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Antonio Delluzio – Invenire Se
mostra fotografica
Comunicato stampa
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“Invenire Se” in latino vuol dire letteralmente “cercare se stessi”. E queste creature sembrano aver scelto una condizione di assoluta solitudine, per concedersi all’immersione. Ogni soggetto è inevitabilmente solo con se stesso. Appare avvolto da una sorta di placenta, una patina che ne sfuma contorni e dettagli. Quasi come se l’identità non fosse indispensabile. Quasi come a voler neutralizzare le tracce di un Io troppo maiuscolo.
Immerso in una sorta di limbo desertico, dove nulla si scorge se non la presenza di chi vi si smarrisce, ciascun soggetto pare muoversi lentamente. Le pose assunte sono differenti: alcuni corpi danzano, altri si contorcono, altri ancora appaiono immobili, come cristallizzati nell’attesa. Ogni corpo pare quasi perdere corpo. Consistenza, peso e volume. Tutto è molto labile, metaforicamente vulnerabile. Come se queste anatomie non fossero già più tangibili. Come se i corpi divenissero “sottili”: pura essenza di se stessi.
Ad osservarle una per una, queste fotografie ci svelano una sorta di irrequietezza. Quella della perdita di cui necessita ogni autentica ricerca.
Sono identità sfuocate, quasi viste attraverso una sorta di miopia esistenziale. I particolari sfumano come in una leonardesca prospettiva dei perdimenti. E a tratti ricordano alcune figure dipinte da Richter.
Il soffice nitore di una nebbia pervasa di luce le avvolge e culla.
Ma il luogo in cui ciascuna creatura danza o si dimena è in realtà lo spazio della propria anima. Quel mare, dentro di noi, dove la verità ci chiama. E con un sibilo confuso, qualche volta assordante, ci chiede il sacrificio dell’ascolto.
Giovanna Lacedra
Immerso in una sorta di limbo desertico, dove nulla si scorge se non la presenza di chi vi si smarrisce, ciascun soggetto pare muoversi lentamente. Le pose assunte sono differenti: alcuni corpi danzano, altri si contorcono, altri ancora appaiono immobili, come cristallizzati nell’attesa. Ogni corpo pare quasi perdere corpo. Consistenza, peso e volume. Tutto è molto labile, metaforicamente vulnerabile. Come se queste anatomie non fossero già più tangibili. Come se i corpi divenissero “sottili”: pura essenza di se stessi.
Ad osservarle una per una, queste fotografie ci svelano una sorta di irrequietezza. Quella della perdita di cui necessita ogni autentica ricerca.
Sono identità sfuocate, quasi viste attraverso una sorta di miopia esistenziale. I particolari sfumano come in una leonardesca prospettiva dei perdimenti. E a tratti ricordano alcune figure dipinte da Richter.
Il soffice nitore di una nebbia pervasa di luce le avvolge e culla.
Ma il luogo in cui ciascuna creatura danza o si dimena è in realtà lo spazio della propria anima. Quel mare, dentro di noi, dove la verità ci chiama. E con un sibilo confuso, qualche volta assordante, ci chiede il sacrificio dell’ascolto.
Giovanna Lacedra
11
maggio 2019
Antonio Delluzio – Invenire Se
Dall'undici al 30 maggio 2019
arte contemporanea
Location
CALISTO CAFE’
Vailate, Via Alessandro Manzoni, 2, (Cremona)
Vailate, Via Alessandro Manzoni, 2, (Cremona)
Orario di apertura
martedì mercoledì giovedì 7:30 / 1:00 venerdì sabato 7:30 / 2:00 domenica 8:00 / 1:00
Vernissage
11 Maggio 2019, ore 21:00 con performance di Giovanna Lacedra
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