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Antidoto Dialogico. Dialogue as Antidote
La nuova proposta espositiva evidenzia e sottolinea alcuni nuovi esiti del contemporaneo presente. Scelte e soluzioni che determinano un
ritorno d’interesse verso un’arte di rigorosa riduzione, minimal, neo-geo, abstract-figurato, dalla sensibilità ascetica
Comunicato stampa
Segnala l'evento
... Antidoto Dialogico / Dialogue as Antidote, è un progetto espositivo con la partecipazione delle artiste:
Augusta Atla, UK/DK . Patricia Carmo Baltazar Correa, B . Elly Nagaoka, USA, di differente provenienza culturale e inedite per questo 'luogo' di ricerca. Progetto e testo introduttivo di Roberto Annecchini,
per la cura della programmazione ”Concept 2008 Change + Partner”. La nuova proposta espositiva evidenzia e sottolinea alcuni nuovi esiti del contemporaneo presente. Scelte e soluzioni che determinano un
ritorno d'interesse verso un'arte di rigorosa riduzione, minimal, neo-geo, abstract-figurato, dalla sensibilità ascetica. Un'arte che non consente facili sentimentalismi seduttivi formali, ma che si propone con un'etica morale metodologica, progettuale e costruttiva, dai forti contenuti strutturali, verso una ricerca universale e antropologica. In un meticciato assemblaggio, attuale nomadismo culturale e confronto dialettico complementare contemporaneo.
'... che riduca la realtà ai suoi aspetti quantificabili e misurabili (e pertanto 'oggettivi') ...'
(P. K. Feyerabend da 'Dialogo sul metodo', 1989, ed Laterza & Figli, Roma-Bari).
La 'difference', che delinea questa ricerca, concettualmente lontana dalle facili attuali orchestrazioni omologanti, che caratterizzano gran parte dell'involuto scenario contemporaneo delle ultime generazioni
artistiche; è una propensione verso risultati ed interventi di ribaltamento ideologico-strutturale, più inclini ad una contaminazione d'interessi verso proposizioni delle avanguardie storiche costruttive del primo '900, e di quelle successive nei decenni '60 e '70. Una più articolata strumentazione argomentata del contenuto progettuale, dedito più ad una essenza specifica e al risveglio consapevole di una coscienza d'identità critico-artistica. Artiste lontane dalle facili classificazioni di stile che i differenti media propongono,
testimoniano un'opposizione alla catarsi artificiosa e decadente dell'ibrido sistema attuale; quest'ultimo ridotto ad una semplicistica codificazione, prettamente autoreferenziale, celebrativa e decorativa. In contrasto anacronismo con le attuali priorità e necessità 'progressiste', per una evoluzione innovatrice. Un superamento adeguato alle molteplici esigenze e necessità etico-culturali del contemporaneo: linea funzionale e antidoto come “dialogismo d'azione”, protratto ad una 'conoscenza' del comprendere e sapere
in una “progressione ordinata” ...' . (Roberto Annecchini, visual artist e curatore critico, “Antidoto Dialògico / Dialogue as Antidote”,
Note critiche:
Augusta Atla
. La linea di ricerca si manifesta in un ambito fortemente metodologico, con una componente strutturale performativa
'eventualista', in connessione ad una specifica strumentazione di 'misurazione corporale'. Una resa minimal-neo geo, trasporta ad un approdo per una 'universalità della natura'. Una forma non retorica, ma dall'accento analitico-ipercritico, per un indagazione di un 'vivere ed essere', nella catarsi della materia. Priorità ed esigenza per questa artista è la 'conoscenza', semantica e strutturale', interiore ed esteriore, per comprendere la 'natura e lo stato di cose'
antropologicamente. Atla, propone il nuovo progetto installativo “Corpo Geometria Morte”, del 2008, ideato compositamente site - specif, per lo spazio di questo luogo, nel suo costruttivo recente soggiorno romano. Intervento wall-driving ambientale, minimal-neo-geo, monocromo, con implicazioni materiche. Lo spazio accoglie forme cognitive, dove le applicazioni vengono determinate da un atto situazionista-performativo, medium oggettivo praticato.Tematica privilegiata che contraddistingue l'operato della giovane artista, è l'ipercritica analitica alla struttura della forma, sotto un profilo storico - filosofico. Per raggiungere un'universalità della natura. Un ambito di contaminazioni maturate da
complementari elementi, heideggerdiani, alchemici, sensibilità culturali orientali, approfondimenti storici d'arte del '400-'500 italiano
(B. Angelico, P. della Francesca, Bramante ...), e più contemporanei, (l'architetto L. Kahn ...), body-performativi, anni '70 (D. Bradshaw, l...), e negli atti rituali del corpo, 'processi scultorei', anni '90/200 e oltre, (M. Cool, J. Antoni ...) .
'... “Toward A New World” - Fine Art, Anno 2008 - / Corpus Infinitum - (paragraph from current writing)I want To propose a Form for Fine Art, firstly grounded an the idea that the World of Art is the only object in the world that is not a 'thing', secondly the Work of Art is considered as 'a creation of Nature' (apposite To a cultural object) and thirdly and more importantly that the human body belong and performs Laws of Nature: that is, the Work of Art overcomes the historical burden of being and object of 'illustration' (of already gained Knowledge) and therefore can the Work of Art be a Truly Innovative and Uncertain object with which we may expand our understanding of our corporality and our mortal presence as Nature as governed by Great Nature Forces. ...' (A. Atla - Copyright 2008)
Patricia Carmo Baltazar Correa
. I suoi schermi-superfici, sono traiettorie diversificate di moduli e forme ripetibili, uguali a se stessi, in successione per ri-disegnare la tipologia dello spazio. Ricerca metodologica, suggerita e approfondita consequenzialmente dalla simbologia alchemica del sale e del leone verde. In questo limbo strutturale, dove ogni forma-oggetto si ri-definisce in linea, dissolvendosi e smaterializzandosi, per riacquisirsi in forma. In una sonorità e tensione interiore. Questo iter culturale assorbito, si manifesta in sintesi, da un interesse per delle soluzioni molteplici di riduzione; dal costruttivismo razionalista di Mondrian, al minimalismo astratto di R. Ryan e B. Newman, alla pittura analitica francese, al neo-geo anni '80/'90; evolvendo, in una atmosfera di spazialità concettuale alla Paolini. L'installazione ambientale “Madre”, del 2008, concepita e realizzata appositamente per questo evento, si caratterizza, all'interno del luogo espositivo, in differenti elementi minimal-geo, monocromi, dal materismo colorista verde. Sono ritraenti, vele stilizzate e linee, che determinano una profondità prospettica e volumetrica allo spazio, ri-interpretando l'habitat espositivo.
'... esiste una forte componente alchemica, compensiva di sviluppi sull'animismo e la sua simbologia del leone verde. ...
La concezione del lavoro resta quella non interventista. L'arte può “succedere” o “non succedere”, ma in qualsiasi caso questo, non dipenderà dal suo autore. ...' (R. Guidobono, 'Daimons Walk', 2008). '... un gioco di continua trasfigurazione per tornare infine e rivelare la loro sostanza originaria, tornando a svelare, quasi in un viaggio a ritroso, la loro essenza interna, fatta di tensione e forze vive, tornando a mostrare infine, ciò che, invisibile ... '.(E. Di Erasmo, 'Unsichtbares
Wesen', 2007). '... vita vissuta che alla fine della storia si rovescia in antropometria. In cui il paesaggio sconfinato (scorniciato) che bisogna impaginare anziché raffigurare è quello che rimanda, attraverso la certificazione della sua immanenza, alla dimensione esistenziale del lavoro degli uomini ...'' (P. Guaglianone,'Corpus', 2005).
Elly Nagaoka
Dopo una prima esperienza installativa ambientale, maturata ed evoluta tra la seconda metà degli anni '90 e la prima metà del nuovo millennio, in un apparente 'environment d'estraniamento', il nuovo ciclo di lavori attuali dell'artista giapponese, di formazione americana, argomenta un interesse specifico verso un interesse prettamente pittorico, in una rigorosa riduzione monocromatica. La pittura si compone di strutture risolte in delicate e raffinate campiture tonali ad olio, preferibilmente dalle differenti tonalità del grigio, che accentua una dinamica astratto-simbolista a dimensione spaziale.
Intervenendo su delle superfici di dimensione ridotta, in un condensato e calibrato minimalismo astratto-figurato, ascetico. Tra connotazione culturale della tradizione orientale e iperrealtà occidentalizzata analitica. Il dittico presentato e i nuovi lavori congiunti, del 2008, appositamente risolti per questo evento espositivo, si caratterizzano in un equilibrio atemporale con implicazioni spaziali, evidenziando in una soffusa prospettiva simbolista, la linea per una pittura 'disegnata'. In convergenza ad atmosfere culturali attuali tra una pratica pittorica mitteleuropea figurata, come quella di, L. Tuymans, di G. Hume, a un neo simbolismo astratto di R. Bleckner, o realista, del più storicizzato, G. Ritcher.
'... Il lavoro si fa temporalmente lunghissimo, quasi una sorta di trance febbrile producendo artigianalmente un risultato che pare meccanico e soprattutto monodimensionale ... Nagaoka subisce una svolta. Il lavoro presentato é ancora decisamente pittorico ma affronta lo spazio fisico: e l'opera che aveva perso ogni riferimento prospettico e dimensionale ... dialoga col circostante'. (A. Lombardi, 'Elly Nagaoka, Quadratura del cerchio', 1999').
'... a quel contatto tra soggetto e oggetto in cui questi si fondono l'uno nell'altro ed è dato di sperimentare l'immediatezza,
la conoscenza della vera natura delle cose nella loro essenza. ...' (S. Marotta,'Per Elly', 1998).
Augusta Atla, UK/DK . Patricia Carmo Baltazar Correa, B . Elly Nagaoka, USA, di differente provenienza culturale e inedite per questo 'luogo' di ricerca. Progetto e testo introduttivo di Roberto Annecchini,
per la cura della programmazione ”Concept 2008 Change + Partner”. La nuova proposta espositiva evidenzia e sottolinea alcuni nuovi esiti del contemporaneo presente. Scelte e soluzioni che determinano un
ritorno d'interesse verso un'arte di rigorosa riduzione, minimal, neo-geo, abstract-figurato, dalla sensibilità ascetica. Un'arte che non consente facili sentimentalismi seduttivi formali, ma che si propone con un'etica morale metodologica, progettuale e costruttiva, dai forti contenuti strutturali, verso una ricerca universale e antropologica. In un meticciato assemblaggio, attuale nomadismo culturale e confronto dialettico complementare contemporaneo.
'... che riduca la realtà ai suoi aspetti quantificabili e misurabili (e pertanto 'oggettivi') ...'
(P. K. Feyerabend da 'Dialogo sul metodo', 1989, ed Laterza & Figli, Roma-Bari).
La 'difference', che delinea questa ricerca, concettualmente lontana dalle facili attuali orchestrazioni omologanti, che caratterizzano gran parte dell'involuto scenario contemporaneo delle ultime generazioni
artistiche; è una propensione verso risultati ed interventi di ribaltamento ideologico-strutturale, più inclini ad una contaminazione d'interessi verso proposizioni delle avanguardie storiche costruttive del primo '900, e di quelle successive nei decenni '60 e '70. Una più articolata strumentazione argomentata del contenuto progettuale, dedito più ad una essenza specifica e al risveglio consapevole di una coscienza d'identità critico-artistica. Artiste lontane dalle facili classificazioni di stile che i differenti media propongono,
testimoniano un'opposizione alla catarsi artificiosa e decadente dell'ibrido sistema attuale; quest'ultimo ridotto ad una semplicistica codificazione, prettamente autoreferenziale, celebrativa e decorativa. In contrasto anacronismo con le attuali priorità e necessità 'progressiste', per una evoluzione innovatrice. Un superamento adeguato alle molteplici esigenze e necessità etico-culturali del contemporaneo: linea funzionale e antidoto come “dialogismo d'azione”, protratto ad una 'conoscenza' del comprendere e sapere
in una “progressione ordinata” ...' . (Roberto Annecchini, visual artist e curatore critico, “Antidoto Dialògico / Dialogue as Antidote”,
Note critiche:
Augusta Atla
. La linea di ricerca si manifesta in un ambito fortemente metodologico, con una componente strutturale performativa
'eventualista', in connessione ad una specifica strumentazione di 'misurazione corporale'. Una resa minimal-neo geo, trasporta ad un approdo per una 'universalità della natura'. Una forma non retorica, ma dall'accento analitico-ipercritico, per un indagazione di un 'vivere ed essere', nella catarsi della materia. Priorità ed esigenza per questa artista è la 'conoscenza', semantica e strutturale', interiore ed esteriore, per comprendere la 'natura e lo stato di cose'
antropologicamente. Atla, propone il nuovo progetto installativo “Corpo Geometria Morte”, del 2008, ideato compositamente site - specif, per lo spazio di questo luogo, nel suo costruttivo recente soggiorno romano. Intervento wall-driving ambientale, minimal-neo-geo, monocromo, con implicazioni materiche. Lo spazio accoglie forme cognitive, dove le applicazioni vengono determinate da un atto situazionista-performativo, medium oggettivo praticato.Tematica privilegiata che contraddistingue l'operato della giovane artista, è l'ipercritica analitica alla struttura della forma, sotto un profilo storico - filosofico. Per raggiungere un'universalità della natura. Un ambito di contaminazioni maturate da
complementari elementi, heideggerdiani, alchemici, sensibilità culturali orientali, approfondimenti storici d'arte del '400-'500 italiano
(B. Angelico, P. della Francesca, Bramante ...), e più contemporanei, (l'architetto L. Kahn ...), body-performativi, anni '70 (D. Bradshaw, l...), e negli atti rituali del corpo, 'processi scultorei', anni '90/200 e oltre, (M. Cool, J. Antoni ...) .
'... “Toward A New World” - Fine Art, Anno 2008 - / Corpus Infinitum - (paragraph from current writing)I want To propose a Form for Fine Art, firstly grounded an the idea that the World of Art is the only object in the world that is not a 'thing', secondly the Work of Art is considered as 'a creation of Nature' (apposite To a cultural object) and thirdly and more importantly that the human body belong and performs Laws of Nature: that is, the Work of Art overcomes the historical burden of being and object of 'illustration' (of already gained Knowledge) and therefore can the Work of Art be a Truly Innovative and Uncertain object with which we may expand our understanding of our corporality and our mortal presence as Nature as governed by Great Nature Forces. ...' (A. Atla - Copyright 2008)
Patricia Carmo Baltazar Correa
. I suoi schermi-superfici, sono traiettorie diversificate di moduli e forme ripetibili, uguali a se stessi, in successione per ri-disegnare la tipologia dello spazio. Ricerca metodologica, suggerita e approfondita consequenzialmente dalla simbologia alchemica del sale e del leone verde. In questo limbo strutturale, dove ogni forma-oggetto si ri-definisce in linea, dissolvendosi e smaterializzandosi, per riacquisirsi in forma. In una sonorità e tensione interiore. Questo iter culturale assorbito, si manifesta in sintesi, da un interesse per delle soluzioni molteplici di riduzione; dal costruttivismo razionalista di Mondrian, al minimalismo astratto di R. Ryan e B. Newman, alla pittura analitica francese, al neo-geo anni '80/'90; evolvendo, in una atmosfera di spazialità concettuale alla Paolini. L'installazione ambientale “Madre”, del 2008, concepita e realizzata appositamente per questo evento, si caratterizza, all'interno del luogo espositivo, in differenti elementi minimal-geo, monocromi, dal materismo colorista verde. Sono ritraenti, vele stilizzate e linee, che determinano una profondità prospettica e volumetrica allo spazio, ri-interpretando l'habitat espositivo.
'... esiste una forte componente alchemica, compensiva di sviluppi sull'animismo e la sua simbologia del leone verde. ...
La concezione del lavoro resta quella non interventista. L'arte può “succedere” o “non succedere”, ma in qualsiasi caso questo, non dipenderà dal suo autore. ...' (R. Guidobono, 'Daimons Walk', 2008). '... un gioco di continua trasfigurazione per tornare infine e rivelare la loro sostanza originaria, tornando a svelare, quasi in un viaggio a ritroso, la loro essenza interna, fatta di tensione e forze vive, tornando a mostrare infine, ciò che, invisibile ... '.(E. Di Erasmo, 'Unsichtbares
Wesen', 2007). '... vita vissuta che alla fine della storia si rovescia in antropometria. In cui il paesaggio sconfinato (scorniciato) che bisogna impaginare anziché raffigurare è quello che rimanda, attraverso la certificazione della sua immanenza, alla dimensione esistenziale del lavoro degli uomini ...'' (P. Guaglianone,'Corpus', 2005).
Elly Nagaoka
Dopo una prima esperienza installativa ambientale, maturata ed evoluta tra la seconda metà degli anni '90 e la prima metà del nuovo millennio, in un apparente 'environment d'estraniamento', il nuovo ciclo di lavori attuali dell'artista giapponese, di formazione americana, argomenta un interesse specifico verso un interesse prettamente pittorico, in una rigorosa riduzione monocromatica. La pittura si compone di strutture risolte in delicate e raffinate campiture tonali ad olio, preferibilmente dalle differenti tonalità del grigio, che accentua una dinamica astratto-simbolista a dimensione spaziale.
Intervenendo su delle superfici di dimensione ridotta, in un condensato e calibrato minimalismo astratto-figurato, ascetico. Tra connotazione culturale della tradizione orientale e iperrealtà occidentalizzata analitica. Il dittico presentato e i nuovi lavori congiunti, del 2008, appositamente risolti per questo evento espositivo, si caratterizzano in un equilibrio atemporale con implicazioni spaziali, evidenziando in una soffusa prospettiva simbolista, la linea per una pittura 'disegnata'. In convergenza ad atmosfere culturali attuali tra una pratica pittorica mitteleuropea figurata, come quella di, L. Tuymans, di G. Hume, a un neo simbolismo astratto di R. Bleckner, o realista, del più storicizzato, G. Ritcher.
'... Il lavoro si fa temporalmente lunghissimo, quasi una sorta di trance febbrile producendo artigianalmente un risultato che pare meccanico e soprattutto monodimensionale ... Nagaoka subisce una svolta. Il lavoro presentato é ancora decisamente pittorico ma affronta lo spazio fisico: e l'opera che aveva perso ogni riferimento prospettico e dimensionale ... dialoga col circostante'. (A. Lombardi, 'Elly Nagaoka, Quadratura del cerchio', 1999').
'... a quel contatto tra soggetto e oggetto in cui questi si fondono l'uno nell'altro ed è dato di sperimentare l'immediatezza,
la conoscenza della vera natura delle cose nella loro essenza. ...' (S. Marotta,'Per Elly', 1998).
05
giugno 2008
Antidoto Dialogico. Dialogue as Antidote
Dal 05 al 27 giugno 2008
arte contemporanea
Location
CHANGE + PARTNER CONTEMPORARY ART
Roma, Via Di Santa Chiara, 57, (Roma)
Roma, Via Di Santa Chiara, 57, (Roma)
Orario di apertura
lun/ven 16/19
Vernissage
5 Giugno 2008, dalle 18 alle 21
Autore
Curatore