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Antonella Carbonaro – Pittura e sentimento
Un pensiero di saggia armonia nei dipinti di Antonella Carbonaro Pittrice dal linguaggio armonioso e dai colori caldi e vaporosi
Comunicato stampa
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Un pensiero di saggia armonia nei dipinti di Antonella Carbonaro Pittrice dal linguaggio armonioso e dai colori caldi e vaporosi
L’Astrattismo prima e il concettualismo poi , se da un canto hanno dato espressione alla voce dell’anima, dall’altro hanno polverizzato quella dimensione del fare artistico che si inscrive nello spazio del diletto, del piacere, dei sentimenti più genuini. In tal modo le avanguardie del Novecento hanno svilito il valore sociale di quella pittura che, svincolata dagli ismi, cerca consenso tra i famigliari e gli amici, tra gli estimatori delle belle visioni, delle cartoline del viaggio e di quelle armonie delicate che sono spesso rivelazione di una serenità domestica del cui valore siamo obbligati a riflettere.
Se l’arte delle trincee culturali nasce nel dibattito e nel confronto e si intreccia alle questioni della politica e dei mutamenti sociali, bisogna ammettere che esiste anche un esercizio del colore che non ha per obiettivo le battaglie di rinnovamento e gli scontri per l’affermazione della verità, le rivoluzioni artistiche e la ricerca di nuovi linguaggi. Far finta di niente è poco corretto, evitare di conoscere il fenomeno (peraltro antico e radicato) è atteggiamento anticulturale.
Lo dico con profonda convinzione e con la serenità d’analisi che un argomento così delicato merita, in particolare da chi come me opera nell’ambito specifico muovendosi negli spazi della ricerca e dell’alta formazione. Per tale ragione ho voluto capire quale sia la spinta creativa che anima la vicenda artistica di Antonella Carbonaro, pittrice di delicate marine, di deserti dalle dune ondeggianti, di campi fioriti, di alberi robusti e imponenti.
A ben guardare gli ultimi dipinti si direbbe che alcune opere dell’Impressionismo francese abbiano particolarmente colpito la sua fantasia. Ciò si evince dal colore svelto e pastoso e anche dalla vivacità cromatica che invade il suo spazio iconico.
Ancor più decisi sono i colori quando la Carbonaro si dedica al racconto dell’ambiente siciliano. Certe colate laviche scorrono come fiumi incontenibili sui fianchi dell’Etna e impastano la materia incandescente alla luce e al fuoco. Il colore si fa vivo come sangue e fluisce impetuoso; nei lati, come lava che si raffredda, la materia cromatica si raggruma increspandosi in forme imprevedibili.
Nei campi coltivati ad ulivi o nei pianori punteggiati dalle chiome tondeggianti di alberi monumentali la pittrice non manca di evidenziare la solarità siciliana, l’ampiezza dei luoghi, la profondità dell’orizzonte. Parimenti dicasi per le spiagge, quelle linee di confine tra la terra e il mare in cui la materia consistente si lascia accarezzare dalle onde voluttuose. Sembrano carezze i flutti leggeri che bagnano la sabbia depositando conchiglie e coralli, alghe e frammenti di sostanze organiche. C’è l’inizio di una nuova vita dietro l’onda che pettina la terra, c’è la voglia di raccontare il germoglio dell’esistenza dentro la schiuma di Venere ciprea.
La Carbonaro è distante dal frastuono e dai rumori assordanti del nostro tempo, così come dal vociare irrispettoso della società violenta; l’artista cerca la dimensione del silenzio meditativo. Alla stessa maniera invece che ai problemi dell’inquinamento dilagante, della spazzatura che ci copre oltre ogni misura , delle guerre che attanagliano il mondo, dei soprusi e delle angherie che opprimono i più deboli… la pittrice preferisce pensare agli equilibri ambientali, alla natura incontaminata, ai campi di grano maturo, alle marine profonde che invitano al viaggio, al sogno.
L’artista ha scelto di circondarsi della bellezza e lo fa persino con le graste fiorite, vasi di terracotta in cui il lilla dei ciclamini si affianca al colore deciso dei gerani e delle violette. Una esplosione di vita fa da cornice al suo mondo poetico, un mondo costruito nella realtà quotidiana prima ancora di essere dipinto sulla tela. La sua è una proposta di delicata bellezza che invita a riflettere sul rispetto che ogni creatura deve promuovere nei confronti della natura. Non è fuori luogo il suo messaggio di profonda saggezza, anzi ritengo che l’umanità nuova, per ritornare a riflettere, abbia bisogno di ricostruire un equilibrio del quale in molti avvertiamo la necessità.
E’ sorprendente come tutto ciò derivi da una meditazione domestica, da un esercizio di armonia compiuto con costanza nell’intimità del proprio spazio vitale, tra gli affetti più forti , tra i ricordi più intensi.
Antonella Carbonaro con la sua pittura non vuole rivoluzionare il sistema delle arti, sa di non avere la funzione di modificare il corso della storia , ma sa anche che la poesia dell’amicizia, la pittura della gioia di vivere possono colorare di bellezza un mondo buio e triste, sporco e violento.
E’ per tale ragione che ne ho raccolto il messaggio promuovendone la conoscenza, sicuro di salvare in tal modo una dimensione del fare artistico che deve stimolarci a meditare.
All’artista, che opera senza il condizionamento delle regole e dei linguaggi prestabiliti, va il merito di aver trovato il coraggio di esprimere i valori delle sue Oasi, della sua Africa, della sua Sicilia, realtà geografiche assurte a luoghi dell’anima senza i quali la stessa vita non avrebbe senso.
Pittura e vita dunque, in una simbiosi inscindibile. La rivoluzione nell’arte è altro e si fa in trincea dove i critici e gli storici siamo obbligati a cercarla e riconoscerla.
Paolo Giansiracusa
L’Astrattismo prima e il concettualismo poi , se da un canto hanno dato espressione alla voce dell’anima, dall’altro hanno polverizzato quella dimensione del fare artistico che si inscrive nello spazio del diletto, del piacere, dei sentimenti più genuini. In tal modo le avanguardie del Novecento hanno svilito il valore sociale di quella pittura che, svincolata dagli ismi, cerca consenso tra i famigliari e gli amici, tra gli estimatori delle belle visioni, delle cartoline del viaggio e di quelle armonie delicate che sono spesso rivelazione di una serenità domestica del cui valore siamo obbligati a riflettere.
Se l’arte delle trincee culturali nasce nel dibattito e nel confronto e si intreccia alle questioni della politica e dei mutamenti sociali, bisogna ammettere che esiste anche un esercizio del colore che non ha per obiettivo le battaglie di rinnovamento e gli scontri per l’affermazione della verità, le rivoluzioni artistiche e la ricerca di nuovi linguaggi. Far finta di niente è poco corretto, evitare di conoscere il fenomeno (peraltro antico e radicato) è atteggiamento anticulturale.
Lo dico con profonda convinzione e con la serenità d’analisi che un argomento così delicato merita, in particolare da chi come me opera nell’ambito specifico muovendosi negli spazi della ricerca e dell’alta formazione. Per tale ragione ho voluto capire quale sia la spinta creativa che anima la vicenda artistica di Antonella Carbonaro, pittrice di delicate marine, di deserti dalle dune ondeggianti, di campi fioriti, di alberi robusti e imponenti.
A ben guardare gli ultimi dipinti si direbbe che alcune opere dell’Impressionismo francese abbiano particolarmente colpito la sua fantasia. Ciò si evince dal colore svelto e pastoso e anche dalla vivacità cromatica che invade il suo spazio iconico.
Ancor più decisi sono i colori quando la Carbonaro si dedica al racconto dell’ambiente siciliano. Certe colate laviche scorrono come fiumi incontenibili sui fianchi dell’Etna e impastano la materia incandescente alla luce e al fuoco. Il colore si fa vivo come sangue e fluisce impetuoso; nei lati, come lava che si raffredda, la materia cromatica si raggruma increspandosi in forme imprevedibili.
Nei campi coltivati ad ulivi o nei pianori punteggiati dalle chiome tondeggianti di alberi monumentali la pittrice non manca di evidenziare la solarità siciliana, l’ampiezza dei luoghi, la profondità dell’orizzonte. Parimenti dicasi per le spiagge, quelle linee di confine tra la terra e il mare in cui la materia consistente si lascia accarezzare dalle onde voluttuose. Sembrano carezze i flutti leggeri che bagnano la sabbia depositando conchiglie e coralli, alghe e frammenti di sostanze organiche. C’è l’inizio di una nuova vita dietro l’onda che pettina la terra, c’è la voglia di raccontare il germoglio dell’esistenza dentro la schiuma di Venere ciprea.
La Carbonaro è distante dal frastuono e dai rumori assordanti del nostro tempo, così come dal vociare irrispettoso della società violenta; l’artista cerca la dimensione del silenzio meditativo. Alla stessa maniera invece che ai problemi dell’inquinamento dilagante, della spazzatura che ci copre oltre ogni misura , delle guerre che attanagliano il mondo, dei soprusi e delle angherie che opprimono i più deboli… la pittrice preferisce pensare agli equilibri ambientali, alla natura incontaminata, ai campi di grano maturo, alle marine profonde che invitano al viaggio, al sogno.
L’artista ha scelto di circondarsi della bellezza e lo fa persino con le graste fiorite, vasi di terracotta in cui il lilla dei ciclamini si affianca al colore deciso dei gerani e delle violette. Una esplosione di vita fa da cornice al suo mondo poetico, un mondo costruito nella realtà quotidiana prima ancora di essere dipinto sulla tela. La sua è una proposta di delicata bellezza che invita a riflettere sul rispetto che ogni creatura deve promuovere nei confronti della natura. Non è fuori luogo il suo messaggio di profonda saggezza, anzi ritengo che l’umanità nuova, per ritornare a riflettere, abbia bisogno di ricostruire un equilibrio del quale in molti avvertiamo la necessità.
E’ sorprendente come tutto ciò derivi da una meditazione domestica, da un esercizio di armonia compiuto con costanza nell’intimità del proprio spazio vitale, tra gli affetti più forti , tra i ricordi più intensi.
Antonella Carbonaro con la sua pittura non vuole rivoluzionare il sistema delle arti, sa di non avere la funzione di modificare il corso della storia , ma sa anche che la poesia dell’amicizia, la pittura della gioia di vivere possono colorare di bellezza un mondo buio e triste, sporco e violento.
E’ per tale ragione che ne ho raccolto il messaggio promuovendone la conoscenza, sicuro di salvare in tal modo una dimensione del fare artistico che deve stimolarci a meditare.
All’artista, che opera senza il condizionamento delle regole e dei linguaggi prestabiliti, va il merito di aver trovato il coraggio di esprimere i valori delle sue Oasi, della sua Africa, della sua Sicilia, realtà geografiche assurte a luoghi dell’anima senza i quali la stessa vita non avrebbe senso.
Pittura e vita dunque, in una simbiosi inscindibile. La rivoluzione nell’arte è altro e si fa in trincea dove i critici e gli storici siamo obbligati a cercarla e riconoscerla.
Paolo Giansiracusa
07
dicembre 2007
Antonella Carbonaro – Pittura e sentimento
Dal 07 al 27 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
EX CONVENTO DEL RITIRO
Siracusa, Via Vincenzo Mirabella, 31, (Siracusa)
Siracusa, Via Vincenzo Mirabella, 31, (Siracusa)
Orario di apertura
10,00-13,00 e 17,00-20,00
Vernissage
7 Dicembre 2007, ore 18
Autore
Curatore