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Antonio Fomez – Divagazioni FOMEZiane
Distinguono il lavoro di Fomez abbinamenti, slittamenti, trasfigurazioni, collimanze, divaricazioni che coniugano elaborazioni fondamentalmente ludiche e nettamente leggibili
Comunicato stampa
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Antonio Fomez ritorna nel Sud sempre con entusiasmo.
Ultimamente è stato a Napoli e, pur nella breve permanenza, ha rivisto amici e si è reso conto dei grandi miglioramenti estetici nell'impianto urbano della città partenopea.
Ritornando in costiera, o meglio nella “riviera sorrentina”, e nella città partenopea ritroverà amici e luoghi già conosciuti ed apprezzati.
Le sue precedenti mostre campane sono ancora vive nella memoria di tanti appassionati d’arte.
Si potrà visionare la sua ultimissima elaborazione pittorica che rimanda, con sottili allusioni, al mondo minerale, che ha sempre attratto il grande artista.
E’ un lavoro diverso da quelli realizzati in questi anni, che rimandavano ai bambolotti degli anni Sessanta, ma che inquadravano, tra scale che saltano e spruzzi cromatici di un blu intenso che invadono la carta, quei bambini colpiti nei conflitti degli adulti, martiri di tutte le guerre.
Scrivere su Antonio Fomez è stato un piacevole ed interessante esercizio per molti critici di altissimo livello culturale, da Umberto Eco a Gillo Dorfles, da Edoardo Sanguineti a Rossana Boscaglia, da Giorgio Di Genova a Luigi Paolo Finizio, da Luciano Caramel a Vincenzo Trione.
L'artista, conosciutissimo per i suoi numerosi cicli pittorici, sempre facilmente distinguibili nella fresca caratura della cifra estetica, inizia negli anni Sessanta a frequentare Milano e ad imporre la sua visione "pop" della realtà italiana.
Ha legato, nel tempo, umori esistenziali con redazioni pittoriche mitiche, trasformandone, però, ordini strutturali e valori concettuali per giungere ad elaborare parabole nuove.
Abbinamenti, slittamenti, trasfigurazioni, collimanze, divaricazioni coniugano un insieme fondamentalmente ludico e nettamente chiaro e leggibile.
La bravura di Antonio Fomez è stata sempre riconosciuta, perché l'impostazione segnica affabulante e motivi visivi, mitici e storici, ampiamente rivisitati, riescono a costruire segmenti di nuovi spazi simbolici, surreali, metafisici attraversati da una precisa ed intensa dimensione ludico-fantasmatica.
Chi vede un lavoro di Antonio Fomez, immediatamente, afferra il senso pregevole degli accostamenti, intelligentemente ricercati, e può indagare per captare da quali testimonianze visive epocali parte l'artista.
Fomez ridefinisce, secondo un proprio registro, intimo e personalissimo, il carattere di opere d'arte molto famose ed amplia nelle sue redazioni pittoriche la mediazione di segni e di combinazioni, estreme, versatili e plurilinguistiche, per raggiungere ulteriori ed altre letture.
Siamo sicuri che quest’opera, fondamentalmente un “unicum”, colpirà i visitatori di quest’importantissimo museo, che merita di essere visitato con estrema attenzione.
Maurizio Vitiello
Ultimamente è stato a Napoli e, pur nella breve permanenza, ha rivisto amici e si è reso conto dei grandi miglioramenti estetici nell'impianto urbano della città partenopea.
Ritornando in costiera, o meglio nella “riviera sorrentina”, e nella città partenopea ritroverà amici e luoghi già conosciuti ed apprezzati.
Le sue precedenti mostre campane sono ancora vive nella memoria di tanti appassionati d’arte.
Si potrà visionare la sua ultimissima elaborazione pittorica che rimanda, con sottili allusioni, al mondo minerale, che ha sempre attratto il grande artista.
E’ un lavoro diverso da quelli realizzati in questi anni, che rimandavano ai bambolotti degli anni Sessanta, ma che inquadravano, tra scale che saltano e spruzzi cromatici di un blu intenso che invadono la carta, quei bambini colpiti nei conflitti degli adulti, martiri di tutte le guerre.
Scrivere su Antonio Fomez è stato un piacevole ed interessante esercizio per molti critici di altissimo livello culturale, da Umberto Eco a Gillo Dorfles, da Edoardo Sanguineti a Rossana Boscaglia, da Giorgio Di Genova a Luigi Paolo Finizio, da Luciano Caramel a Vincenzo Trione.
L'artista, conosciutissimo per i suoi numerosi cicli pittorici, sempre facilmente distinguibili nella fresca caratura della cifra estetica, inizia negli anni Sessanta a frequentare Milano e ad imporre la sua visione "pop" della realtà italiana.
Ha legato, nel tempo, umori esistenziali con redazioni pittoriche mitiche, trasformandone, però, ordini strutturali e valori concettuali per giungere ad elaborare parabole nuove.
Abbinamenti, slittamenti, trasfigurazioni, collimanze, divaricazioni coniugano un insieme fondamentalmente ludico e nettamente chiaro e leggibile.
La bravura di Antonio Fomez è stata sempre riconosciuta, perché l'impostazione segnica affabulante e motivi visivi, mitici e storici, ampiamente rivisitati, riescono a costruire segmenti di nuovi spazi simbolici, surreali, metafisici attraversati da una precisa ed intensa dimensione ludico-fantasmatica.
Chi vede un lavoro di Antonio Fomez, immediatamente, afferra il senso pregevole degli accostamenti, intelligentemente ricercati, e può indagare per captare da quali testimonianze visive epocali parte l'artista.
Fomez ridefinisce, secondo un proprio registro, intimo e personalissimo, il carattere di opere d'arte molto famose ed amplia nelle sue redazioni pittoriche la mediazione di segni e di combinazioni, estreme, versatili e plurilinguistiche, per raggiungere ulteriori ed altre letture.
Siamo sicuri che quest’opera, fondamentalmente un “unicum”, colpirà i visitatori di quest’importantissimo museo, che merita di essere visitato con estrema attenzione.
Maurizio Vitiello
01
luglio 2005
Antonio Fomez – Divagazioni FOMEZiane
Dal primo luglio al 31 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
MUSEO MINERALOGICO CAMPANO
Vico Equense, Via San Ciro, 2, (Napoli)
Vico Equense, Via San Ciro, 2, (Napoli)
Orario di apertura
martedì-sabato 9-13 e 17-20; domenica 9.30-13; lunedì: chiuso
Vernissage
1 Luglio 2005, ore 20:30
Autore
Curatore