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Antonella Cappabianca – Fotosensibili
Fotosensibili, come fotosensibile è la pellicola su cui l’immagine si imprime. Foto, sensibili: immagini catturate con un obiettivo e trasformate in portatrici di senso dalla loro autrice
Comunicato stampa
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Fotosensibili, come fotosensibile è la pellicola su cui l’immagine si imprime.
Foto, sensibili: immagini catturate con un obiettivo e trasformate in portatrici di senso dalla loro autrice.
Antonella Cappabianca è non vedente dalla nascita. Avvocato e amazzone, dall’anno scorso è anche fotografa.
“La mia voglia di fare foto –scrive- non è un capriccio o una sfida al mondo delle luci e dei colori. Voglio che gli altri capiscano il mio linguaggio, fatto di tatto e di rumori, ma non voglio privarmi di conoscere il loro e, se possibile, di parlarlo. Quando faccio una foto, io parlo il linguaggio di chi vede ma dico cose mie, perché fotografo solo quello che mi garantisce un’emozione e che mi piacerebbe dire o far sentire agli altri”.
Nasce da questo spunto la mostra FOTOSENSIBILI: il mondo che Antonella non vede ma vive attraverso suoni, odori, movimenti viene fissato nei suoi scatti e messo a disposizione di chi già lo vede e può così (ap)prenderlo attraverso altri sensi spesso trascurati.
FOTOSENSIBILI si inaugura il 10 marzo 2006 nello Studio 3 dell’Auditorium di Roma: la scelta della sede è dovuta, oltre che al suo prestigio, al simbolismo dell’Auditorium: questo è infatti luogo privilegiato dell’udito, tra i cinque sensi quello spesso “alternativo” alla vista. E con la mostra FOTOSENSIBILI, nel regno dell’udito entrano immagini, rese possibili dalla capacità di ascolto dell’autrice.
All’ingresso dell’installazione, una “camera oscura” cattura il visitatore, trasportandolo bruscamente dalla luce al buio e precipitandolo così nell’universo nero dell’autrice. Il ritorno alla luce coincide con l’inizio del percorso espositivo, che diventa così disvelamento del mondo interiore della fotografa sotto forma di realtà tradotta in immagini. Pensando alla necessaria reciprocità della comunicazione, la mostra è allestita tenendo conto delle diversità dei visitatori, a partire dall’impiego del Braille per il percorso testuale dell’esposizione: vista e tatto sono i due canali attraverso cui passa e si costruisce il messaggio di integrazione della mostra.
Ma cosa è la realtà? Quella percepita dall’artista, quella raffigurata nelle sue foto o quella vista da chi le guarda? Un interrogativo, questo, valido per ogni forma d’arte ma in questo caso complicato/arricchito dall’impossibile confronto tra ciò che è visto e ciò che non lo è. Impossibile, cioè, chiedere all’artista cosa vedesse al momento dello scatto, mentre si rovesciano i ruoli: colui che offre immagini non le ha viste, ma può cercare riscontro in chi osserva, e ascoltare la descrizione delle immagini che ha prodotto.
Alla riflessione su vista/visione, percezione/comunicazione si affianca in FOTOSENSIBILI un valore aggiunto: il tentativo di superare la benevolente meraviglia spesso riservata al disabile -“Oh, ma che bravo!”- per trasformarla in curiosità verso la persona e verso il suo messaggio.
Infine, la sfida più difficile: cercare un equilibrio e integrare l’aspetto culturale e quello sociale, così che “disabile fotografo” e “fotografo disabile” diventino espressioni equivalenti e, da qui, indifferenti. Un fotografo non lo è di meno perché disabile, né un disabile è “più bravo” in quanto fotografo. Disabile, fotografo: attributi di un qualsiasi, uguale a ogni altro, essere umano.
Sfide, domande, immagini.
L’autore
Antonella Cappabianca è nata a Latina 27 anni fa. Dopo il liceo, la laurea in giurisprudenza, poi un master, oggi un dottorato alla Luiss di Roma. L’impegno personale nell’ambito delle tematiche della disabilità si accompagna a una vita professionale come segretaria amministrativa e contabile. Poi ci sono tre lingue parlate, il gusto della scrittura, la passione per i viaggi in compagnia del suo cane Celia, l’equitazione a livello agonistico con le medaglie nazionali nel 2003 e regionali nel 2005. E la fotografia, per raccontare un po’ di sé agli altri. Antonella è non vedente dalla nascita.
Come nasce la mostra FOTOSENSIBILI
Antonella comincia a fotografare ciò che la circonda per tradurre le sue emozioni in immagini e renderle così disponibili a chi vede. L’Auriga Onlus, un’associazione romana impegnata dal 1993 per l’integrazione delle persone in stato di svantaggio ha voluto accompagnarla in questa esplorazione in collaborazione con l’Ufficio della Delegata all’Handicap del Comune di Roma On. Ileana Argentin e la Cooperativa sociale el Nath.
Foto, sensibili: immagini catturate con un obiettivo e trasformate in portatrici di senso dalla loro autrice.
Antonella Cappabianca è non vedente dalla nascita. Avvocato e amazzone, dall’anno scorso è anche fotografa.
“La mia voglia di fare foto –scrive- non è un capriccio o una sfida al mondo delle luci e dei colori. Voglio che gli altri capiscano il mio linguaggio, fatto di tatto e di rumori, ma non voglio privarmi di conoscere il loro e, se possibile, di parlarlo. Quando faccio una foto, io parlo il linguaggio di chi vede ma dico cose mie, perché fotografo solo quello che mi garantisce un’emozione e che mi piacerebbe dire o far sentire agli altri”.
Nasce da questo spunto la mostra FOTOSENSIBILI: il mondo che Antonella non vede ma vive attraverso suoni, odori, movimenti viene fissato nei suoi scatti e messo a disposizione di chi già lo vede e può così (ap)prenderlo attraverso altri sensi spesso trascurati.
FOTOSENSIBILI si inaugura il 10 marzo 2006 nello Studio 3 dell’Auditorium di Roma: la scelta della sede è dovuta, oltre che al suo prestigio, al simbolismo dell’Auditorium: questo è infatti luogo privilegiato dell’udito, tra i cinque sensi quello spesso “alternativo” alla vista. E con la mostra FOTOSENSIBILI, nel regno dell’udito entrano immagini, rese possibili dalla capacità di ascolto dell’autrice.
All’ingresso dell’installazione, una “camera oscura” cattura il visitatore, trasportandolo bruscamente dalla luce al buio e precipitandolo così nell’universo nero dell’autrice. Il ritorno alla luce coincide con l’inizio del percorso espositivo, che diventa così disvelamento del mondo interiore della fotografa sotto forma di realtà tradotta in immagini. Pensando alla necessaria reciprocità della comunicazione, la mostra è allestita tenendo conto delle diversità dei visitatori, a partire dall’impiego del Braille per il percorso testuale dell’esposizione: vista e tatto sono i due canali attraverso cui passa e si costruisce il messaggio di integrazione della mostra.
Ma cosa è la realtà? Quella percepita dall’artista, quella raffigurata nelle sue foto o quella vista da chi le guarda? Un interrogativo, questo, valido per ogni forma d’arte ma in questo caso complicato/arricchito dall’impossibile confronto tra ciò che è visto e ciò che non lo è. Impossibile, cioè, chiedere all’artista cosa vedesse al momento dello scatto, mentre si rovesciano i ruoli: colui che offre immagini non le ha viste, ma può cercare riscontro in chi osserva, e ascoltare la descrizione delle immagini che ha prodotto.
Alla riflessione su vista/visione, percezione/comunicazione si affianca in FOTOSENSIBILI un valore aggiunto: il tentativo di superare la benevolente meraviglia spesso riservata al disabile -“Oh, ma che bravo!”- per trasformarla in curiosità verso la persona e verso il suo messaggio.
Infine, la sfida più difficile: cercare un equilibrio e integrare l’aspetto culturale e quello sociale, così che “disabile fotografo” e “fotografo disabile” diventino espressioni equivalenti e, da qui, indifferenti. Un fotografo non lo è di meno perché disabile, né un disabile è “più bravo” in quanto fotografo. Disabile, fotografo: attributi di un qualsiasi, uguale a ogni altro, essere umano.
Sfide, domande, immagini.
L’autore
Antonella Cappabianca è nata a Latina 27 anni fa. Dopo il liceo, la laurea in giurisprudenza, poi un master, oggi un dottorato alla Luiss di Roma. L’impegno personale nell’ambito delle tematiche della disabilità si accompagna a una vita professionale come segretaria amministrativa e contabile. Poi ci sono tre lingue parlate, il gusto della scrittura, la passione per i viaggi in compagnia del suo cane Celia, l’equitazione a livello agonistico con le medaglie nazionali nel 2003 e regionali nel 2005. E la fotografia, per raccontare un po’ di sé agli altri. Antonella è non vedente dalla nascita.
Come nasce la mostra FOTOSENSIBILI
Antonella comincia a fotografare ciò che la circonda per tradurre le sue emozioni in immagini e renderle così disponibili a chi vede. L’Auriga Onlus, un’associazione romana impegnata dal 1993 per l’integrazione delle persone in stato di svantaggio ha voluto accompagnarla in questa esplorazione in collaborazione con l’Ufficio della Delegata all’Handicap del Comune di Roma On. Ileana Argentin e la Cooperativa sociale el Nath.
10
marzo 2006
Antonella Cappabianca – Fotosensibili
Dal 10 al 12 marzo 2006
fotografia
Location
AUDITORIUM – PARCO DELLA MUSICA
Roma, Viale Pietro De Coubertin, 34, (Roma)
Roma, Viale Pietro De Coubertin, 34, (Roma)
Vernissage
10 Marzo 2006, ore 18
Sito web
www.lauriga.it
Autore