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Antonio Di Falco – Attese
Le donne raffigurate da Di Falco, spesso di spalle o con il viso di profilo sono colte in un momento di solitudine e di contemplazione dove come in una sorta di rebus, l’artista inserisce degli elementi simbolici ed evocativi della condizione intima e spirituale del loro vissuto individuale
Comunicato stampa
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Se la mia fede
È solo in quello che si vede
Forse i miei sogni
Nessuno mai li fermerà.
Anema e core _ Pino Daniele
Antonio Di Falco presenta in Gilda Contemporary Art una recentissima serie di lavori a carboncino e acrilico realizzate su legno pressato la cui ambientazione fa riferimento alla dimensione psicologica e spirituale dell’attesa.
Le donne raffigurate da Di Falco, spesso di spalle o con il viso di profilo sono colte in un momento di solitudine e di contemplazione dove come in una sorta di rebus, l’artista inserisce degli elementi simbolici ed evocativi della condizione intima e spirituale del loro vissuto individuale.
Così appaiono la rosa, simbolo del ricordo, il vulcano ad evocare quella passione che rimane sommersa, le ferrovie a misurare una distanza. Le ambientazioni sono sempre interni con visioni in esterno: finestre si aprono allargando il campo visivo, proprio perché in altro luogo, al di fuori di quelle stanze, sta la persona attesa o il momento ricordato.
L’attendere per le figure femminili di Di Falco non rappresenta frustrazione, né dolore, piuttosto quella dimensione di ricongiungimento con sé stesse e con l’essere amato che vive e si nutre proprio nelle situazioni di assenza dell’altro e di lontananza.
Forse non ci accorgiamo che buona parte della nostra esistenza viene trascorsa aspettando qualcuno o qualcosa, ma in tutto ciò non vi è resa né inerzia, casomai l’attesa è humus del nostro percorso di crescita interiore.
Sovente abbiamo modo di verificare come la filosofia del “tutto e subito” generi sostanzialmente noia e insoddisfazione, mentre tutto ciò che viene desiderato per lungo tempo e coltivato con costante devozione, nutrito di desideri e attenzioni quotidiane conduca ad una logica conseguente valorizzazione del risultato ottenuto, sia esso un amore ricambiato o un obiettivo raggiunto.
Di Falco ci riconduce ad una visione romantica dei sentimenti, dove però sembra essere assente la componente di straziante dolore e struggimento: le sue figure sembrano più caratterizzate da morbida e sensuale melanconia.
Il supporto dei lavori è un tipo di materiale utilizzato prevalentemente nei cantieri. Si tratta di trucioli di legno pressato che lascia ben vedere l’intreccio e la trama delle scaglie. Il disegno a carboncino viene illuminato da dei tocchi di bianco. Ciascuna opera è un “cantiere” di sentimenti in costruzione, dove la superficie calda del legno ed il tratto morbido del carboncino rendono quel mondo affettivo raccontato sottovoce ancora vivo come se continuasse a pulsare e a farsi percepire presente allo sguardo dell’osservatore.
A completare la rassegna, una serie di sculture realizzate con relitti d’alberi rinvenuti dall’artista sulla spiaggia di Pozzuoli. Di Falco riconosce negli oggetti ritrovati delle figure femminili e interviene, talvolta anche solo minimamente, seguendo un profilo già “scolpito” dagli intrecci dei rami e dal logorio delle onde marine. Ed è l’atto del ritrovamento, dell’immaginare, il vero intervento: il pensiero è più determinante dell’agire stesso ed è vero atto creativo capace di riportare in vita un elemento inerte che risorge sotto forgia di corpo di donna.
Cristina Gilda Artese
È solo in quello che si vede
Forse i miei sogni
Nessuno mai li fermerà.
Anema e core _ Pino Daniele
Antonio Di Falco presenta in Gilda Contemporary Art una recentissima serie di lavori a carboncino e acrilico realizzate su legno pressato la cui ambientazione fa riferimento alla dimensione psicologica e spirituale dell’attesa.
Le donne raffigurate da Di Falco, spesso di spalle o con il viso di profilo sono colte in un momento di solitudine e di contemplazione dove come in una sorta di rebus, l’artista inserisce degli elementi simbolici ed evocativi della condizione intima e spirituale del loro vissuto individuale.
Così appaiono la rosa, simbolo del ricordo, il vulcano ad evocare quella passione che rimane sommersa, le ferrovie a misurare una distanza. Le ambientazioni sono sempre interni con visioni in esterno: finestre si aprono allargando il campo visivo, proprio perché in altro luogo, al di fuori di quelle stanze, sta la persona attesa o il momento ricordato.
L’attendere per le figure femminili di Di Falco non rappresenta frustrazione, né dolore, piuttosto quella dimensione di ricongiungimento con sé stesse e con l’essere amato che vive e si nutre proprio nelle situazioni di assenza dell’altro e di lontananza.
Forse non ci accorgiamo che buona parte della nostra esistenza viene trascorsa aspettando qualcuno o qualcosa, ma in tutto ciò non vi è resa né inerzia, casomai l’attesa è humus del nostro percorso di crescita interiore.
Sovente abbiamo modo di verificare come la filosofia del “tutto e subito” generi sostanzialmente noia e insoddisfazione, mentre tutto ciò che viene desiderato per lungo tempo e coltivato con costante devozione, nutrito di desideri e attenzioni quotidiane conduca ad una logica conseguente valorizzazione del risultato ottenuto, sia esso un amore ricambiato o un obiettivo raggiunto.
Di Falco ci riconduce ad una visione romantica dei sentimenti, dove però sembra essere assente la componente di straziante dolore e struggimento: le sue figure sembrano più caratterizzate da morbida e sensuale melanconia.
Il supporto dei lavori è un tipo di materiale utilizzato prevalentemente nei cantieri. Si tratta di trucioli di legno pressato che lascia ben vedere l’intreccio e la trama delle scaglie. Il disegno a carboncino viene illuminato da dei tocchi di bianco. Ciascuna opera è un “cantiere” di sentimenti in costruzione, dove la superficie calda del legno ed il tratto morbido del carboncino rendono quel mondo affettivo raccontato sottovoce ancora vivo come se continuasse a pulsare e a farsi percepire presente allo sguardo dell’osservatore.
A completare la rassegna, una serie di sculture realizzate con relitti d’alberi rinvenuti dall’artista sulla spiaggia di Pozzuoli. Di Falco riconosce negli oggetti ritrovati delle figure femminili e interviene, talvolta anche solo minimamente, seguendo un profilo già “scolpito” dagli intrecci dei rami e dal logorio delle onde marine. Ed è l’atto del ritrovamento, dell’immaginare, il vero intervento: il pensiero è più determinante dell’agire stesso ed è vero atto creativo capace di riportare in vita un elemento inerte che risorge sotto forgia di corpo di donna.
Cristina Gilda Artese
05
luglio 2018
Antonio Di Falco – Attese
Dal 05 al 31 luglio 2018
arte contemporanea
Location
GILDA CONTEMPORARY ART
Milano, Via San Maurilio, 14, (Milano)
Milano, Via San Maurilio, 14, (Milano)
Orario di apertura
martedì-venerdì: 10.30-12.30 /14.30-19
Sabato dalle 10.30 alle 13 e il pomeriggio su appuntamento
Vernissage
5 Luglio 2018, h 18.30
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore