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ANTONIO FREILES. La serie Eminentia e altri Libri d’Artista
Antonio Freiles è uno dei maggiori collezionisti di libri d’artista e, in questo allestimento, è pervenuto alla perfetta rispondenza fra gli obiettivi progettuali ed i significanti tecnico formali.
Comunicato stampa
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Il libro manufatto costituisce per Antonio Freiles una fondamentale direttrice del proprio percorso di ricerca, con la quale dialoga la parallela attività squisitamente pittorica, e si concretizza, “nell’equilibrio materico-formale” (Bruno Bandini, 2010) l’aspirazione ad una progettualità di matrice concettuale.
Il rigore metodologico perseguito dagli esordi di quei problematici anni Ottanta fino ad oggi sulle ribalte europee più importanti (Barcellona, Arts Libris, Arts Santa Mònica; Londra, The London Art book Fair, Whitechapel Gallery; Parigi, Artist Book International, Centre Georges Pompidou; Bologna, Artelibro, Palazzo Re Enzo) tributa all’artista messinese un ruolo di primo piano nell’ambito di una pratica artistica finalmente circoscritta.
In realtà l’esigenza di una disamina più attenta delle origini e delle peculiarità del “libro d’artista”, era già segnalata nel 1983 da Vanni Scheiwiller, dopo la sua morte, nelle collezioni del Mart di Rovereto.
Si trattava di introdurre in Italia, in occasione della mostra organizzata al Palazzo Municipale di Messina per celebrare l’edizione 1983 del Premio nazionale dedicato al poeta Vann’Antò, un fenomeno artistico diffuso negli ultimi decenni del ventesimo secolo e in debito, anch’esso, nei confronti dello sperimentalismo rivoluzionario delle avanguardie storiche (Leslie Luebbers, 1986).
Nell’accurata selezione di “libri” figuravano già i primi Eminentia di Freiles, mentre si avviava la consuetudine di commentare la poesia con le sue Chartae in polpa di cellulosa, inventate pochi anni prima e rielaborate con puntuale periodicità, nella sezione dedicata appunto al rapporto privilegiato fra le arti visive e la lirica.
E le rime asciutte e pregnanti di Cattafi e Sanesi incontreranno ancora quegli straordinari prodotti affidati alla mera espressività materica che dalla Biennale del 1982 ha continuato a fondersi liberamente con il colore spesso magmatico (emozione), in barba all’ironia disarmata di segmenti, rette o griglie geometriche, utili piuttosto ad introdurre la consequenzialità degli Eminentia.
Un modus operandi, nel recupero di segni antichi dal serbatoio della cultura mediterranea accostato a quello dello spagnolo Tàpies (Piergiorgio Dragone, 1993), in cui Gianfranco Grechi riconosce un antidoto all’attuale sistema multimediale di comunicazione ed una speranza per l’affermazione di una nuova cultura estetica.
Freiles è uno dei maggiori collezionisti di libri d’artista, disponendo di un archivio di particolare consistenza ed importanza per l’analisi di quella che è considerata a ragione una delle modalità espressive più significative del presente, ed è pervenuto a quei risultati di perfetta rispondenza fra gli obiettivi progettuali ed i significanti tecnico formali, attraverso un processo individuato nei suoi punti nodali nella mostra allestita presso la Galleria provinciale di arte moderna e contemporanea.
Soddisfatto l’interesse primario della comunicazione (spesso è affidato ad una Charta l’editoriale della rivista d’interesse internazionale diretta dall’artista) nel coinvolgimento sensoriale emotivo dello spettatore, al quale suggerisce anche di vedere la musica attraverso poetici spartiti (Marco Meneguzzo, 1997) Freiles compie la sua “missione”, così come con autoironia spiega nella sua “Story” per Carte d’Arte Internazionale (gennaio 2004).
Caterina Di Giacomo
Il rigore metodologico perseguito dagli esordi di quei problematici anni Ottanta fino ad oggi sulle ribalte europee più importanti (Barcellona, Arts Libris, Arts Santa Mònica; Londra, The London Art book Fair, Whitechapel Gallery; Parigi, Artist Book International, Centre Georges Pompidou; Bologna, Artelibro, Palazzo Re Enzo) tributa all’artista messinese un ruolo di primo piano nell’ambito di una pratica artistica finalmente circoscritta.
In realtà l’esigenza di una disamina più attenta delle origini e delle peculiarità del “libro d’artista”, era già segnalata nel 1983 da Vanni Scheiwiller, dopo la sua morte, nelle collezioni del Mart di Rovereto.
Si trattava di introdurre in Italia, in occasione della mostra organizzata al Palazzo Municipale di Messina per celebrare l’edizione 1983 del Premio nazionale dedicato al poeta Vann’Antò, un fenomeno artistico diffuso negli ultimi decenni del ventesimo secolo e in debito, anch’esso, nei confronti dello sperimentalismo rivoluzionario delle avanguardie storiche (Leslie Luebbers, 1986).
Nell’accurata selezione di “libri” figuravano già i primi Eminentia di Freiles, mentre si avviava la consuetudine di commentare la poesia con le sue Chartae in polpa di cellulosa, inventate pochi anni prima e rielaborate con puntuale periodicità, nella sezione dedicata appunto al rapporto privilegiato fra le arti visive e la lirica.
E le rime asciutte e pregnanti di Cattafi e Sanesi incontreranno ancora quegli straordinari prodotti affidati alla mera espressività materica che dalla Biennale del 1982 ha continuato a fondersi liberamente con il colore spesso magmatico (emozione), in barba all’ironia disarmata di segmenti, rette o griglie geometriche, utili piuttosto ad introdurre la consequenzialità degli Eminentia.
Un modus operandi, nel recupero di segni antichi dal serbatoio della cultura mediterranea accostato a quello dello spagnolo Tàpies (Piergiorgio Dragone, 1993), in cui Gianfranco Grechi riconosce un antidoto all’attuale sistema multimediale di comunicazione ed una speranza per l’affermazione di una nuova cultura estetica.
Freiles è uno dei maggiori collezionisti di libri d’artista, disponendo di un archivio di particolare consistenza ed importanza per l’analisi di quella che è considerata a ragione una delle modalità espressive più significative del presente, ed è pervenuto a quei risultati di perfetta rispondenza fra gli obiettivi progettuali ed i significanti tecnico formali, attraverso un processo individuato nei suoi punti nodali nella mostra allestita presso la Galleria provinciale di arte moderna e contemporanea.
Soddisfatto l’interesse primario della comunicazione (spesso è affidato ad una Charta l’editoriale della rivista d’interesse internazionale diretta dall’artista) nel coinvolgimento sensoriale emotivo dello spettatore, al quale suggerisce anche di vedere la musica attraverso poetici spartiti (Marco Meneguzzo, 1997) Freiles compie la sua “missione”, così come con autoironia spiega nella sua “Story” per Carte d’Arte Internazionale (gennaio 2004).
Caterina Di Giacomo
21
aprile 2012
ANTONIO FREILES. La serie Eminentia e altri Libri d’Artista
Dal 21 aprile al 19 maggio 2012
arte contemporanea
Location
GALLERIA PROVINCIALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA LUCIO BARBERA
Messina, Via Xxiv Maggio, (Messina)
Messina, Via Xxiv Maggio, (Messina)
Orario di apertura
Lunedì, mercoledì, venerdì
9.00 – 13.00
Martedì e giovedì
9.00 – 13.00 e 15.00 – 17.30
Autore
Curatore