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Antonio Casalino – Forme Colorate
Antonio Casalino, artista contemporaneo minuzioso quanto fantasioso, “serio” quanto colorato, che non attinge da momenti realistico-mimetici dell’ambiente ma va ricercando composizioni di forme geometriche, accostamenti cromatici e texture. Nulla di concettuale. Per noi, un grande piacere ospitarlo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Anche quest'anno OBYARTStudio Multifunzionale, con piacere consueto, partecipa alla 14° Giornata del Contemporaneo, il grande evento che, dal 2005, AMACI dedica all’arte contemporanea e al suo pubblico. Questa giornata, che si estenderà ad una settimana, avrà come protagonista l'artista Antonio Casalino.
Doretta Cecchi artista, storica della critica d'arte, scrive di lui:
“E’ sempre stato facile, per l’amante dell’arte, innamorarsi delle opere di Antonio Casalino. Per chi ama soltanto riconoscere nei sui lavori la propria esperienza, i suoi quadri passati offrono incantevoli viste incantatrici di angoli cittadini o di campagna; per coloro che pretendono qualcosa di più da un artista, è possibile cogliere in queste sue opere la dimensione atemporale temporale: il paesaggio, il soggetto è cristallizzato nell’attimo di attesa infinitesimo prima che “accada qualcosa” che cambierà tutto.
Chi infine ama semplicemente il bello in tutta la pienezza del significato, trova nel lavoro di Antonio Casalino soddisfazione vera e completa: la precisione quasi maniacale, ma non pedante, del dettaglio, la ricerca perfino delle tonalità più appropriate e perfette per quella cornice di quel determinato quadro, la trasparenza assoluta delle atmosfere che donano tridimensionalità al suo lavoro. E’ tutto lì, da vedere e godere.
E sicuramente nel suo caso non si tratta di perfezionismo tout court spinto alla banalità del rincorrere la fotografia e le sue potenzialità, bensì di supremo rispetto per il proprio lavoro e per chi del proprio lavoro fruisce, o dalle sue opere si fa rapire.
Tutte queste qualità “antiche” del lavoro di Casalino, antiche perché sue dall’inizio della propria attività pittorica e antiche perché lo avvicinano sotto certi aspetti, ai grandi della storia dell’arte, si trasferiscono arricchendosi (e sembra un paradosso) nei suoi nuovi lavori che tutto sono fuorché realistici, per lo meno di una realtà riconoscibile a prima vista.
In esse rimane la tridimensionalità, l’accuratezza infinita per il dettaglio e l’esecuzione, il cogliere quanto si rappresenta in un momento particolarissimo della sua esistenza e bloccarlo lì, prima che sia troppo tardi, ma poi la similitudine con i lavori precedenti si ferma.
Queste nuove opere potrebbero essere frammenti di tessuti, o schede di un catalogo di texture, o forse schegge di tarsie lignee “rubate” a qualche mobile settecentesco, o frammenti di mosaico geometrico, di diversi spessori e mescolati, accostati, in parte sovrapposti in una varietà di colori, linee, profondità, decorazioni che intrigano la mente e rubano lo sguardo.
Sono certo materiali diversi, spesso sembra di riconoscerli, spesso sembrano sporgere verso chi li guarda, più spesso ancora sembrano contaminarsi l’un l’altro, davanti ai nostri occhi, ma senza sporcarsi, senza perdere di eleganza, leggerezza, luminosità e preziosità, senza soprattutto scivolare nel virtuosismo fine a se stesso. Antonio Casalino è un ricercatore di tecniche e di oggetti. Ama sperimentare e ama esplorare mercatini, piccoli antiquari, misteriosi robivecchi, soffitte e granai, alla ricerca dell’oggetto che lo chiami, che stimoli la sua passione, che completi quell’arredamento che sta curando o quell’oggetto che sta ricreando.
Ecco, è come se con la sua nuova produzione artistica, Casalino, grazie a una sorta di incantesimo, entrasse nei quadri più famosi della storia dell’arte, quelli, per intenderci, che si possono ammirare nelle grandi pinacoteche, nelle chiese monumentali, nei palazzi, o che formano la sua personale cultura artistica, e potesse aggirarsi, grazie alla magia riservata ai veri poeti, nel palazzo di un principe medievale, nella sala di un Cenacolo, o spiare una casa, stretta nelle mura della città, dalle piccole finestre, o partecipare al trionfo di una qualche divinità pagana o di qualche santo, e per quella stessa magia potesse “rubare”, portare via con sé quel capitello ornato da una greca incisa nel marmo, quel viluppo di vesti fatto di tessuti preziosi, il particolare di quel tappeto ricchissimo su cui si inginocchiano i committenti di un’opera, o quell’affascinante intersecarsi di linee che formano l’architetturacontenitore dei protagonisti di una qualche storia.
Una volta portato a termine il suo furto, Casalino ce lo ripropone nelle sue nuove opere, libero dal contesto d’origine, ricomposto con altri frammenti e altri colori, per mostrare e dimostrare a noi stupiti quanta ricchezza visiva nasce dall’unione di semplici particolari estratti da una struttura complessa, particolari che nell’economia delle grandi opere passano perlopiù inosservati.
Che sia fantasia pura la mia? Fantasia che ha sciolto i nodi che la trattenevano complice l’amicizia che mi lega da tanto tempo all’artista? No, non credo. Sicuramente potrei parlare “meglio” di citazioni, reinterpretazioni, astrattismi, informali geometrie, sovrapposizioni di stili… e via “criticando”, ma io preferisco vederlo e sentirlo un po’ mago Antonio Casalino, quel mago gentile e raffinato che coglie nel mondo dell’arte, frammenti speciali e poi, dopo averli resi “altro”, un altro ancora più prezioso col suo lavoro, ce li offre con un sorriso, in un suo quadro, come si offre agli amici il mazzo di fiori più belli del proprio giardino.”
Antonio Casalino classe 1939. Milanese di nascita ma indunese di adozione, laureatosi in Lettere Moderne presso l'Università Cattolica di Milano lavora fin da giovane come figura eclettica; insegna per diversi anni materie letterarie nelle scuole medie e Storia dell'Arte al Liceo Classico, diviso tra il mondo della scuola, la ricerca linguistica letterale ed artistica. In seguito ad un periodo romano, in cui è attivo come scenografo per cinema, teatro e tv, torna a Milano dove inizia a lavorare nel campo dell'architettura d'interni. Dagli anni Ottanta inizia a dedicare sempre più tempo e attenzione alla pratica della pittura, in cui ancora oggi si riflette la sua attività di ricerca.
Doretta Cecchi artista, storica della critica d'arte, scrive di lui:
“E’ sempre stato facile, per l’amante dell’arte, innamorarsi delle opere di Antonio Casalino. Per chi ama soltanto riconoscere nei sui lavori la propria esperienza, i suoi quadri passati offrono incantevoli viste incantatrici di angoli cittadini o di campagna; per coloro che pretendono qualcosa di più da un artista, è possibile cogliere in queste sue opere la dimensione atemporale temporale: il paesaggio, il soggetto è cristallizzato nell’attimo di attesa infinitesimo prima che “accada qualcosa” che cambierà tutto.
Chi infine ama semplicemente il bello in tutta la pienezza del significato, trova nel lavoro di Antonio Casalino soddisfazione vera e completa: la precisione quasi maniacale, ma non pedante, del dettaglio, la ricerca perfino delle tonalità più appropriate e perfette per quella cornice di quel determinato quadro, la trasparenza assoluta delle atmosfere che donano tridimensionalità al suo lavoro. E’ tutto lì, da vedere e godere.
E sicuramente nel suo caso non si tratta di perfezionismo tout court spinto alla banalità del rincorrere la fotografia e le sue potenzialità, bensì di supremo rispetto per il proprio lavoro e per chi del proprio lavoro fruisce, o dalle sue opere si fa rapire.
Tutte queste qualità “antiche” del lavoro di Casalino, antiche perché sue dall’inizio della propria attività pittorica e antiche perché lo avvicinano sotto certi aspetti, ai grandi della storia dell’arte, si trasferiscono arricchendosi (e sembra un paradosso) nei suoi nuovi lavori che tutto sono fuorché realistici, per lo meno di una realtà riconoscibile a prima vista.
In esse rimane la tridimensionalità, l’accuratezza infinita per il dettaglio e l’esecuzione, il cogliere quanto si rappresenta in un momento particolarissimo della sua esistenza e bloccarlo lì, prima che sia troppo tardi, ma poi la similitudine con i lavori precedenti si ferma.
Queste nuove opere potrebbero essere frammenti di tessuti, o schede di un catalogo di texture, o forse schegge di tarsie lignee “rubate” a qualche mobile settecentesco, o frammenti di mosaico geometrico, di diversi spessori e mescolati, accostati, in parte sovrapposti in una varietà di colori, linee, profondità, decorazioni che intrigano la mente e rubano lo sguardo.
Sono certo materiali diversi, spesso sembra di riconoscerli, spesso sembrano sporgere verso chi li guarda, più spesso ancora sembrano contaminarsi l’un l’altro, davanti ai nostri occhi, ma senza sporcarsi, senza perdere di eleganza, leggerezza, luminosità e preziosità, senza soprattutto scivolare nel virtuosismo fine a se stesso. Antonio Casalino è un ricercatore di tecniche e di oggetti. Ama sperimentare e ama esplorare mercatini, piccoli antiquari, misteriosi robivecchi, soffitte e granai, alla ricerca dell’oggetto che lo chiami, che stimoli la sua passione, che completi quell’arredamento che sta curando o quell’oggetto che sta ricreando.
Ecco, è come se con la sua nuova produzione artistica, Casalino, grazie a una sorta di incantesimo, entrasse nei quadri più famosi della storia dell’arte, quelli, per intenderci, che si possono ammirare nelle grandi pinacoteche, nelle chiese monumentali, nei palazzi, o che formano la sua personale cultura artistica, e potesse aggirarsi, grazie alla magia riservata ai veri poeti, nel palazzo di un principe medievale, nella sala di un Cenacolo, o spiare una casa, stretta nelle mura della città, dalle piccole finestre, o partecipare al trionfo di una qualche divinità pagana o di qualche santo, e per quella stessa magia potesse “rubare”, portare via con sé quel capitello ornato da una greca incisa nel marmo, quel viluppo di vesti fatto di tessuti preziosi, il particolare di quel tappeto ricchissimo su cui si inginocchiano i committenti di un’opera, o quell’affascinante intersecarsi di linee che formano l’architetturacontenitore dei protagonisti di una qualche storia.
Una volta portato a termine il suo furto, Casalino ce lo ripropone nelle sue nuove opere, libero dal contesto d’origine, ricomposto con altri frammenti e altri colori, per mostrare e dimostrare a noi stupiti quanta ricchezza visiva nasce dall’unione di semplici particolari estratti da una struttura complessa, particolari che nell’economia delle grandi opere passano perlopiù inosservati.
Che sia fantasia pura la mia? Fantasia che ha sciolto i nodi che la trattenevano complice l’amicizia che mi lega da tanto tempo all’artista? No, non credo. Sicuramente potrei parlare “meglio” di citazioni, reinterpretazioni, astrattismi, informali geometrie, sovrapposizioni di stili… e via “criticando”, ma io preferisco vederlo e sentirlo un po’ mago Antonio Casalino, quel mago gentile e raffinato che coglie nel mondo dell’arte, frammenti speciali e poi, dopo averli resi “altro”, un altro ancora più prezioso col suo lavoro, ce li offre con un sorriso, in un suo quadro, come si offre agli amici il mazzo di fiori più belli del proprio giardino.”
Antonio Casalino classe 1939. Milanese di nascita ma indunese di adozione, laureatosi in Lettere Moderne presso l'Università Cattolica di Milano lavora fin da giovane come figura eclettica; insegna per diversi anni materie letterarie nelle scuole medie e Storia dell'Arte al Liceo Classico, diviso tra il mondo della scuola, la ricerca linguistica letterale ed artistica. In seguito ad un periodo romano, in cui è attivo come scenografo per cinema, teatro e tv, torna a Milano dove inizia a lavorare nel campo dell'architettura d'interni. Dagli anni Ottanta inizia a dedicare sempre più tempo e attenzione alla pratica della pittura, in cui ancora oggi si riflette la sua attività di ricerca.
13
ottobre 2018
Antonio Casalino – Forme Colorate
Dal 13 al 20 ottobre 2018
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
OBYART
Milano, Via Angelo Poliziano, 16, (Milano)
Milano, Via Angelo Poliziano, 16, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 16-19
Per la 14° Giornata del Contemporaneo 2018 sabato 13 ottobre la mostra aprirà dalle ore 10
Vernissage
13 Ottobre 2018, ore 18,30
Autore
Curatore