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Antonella Calabrese – Inquiete coscienze
Una suite di recenti tecniche miste dell’artista napoletana: vi raffigura un teatrino di grottesche silhouettes, caricaturali metafore dell’animo umano.
Comunicato stampa
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Nata a Napoli, diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti della sua città, Antonella Calabrese ha all’attivo partecipazioni a importanti rassegne sia in Italia che all’estero. Alcune sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Nella galleria viareggina diretta da Gianni Costa, viene presentato un ciclo di lavori recenti: tecniche miste (acrilici, sabbie, stampe digitali) in cui l’artista campana, utilizzando un segno essenziale in ambientazioni che talora ricordano il mondo dei cartoni animati, dà vita ad un bizzarro teatrino di singolari silhouette, grottesche metafore dell’animo umano. I personaggi che si affacciano nei quadri di Antonella Calabrese formano una tribù minimale, fatta di pochi ma significativi elementi, ora graffiti infantili, ora residui di memoria mediatica: una tribù pronta a ribadire la propria dignità e identità con la forza, tutta magica, della fantasia.
Così osserva il critico Laura Sormani - in relazione alla suite di opere esposte in questa personale - nell’introduzione del catalogo che correda la mostra: “Figure truci, guerrieri, coscienze isolate che si stagliano su paesaggi laconici, sfuggenti, dominati da sprazzi di materia e colori tendenti al terreo. Il segno rassicurante, gioioso, ha compiuto un salto semantico smettendo di illustrare icone Pop tutte tinte squillanti, fino a diventare qualcosa d’altro. Di certo un qualcosa meno rassicurante, ma che al tempo stesso sottende uno sguardo più complesso, la percezione consapevole di una realtà afferrabile attraverso il gioco, che però gioco non è mai stato e non può essere. Con disinvoltura, Antonella Calabrese muove i suoi pezzi: una partita fatta di superfici, linee libere, inserti fotografici, associazioni quasi automatiche. Dalla libertà di manovra con cui crea e disfa le sue strategie compositive, ricava un campo d’azione sempre vivo, dalla felicità d’invenzione, trae sorprese spiazzanti. Dall’eco ancestrale dei suoi graffiti più etnici, ottiene un tempo azzerato, dove l’immagine si pietrifica in un gesto rimasto incompiuto. Quello di un ‘uomo’ che per quanto si sforzi non riesce ad essere più che una caricatura di se stesso”.
Nella galleria viareggina diretta da Gianni Costa, viene presentato un ciclo di lavori recenti: tecniche miste (acrilici, sabbie, stampe digitali) in cui l’artista campana, utilizzando un segno essenziale in ambientazioni che talora ricordano il mondo dei cartoni animati, dà vita ad un bizzarro teatrino di singolari silhouette, grottesche metafore dell’animo umano. I personaggi che si affacciano nei quadri di Antonella Calabrese formano una tribù minimale, fatta di pochi ma significativi elementi, ora graffiti infantili, ora residui di memoria mediatica: una tribù pronta a ribadire la propria dignità e identità con la forza, tutta magica, della fantasia.
Così osserva il critico Laura Sormani - in relazione alla suite di opere esposte in questa personale - nell’introduzione del catalogo che correda la mostra: “Figure truci, guerrieri, coscienze isolate che si stagliano su paesaggi laconici, sfuggenti, dominati da sprazzi di materia e colori tendenti al terreo. Il segno rassicurante, gioioso, ha compiuto un salto semantico smettendo di illustrare icone Pop tutte tinte squillanti, fino a diventare qualcosa d’altro. Di certo un qualcosa meno rassicurante, ma che al tempo stesso sottende uno sguardo più complesso, la percezione consapevole di una realtà afferrabile attraverso il gioco, che però gioco non è mai stato e non può essere. Con disinvoltura, Antonella Calabrese muove i suoi pezzi: una partita fatta di superfici, linee libere, inserti fotografici, associazioni quasi automatiche. Dalla libertà di manovra con cui crea e disfa le sue strategie compositive, ricava un campo d’azione sempre vivo, dalla felicità d’invenzione, trae sorprese spiazzanti. Dall’eco ancestrale dei suoi graffiti più etnici, ottiene un tempo azzerato, dove l’immagine si pietrifica in un gesto rimasto incompiuto. Quello di un ‘uomo’ che per quanto si sforzi non riesce ad essere più che una caricatura di se stesso”.
31
gennaio 2009
Antonella Calabrese – Inquiete coscienze
Dal 31 gennaio al 28 febbraio 2009
arte contemporanea
Location
MERCURIO ARTE CONTEMPORANEA
Viareggio, Corso Giuseppe Garibaldi, 116, (Lucca)
Viareggio, Corso Giuseppe Garibaldi, 116, (Lucca)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 17.00 - 19.30
Vernissage
31 Gennaio 2009, ore 17.30
Autore
Curatore