Per anni confinati nei depositi di gallerie, spesso poco valorizzati, tali lavori “riemergono” in tutta la loro potente attualità. In ciò il segno della loro ca­rica anticipatoria, sia per quel che riguarda le so­luzioni formali adottate, sia per ciò che è ricondu­cibile al dibattito sul potere delle immagini, che all’epoca dei lavori oggi in mostra, trovava le prime approfondite occasioni di approfondimento. Quel dibattito è ormai maturo: nelle arti visive molte sono le ricerche che hanno intanto trovato sviluppi eterogenei, mentre la riflessione teorica si è an­data raffinando, soprattutto nel confronto con l’ipertrofia produttiva dei sistemi di comunicazione digitale. Proprio alla luce degli sviluppi più recenti vanno individuati quei temi che rendono piena­mente contemporanee le opere esposte. Il primo è senz’altro il tema del potere evocativo e insieme persuasivo dell’immagine, soprattutto quando questo trova contestualizzazione in un medium come il video. Un secondo tema è quello dell’immagine stereotipata, evidenziato nella ripro­posizione mediale di Guernica. Infine, un tema forse meno evidente, ma di ampia portata in tutto il lavoro successivo dell’artista, è quello del rapporto tra immagine e supporto, dove il supporto, quale al tempo poteva essere la tela di jeans, diviene ele­mento significante che sostiene e qualifica la fi­gura riprodotta. È questo un tema che si offre nell’opera recentissima di Antonello Tagliafierro, dove il potere dell’immagine è ormai risolto nell’impossibilità della sua permanenza, nella mera e inconsistente traccia lasciata dal corpo.

Domenico Papa