immagini di Kelm ogni sorta di immediatezza realistica è al contempo già una recitazione.
In altre fotografie l'artista lavora con motivi di design, oggetti di design o piante. Essi sono estrapolati dal loro contesto usuale e sistemati in situazioni del tutto nuove e stranamente stilizzate. Inaspettatamente, si ritrovano su un palcoscenico dove diventano parte di un'intenzionale e misteriosa drammaturgia.
La sobrietà concettuale dei lavori di Kelm nasconde qualunque traccia storica. Il modo frontale di fotografare gli oggetti e la confusione di davanti e dietro sembra eliminare il tempo. Kelm crea uno spazio per l'immagine che è assolutamente piatto e liberato dalla storia, una zona di gelida inquietudine. Quando, per esempio, elegge a protagonista una sciarpa dai motivi pop e giovanili , la connotazione culturale pop e giovane non gioca più un ruolo eminente. La decorazione, piuttosto, tende a recuperare parti della sua autonomia visiva: invece di essere condizionata dalla sua storia, ora risiede in uno spazio fittizio "oltre qualsiasi cosa". Come conseguenza i lavori di Kelm spesso si propongono in serie o hanno effetti quasi comici.
A dispetto, o a causa, della loro severa economia, le immagini di Kelm innescano particolari dinamiche che ci coinvolgono in un suggestivo gioco di vicinanza e distanza, visibilità e invisibilità.
La fredda trasparenza delle stampe è allo stesso tempo ingannevole e noi finiamo col chiederci, come spettatori: vediamo troppo o troppo poco? Che cosa vediamo infine? Non possiamo mai essere completamente sicuri: ogni volta il significato, appena trattenuto, immediatamente ci sfugge. C'è sempre più che un solo punto di vista e più di un'unica versione dei fatti.
Aram Lintzel
Annette Kelm è nata a Stoccarda, Germania, nel 1975. Vive e lavora a Francoforte.
Annette Kelm ha tenuto mostre personali presso: Camera Austria, Graz; KW – Institute for Contemporary Art,Berlin; Kunsthalle, Zürich;
CCA Wattis, Institute for Contemporary Art, San Francisco; Witte de With, Rotterdam; Taka Ishii Gallery, Tokyo; Marc Foxx,
Los Angeles; Art Cologne - Award for Young Art,Artothek, Cologne; Art Cologne, Cologne; HfBK, Hamburg; Golden Pudel
Club, Hamburg
I suoi lavori sono stati presenti in mostre tenutesi presso: Hamburger Bahnhof, Berlin; ProjecteSD, Barcelona; Jan Mot, Brussels; Brussels
Biennale, Brussels; Kunsthalle Exnergasse, Vienna; Kunstwerke, Berlin; CCA Wattis Institute for Contemporary Arts, San Francisco; Yvon
Lambert, New York; 9th Biennale d’Art Contemporain, Lyon (curated by Stéphanie Moisdon and Hans Ulrich Obrist); Mocad, Detroit;
Kunstverein für die Rheinlande und Westfalen, Düsseldorf; Sprengel Museum, Hanover; Shedhalle, Zurich; P.S.1 / MoMA, Long Island City,
NY; Kunsthaus, Dresden; Witte de With, Center for Contemporary Art, Rotterdam; Peres Projects, Los Angeles; Aspen Art Museum, Aspen;
Kunstverein, Hamburg; KW – Institute of Contemporary Art, Berlin; Kölnischer Kunstverein, Cologne; Die blaue Kugel, Hamburg;
Künstlerhaus, Stuttgart; Kunsthaus, Dresden; Hôtel Belleville, London; Centro Cultural Andratx, Mallorca; Kunstverein, Hamburg; Palais für
AktuelleKunst, Glücksstadt
ANNETTE KELM
Born 1975 in Stuttgart
Lives and works in Berlin
SOLO EXHIBITIONS
2010 Gio Marconi, Milan
Andrew Kreps, New York
2009 Annette Kelm, Herald Street, London
Annette Kelm, Camera Austria, Graz
Annette Kelm, KW – Institute for Contemporary Art, Berlin
Annette Kelm, Kunsthalle, Zürich
2008 CCA Wattis, Institute for Contemporary Art, San Francisco
Witte de With, Rotterdam
Taka Ishii Gallery, Tokyo
Annette Kelm, Marc Foxx (West Gallery), Los Angeles
2007 Vier Jahreszeiten, Johann König, Berlin
Oranges and Stripes, Marc Foxx Gallery, Los Angeles
2006 Errors in English, Art Cologne - Award for Young Art, Artothek, Cologne
2005 Förderkoje Art Cologne, Cologne
2004 To a Snail, Galerie Crone, Berlin
Friendly Tournament, Ausstellungsraum Hinterkonti, Hamburg (with Judith Hopf)
Breakdance, Die Blaue Kugel, Hamburg (with Nina Könnemann)
2003 Als Kriechtier ist das Pferd edler als der Esel, HfBK, Hamburg
1999 Galerie Nomadenoase, Golden Pudel Club, Hamburg
GROUP EXHIBITIONS
2010 Discovery Award, 41st edition of the Rencontres d'Arles, Arles
SUPER-NATURE, an exercise in loads, AMP, Athens
2009 Preis der Nationalgalerie für junge Kunst, Hamburger Bahnhof, Berlin
Richard Prince and the Revolution. An Exhibition curated by Jonathan Monk, ProjecteSD, Barcelona
Pierre Bismuth, Mario Garcia Torres, Annette Kelm, Deimantas Narkevicius, Jan Mot, Brussels
The Photographic Object, The Photographers' Gallery, London
Kunstpreis Böttcherstraße, Weserburg, Bremen
phot(o)objects, Presentation House Gallery, Vancouver
Prose pour des Esseintes, Karma International, Zürich
Short Circuits, Peter Blum Chelsea, New York
To be Determined, Andrew Kreps Gallery, New York
A Twilight Art, Harris Liebermann Gallery, New York
2008 ... auf der Erbse.. on peas..., Galerie der Stadt, Sindelfingen
Re-Used Modernity, Brussels Biennale, Brussels
The Art of the Real, Sammlung von Edith & Mark Vanmoerkerke, Oostende Schatten werfen keine Schatten, Meyer Riegger, Karlsruhe
The Possible Document, Herald Street, London
Egypted, Kunsthalle Exnergasse, Vienna
2007 … 5 Minutes later, Kunstwerke, Berlin (curated by Susanne Pfeffer)
Passengers, CCA Wattis Institute for Contemporary Arts, San Francisco
Anything You Want, Pump House Gallery, London
At Home, Yvon Lambert, New York (curated by Mario Testino)
The History of a Decade That Has Not yet Been Named, 9th Biennale d’Art Contemporain, Lyon (curated by Stéphanie Moisdon and Hans Ulrich Obrist)
L.A. Desire, Galerie Dennis Kimmerich, Düsseldorf (curated by Wilhelm Schürmann)
Stuff: International Contemporary Art from the Collection of Burt Aaron, Mocad, Detroit
Die Wörter, die Dinge, Kunstverein für die Rheinlande und Westfalen, Düsseldorf
Made in Germany, Sprengel Museum, Hanover
Lost & Found, Shedhalle, Zurich
Annette Kelm / Mark Roeder, Gallery Sora, Tokyo
2006 Gold Standard, P.S.1 / MoMA, Long Island City, NY
New Ghost Entertainment – Entitled, Or Gallery, Vancouver; Kunsthaus, Dresden
Don Quijote, Witte de With, Center for Contemporary Art, Rotterdam
A Lover’s Discourse, Peres Projects, Los Angeles
WRONG, Galerie Klosterfelde, Berlin
Having New Eyes, Aspen Art Museum, Aspen
Stipendium, Kunstverein, Hamburg
2005 John Taylor. Imagination of Things Imaginable, Galerie Christian Nagel, Berlin
No Competitive Offers, Artis, Den Bosch
The Berlin School of Art School, Marc Foxx Gallery, Los Angeles
Stipendiaten 2004, Kunsthaus, Hamburg
Jetzt und zehn Jahre davor, KW – Institute of Contemporary Art, Berlin
2004 Deutschland sucht, Kölnischer Kunstverein, Cologne (film screening)
Nobody, Der graue Zylinder, Galerie Meerrettich, Berlin
Quodlibet, Galerie Daniel Buchholz, Cologne
Provide it, Halle für Kunst, Lüneburg
Art Needs an Operation, Casey Kaplan Gallery, New York
Telepathy Curating, Galerie Meerrettich, Berlin
Blau in der Kugel, Die blaue Kugel, Hamburg (with David Lieske and Jan Timme)
2003 Zimmer aufräumen, Zupfgeigenhansl Kommt!, Künstlerhaus, Stuttgart; Kunsthaus, Dresden
Aktion Brückenkopf / Bridgehead II, Hôtel Belleville, London
Feine Ware I-III, Kunstverein Hamburger Bahnhof, Hamburg
2002 Hossa, Centro Cultural Andratx, Mallorca
andere räume, Kunstverein, Hamburg
Bella Vista – Eine Fotografieausstellung der Gruppe 18, Palais für Aktuelle Kunst, Glücksstadt
2001 Chromosomen privat und öffentlich, Kunstverein, Meppen
Planche, Säbelgefechte, Klasse Cosima von Bonin, Hamburg
Les yeux sont faits, Wir, Comawoche, Klasse Cosima von Bonin, HfBK, Hamburg
AWARDS
2005 ART COLOGNE-Award for young art
Working Grant of Stiftung Kunstfonds
Travel-Grant Los Angeles
2004 Artist residency Heanävesi, Finnland
Working Grant for Fine Art, Hamburg
1999 Kodak Young Photographers Award
COLLECTIONS
DekaBank Kunstsammlung, Frankfurt am Main
Kulturstiftung des Bundes, Halle an der Saale
Sammlung Deutsche Bank, Berlin
Tate Modern, London
Sammlung Schürmann, Berlin
Collection Ringier, Zurich
Collection Hadley Martin Fisher, Miami
Collection Mario Testino, London
Collection of Burt Aaron, Detroit
Collection of John A. Smith and Vicky Hughes, London
La galleria Giò Marconi presenta la prima mostra nei suoi spazi sotterranei dell'artista russa Dasha Shishkin.
Shishkin, che vive e lavora a New York dal 1993, ha partecipato alla grande mostra "The Compulsive Line: Etching 1900 to Now show" al Moma nel 2006, in cui suoi lavori erano visibili insieme a quelli di Marcel Dzama, Jake and Dinos Chapman, David Hockney, David Shrigley etc,, ed è considerata una giovane promessa dell'arte contemporanea.
L'artista lavora con il disegno e la pittura, alternando l'acrilico, il pastello a cera, la china e la grafite.
L'uso del colore, nelle opere di Shishkin, assume una forza drammatica, espressionista, anche quando le campiture non sono piatte sulla tela, ma tratteggiate e nervose. La linea invece, nei disegni come nelle acqueforti, è estremamente delicata, particolareggiata e fragile.
In mostra da Giò Marconi porta 9 tra dipinti su carta o su tela, disegni e acquaforti, tutti prodotti appositamente per la mostra.
I suoi soggetti, che comprendono figure umane in relazione tra loro e pattern decorativi, sono sempre in bilico tra macabro e fantastico, grazioso e malinconico.
Su una tela, per esempio, sono ritratte due scene di vita domestica in una casa russa, come si può intuire dall'abbigliamento degli inquilini: l'artista pare voler ricordare l'ambiente familiare e i costumi della sua gente, ma il ricordo nostalgico è sconvolto da un avvenimento tragico: al centro di una delle due stanze, nella parte alta del quadro, un corpo trucidato giace sul tappeto rosso, macchiandolo di sangue, che cola abbondante dal pavimento al soffitto della seconda stanza (nella parte inferiore del quadro). Inoltre le prospettive sono distorte, alla Van Gogh, e mentre gli spazi sono così accentuatamente profondi e incalcolabili, le persone al loro interno sono piatte, addirittura trasparenti e confuse con l'arredo, quasi pura decorazione.
Shishkind ci racconta storie mai facili da decifrare, spesso affollate di avvenimenti diversissimi l'uno dall'altro, che per una coincidenza fortuita o per destino, si trovano a coesistere nello spazio di una tela.
Oppure, laddove sembra di riconoscere una sola storia, con i suoi protagonisti, la confusione tra le forme e la decorazione rende il quadro un vero e proprio enigma, da cui è difficile estrapolare una narrazione lineare, dei contorni netti, delle azioni precise.
Carattere enigmatico hanno anche i titoli dei lavori: spesso Shishkin usa giochi di parole o interviene su frasi di verità condivise, facendo sottilmente slittare il significato o ancora utilizza titoli che non hanno niente a che vedere con il lavoro in sè.
Le opere di Shishkin sono state accostate a Goya e Bruegel, Egon Schiele e Hieronymus Bosch: i quadri sono intrisi di un immaginario fantastico in cui affiora, tangibile, il senso del grottesco. Anche l'erotismo, in Shishkin, non è mai descritto in modo banale, ma sfiora la perversione e la violenza, finendo per risultare, anche a causa della smania per i particolari che l'artista coltiva all'eccesso, un erotico grotteco.
Schishkin costruisce il suo mondo minuziosamente, e minuziosamente decostruisce il mondo reale, l'universo umano, e i suoi comportamenti.
Dasha Shishkin è nata a Mosca, Russia, nel 1977. ha studiato presso la New School for Social Research, New York e la Columbia University, New York.
Ha tenuto mostre personali presso: Zach Feuer Gallery, New York; Andreas Grimm, Munich; Grimm|Rosenfeld, New York; Grimm|Rosenfeld, Munich; ND Gallery, Brooklyn, NY.
Suoi lavori sono stati in mostra in collettive tenutesi presso: Denver Art Museum, Denver; The Museum of Modern Art, New York; Kunsthalle Wien, Vienna; Visual Art Center of Academy of Arts and Design, Tsinghua University, Beijing; China Art Objects, Los Angeles; ISE Cultural Foundation, New York; Arndt & Partner, Zurich; Galleria Alberto Peola, Turin, Italy; Galerie Im Regierungsviertel, Turin, Italy; Hamburger Kunsthalle, Hamburg; Parrasch Gallery, New York; Hungarian Cultural Center, New York; 33 Bond Gallery, New York; Smack Mellon and The Kentler International Drawing Space, Brooklyn; Hangar-7, Salzburg; Bezalel Academy, Tel Aviv; Ratio 3, San Francisco; Susanne Vielmetter Los Angeles Projects, Los Angeles; Rutgers University, New Brunswick, NJ; PS1 Contemporary Art Center, Long Island City, NY; Phillips de Pury & Co Gallery, New York; Cohan+Leslie, New York; Neiman Gallery, Columbia University, New York; Oliver Kamm/5BE Gallery, New York; Team Gallery, New York; Black Church Print Studio Dublin, GF Gallery New School University, New York; Pearl Gallery, New York; William Paterson University, Wayne, NJ; Stuhltrager Gallery, Brooklyn, NY.
Dasha Shishkin
b. 1977, Moscow, Russia
Lives and works in New York, NY
Education
MFA, Columbia University, New York, NY 2006
BFA, New School for Social Research, New York, NY 2001
Solo Exhibitions
2009 Zach Feuer Gallery, New York, NY
2007 Love Sick, Andreas Grimm, Munich, Germany
First Sorrow, Kantor/Feuer Gallery, Los Angeles, CA
2006 W.A.M. Who Gives A Damn If You Procreate, Grimm|Rosenfeld, New York, NY
2004 Drawings and Prints, Grimm|Rosenfeld, Munich, Germany
2002 On Mistrust and Suspicion of Children, in General, ND Gallery, Brooklyn, NY
Group Exhibitions
2009 Embrace, Denver Art Museum, Denver, CO (upcoming)
A Decade of Contemporary American Printmaking: 1999-2009, Visual Art Center of Academy of Arts and Design, Tsinghua University, Beijing, China
1999, China Art Objects, Los Angeles, CA
2008 Once Upon A Time, ISE Cultural Foundation, New York, NY
Drawing Now – Drawing Then Young Masters – Old Masters, Arndt & Partner, Zurich, Switzerland
Nightmares & Dreamscapes, Galleria, Alberto Peola Gallery, Turin, Italy
2007 The Four Horsemen, Galerie Im Regierungsviertel, Turin, Italy
World Receiver, Hamburger Kunsthalle, Hamburg, Germany
Panic Room: Works from the Dakis Joannou Collection, Athens, Greece
Dream & Trauma: Works from the Dakis Joannou Collection, Kunsthalle Wien, Vienna, Austria
Automatic, Franklin Parrasch Gallery, New York
Responds To My Country, Hungarian Cultural Center, New York, NY
A Muzzle of Bees, 33 Bond Gallery, New York, NY
Re: Generation - Emerging Women Artists, Smack Mellon Brooklyn, NY and
The Kentler International Drawing Space, Brooklyn, NY
Summer 2007, Grimm|Rosenfeld, Munich, Germany
2006 Hybrid: Anthea Hamilton, Alisa Margolis, Dasha Shishkin, Barbara Wolff, Galerie Wilma Tolksdorf, Frankfurt, Germany. Curated by Eva Karcher.
HangART-7 Edition 4 - New York Contemporary: Art Times Squared, Hangar-7, Salzburg, Austria
Goods to Declare, Bezalel Academy, Tel Aviv, Israel
Summer 2006, Grimm|Rosenfeld, Munich, Germany
Liquid Paper - Pure Land, Ratio 3, San Francisco, CA
This is not a love song, Susanne Vielmetter Los Angeles Projects, Los Angeles, CA
The Compulsive Line: Etching 1900 to Now, The Museum of Modern Art, New York, NY
Re: Generation, Rutgers University, New Brunswick, NJ
2005 Founders Day, Grimm|Rosenfeld, New York, NY
Gegenwärtig: Geschichtenerzähler, Kunsthalle Hamburg, Germany. Curated by Christoph Heinrich
Greater New York 2005, PS1 Contemporary Art Center, Long Island City, NY
The ArtReview 25 Emerging U.S. Artists, Phillips de Pury & Co Gallery, New York, NY
Much Madness is Divinest Sense, Cohan+Leslie, New York, NY
The Parable Show, Grimm|Rosenfeld, Munich, Germany
2004 After Goya, Neiman Gallery, Columbia University, New York, NY
The Day After. . ., Oliver Kamm/5BE Gallery, New York, NY Curated by Lital Mehr
Hung, Drawn and Quartered, Team Gallery, New York, NY Curated by Miriam Katzeff
Black Church Print Studio Dublin, Ireland (in association with The New York Society of Etchers)
GF Gallery New School University, New York, NY
Threads, Associations, Implications, Stay Gold Gallery, Brooklyn, NY
2003 Brooklyn Fire Proof Gallery, Brooklyn, NY
Pearl Gallery, New York, NY
2002 North East Prints, William Paterson University, Wayne, NJ
2001 Dam, Stuhltrager Gallery, Brooklyn, NY
Collections
Hamburger Kunsthalle, Hamburg, Germany
Pinakothek der Moderne, Munich, Germany
The Dallas Museum of Art, Dallas, TX
The Museum of Modern Art, New York, NY
The Whitney Museum of American Art, New York, NY
Bibliography: Reviews
Caroline Corbetta. “Want to be who’s the next Talent?” L’Uomo Vogue, September 2009.
Rosenberg, Karen. “Dasha Shishkin”. New York Times, 02 October 2009: 30.
“Barnyard Desires.” The Walrus February 2006.
Cornell, Lauren. “Un-Earthly Delights.” Nylon April 2005: 106-107.
“Dasha Shishkin.” Monopol November 2007: 126.
“Dasha Shishkin.” Elle March 2007.
Fakray, Sarah. “Art: Dasha Shishkin.” Dazed and Confused January 2007: 36.
Harper’s Magazine October 2004.
Klaas, Heiko. “Mottenkiste.” Art - Das Kunstmagazin, No. 6, June 2005: 96.
Saltz, Jerry. “The Undead of Art History.” The Village Voice 11 October 2006.
Schneede, Uwe M. Gegenwärtig – Geschichtenerzähler, Hamburger Kunsthalle 2005: 29.
Smith, Roberta. “Art in Review; Founders Day.” The New York Times 19 August 2005.
Subal, Simone. Hangar 7- Project July 2006.
“The ArtReview 25: Emerging US Artists. ArtReview March 2005.
UOVO (Turin) 2005: 50-71.
Vogel, Carol. “Talent Call: Hot New Artists Wanted.” The New York Times 3 February 2005.
Bibliography: Publications
Biesenbach, Klaus. Greater New York 2005. P.S.1 Contemporary Art Center 2005: 310-311.
Bronfen, Elisabeth and Hilary Hatch, Gerald Matt, Angela Stief, Edelbert Kob. Dream and Trauma. Hatje Cantz 2008.
Grayson, Kathy. Panic Room: Selections from the Dakis Joannou Works on Paper Collection. Deitch Projects 2007.
La Galleria Giò Marconi è lieta di annunciare la mostra collettiva "Behind the Curtain"
che presenta tende di diversi artisti e di ogni genere.
I due lavori di Rosa Barba "The indifferent back of a view rather than its face" e “The Personal Experience Behind its Description” sono proprio un lungo testo (un estratto dall'autobiografia di Vladimir Nabokov) dove le lettere sono ricavate per sottrazione dal tessuto e le tende diventano due grandi pagine spiegate, che raccontano per frammenti la luce, l'ombra, il riflesso. Il lavoro prende vita, infatti, quando un fascio di luce illumina dall'alto la tenda, e l'ombra delle lettere viene proiettata sulla parete dietro.
John Bock ci presenta una tenda che sembra un mantello rituale, o una tovaglia coloratissima, puntellata di figure zoomorfe e oggetti: piatti, tazze e gli oggetti oblunghi tipici dell'artista, fatti di lana o altri tessuti. La tenda, bidimensionale per definizione, diventa qui una vera e propria installazione tridimensionale.
Kerstin Braetsch ci porpone PrinZIP, lavoro in tre parti colorato con spray su foglio trasparente. Appeso al soffitto questo grande foglio è estremamente fragile e funziona come un divisorio trasparente e fluttuante.
Matthew Brannon trasforma la tela in una tenda minimale: appesa ad un listello d'ottone e resa rigida da un altro listello che si trova sul lato inferiore, è al tempo stesso quadro e passaggio, impreziosito da un elaborato ricamo a mano.
Il lavoro di Tom Burr, estremamente concettuale, emerge da un parallelepipedo di legno aperto, dal quale esce come liberata.
Andrè Butzer, con una grande tela 180 x 240, un dipinto astratto che si intrufola tra i tendaggi, ripropone l'idea dell'opera d'arte come confine, punto di contatto tra due mondi, distinti eppure strettamente legati l'uno all'altro
Nathalie Djurberg sporca una classicissima tenda rosa ricamata con motivi floreali, che appesantita, rimane incollata a terra. La tenda nasconde dietro di sè una proiezione di uno dei film dell'artista.
Il lavoro minimal di Kitty Krauss si basa sull'idea di quadrato, con cui l'artista gioca spesso: in questo caso l'elemento è ricavato da un vestito elegante da uomo , che l'artista ha tagliato in due parti rettangolari, lasciando la cucitura al centro e lasciando scivolare una parte sul pavimento.
Tobias Rehberger, invece, dedica le sue tende a cinque personaggi dello spettacolo italiani: Benedetta Barzini, Caterina Caselli, Massimo Ranieri, Rita Pavone, Sabina Ciuffini.
Personaggi che l’artista ritiene abbiano inciso in modo particolare in un determinato momento della loro carriera sull’immaginario collettivo. Loro indumenti sono stati rielaborati per essere trasformati in veri e propri tendaggi.
Untitled (Dolls) di Markus Schinwald, il più opulento dei lavori in mostra, capovolge la funzione della tenda, che da strumento per cancellare agli occhi la visione di uno spettacolo, diventa spettacolo essa stessa: vediamo una stanza popolata di bambole che paiono animarsi, anche per il movimento che le pieghe della tenda induce loro. Dietro le bambole e la loro vita silenziosa, altri ritratti si nascondono, che solo chi osa spostare la tenda potrà vedere.
Gedy Siboni sposta l'orizzontale in verticale e così un tappeto si trova improvvisamente a coprire una parete e un rattoppo diventa un motivo ornamentale.
In un intrico di barriere e ostacoli, che sono allo stesso tempo quadri o sculture di grandi
dimensioni, possiamo assaporare il sottile piacere di spostare la tenda,
spiare o semplicemente immaginare cosa ci potrebbe essere oltre: ogni artista ci regala la possibilità di farlo in modo diverso.
22
aprile 2010
Annette Kelm / Dasha Shishkin / Behind the Curtain
Dal 22 aprile al 29 maggio 2010
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA GIO’ MARCONI
Milano, Via Alessandro Tadino, 20, (Milano)
Milano, Via Alessandro Tadino, 20, (Milano)
Orario di apertura
Da martedì a sabato 10:30-12:30, 15:30-19:00
Vernissage
22 Aprile 2010, dalle 19-21
Ufficio stampa
CRISTINA PARISET
Autore