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Antonio Corpora / Giuseppe De Gregorio – Informale naturale
Al MAON, Museo d’arte dell’Otto e Novecento di Rende (Cosenza) si inaugura sabato 30 aprile alle ore 18 la mostra curata da Tonino Sicoli, direttore del MAON.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Al MAON, Museo d’arte dell’Otto e Novecento di Rende (Cosenza) si inaugura sabato 30 aprile alle ore 18 la
mostra “INFORMALE NATURALE / ANTONIO CORPORA E GIUSEPPE DE GREGORIO” curata da Tonino Sicoli,
direttore del MAON.
“La mostra – scrive Sicoli - è un duetto di due importanti artisti italiani del Secondo Novecento, che sono
messi a confronto nella loro ricerca informale condotta attraverso esperienze e ambiti culturali diversi ma
che si ritrova ad accomunarli nel medesimo interesse per le suggestioni della natura.
Quella di Antonio Corpora e di Giuseppe De Gregorio non è una pittura banalmente naturalistica ma si
tratta di uno studio sulla forma che in qualche modo recupera una visione “biologica”, “floreale” e
“zoomorfa” riferita più che alle sembianze da imitare ai processi formativi della natura stessa, al suo
dinamismo vitale, alla crescita degli organismi viventi, agli spazi di ambienti naturali visti da vicino.
In entrambi si coglie la lezione delle avanguardie storiche che rompendo con il realismo e il naturalismo
invertono il ruolo della natura e del linguaggio trasformando l'arte – come ben specificava Filiberto Menna -
da una ricerca sul linguaggio della natura ad una sulla natura del linguaggio. La percezione dello spazio e
del tempo proposta dal Cubismo di Picasso e dal Futurismo di Boccioni sono state agli inizi del secolo scorso
una messa in discussione dello spazio euclideo e del tempo newtoniano a favore di uno spazio
antiprospettico con più punti di vista e un tempo relativo legato al movimento e all’accelerazione.
La visione post cubista di Corpora e quella post futurista di De Gregorio sono i risultati di un progressivo
allontanamento da una realtà presunta oggettiva, assoluta, uguale per tutti, che ha visto sviluppi sempre
più radicali di una modernità estrema. Se la ricerca astratta e informale, geometrizzante e materico-
gestuale, ha negato totalmente la rappresentazione e l’interpretazione del vero, un certo informale italiano
ha privilegiato una strada più poetica, che ha avuto nello storico dell’arte bolognese Francesco Arcangeli
uno dei maggiori teorici e sostenitori. Questa pittura che mantiene viva una espressività appartenente
all’arte che non rinuncia all’emozione, sia che si tratti del primitivismo di Giotto, dell’umanesimo di Piero
della Francesca, del romanticismo di Turner, del cubismo di Picasso, del neoplasticismo di Mondrian o
dell’action painting di Pollock. Corpora e De Gregorio si pongono su questa linea di sviluppo dell’arte, che
sperimenta nuove forme ma con un atteggiamento non di rottura.
Non c’è dialettica fra il passato e il presente ma una continuità, che avvicina gli artisti di ieri con quelli di
oggi, capaci sempre di interiorizzare la conoscenza attraverso una percezione, che affina i sensi e la
sensibilità.”
ANTONIO CORPORA nasce a Tunisi nel 1909.Nel 1930 va a Firenze e partecipa al concorso, vincendolo, per
uno dei cinque posti di copista alla Galleria degli Uffizi realizzando la copia di un autoritratto di Rembrandt.
Agli Uffizi riesce a studiare i suoi artisti preferiti ed esegue libere copie di opere di Giotto, Piero della
Francesca e Paolo Uccello. Nel 1931 a Parigi frequenta Giacometti, Kurt Seligman, Antonio Amante, Tullio
Garbari, Okamoto. A Milano nel 1939, tiene una sua personale alla “Galleria del Milione”. Si reca spesso a
Roma dove frequenta Renato Guttuso, Enrico Falqui, Giuseppe Capogrossi, Alberto Moravia, Arnaldo
Beccaria, Libero De Libero, Ennio Flaiano, Mario Mafai, Franco Gentilini, Angelo Savelli, Pericle Fazzini.
Diventa professore di scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna ma dopo poco tempo lascia
l’insegnamento e si trasferisce a Tunisi. Nel 1945 ritorna definitivamente a Roma e Renato Guttuso gli offre
di lavorare nel suo studio. Diventa amico di Gino Severini, Nino Franchina, Giulio Turcato, Pietro Consagra,
dei giovanissimi Piero Dorazio e Achille Perilli. Con Guttuso intraprende una polemica contro il
provincialismo della cultura pittorica italiana con quale da vita ad un gruppo neo-cubista (1945) e l’anno
successivo, nel 1946, espone presso la “Galleria del Secolo” di Roma. Nel 1947 fa parte del gruppo il
“Nuovo Fronte delle Arti” e nel 1948 grazie a Lionello Venturi partecipa alla Biennale di Venezia dove gli
viene assegnato il Premio dei Giovani. Espone alla “Galleria del Milione” di Milano nel 1950 e del 1952 fa
parte del “Gruppo degli Otto”. Partecipa alla mostra “Documenta” di Kassel del 1955 e Venturi scrive per lui
un saggio pubblicato sulla rivista “Commentari”. Sono del 1987 e del 1988 le mostre retrospettive,
rispettivamente, presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e la Galleria dell’Accademia di
Venezia. Nel 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferisce il Premio Nazionale
“Presidente della Repubblica". Muore a Roma nel 2004 a novantacinque anni.
GIUSEPEP EDE GREGORIO Nasce a Spoleto 1920. Nel 1948 vince il Premio città di Orvieto. Nel 1951 sempre
a Spoleto partecipa alla mostra del gruppo “Il Ponte”, insieme a Ugo Castellani, Filippo Marignoli, Giannetto
Orsini, Ugo Rambaldi, Bruno Toscano e Piero Raspi. Esponente di spicco del cosiddetto Gruppo di Spoleto,
conosciuto come Gruppo dei sei, fondato nel 1953 insieme a Filippo Marignoli, Giannetto Orsini, Ugo
Rambaldi, Piero Raspi e Bruno Toscano. Importante è il rapporto con il poeta e storico dell’arte Francesco
Arcangeli, allievo di Longhi, che lo introdurrà in un circuito di conoscenze più ampio, per farlo diventare,
insieme a Ennio Morlotti e Mattina Moreni, esempio a cui attingere per la ricerca dell’informale in Italia.
Nel settembre del 1953 partecipa alla I Mostra Nazionale di Arti Figurative. Il battesimo ufficiale del
gruppo di Spoleto avviene nel 1954 con la mostra presso la galleria Il Camino di Roma presentata da Mario
Mafai. Nel 1955 partecipa alla Quadriennale di Roma. Diverse le opere di carattere pubblico che realizza per
la sua città natale. Del suo percorso artistico hanno scritto Francesco Arcangeli, Maurizio Calvesi, Giovanni
Carandente, Enrico Crispolti, Raffaele De Grada, Mario Mafai, Carlo Munari e tanti altri importanti critici e
studiosi. Nel 1966 partecipa alla VII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma. Nel 1964 è presente alla XXXII
Biennale di Venezia e al Premio Fiorino di Firenze. Nel 1966 e nel 1986 ritorna rispettivamente alla IX e alla
XI edizione della Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma . Nel 1974 si trasferisce a Firenze. Nel 1977 il
Festival dei Due Mondi gli dedica una mostra personale e l’anno successivo grazie all’invito del maestro
Giancarlo Menotti, realizza il manifesto del XXI Festival. Nel 1997 torna a vivere a Spoleto dove muore nel
2007.
mostra “INFORMALE NATURALE / ANTONIO CORPORA E GIUSEPPE DE GREGORIO” curata da Tonino Sicoli,
direttore del MAON.
“La mostra – scrive Sicoli - è un duetto di due importanti artisti italiani del Secondo Novecento, che sono
messi a confronto nella loro ricerca informale condotta attraverso esperienze e ambiti culturali diversi ma
che si ritrova ad accomunarli nel medesimo interesse per le suggestioni della natura.
Quella di Antonio Corpora e di Giuseppe De Gregorio non è una pittura banalmente naturalistica ma si
tratta di uno studio sulla forma che in qualche modo recupera una visione “biologica”, “floreale” e
“zoomorfa” riferita più che alle sembianze da imitare ai processi formativi della natura stessa, al suo
dinamismo vitale, alla crescita degli organismi viventi, agli spazi di ambienti naturali visti da vicino.
In entrambi si coglie la lezione delle avanguardie storiche che rompendo con il realismo e il naturalismo
invertono il ruolo della natura e del linguaggio trasformando l'arte – come ben specificava Filiberto Menna -
da una ricerca sul linguaggio della natura ad una sulla natura del linguaggio. La percezione dello spazio e
del tempo proposta dal Cubismo di Picasso e dal Futurismo di Boccioni sono state agli inizi del secolo scorso
una messa in discussione dello spazio euclideo e del tempo newtoniano a favore di uno spazio
antiprospettico con più punti di vista e un tempo relativo legato al movimento e all’accelerazione.
La visione post cubista di Corpora e quella post futurista di De Gregorio sono i risultati di un progressivo
allontanamento da una realtà presunta oggettiva, assoluta, uguale per tutti, che ha visto sviluppi sempre
più radicali di una modernità estrema. Se la ricerca astratta e informale, geometrizzante e materico-
gestuale, ha negato totalmente la rappresentazione e l’interpretazione del vero, un certo informale italiano
ha privilegiato una strada più poetica, che ha avuto nello storico dell’arte bolognese Francesco Arcangeli
uno dei maggiori teorici e sostenitori. Questa pittura che mantiene viva una espressività appartenente
all’arte che non rinuncia all’emozione, sia che si tratti del primitivismo di Giotto, dell’umanesimo di Piero
della Francesca, del romanticismo di Turner, del cubismo di Picasso, del neoplasticismo di Mondrian o
dell’action painting di Pollock. Corpora e De Gregorio si pongono su questa linea di sviluppo dell’arte, che
sperimenta nuove forme ma con un atteggiamento non di rottura.
Non c’è dialettica fra il passato e il presente ma una continuità, che avvicina gli artisti di ieri con quelli di
oggi, capaci sempre di interiorizzare la conoscenza attraverso una percezione, che affina i sensi e la
sensibilità.”
ANTONIO CORPORA nasce a Tunisi nel 1909.Nel 1930 va a Firenze e partecipa al concorso, vincendolo, per
uno dei cinque posti di copista alla Galleria degli Uffizi realizzando la copia di un autoritratto di Rembrandt.
Agli Uffizi riesce a studiare i suoi artisti preferiti ed esegue libere copie di opere di Giotto, Piero della
Francesca e Paolo Uccello. Nel 1931 a Parigi frequenta Giacometti, Kurt Seligman, Antonio Amante, Tullio
Garbari, Okamoto. A Milano nel 1939, tiene una sua personale alla “Galleria del Milione”. Si reca spesso a
Roma dove frequenta Renato Guttuso, Enrico Falqui, Giuseppe Capogrossi, Alberto Moravia, Arnaldo
Beccaria, Libero De Libero, Ennio Flaiano, Mario Mafai, Franco Gentilini, Angelo Savelli, Pericle Fazzini.
Diventa professore di scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna ma dopo poco tempo lascia
l’insegnamento e si trasferisce a Tunisi. Nel 1945 ritorna definitivamente a Roma e Renato Guttuso gli offre
di lavorare nel suo studio. Diventa amico di Gino Severini, Nino Franchina, Giulio Turcato, Pietro Consagra,
dei giovanissimi Piero Dorazio e Achille Perilli. Con Guttuso intraprende una polemica contro il
provincialismo della cultura pittorica italiana con quale da vita ad un gruppo neo-cubista (1945) e l’anno
successivo, nel 1946, espone presso la “Galleria del Secolo” di Roma. Nel 1947 fa parte del gruppo il
“Nuovo Fronte delle Arti” e nel 1948 grazie a Lionello Venturi partecipa alla Biennale di Venezia dove gli
viene assegnato il Premio dei Giovani. Espone alla “Galleria del Milione” di Milano nel 1950 e del 1952 fa
parte del “Gruppo degli Otto”. Partecipa alla mostra “Documenta” di Kassel del 1955 e Venturi scrive per lui
un saggio pubblicato sulla rivista “Commentari”. Sono del 1987 e del 1988 le mostre retrospettive,
rispettivamente, presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e la Galleria dell’Accademia di
Venezia. Nel 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferisce il Premio Nazionale
“Presidente della Repubblica". Muore a Roma nel 2004 a novantacinque anni.
GIUSEPEP EDE GREGORIO Nasce a Spoleto 1920. Nel 1948 vince il Premio città di Orvieto. Nel 1951 sempre
a Spoleto partecipa alla mostra del gruppo “Il Ponte”, insieme a Ugo Castellani, Filippo Marignoli, Giannetto
Orsini, Ugo Rambaldi, Bruno Toscano e Piero Raspi. Esponente di spicco del cosiddetto Gruppo di Spoleto,
conosciuto come Gruppo dei sei, fondato nel 1953 insieme a Filippo Marignoli, Giannetto Orsini, Ugo
Rambaldi, Piero Raspi e Bruno Toscano. Importante è il rapporto con il poeta e storico dell’arte Francesco
Arcangeli, allievo di Longhi, che lo introdurrà in un circuito di conoscenze più ampio, per farlo diventare,
insieme a Ennio Morlotti e Mattina Moreni, esempio a cui attingere per la ricerca dell’informale in Italia.
Nel settembre del 1953 partecipa alla I Mostra Nazionale di Arti Figurative. Il battesimo ufficiale del
gruppo di Spoleto avviene nel 1954 con la mostra presso la galleria Il Camino di Roma presentata da Mario
Mafai. Nel 1955 partecipa alla Quadriennale di Roma. Diverse le opere di carattere pubblico che realizza per
la sua città natale. Del suo percorso artistico hanno scritto Francesco Arcangeli, Maurizio Calvesi, Giovanni
Carandente, Enrico Crispolti, Raffaele De Grada, Mario Mafai, Carlo Munari e tanti altri importanti critici e
studiosi. Nel 1966 partecipa alla VII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma. Nel 1964 è presente alla XXXII
Biennale di Venezia e al Premio Fiorino di Firenze. Nel 1966 e nel 1986 ritorna rispettivamente alla IX e alla
XI edizione della Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma . Nel 1974 si trasferisce a Firenze. Nel 1977 il
Festival dei Due Mondi gli dedica una mostra personale e l’anno successivo grazie all’invito del maestro
Giancarlo Menotti, realizza il manifesto del XXI Festival. Nel 1997 torna a vivere a Spoleto dove muore nel
2007.
30
aprile 2016
Antonio Corpora / Giuseppe De Gregorio – Informale naturale
Dal 30 aprile al 04 giugno 2016
arte contemporanea
Location
MAON – MUSEO D’ARTE DELL’OTTO E NOVECENTO
Rende, Via Raffaele De Bartolo, 1, (Cosenza)
Rende, Via Raffaele De Bartolo, 1, (Cosenza)
Orario di apertura
Apertura da Martedì a Sabato, ore 10,00-13,30 /16,30-20:00. Chiuso i festivi e il lunedì.
Vernissage
30 Aprile 2016, h 18
Autore
Curatore