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Antonello Stegani – Venti personaggi
La mostra, personale tributo di Antonello Stegani alla città natale, raccoglie venti intensi ritratti fotografici di personalità del mondo della cultura e dell’arte, che hanno vissuto o vivono a Ferrara e hanno intrecciato negli anni il loro percorso con quello dell’artista.
Comunicato stampa
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Venti personaggi sono i protagonisti di altrettanti ritratti fotografici eseguiti da Antonello Stegani nell’arco di nove anni, dal 2010 a oggi. Questa galleria di volti – incompleta, per ammissione dell’autore – racchiude la storia degli incontri, poi divenuti durature amicizie, di una vita, umana e professionale; ogni ritratto, lungamente cercato e pazientemente atteso, immortala un segmento del percorso esistenziale di Stegani: talora conosciuti sui banchi di scuola, in qualche caso frequentati per anni quotidianamente sul luogo di lavoro, venti personaggi che hanno lasciato un segno in città disegnano il volto di una Ferrara della memoria e degli affetti.
Nel corso della sua lunga attività professionale Stegani ha sempre lavorato per il committente; non ha seguito progetti proprî, riservando uno spazio limitato a espressività e ricerca personali. I mondi della pubblicità e della fotografia industriale, in cui tanta attenzione è dedicata alla preparazione dei set di posa, ne hanno plasmato lo stile e il gusto estetico. Attraverso un preciso e lento cerimoniale, che prevede la corretta disposizione delle luci e la ricerca dell’empatia con il modello, Stegani ritrae i suoi personaggi restituendone anche la componente psicologica più nascosta.
I personaggi ritratti sono: Angelo Andreotti, Carlo Ansaloni, Giuliana Berengan, Riccardo Biavati, Lola Bonora, Maurizio Bonora, Maurizio Camerani, Marco Caselli Nirmal, Franco Farina, Franco Goberti, Gianni Guidi, Liviana Pontelli, Massimo Roncarà, Mustafa Sabbagh, Gianpietro Testa, Raffaele Torelli, Rodolfo Torelli, Gianni Vallieri, Sergio Zanni, Paolo Zappaterra.
Le fotografie in mostra sono accompagnate da un testo di Gianpietro Testa.
Antonello Stegani si è formato all’Accademia di Belle Arti “Clementina” di Bologna. Ha da sempre diviso l’attività professionale di grafico e fotografo tra agenzie pubblicitarie e studi di fotografia industriale.
Tecnico e sperimentatore, fin dagli inizi degli anni Ottanta si avvale dei supporti digitali, nella certa convinzione che il mezzo informatico costituisca un valido ausilio al servizio della grafica, della fotografia, dell’editoria, della post-produzione tipografica e fotografica.
I suoi maestri sono fotografi quali Paolo Monti e Italo Zannier, tra i più accreditati nel panorama nazionale negli anni Settanta e Ottanta.
Vari sono stati gli impegni in campo teatrale come fotografo di scena e direttore della fotografia. Ha collaborato, tra gli altri, con il regista Ezio Cuoghi, il direttore artistico Carlo Ansaloni, l’entomologo Giorgio Celli, il musicista Andrea Centazzo, il coreografo Virgilio Sieni.
Sue fotografie e opere grafiche compaiono in importanti cataloghi, a corredo di mostre di artisti di fama internazionale e in allestimenti espositivi in Europa, Stati Uniti e America Latina.
Per la creazione di stile, in vari paesi, si trovano sue composizioni grafiche inerenti alle tendenze della moda e del fashion design.
Vive e opera a Ferrara, sua città natale.
VENTI PERSONAGGI
Erano favolose le foto che mi mettevano davanti, quasi tutte piccoline, quattro per quattro al massimo, e le figure si distinguevano appena, ricordo mia madre sulla spiaggia di Cervia in audace costume da bagno a righe bianche e nere sotto braccio alla zia Maria, entrambe tenacemente allacciate alla loro splendida gioventù: le ho ancora quelle immagini ingiallite, ma allora, io, le guardavo come se fossero state opera di un angelo. E così passavo una parte del pomeriggio. Tranquillo. Direi felice. Il paesaggio e le persone mi appartenevano, nulla, in quelle immagini, mi era estraneo, mi era familiare anche la macchina con la quale erano state scattate, una Kodak sei per nove. Le foto-francobollo sono ancora là, conservate in una bellissima scatola di legno intarsiato, la scatola dei ricordi perduti, la chiamo.
Non assomigliano alle foto che Stegani mi mette sotto gli occhi adesso, alcune gliele ho viste fare, mi correggo: scattare, perché lui, Stegani dico, sa che l’immagine che uscirà è destinata a durare nel tempo.
Crescendo ho abbandonato l’apparecchio fotografico, che aveva, finalmente, conferito certezza a occhi illusi da luci e ombre creando nel cervello, almeno nel mio, una realtà diversa da quella che avevo immaginato.
Ora le ho qui, le foto nuove che sono, almeno per me, sconvolgenti, perché mi mettono davanti visi e sembianze che, insieme, avevano formato l’universo sociale a cui ero abituato, facce, andature, colore dei capelli, scelte del vestiario, era diventato tutto un miscuglio umano che mi aveva spinto, vivendo e lavorando lontano dalla mia casa e dalla mia città, a riconsiderare la mia vita: era giusto abitare in una città dove quasi mai qualcuno mi salutava per strada? Oppure era meglio tornare là da dove ero venuto, con gli amici di scuola, e i primi amori, le prime delusioni, bocche che mi dicevano semplicemente ciao, occhi furtivi e furbi di chi ce l’aveva fatta, occhi mesti di chi era stato respinto?
Rivedo tutta questa realtà che mi era sfuggita, guardo le grandi, bellissime foto di Antonello e mi ritrovo a fianco dei miei concittadini, di cui sento le voci, voci lontane, ma vive che mi chiamano.
GianPietro Testa
Nel corso della sua lunga attività professionale Stegani ha sempre lavorato per il committente; non ha seguito progetti proprî, riservando uno spazio limitato a espressività e ricerca personali. I mondi della pubblicità e della fotografia industriale, in cui tanta attenzione è dedicata alla preparazione dei set di posa, ne hanno plasmato lo stile e il gusto estetico. Attraverso un preciso e lento cerimoniale, che prevede la corretta disposizione delle luci e la ricerca dell’empatia con il modello, Stegani ritrae i suoi personaggi restituendone anche la componente psicologica più nascosta.
I personaggi ritratti sono: Angelo Andreotti, Carlo Ansaloni, Giuliana Berengan, Riccardo Biavati, Lola Bonora, Maurizio Bonora, Maurizio Camerani, Marco Caselli Nirmal, Franco Farina, Franco Goberti, Gianni Guidi, Liviana Pontelli, Massimo Roncarà, Mustafa Sabbagh, Gianpietro Testa, Raffaele Torelli, Rodolfo Torelli, Gianni Vallieri, Sergio Zanni, Paolo Zappaterra.
Le fotografie in mostra sono accompagnate da un testo di Gianpietro Testa.
Antonello Stegani si è formato all’Accademia di Belle Arti “Clementina” di Bologna. Ha da sempre diviso l’attività professionale di grafico e fotografo tra agenzie pubblicitarie e studi di fotografia industriale.
Tecnico e sperimentatore, fin dagli inizi degli anni Ottanta si avvale dei supporti digitali, nella certa convinzione che il mezzo informatico costituisca un valido ausilio al servizio della grafica, della fotografia, dell’editoria, della post-produzione tipografica e fotografica.
I suoi maestri sono fotografi quali Paolo Monti e Italo Zannier, tra i più accreditati nel panorama nazionale negli anni Settanta e Ottanta.
Vari sono stati gli impegni in campo teatrale come fotografo di scena e direttore della fotografia. Ha collaborato, tra gli altri, con il regista Ezio Cuoghi, il direttore artistico Carlo Ansaloni, l’entomologo Giorgio Celli, il musicista Andrea Centazzo, il coreografo Virgilio Sieni.
Sue fotografie e opere grafiche compaiono in importanti cataloghi, a corredo di mostre di artisti di fama internazionale e in allestimenti espositivi in Europa, Stati Uniti e America Latina.
Per la creazione di stile, in vari paesi, si trovano sue composizioni grafiche inerenti alle tendenze della moda e del fashion design.
Vive e opera a Ferrara, sua città natale.
VENTI PERSONAGGI
Erano favolose le foto che mi mettevano davanti, quasi tutte piccoline, quattro per quattro al massimo, e le figure si distinguevano appena, ricordo mia madre sulla spiaggia di Cervia in audace costume da bagno a righe bianche e nere sotto braccio alla zia Maria, entrambe tenacemente allacciate alla loro splendida gioventù: le ho ancora quelle immagini ingiallite, ma allora, io, le guardavo come se fossero state opera di un angelo. E così passavo una parte del pomeriggio. Tranquillo. Direi felice. Il paesaggio e le persone mi appartenevano, nulla, in quelle immagini, mi era estraneo, mi era familiare anche la macchina con la quale erano state scattate, una Kodak sei per nove. Le foto-francobollo sono ancora là, conservate in una bellissima scatola di legno intarsiato, la scatola dei ricordi perduti, la chiamo.
Non assomigliano alle foto che Stegani mi mette sotto gli occhi adesso, alcune gliele ho viste fare, mi correggo: scattare, perché lui, Stegani dico, sa che l’immagine che uscirà è destinata a durare nel tempo.
Crescendo ho abbandonato l’apparecchio fotografico, che aveva, finalmente, conferito certezza a occhi illusi da luci e ombre creando nel cervello, almeno nel mio, una realtà diversa da quella che avevo immaginato.
Ora le ho qui, le foto nuove che sono, almeno per me, sconvolgenti, perché mi mettono davanti visi e sembianze che, insieme, avevano formato l’universo sociale a cui ero abituato, facce, andature, colore dei capelli, scelte del vestiario, era diventato tutto un miscuglio umano che mi aveva spinto, vivendo e lavorando lontano dalla mia casa e dalla mia città, a riconsiderare la mia vita: era giusto abitare in una città dove quasi mai qualcuno mi salutava per strada? Oppure era meglio tornare là da dove ero venuto, con gli amici di scuola, e i primi amori, le prime delusioni, bocche che mi dicevano semplicemente ciao, occhi furtivi e furbi di chi ce l’aveva fatta, occhi mesti di chi era stato respinto?
Rivedo tutta questa realtà che mi era sfuggita, guardo le grandi, bellissime foto di Antonello e mi ritrovo a fianco dei miei concittadini, di cui sento le voci, voci lontane, ma vive che mi chiamano.
GianPietro Testa
08
febbraio 2019
Antonello Stegani – Venti personaggi
Dall'otto febbraio al 07 marzo 2019
fotografia
Location
LA PAZIENZA ARTE E LIBRI
Ferrara, via de’ Romei , 38, (Ferrara)
Ferrara, via de’ Romei , 38, (Ferrara)
Orario di apertura
lunedì 16-19.30
da martedì a sabato 10.30-12.30, 16-19.30
Vernissage
8 Febbraio 2019, ore 17.30
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