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Antonio Corpora – Il tempo scintillante
90 dipinti e oltre 100 acquerelli
Comunicato stampa
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Esposti 90 dipinti e oltre 100 acquerelli, al Magazzino del Sale “Torre” di Cervia, nella mostra dedicata ad Antonio Corpora, che inaugura domenica 30 luglio e che rimarrà aperta tutte le sere fino al 30 settembre.
Finalmente l’attenzione di una mostra monografica del maestro, intitolata Il tempo scintillante, omaggio alla poesia di Paul Valéry, tanto amata da Corpora.
Si tratta di un’ampia antologica di Antonio Corpora, a due anni dalla sua morte, una delle figure più eminenti della pittura italiana che ha dato un fondamentale contributo allo sviluppo dell’arte italiana in Europa, dal secondo dopoguerra ad oggi.
Un grande pittore sempre controcorrente, sempre capace di rinnovarsi, un pittore che non si è mai soffermato in moduli prestabiliti, stimato internazionalmente da critici di fama mondiale.
La mostra, che è curata da Floriano De Santi, lo storico dell’arte che ha pubblicato i cataloghi generali dell’opera del maestro italo-tunisino, comprende pitture e acquerelli che coprono un arco di tempo che va dal 1938 al 2002. Tra gli altri sono esposti capolavori come Il Pincio del 1938, Laguna sull’Argentario del 1951, Dei Corsari del 1980 e Odissea del 1989. Un particolare cenno va fatto agli acquerelli di Corpora, quasi un diario dei suoi molteplici viaggi e del suo incontro con la natura. Ogni opera è la capacità di Corpora di rendere la luce ma anche il colore, le forme, le trasparenze, le sfumature e l’energia con cui ha saputo raccontare i suoi sentimenti più autentici.
Antonio Corpora fu ospite più volte alla Biennale di Venezia, alla Staatsgalerie Modenkunst di Monaco, nonché vincitore di premi come la Quadriennale di Roma nel 1955, il Premio Parigi nel 1951, la Biennale di Roma nel ’68. Come miglior artista per il 2003, ebbe il Premio Nazionale "Presidente della Repubblica" su designazione dell' Accademia Nazionale di San Luca. In Italia, nel dopoguerra, Corpora fu in prima linea nella battaglia per il rinnovamento del linguaggio pittorico. Con il suo temperamento pronto a raccogliere ogni suggerimento ed a svilupparlo immediatamente secondo le necessità della sua tematica, fu tra i protagonisti del “Fronte Nuovo delle Arti” e del gruppo degli “Otto Pittori Italiani” che, raccogliendo per la prima volta le esperienze della pittura del dopoguerra, creavano una ben definita tendenza. Un protagonista che sapeva restare lontano dalle imposizioni e pressioni delle mode, come affermava lui stesso: “Sono pochi quelli che hanno capito della necessità di una nuova coscienza, una coscienza che sia veramente libera da schemi e pregiudizi. Io mi servo dei mezzi che offre la pittura perché sono un pittore (..)”.
Biografia.
Nato a Tunisi nel 1909, città nella quale consegue il diploma all’Accademia di Belle Arti, Corpora nel 1929 giunge a Firenze; ma ben presto si trasferisce a Parigi dove conosce la pittura non figurativa di Cézanne, di Picasso e di Matisse, e inizia a mettere a punto la sua nuova visione dell’arte in senso astratto-lirico. Tornato nel 1945 in Italia come profugo, fu uno dei fondatori del gruppo dei “neo-cubisti” dopo l’intenso scambio artistico di quegli anni con Renato Guttuso, nel suo atelier romano, insieme a Fazzini, Monachesi e Turcato. Il gruppo tra i primi propose in termini polemici la necessità di uno sganciamento dai moduli troppo vieti della pittura precedente e che fu soprattutto un movimento di energica opposizione a quella che era stata l'arte del cosiddetto "Novecento Italiano".
Nel 1947 entra nel “Fronte Nuovo delle Arti” dopo la rottura del quale diventa un artista degli “Otto Pittori Italiani” – insieme ad Afro, Birolli, Moreni, Borlotti, Santomaso, Turcato e Vedova – ispirato dal critico Lionello Venturi che rivendica per questi giovani artisti la libertà creativa: “Essi non sono e non vogliono essere degli astrattisti; essi non sono e non vogliono essere dei realisti: si propongono di uscire da questa antimonia che “(…) minaccia di trasformare l’astrazione in un rinnovato manierismo”. Insieme a questi pittori astratto-concreti (come li aveva definiti Venturi), Corpora partecipa nel 1952 alla Biennale di Venezia dove sarà invitato, sempre con una sala personale, alle edizioni del 1956, del 1960 e del 1966. Dalla seconda metà degli anni Cinquanta, Corpora inizia a realizzare una pittura data per zone più ampie e intense di colore. E’ la visione spontanea di una illuminazione venuta dall’interno della materia, che svela un senso intimo e magico della natura: la lunga via per una presa di coscienza della vita che anima l’universo. Lungo tutti gli anni Sessanta sviluppa ancora il suo informale sui generis esponendo i suoi lavori alla Kleeman Galleries di New York, alla Galleria Bonino di Buenos Aires, al Bucherhalle Winterhude di Amburgo, alla Haaken Gallery di Oslo, alla Galerie Cahiers d’Art di Parigi. Successivamente il mondo corporiano sembra essere preda di un’immobilità apparente, abbandonato lungo i cicli pittorici Le frontiere dell’infinito del 1973 e La linea dell’orizzonte del 1981, lungo un confine d’ombra e di luce che si colloca tra essere e nulla. Su questa intonazione poetica è anche il ciclo delle Memorie di Giverny del 1984-86, che sembra ricordarci la visione liquida delle “Ninfee” di Monet. Sono acque che simbolizzano la summa universale della virtualità: esse sono “fonte” e “origine”, serbatoi di tutte le possibilità d’esistenza, precedono tutte le forme e fanno da supporto ad ogni creazione – per dirla come Klee – sospesa tra il visibile e l’invisibile.
La mostra, patrocinata da Regione Emilia Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di Cervia, Camera di Commercio di Ravenna, è promossa dalla CNA provinciale di Ravenna, in collaborazione con Giovanni Di Summa, il Comune di Cervia e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
È stata realizzata con il contributo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna, Club Milano, Banca Popolare di Ravenna Agenzie Riunite, Moviter Strade, F.lli Gasperoni, Unipol Assicurazioni, Eurofly, Ristorante “Al Caminetto”, Argelli srl, COM, Tuttifrutti, Sedar CNA Servizi.
Finalmente l’attenzione di una mostra monografica del maestro, intitolata Il tempo scintillante, omaggio alla poesia di Paul Valéry, tanto amata da Corpora.
Si tratta di un’ampia antologica di Antonio Corpora, a due anni dalla sua morte, una delle figure più eminenti della pittura italiana che ha dato un fondamentale contributo allo sviluppo dell’arte italiana in Europa, dal secondo dopoguerra ad oggi.
Un grande pittore sempre controcorrente, sempre capace di rinnovarsi, un pittore che non si è mai soffermato in moduli prestabiliti, stimato internazionalmente da critici di fama mondiale.
La mostra, che è curata da Floriano De Santi, lo storico dell’arte che ha pubblicato i cataloghi generali dell’opera del maestro italo-tunisino, comprende pitture e acquerelli che coprono un arco di tempo che va dal 1938 al 2002. Tra gli altri sono esposti capolavori come Il Pincio del 1938, Laguna sull’Argentario del 1951, Dei Corsari del 1980 e Odissea del 1989. Un particolare cenno va fatto agli acquerelli di Corpora, quasi un diario dei suoi molteplici viaggi e del suo incontro con la natura. Ogni opera è la capacità di Corpora di rendere la luce ma anche il colore, le forme, le trasparenze, le sfumature e l’energia con cui ha saputo raccontare i suoi sentimenti più autentici.
Antonio Corpora fu ospite più volte alla Biennale di Venezia, alla Staatsgalerie Modenkunst di Monaco, nonché vincitore di premi come la Quadriennale di Roma nel 1955, il Premio Parigi nel 1951, la Biennale di Roma nel ’68. Come miglior artista per il 2003, ebbe il Premio Nazionale "Presidente della Repubblica" su designazione dell' Accademia Nazionale di San Luca. In Italia, nel dopoguerra, Corpora fu in prima linea nella battaglia per il rinnovamento del linguaggio pittorico. Con il suo temperamento pronto a raccogliere ogni suggerimento ed a svilupparlo immediatamente secondo le necessità della sua tematica, fu tra i protagonisti del “Fronte Nuovo delle Arti” e del gruppo degli “Otto Pittori Italiani” che, raccogliendo per la prima volta le esperienze della pittura del dopoguerra, creavano una ben definita tendenza. Un protagonista che sapeva restare lontano dalle imposizioni e pressioni delle mode, come affermava lui stesso: “Sono pochi quelli che hanno capito della necessità di una nuova coscienza, una coscienza che sia veramente libera da schemi e pregiudizi. Io mi servo dei mezzi che offre la pittura perché sono un pittore (..)”.
Biografia.
Nato a Tunisi nel 1909, città nella quale consegue il diploma all’Accademia di Belle Arti, Corpora nel 1929 giunge a Firenze; ma ben presto si trasferisce a Parigi dove conosce la pittura non figurativa di Cézanne, di Picasso e di Matisse, e inizia a mettere a punto la sua nuova visione dell’arte in senso astratto-lirico. Tornato nel 1945 in Italia come profugo, fu uno dei fondatori del gruppo dei “neo-cubisti” dopo l’intenso scambio artistico di quegli anni con Renato Guttuso, nel suo atelier romano, insieme a Fazzini, Monachesi e Turcato. Il gruppo tra i primi propose in termini polemici la necessità di uno sganciamento dai moduli troppo vieti della pittura precedente e che fu soprattutto un movimento di energica opposizione a quella che era stata l'arte del cosiddetto "Novecento Italiano".
Nel 1947 entra nel “Fronte Nuovo delle Arti” dopo la rottura del quale diventa un artista degli “Otto Pittori Italiani” – insieme ad Afro, Birolli, Moreni, Borlotti, Santomaso, Turcato e Vedova – ispirato dal critico Lionello Venturi che rivendica per questi giovani artisti la libertà creativa: “Essi non sono e non vogliono essere degli astrattisti; essi non sono e non vogliono essere dei realisti: si propongono di uscire da questa antimonia che “(…) minaccia di trasformare l’astrazione in un rinnovato manierismo”. Insieme a questi pittori astratto-concreti (come li aveva definiti Venturi), Corpora partecipa nel 1952 alla Biennale di Venezia dove sarà invitato, sempre con una sala personale, alle edizioni del 1956, del 1960 e del 1966. Dalla seconda metà degli anni Cinquanta, Corpora inizia a realizzare una pittura data per zone più ampie e intense di colore. E’ la visione spontanea di una illuminazione venuta dall’interno della materia, che svela un senso intimo e magico della natura: la lunga via per una presa di coscienza della vita che anima l’universo. Lungo tutti gli anni Sessanta sviluppa ancora il suo informale sui generis esponendo i suoi lavori alla Kleeman Galleries di New York, alla Galleria Bonino di Buenos Aires, al Bucherhalle Winterhude di Amburgo, alla Haaken Gallery di Oslo, alla Galerie Cahiers d’Art di Parigi. Successivamente il mondo corporiano sembra essere preda di un’immobilità apparente, abbandonato lungo i cicli pittorici Le frontiere dell’infinito del 1973 e La linea dell’orizzonte del 1981, lungo un confine d’ombra e di luce che si colloca tra essere e nulla. Su questa intonazione poetica è anche il ciclo delle Memorie di Giverny del 1984-86, che sembra ricordarci la visione liquida delle “Ninfee” di Monet. Sono acque che simbolizzano la summa universale della virtualità: esse sono “fonte” e “origine”, serbatoi di tutte le possibilità d’esistenza, precedono tutte le forme e fanno da supporto ad ogni creazione – per dirla come Klee – sospesa tra il visibile e l’invisibile.
La mostra, patrocinata da Regione Emilia Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di Cervia, Camera di Commercio di Ravenna, è promossa dalla CNA provinciale di Ravenna, in collaborazione con Giovanni Di Summa, il Comune di Cervia e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
È stata realizzata con il contributo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna, Club Milano, Banca Popolare di Ravenna Agenzie Riunite, Moviter Strade, F.lli Gasperoni, Unipol Assicurazioni, Eurofly, Ristorante “Al Caminetto”, Argelli srl, COM, Tuttifrutti, Sedar CNA Servizi.
30
luglio 2006
Antonio Corpora – Il tempo scintillante
Dal 30 luglio al 30 settembre 2006
arte contemporanea
Location
ANTICHI MAGAZZINI DEL SALE – MUSEO DEL SALE
Cervia, Viale Nazario Sauro, (Ravenna)
Cervia, Viale Nazario Sauro, (Ravenna)
Orario di apertura
dalle 16 alle 22
Vernissage
30 Luglio 2006, ore 18
Ufficio stampa
ALEPH
Autore
Curatore