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Antonella Capponi / Tonina Cecchetti
Antonella CAPPONI nasce a Gubbio nel 1965. Da anni è impegnata in una seria e coerente ricerca incentrata sul concetto di limite e soglia e sulla possibilità di travalicarli in senso spazio/temporale. Tonina CECCHETTI , nelle opere al Castello di Frontone, pone l’osservatore di fronte al dilemma ricorrente della corrispondenza del nome al soggetto, dell’esterno all’interno.
Comunicato stampa
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Antonella CAPPONI nasce a Gubbio nel 1965. Da anni è impegnata in una seria e coerente ricerca incentrata sul concetto di limite e soglia e sulla possibilità di travalicarli in senso spazio/temporale. Spazio e forma scultorea ridotta alla sua essenza minimale sono i principi dei quali si avvale l’artista per la conduzione di un pensiero organizzato concettualmente sull’arte. L’elaborazione di un progetto segnico e scritturale , la cui matrice è addirittura d’improntitudine rinascimentale , è dunque alla base di una concezione scultorea di tale fatta.
Nelle sale del Castello ne conseguono per questo opere esposte legate ai Grandi maestri del Rinascimento.
All’ingresso della prima sala La finestra dedicata a Leonardo Da Vinci , il pittore del dato atmosferico, è disposta su di un piano inclinato, costruita seguendo le regole dell’aberrazione prospettica. In essa, sul diaframma di colle incolore di origine industriale - consuete alla ricerca ormai ventennale dell’artista sulla trasparenza - risultano incisi i profili del territorio marchigiano coglibili dalla finestra del castello, soglia di visioni ottiche e mentali .
Nella seconda sono collocate quattro opere ispirate ai venti: Vayu, vento indiano, sovrano del campo sottile, Borea, Zefiro, Noto i venti greci coordinati da Vayu, opere già mostrate a Roma ad Aprile alla galleria Arte Fuori Centro.
Nell’ultima sala, infine, La finestra dedicata a Leon Battista Alberti la cui frase “ il quadro è una finestra aperta sul mondo”, sollecita a guardare oltre la finestra stessa - ricostruita e reale - , percepita come varco aperto, perimetro dell’immaginario cannocchiale dal quale sono possbili avvistamenti percettivi di un oltre.
Tonina CECCHETTI , nelle opere al Castello di Frontone, pone l’osservatore di fronte al dilemma ricorrente della corrispondenza del nome al soggetto, dell’esterno all’interno, dell’apparenza all’essere, della percezione fenomenica alla sostanza…,come colloqui silenti.
Così , tre donne “ colloquiano “ prive di volto e l’elemento fondante l’identità è dato prima dal nome ( titolo) e ,poi, soprattutto, da “ ciò che sta all’interno “ : Rosa,Margherita e Viola . In un’altra opera Cecchetti ci presenta la riproduzione ( la copia ) di una realtà che resta in parte celata, dato che la realtà vera ( quella che appare ) è proprio in quella copia. Falsi stereotipi é “ Copia “ del “ Corpo “ come concetto generale e comprendente tutti i “ corpi “ possibili, senza mai identificarsi totalmente con uno in particolare. Ed ancora : i piccoli bambini / feti , drammatici nella loro fenomenologia, stanno seduti come esseri viventi : Feti presi in giro e ,nella loro irrealistica “pelle” d’argento, ripropongono il problema tra verità e apparenza, tra forza evocativa dell’arte e concreta percezione della realtà. Un continuo gioco di rimandi, di segni e di significati è nell’opera: Viola che vìola il viola della viola . Nome, colore, fiore, azione e, conseguentemente, nome proprio di persona, nome comune, nome proprio botanico, verbo, ma anche percezione, realtà, verità …;apparenza ed essere sembrano trovare un equilibrio consapevole e rassicurante . Viola ?(persona), vestito? (colore), viola ?(fiore), vìola –re ?( atto trasgressivo )……,sta a noi trovare una risposta ,più o meno momentanea e problematica, più o meno sicura e certa. Ma all’arte non può chiedersi di più.
Nelle sale del Castello ne conseguono per questo opere esposte legate ai Grandi maestri del Rinascimento.
All’ingresso della prima sala La finestra dedicata a Leonardo Da Vinci , il pittore del dato atmosferico, è disposta su di un piano inclinato, costruita seguendo le regole dell’aberrazione prospettica. In essa, sul diaframma di colle incolore di origine industriale - consuete alla ricerca ormai ventennale dell’artista sulla trasparenza - risultano incisi i profili del territorio marchigiano coglibili dalla finestra del castello, soglia di visioni ottiche e mentali .
Nella seconda sono collocate quattro opere ispirate ai venti: Vayu, vento indiano, sovrano del campo sottile, Borea, Zefiro, Noto i venti greci coordinati da Vayu, opere già mostrate a Roma ad Aprile alla galleria Arte Fuori Centro.
Nell’ultima sala, infine, La finestra dedicata a Leon Battista Alberti la cui frase “ il quadro è una finestra aperta sul mondo”, sollecita a guardare oltre la finestra stessa - ricostruita e reale - , percepita come varco aperto, perimetro dell’immaginario cannocchiale dal quale sono possbili avvistamenti percettivi di un oltre.
Tonina CECCHETTI , nelle opere al Castello di Frontone, pone l’osservatore di fronte al dilemma ricorrente della corrispondenza del nome al soggetto, dell’esterno all’interno, dell’apparenza all’essere, della percezione fenomenica alla sostanza…,come colloqui silenti.
Così , tre donne “ colloquiano “ prive di volto e l’elemento fondante l’identità è dato prima dal nome ( titolo) e ,poi, soprattutto, da “ ciò che sta all’interno “ : Rosa,Margherita e Viola . In un’altra opera Cecchetti ci presenta la riproduzione ( la copia ) di una realtà che resta in parte celata, dato che la realtà vera ( quella che appare ) è proprio in quella copia. Falsi stereotipi é “ Copia “ del “ Corpo “ come concetto generale e comprendente tutti i “ corpi “ possibili, senza mai identificarsi totalmente con uno in particolare. Ed ancora : i piccoli bambini / feti , drammatici nella loro fenomenologia, stanno seduti come esseri viventi : Feti presi in giro e ,nella loro irrealistica “pelle” d’argento, ripropongono il problema tra verità e apparenza, tra forza evocativa dell’arte e concreta percezione della realtà. Un continuo gioco di rimandi, di segni e di significati è nell’opera: Viola che vìola il viola della viola . Nome, colore, fiore, azione e, conseguentemente, nome proprio di persona, nome comune, nome proprio botanico, verbo, ma anche percezione, realtà, verità …;apparenza ed essere sembrano trovare un equilibrio consapevole e rassicurante . Viola ?(persona), vestito? (colore), viola ?(fiore), vìola –re ?( atto trasgressivo )……,sta a noi trovare una risposta ,più o meno momentanea e problematica, più o meno sicura e certa. Ma all’arte non può chiedersi di più.
31
luglio 2004
Antonella Capponi / Tonina Cecchetti
Dal 31 luglio al 31 agosto 2004
arte contemporanea
Location
CASTELLO
Frontone, Piazzale Della Rocca, 1, (Pesaro E Urbino)
Frontone, Piazzale Della Rocca, 1, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
dal lunedi al sabato dalle 16.00 alle 22.00 la domenica 11.00- 13.00 e 16.00 – 22.00 per appuntamento al 0721-786302 / 790716
Vernissage
31 Luglio 2004, ore 18.00