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Antonella Pizzamiglio – Leros. Anche il Nulla ha un nome
Il primo reportage fotografico sul peggior manicomio del mondo realizzato nel 1989. Ulteriore pathos alla drammaticità degli scatti fotografici viene fornito da installazioni metalliche appositamente realizzate
Comunicato stampa
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Non devo dirvi che è un’isola Greca, vicino a Coos luogo di Ippocrate, dove nasce la medicina, non devo dirvi che lì Mussolini ha costruito la più importante base aeronavale del Mediterraneo (che a me è servita per la sopravvivenza), devo dirvi che ero li a vivere nel più orrendo manicomio che l’uomo (ma quale UOMO mi viene da chiedermi ogni volta) abbia conosciuto.
Sono andata li, per aiutare quell’uomo quello che non si riteneva tale, quello che viveva li e non lo si voleva far sentire e vedere, perché solo il potere aveva il sopravvento in questo significato.
Non devo raccontare la mia storia, ma una storia di una partenza irresponsabile attratta solo dal denunciare cose che non pensavo mai di vedere.
Un arrivo su un battello di notte e un’ entrata misteriosa di una giovane italiana amica dell’unico psichiatra amico da anni, ma sicuramente mai visto.
Una recita quasi cinematografica in un ambiente che nulla aveva della finzione.
Un passaggio attraverso a stecche di sigarette, una bicicletta che mi permetteva di viaggiare tra orrori e caffè bevuti insieme a guardiani che solo lo sguardo mi pietrificava.
Ammassi di gente, odori insostenibili, gemiti che i sensi non avevano mai udito e un obbiettivo elettrificato dal poter cogliere tutto e portare a casa, cosa, la consapevolezza che un “uomo” non poteva esistere.
La forza in quei 4 giorni , un’immagine che potesse dare dignità a quelle persone.
La forza che solo attraverso questo obbiettivo ci potesse essere il raggiungimento di poterne uscire e insieme a Loro di poter dare una nuova vita alle immagini, alla vita.
Niente di più riesco a raccontare.
Sono andata li, per aiutare quell’uomo quello che non si riteneva tale, quello che viveva li e non lo si voleva far sentire e vedere, perché solo il potere aveva il sopravvento in questo significato.
Non devo raccontare la mia storia, ma una storia di una partenza irresponsabile attratta solo dal denunciare cose che non pensavo mai di vedere.
Un arrivo su un battello di notte e un’ entrata misteriosa di una giovane italiana amica dell’unico psichiatra amico da anni, ma sicuramente mai visto.
Una recita quasi cinematografica in un ambiente che nulla aveva della finzione.
Un passaggio attraverso a stecche di sigarette, una bicicletta che mi permetteva di viaggiare tra orrori e caffè bevuti insieme a guardiani che solo lo sguardo mi pietrificava.
Ammassi di gente, odori insostenibili, gemiti che i sensi non avevano mai udito e un obbiettivo elettrificato dal poter cogliere tutto e portare a casa, cosa, la consapevolezza che un “uomo” non poteva esistere.
La forza in quei 4 giorni , un’immagine che potesse dare dignità a quelle persone.
La forza che solo attraverso questo obbiettivo ci potesse essere il raggiungimento di poterne uscire e insieme a Loro di poter dare una nuova vita alle immagini, alla vita.
Niente di più riesco a raccontare.
29
gennaio 2010
Antonella Pizzamiglio – Leros. Anche il Nulla ha un nome
Dal 29 gennaio al 27 febbraio 2010
fotografia
Location
CASA ROSA – EX OPP PARCO DI SAN GIOVANNI
Trieste, Via Guglielmo De Pastrovich, (Trieste)
Trieste, Via Guglielmo De Pastrovich, (Trieste)
Orario di apertura
dal martedi al sabato dalle 17 alle 20
Vernissage
29 Gennaio 2010, ore 18.30
Sito web
www.artestudioarte.com
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