Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Antonello da Messina – L’Annunciata. da Palazzo Abatellis al Museo di Messina
Ancora una volta Antonello ritorna nella città natale con uno dei suoi capolavori sublimi (qualcuno ha definito l’Annunciata una sorta di Gioconda ante litteram), un quadro-simbolo dell’arte non solo siciliana ma europea.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 22 agosto 2009 alle ore 11.30, presso il Museo regionale di Messina, si svolgerà l’inaugurazione della mostra “L’Annunciata di Antonello da Palazzo Abatellis al Museo di Messina”. Interverranno l’Assessore regionale dei Beni Culturali Ambientali e della Pubblica Istruzione, Nicola Leanza, il Direttore della Galleria regionale della Sicilia, Giulia Davì, il Direttore del Museo regionale di Messina, Gioacchino Barbera, il Sindaco, Giuseppe Buzzanca, il Presidente della Provincia Regionale, Nanni Ricevuto.
L’iniziativa è stata fortemente voluta dall’Assessore Leanza che, in attesa della imminente riapertura della Galleria regionale della Sicilia e al fine di permettere la fruizione al pubblico del più noto capolavoro di Antonello, soprattutto durante il periodo estivo, ha ritenuto opportuno di esporre l’opera presso il Museo regionale di Messina.
La città natale del grande maestro ha dunque l’occasione di ospitare, per un mese, il sublime dipinto, definito una Gioconda ante litteram, che così dialogherà con le altre opere presenti nella sede museale: il celeberrimo Polittico di San Gregorio e la tavoletta double-face di recente acquisizione.
L’opera descrive con straordinarie pennellate il mistero dell’Incarnazione, ponendo al centro il ritratto della Vergine, “umana” e realistica ma al tempo stesso quasi astratta nella sua assoluta perfezione formale. Sebbene la critica si sia a lungo dibattuta sulla cronologia del dipinto, recentemente, proprio per la tale perfetta sintesi prospettica e formale (“la mano più bella che io conosca nell’arte”, ha scritto Longhi nel 1914), ai limiti dell’astrazione, tende a una datazione piuttosto avanzata, intorno al 1476-77, vale a dire tra la fine del soggiorno veneziano del pittore e il suo rientro definitivo nella città natale dove morirà pochi anni dopo, nel 1479.
Le raccolte del Museo Nazionale (trasferito poi a Palazzo Abatellis) ricevettero la tavola nel 1906, per legato testamentario del cavalier Vincenzo Di Giovanni che l’aveva comperata a Palermo dalla famiglia Colluzio con un’attribuzione a Dürer. A lungo confusa con la copia assai modesta delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, ora riferita ad Antonello de Saliba, è stata poi riconosciuta definitivamente come capolavoro assoluto di Antonello ispirando, con il suo fascino sottile e quasi magnetico, le più diverse letture stilistiche e iconologiche.
è difficile aggiungere un giudizio originale sull’opera, probabilmente uno dei più raffinati fu quello espresso da Alessandro Marabottini , in occasione della mostra messinese del 1981 dedicata ad Antonello: “Questa Vergine ci offre una nuova e più intensa rappresentazione di un tipo etnico isolano, non più, come nelle figure femminili eseguite prima del 75, impaginato entro schemi formali pierfranceschiani, ma più liberamente sottoposto a una autonoma, profonda idealizzazione. Quella chiusura quasi ostile, che i sorrisi stereotipi non riescono ad addolcire nei visi delle Madonne e delle Annunciate di Antonello, è ora sublimata in una espressione di nobile distacco: volto e gesto rendono questa Vergine intangibile nel suo isolamento astrale, racchiusa nel manto azzurro come una stella nella notte”.
L’iniziativa è stata fortemente voluta dall’Assessore Leanza che, in attesa della imminente riapertura della Galleria regionale della Sicilia e al fine di permettere la fruizione al pubblico del più noto capolavoro di Antonello, soprattutto durante il periodo estivo, ha ritenuto opportuno di esporre l’opera presso il Museo regionale di Messina.
La città natale del grande maestro ha dunque l’occasione di ospitare, per un mese, il sublime dipinto, definito una Gioconda ante litteram, che così dialogherà con le altre opere presenti nella sede museale: il celeberrimo Polittico di San Gregorio e la tavoletta double-face di recente acquisizione.
L’opera descrive con straordinarie pennellate il mistero dell’Incarnazione, ponendo al centro il ritratto della Vergine, “umana” e realistica ma al tempo stesso quasi astratta nella sua assoluta perfezione formale. Sebbene la critica si sia a lungo dibattuta sulla cronologia del dipinto, recentemente, proprio per la tale perfetta sintesi prospettica e formale (“la mano più bella che io conosca nell’arte”, ha scritto Longhi nel 1914), ai limiti dell’astrazione, tende a una datazione piuttosto avanzata, intorno al 1476-77, vale a dire tra la fine del soggiorno veneziano del pittore e il suo rientro definitivo nella città natale dove morirà pochi anni dopo, nel 1479.
Le raccolte del Museo Nazionale (trasferito poi a Palazzo Abatellis) ricevettero la tavola nel 1906, per legato testamentario del cavalier Vincenzo Di Giovanni che l’aveva comperata a Palermo dalla famiglia Colluzio con un’attribuzione a Dürer. A lungo confusa con la copia assai modesta delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, ora riferita ad Antonello de Saliba, è stata poi riconosciuta definitivamente come capolavoro assoluto di Antonello ispirando, con il suo fascino sottile e quasi magnetico, le più diverse letture stilistiche e iconologiche.
è difficile aggiungere un giudizio originale sull’opera, probabilmente uno dei più raffinati fu quello espresso da Alessandro Marabottini , in occasione della mostra messinese del 1981 dedicata ad Antonello: “Questa Vergine ci offre una nuova e più intensa rappresentazione di un tipo etnico isolano, non più, come nelle figure femminili eseguite prima del 75, impaginato entro schemi formali pierfranceschiani, ma più liberamente sottoposto a una autonoma, profonda idealizzazione. Quella chiusura quasi ostile, che i sorrisi stereotipi non riescono ad addolcire nei visi delle Madonne e delle Annunciate di Antonello, è ora sublimata in una espressione di nobile distacco: volto e gesto rendono questa Vergine intangibile nel suo isolamento astrale, racchiusa nel manto azzurro come una stella nella notte”.
22
agosto 2009
Antonello da Messina – L’Annunciata. da Palazzo Abatellis al Museo di Messina
Dal 22 agosto al 22 settembre 2009
arte antica
Location
MUSEO REGIONALE
Messina, Viale Della Libertà, 465, (Messina)
Messina, Viale Della Libertà, 465, (Messina)
Orario di apertura
mattina tutti i giorni 9.00 / 13.30
pomeriggio martedì, giovedì, sabato 16.30 / 19.00
domenica e festivi 9.00 / 12.30
Vernissage
22 Agosto 2009, ore 11.30
Autore
Curatore