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Antonio Fomez
La mostra, organizzata da Nuccia Pulpo e coordinata da Maurizio Vitiello, intitolata “GRAFICA 2003” con gli ultimi lavori dell’artista porticese, ma milanese d’azione, Antonio Fomez, su cui hanno scritto i maggiori critici italiani, da Umberto Eco a Gillo Dorfles.
Comunicato stampa
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Antonio Fomez ritorna nel Sud sempre con entusiasmo.
Ultimamente è stato a Napoli e, pur nella breve permanenza, ha rivisto amici e si è reso conto dei grandi miglioramenti estetici nell'impianto urbano della città partenopea.
Venendo a Taranto ritroverà amici e luoghi già conosciuti ed apprezzati.
La sua precedente mostra tarantina nel grande spazio espositivo dell’Italsider è ancora viva nella memoria di tanti appassionati d’arte.
Oggi, accolto dalla brava operatrice Nuccia Pulpo, espone a “Il Soppalco”, lavori in tecnica mista, d’indubbio interesse.
In particolare, si potranno visionare anche le ultimissime elaborazioni grafico-pittoriche, che rimandano ai bambolotti degli anni Sessanta, ma che alludono, tra scale che saltano e spruzzi cromatici di un blu intenso che invadono la carta, a quei bambini colpiti nei conflitti degli adulti, martiri di tutte le guerre.
Scrivere su Antonio Fomez è stato un piacevole ed interessante esercizio per molti critici di altissimo livello culturale, da Umberto Eco a Gillo Dorfles, da Giorgio Di Genova a Luigi Paolo Finizio, da Luciano Caramel a Rossana Bossaglia.
L'artista, conosciutissimo per i suoi numerosi cicli pittorici, sempre facilmente distinguibili nella fresca caratura della cifra estetica, inizia negli anni Sessanta a frequentare Milano e ad imporre la sua visione "pop" della realtà italiana.
Ha legato, nel tempo, umori esistenziali con redazioni pittoriche mitiche, trasformandone, però, ordini strutturali e valori concettuali per giungere ad elaborare parabole nuove.
Abbinamenti, slittamenti, trasfigurazioni, collimanze, divaricazioni coniugano un insieme, fondamentalmente, ludico e nettamente chiaro, leggibile.
La bravura di Antonio Fomez è stata sempre riconosciuta, perché l'impostazione segnica affabulante e motivi visivi, mitici e storici, ampiamente rivisitati, riescono a costruire segmenti di nuovi spazi simbolici, surreali, metafisici attraversati da una precisa ed intensa dimensione ludico-fantasmatica.
Chi vede un'opera di Antonio Fomez, immediatamente, afferra il senso pregevole degli accostamenti, intelligentemente ricercati, e può indagare per captare da quali testimonianze visive epocali parte l'artista per ridefinire, secondo un proprio registro, intimo e personalissimo, il carattere di opere d'arte molto famose che si aprono con la mediazione di segni e di combinazioni, estreme, versatili e plurilinguistiche, ad ulteriori ed altre letture.
Napoli, 2003
Maurizio Vitiello
Ultimamente è stato a Napoli e, pur nella breve permanenza, ha rivisto amici e si è reso conto dei grandi miglioramenti estetici nell'impianto urbano della città partenopea.
Venendo a Taranto ritroverà amici e luoghi già conosciuti ed apprezzati.
La sua precedente mostra tarantina nel grande spazio espositivo dell’Italsider è ancora viva nella memoria di tanti appassionati d’arte.
Oggi, accolto dalla brava operatrice Nuccia Pulpo, espone a “Il Soppalco”, lavori in tecnica mista, d’indubbio interesse.
In particolare, si potranno visionare anche le ultimissime elaborazioni grafico-pittoriche, che rimandano ai bambolotti degli anni Sessanta, ma che alludono, tra scale che saltano e spruzzi cromatici di un blu intenso che invadono la carta, a quei bambini colpiti nei conflitti degli adulti, martiri di tutte le guerre.
Scrivere su Antonio Fomez è stato un piacevole ed interessante esercizio per molti critici di altissimo livello culturale, da Umberto Eco a Gillo Dorfles, da Giorgio Di Genova a Luigi Paolo Finizio, da Luciano Caramel a Rossana Bossaglia.
L'artista, conosciutissimo per i suoi numerosi cicli pittorici, sempre facilmente distinguibili nella fresca caratura della cifra estetica, inizia negli anni Sessanta a frequentare Milano e ad imporre la sua visione "pop" della realtà italiana.
Ha legato, nel tempo, umori esistenziali con redazioni pittoriche mitiche, trasformandone, però, ordini strutturali e valori concettuali per giungere ad elaborare parabole nuove.
Abbinamenti, slittamenti, trasfigurazioni, collimanze, divaricazioni coniugano un insieme, fondamentalmente, ludico e nettamente chiaro, leggibile.
La bravura di Antonio Fomez è stata sempre riconosciuta, perché l'impostazione segnica affabulante e motivi visivi, mitici e storici, ampiamente rivisitati, riescono a costruire segmenti di nuovi spazi simbolici, surreali, metafisici attraversati da una precisa ed intensa dimensione ludico-fantasmatica.
Chi vede un'opera di Antonio Fomez, immediatamente, afferra il senso pregevole degli accostamenti, intelligentemente ricercati, e può indagare per captare da quali testimonianze visive epocali parte l'artista per ridefinire, secondo un proprio registro, intimo e personalissimo, il carattere di opere d'arte molto famose che si aprono con la mediazione di segni e di combinazioni, estreme, versatili e plurilinguistiche, ad ulteriori ed altre letture.
Napoli, 2003
Maurizio Vitiello
17
gennaio 2004
Antonio Fomez
Dal 17 al 31 gennaio 2004
arte contemporanea
Location
SPAZIOARTE IL SOPPALCO
Taranto, Corso Umberto I, 136, (Taranto)
Taranto, Corso Umberto I, 136, (Taranto)
Orario di apertura
10.00 - 12.00 (escluso il lunedì); 17.30 - 20.00; chiuso tutti i festivi (aperto solo su appuntamento)
Vernissage
17 Gennaio 2004, ore 18.00