Apre il 20 settembre 2005 a Palazzo della Ragione, la mostra dedicata ad Antonio Cassi Ramelli, importante esponente dell’architettura meneghina del dopoguerra.

In occasione del centenario della nascita (1905-1980), il Comune di Milano e la Fondazione Cassi Ramelli presentano l’esposizione delle opere dell’architetto, nella mostra dal titolo “L’eclettismo della ragione” a cura di Elisabetta Susani, con una documentazione fotografica esclusiva di Gabriele Basilico.
La mostra ripercorre l’opera completa di Cassi Ramelli, che oltre ad arricchire la storia del Novecento lombardo, si pone oggi all’interno dell’attuale dibattito sulla forma urbis, proseguendo la riscoperta della città di Milano in un momento di grandi cambiamenti.

Antonio Cassi Ramelli, stimato studioso e saggista, professore al Politecnico di Milano, fu consigliere della Fabbrica del Duomo dal 1957 al 1965, ricevette medaglie e menzioni dal Comune di Milano, e fu autore di numerosissimi scritti teorici e storici volti al processo creativo e costruttivo dell’architettura.

Ma non solo, Antonio Cassi Ramelli fu progettista poliedrico per la grande committenza lombarda, sia pubblica che privata. A lui furono affidati i progetti del Palazzo AEM, le sedi Stipel, l’ex sede SNIA Viscosa, il Palazzo Morardet in Via Manzoni accanto alla Scala, l’ex Piccolo Credito Bergamasco in Via delle Orsole, il complesso Assicurazioni Generali in Via Mercanti – Piazza Cordusio, Palazzo Spinola, in Via S. Paolo sede storica della Società del Giardino.
La grande committenza privata, fautrice del percorso di modernizzazione, lo incaricò della realizzazione di numerosi spazi commerciali, che divennero veri e propri punti di riferimento per i milanesi. Per l’Alemagna realizzò tutti i punti vendita, tra cui, per chi si ricorda, la bella tea room in Via Manzoni o il bar pasticceria in Piazza Duomo. Si occupò anche dell’allestimento del negozio Peck e di luoghi di intrattenimento come il Teatro Lirico di Milano.
Protagonista del boom economico e dell’inizio dell’era consumista, egli fu un rappresentante di una “modernità moderata”, autore di un linguaggio architettonico pieno di contaminazioni e di citazioni dell’antico, recuperando il classicismo con notevole anticipazione sul postmoderno.

La mostra ospita, come documentazione dei progetti architettonici 67 fotografie di Gabriele Basilico realizzate appositamente per l’occasione.

Il percorso espositivo riguarderà essenzialmente quattro aree: l’architetto e la città, con progetti e realizzazioni, il creatore di mobili e allestimenti, il critico e lo studioso, l’uomo, all’interno della quale verranno presentati i progetti, i quadri e il design di arredi.

Contemporanea alla mostra è prevista la rassegna cinematografica (20 -25 settembre) al cinema Teatro Gnomo di Milano, dal titolo “L’architettura della città” con una selezione di titoli a cura di Gianni Canova, per riscoprire la Milano degli anni ’50 e ’60.