La storiografia artistica ha finora considerato soltanto parzialmente e non globalmente la produzione creativa degli anni Settanta in Italia. Ma non solo essa spesso è stata riduttivamente ritenuta come un’ideale continuità degli eventi del decennio precedente o, peggio, come un appannaggio delle più sfruttate teorie dell’avanguardia del secondo dopoguerra. Al contrario l’Italia, divenuta nelle sue regioni centro propulsore e luogo d’incontro tra le culture internazionali, negli anni Settanta aggiunge alle esperienze già in corso, relative alla persistenza evolutiva di pittura e scultura, un’importante serie di azioni, il cui rilievo si spiega nei modelli delle teorie gestaltica e concettuale, da un lato, e del mero evento (l’happening) dall’altro.

Molte volte, purtroppo, il decennio 1970-1980 è stato battezzato come periodo transitorio. Ma non fu così. E a tal proposito la mostra vuole dare uno spaccato per una visione obbiettiva dei fatti artistici e storici che hanno caratterizzato quegli anni procedendo ad una corretta stesura di questo capitolo della storia dell’arte italiana.

Con tale rassegna si vogliono altresì rivisitare le personalità artistiche internazionali che in Italia hanno lavorato ed esposto, imprimendo segni indelebili alla storia contemporanea dell’arte.

Legata strettamente al momento culturale, sociale ed economico italiano, la produzione artistica degli anni Settanta è fondata sull’esplorazione di una ricerca estetica mirata soprattutto alla sperimentazione di nuovi moduli espressivi. Questi, comunque in relazione con la grande produzione industriale, si riversano in due grandi filoni stilistici che vedono da un lato la pura e semplice opera d’arte, dall’altro la sua stessa decontestualizzazione.