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Antonella Catini – Non luoghi comuni
La Galleria espone nei propri spazi dodici dipinti della serie paesaggi urbani realizzati da Antonella Catini, artista le cui opere, pubblicate in più di 40 cataloghi ed esposte nelle gallerie di buona parte d’Europa.
Comunicato stampa
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Hanno scritto di lei, tra gli altri, Anna Maria Baratto, Orazio Carpenzano, Francesco Giulio Farachi, Hugh Fulton, Gilles Fallot, Tiziana Musi, Massimo Locci.
La critica d’arte Ida Mitrano così descrive il lavoro di Antonella Catini:
Pittura di grande impatto visivo, cromaticamente assordante, emotivamente coinvolgente. E’questo l’elemento che immediatamente connota le tele di Antonella Catini, quello che cattura l’occhio e, nel contempo, impone una partecipazione sinestetica che consente di vivere la città nei suoi dinamismi. Pur nella sola presenza di input visivi, il coinvolgimento appare totale nella percezione introiettata di rumori, di luci, di voci, perfino di odori che evocano sensazioni, emozioni, memorie. E nell’irriducibile e necessaria tensione verso uno schema compositivo, ogni volta cercato e funzionale al progetto dell’opera, tutto trova la sua giusta misura.
Dopo una fase di sperimentazione volta a dare espressione ad una soggettività avulsa dal rapporto con la contemporaneità, nell’artista si avverte da tempo la necessità d’individuare riferimenti esterni a quella stessa soggettività, senza per questo tradirla.
Se, infatti, l’ambito nel quale Catini si muove è quello di un’arte che tende all’astrazione, nella composizione formale delle opere emerge, tuttavia, con forza la tendenza all’individuazione di una relazione tra interno ed esterno, tra luoghi della mente e spazi fisici. Spinta fino al limite, fino al determinarsi del cortocircuito che solo consente il prodursi dell’evento pittorico, quella relazione si rivela elemento chiave del processo creativo.
Dare visibilità all’immaginario poetico si traduce in un’operazione di scandaglio della propria psiche, dove il nesso con la realtà non viene mai meno, ma è continuamente ricercato e recuperato attraverso una sensibilità coloristica che da sempre connota la sua pittura costruita su particolari effetti tonali, fortemente materici e attentamente strutturati.
La materia cromatica, stesa con la spatola ad amplificare la potenza del gesto, diviene veicolo di energia psichica, consentendo all’artista di gettare sulla tela i fermenti della propria vitalità, di agire d’istinto, di entrare liberamente in contatto con la superficie per poi riordinare quella stessa materia, organizzando il proprio gesto entro una struttura che si presta ad infinite variazioni formali scandite dal ritmo di una scrittura interna all’opera. (…)
Stesura cromatica, gestualità, materia sottostanno però ad un rigore che non è affatto concettuale, perché nasce invece dall’esigenza di Catini di rapportarsi all’esterno attraverso il proprio oggetto interno. Diviene allora significativo che il colore, vibrante di energia, non esploda sulla superficie, né dia luogo ad accostamenti casuali, che il gesto pittorico, segno e colore al tempo stesso, non ceda all’impulso incontrollato, né si avventuri senza cautela nel territorio dell’improvvisazione e che la materia, densa e vitale, non appaia mai realmente autonoma, né protagonista assoluta della scena pittorica. Ed ecco che quel rigore si palesa elemento fondante della sua arte, da un lato tesa a misurarsi con la tradizione su territori già percorsi da altri, dall’altro a cogliere i segni innovativi del linguaggio pittorico senza mai perdere il senso della sua ricerca tesa a restituire i dinamismi della città e l’impatto quotidiano con la realtà metropolitana attraverso il vissuto personale. Per questa ragione, l’artista crea architetture non più leggibili come forme definite, ma come spazio urbano suggerito e suggestivo. Realtà, visione, quotidianità sono evocati dal tessuto dell’opera, dalla trama materica e cromatica dei segni che trovano sulla tela una perfetta corrispondenza con le tracce dei luoghi interni, consentendo il recupero della molteplicità di senso dell’esperienza. Corrispondenza che è, in ultimo, la vera chiave di lettura della pittura di Catini.
La critica d’arte Ida Mitrano così descrive il lavoro di Antonella Catini:
Pittura di grande impatto visivo, cromaticamente assordante, emotivamente coinvolgente. E’questo l’elemento che immediatamente connota le tele di Antonella Catini, quello che cattura l’occhio e, nel contempo, impone una partecipazione sinestetica che consente di vivere la città nei suoi dinamismi. Pur nella sola presenza di input visivi, il coinvolgimento appare totale nella percezione introiettata di rumori, di luci, di voci, perfino di odori che evocano sensazioni, emozioni, memorie. E nell’irriducibile e necessaria tensione verso uno schema compositivo, ogni volta cercato e funzionale al progetto dell’opera, tutto trova la sua giusta misura.
Dopo una fase di sperimentazione volta a dare espressione ad una soggettività avulsa dal rapporto con la contemporaneità, nell’artista si avverte da tempo la necessità d’individuare riferimenti esterni a quella stessa soggettività, senza per questo tradirla.
Se, infatti, l’ambito nel quale Catini si muove è quello di un’arte che tende all’astrazione, nella composizione formale delle opere emerge, tuttavia, con forza la tendenza all’individuazione di una relazione tra interno ed esterno, tra luoghi della mente e spazi fisici. Spinta fino al limite, fino al determinarsi del cortocircuito che solo consente il prodursi dell’evento pittorico, quella relazione si rivela elemento chiave del processo creativo.
Dare visibilità all’immaginario poetico si traduce in un’operazione di scandaglio della propria psiche, dove il nesso con la realtà non viene mai meno, ma è continuamente ricercato e recuperato attraverso una sensibilità coloristica che da sempre connota la sua pittura costruita su particolari effetti tonali, fortemente materici e attentamente strutturati.
La materia cromatica, stesa con la spatola ad amplificare la potenza del gesto, diviene veicolo di energia psichica, consentendo all’artista di gettare sulla tela i fermenti della propria vitalità, di agire d’istinto, di entrare liberamente in contatto con la superficie per poi riordinare quella stessa materia, organizzando il proprio gesto entro una struttura che si presta ad infinite variazioni formali scandite dal ritmo di una scrittura interna all’opera. (…)
Stesura cromatica, gestualità, materia sottostanno però ad un rigore che non è affatto concettuale, perché nasce invece dall’esigenza di Catini di rapportarsi all’esterno attraverso il proprio oggetto interno. Diviene allora significativo che il colore, vibrante di energia, non esploda sulla superficie, né dia luogo ad accostamenti casuali, che il gesto pittorico, segno e colore al tempo stesso, non ceda all’impulso incontrollato, né si avventuri senza cautela nel territorio dell’improvvisazione e che la materia, densa e vitale, non appaia mai realmente autonoma, né protagonista assoluta della scena pittorica. Ed ecco che quel rigore si palesa elemento fondante della sua arte, da un lato tesa a misurarsi con la tradizione su territori già percorsi da altri, dall’altro a cogliere i segni innovativi del linguaggio pittorico senza mai perdere il senso della sua ricerca tesa a restituire i dinamismi della città e l’impatto quotidiano con la realtà metropolitana attraverso il vissuto personale. Per questa ragione, l’artista crea architetture non più leggibili come forme definite, ma come spazio urbano suggerito e suggestivo. Realtà, visione, quotidianità sono evocati dal tessuto dell’opera, dalla trama materica e cromatica dei segni che trovano sulla tela una perfetta corrispondenza con le tracce dei luoghi interni, consentendo il recupero della molteplicità di senso dell’esperienza. Corrispondenza che è, in ultimo, la vera chiave di lettura della pittura di Catini.
06
dicembre 2008
Antonella Catini – Non luoghi comuni
Dal 06 dicembre 2008 al 10 gennaio 2009
arte moderna e contemporanea
Location
ARCH LAB
Roma, Via Giovanni Lanza, 91a, (Roma)
Roma, Via Giovanni Lanza, 91a, (Roma)
Vernissage
6 Dicembre 2008, ore 18,30
Autore
Curatore