Il lavoro di Muntadas è diretto verso le tematiche sociali, politiche e di comunicazione, del rapporto tra spazio pubblico e privato in un determinato contesto sociale; indaga i canali di informazione e come questi vengono utilizzati per censurare le notizie o diffondere le idee, utilizzando mezzi espressivi come la fotografia e le installazioni multimediali.
Mariateresa Sartori pur incentrando gran parte del suo lavoro sul video, si avvale anche di altri media mantenendo tuttavia un tratto sintetico e una secchezza di stile che la caratterizzano. Il filo conduttore di opere anche molto diverse tra loro è anzitutto uno sguardo sul mondo fortemente influenzato dal suo interesse per le neuroscienze, per la linguistica e la filosofia della scienza che le offrono angolazioni particolari da cui osservare la condizione umana.

“Movimenti e Situazioni è il comune denominatore dei lavori di Muntadas e di Mariateresa Sartori, i due protagonisti della duplice esposizione alla Galleria Michela Rizzo. Se per entrambi la registrazione del movimento nello spazio diventa materia artistica primaria, le fotografie, i disegni e i video generati da questa osservazione hanno una matrice e una natura segnatamente diversa.
Di carattere profondamente autobiografico, il lavoro di Muntadas – spagnolo di nascita, americano d’adozione, eterno viaggiatore – presenta un video e tre cicli di fotografie scattate durante i frequenti trasferimenti da una città a un’altra, spostamenti che sono parte fondante del suo fare arte. L’artista, consegnandoci un frammento del suo muoversi ci svela in realtà la complessità della sua esperienza del mondo: l'arte, quindi, come informazione e percezione.
Prendendo le mosse da una ricerca scientifica – la documentazione video della folla del carnevale di Venezia – prodotta dal Laboratorio di Fisica della Città dell’Università di Bologna, la veneziana Mariateresa Sartori ha realizzato due video e il ciclo di disegni Tutti quelli che vanno. L’artista ha seguito il movimento dei pedoni tracciandone il percorso con il pennarello su un foglio trasparente fissato al monitor del computer. Ha poi riportato fedelmente il risultato su grandi fogli di carta bianca. Le linee tracciate creano lo spazio, disegnando un paesaggio che di fatto non c’è.
Pur partendo dalla registrazione oggettiva, persino scientifica, di scenari quotidiani – Venezia, New York o luoghi pubblici –, profondamente legati al vissuto personale di ciascuno, Muntadas e Mariateresa Sartori filtrano il reale attraverso la loro sensibilità artistica, resituendoci le suggestioni di un paesaggio interiore.”

testo di Marco Ferraris