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Antonio Guiotto – Senza titolo con didascalia
Il progetto raccoglie venticinque opere di natura concettuale e scultorea realizzate dall’artista appositamente per la Pinacoteca e l’ala canoviana
Comunicato stampa
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I Musei Civici di Bassano del Grappa sono lieti di presentare Senza titolo con didascalia, mostra di Antonio Guiotto a cura di Daniele Capra, allestita nelle sale del Museo Civico dal 5 ottobre 2019.
Il progetto raccoglie venticinque opere di natura concettuale e scultorea realizzate dall’artista appositamente per la Pinacoteca e l’ala canoviana; esso mira a inserire degli elementi di distorsione e spaesamento logico-temporale negli strumenti di narrazione e mediazione del museo, grazie a nuove schede di lettura delle opere delle collezioni e un’inedita operazione concettuale dedicata alle sculture di Antonio Canova presenti nelle raccolte bassanesi. Lo spazio espositivo museale è convenzionalmente un luogo caratterizzato da affidabilità, rigore scientifico e approccio informativo nei confronti del visitatore. Guiotto si propone invece di interrogare l’osservatore, sfidandone la perspicacia e ribaltando ironicamente l’assunto della passività della comprensione. Chi guarda è così spronato a esercitare il dubbio, a porsi in maniera critica con le informazioni che gli sono trasmesse.
Senza titolo con didascalia è costituito da due differenti tipologie di lavori. Il primo intervento è relativo ai supporti di mediazione museale, quali sono le schede di lettura delle opere che si trovano nel museo e nei cataloghi. L’artista ne ha scritte di nuove, ampliando in modo del tutto inatteso le informazioni abitualmente fornite con uno stile spiazzante: la storia ‘ufficiale’ dell’opera, frutto delle analisi tecniche e documentali degli storici dell’arte, è infatti mescolata con elementi narrativi disorientanti scritti dall’autore. Il visitatore che legge la scheda, collocata vicino all’opera o in catalogo, sarà così in una condizione di ludica incertezza, perché non in possesso di tutti gli elementi per conoscere il grado di verità delle informazioni ricevute.
Il secondo intervento di Guiotto riguarda invece il nucleo di gessi di Antonio Canova presenti nel museo, arricchito di cinque nuove opere che ritraggono i sostenitori di tutto il progetto. Tale modalità nasce da una riflessione sull’identità del Museo Civico, le cui collezioni sono accresciute, a partire dall’Ottocento, grazie alle donazioni e allo spirito di partecipazione dei cittadini. Sono ora proprio i cittadini più avveduti e sensibili, cui sarà dedicato un inedito tributo, a contribuire nuovamente al museo.
Come scrive in catalogo il curatore Daniele Capra «con Senza titolo con didascalia l’artista sfrutta in modo arbitrario l’asimmetria informativa tra chi è deputato a detenere e trasmettere le informazioni, l’istituzione museo e colui che attende invece di riceverle a proprio vantaggio per aumentare la propria conoscenza, cioè il visitatore. Guiotto invece vuole stimolare una narrazione divergente e inattesa che porti a stimolare un’interazione attiva con le opere e l’esercizio del dubbio ma anche il piacere di essere preso amorevolmente per il naso». «In questo modo» afferma Chiara Casarin, «la letteratura, più fantasiosa che mai, entra a pieno diritto in un ambito dal quale, per natura e per tradizione, dovrebbe esserne esclusa per farsi portavoce di una modalità tipica dell’arte contemporanea: disorientare l’osservatore per poi accompagnarlo verso lidi sconosciuti».
La mostra prosegue idealmente a TRA Treviso Ricerca Arte, che dal 26 ottobre ospiterà la personale di Antonio Guiotto Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo, curata da Chiara Casarin.
Antonio Guiotto (Padova, 1978) è un artista visivo e un designer. Diplomatosi in scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, si esprime con il video, l’installazione, la scultura, la performance, il design e la scrittura adottando stili espressivi via via differenti. Tra le mostre cui ha partecipato si segnala nel 2018 Che arte fa oggi in Italia, Fondazione Michetti, Francavilla al Mare (Ch); nel 2017 Bloom Award, Art Düsseldorf, Düsseldorf (D); nel 2016 Jailhouse Rock, Palazzo Pretorio, Cittadella (Pd); nel 2015 VideoArt YearBook, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, Verbovisioni, Magazzino del Sale 3, Accademia di Belle Arti, Venezia; nel 2013 A love Meal, Whitechapel Gallery, Londra (UK), co|oc, Anyspace, Frederic Collier, Bruxelles (B), Quattro protagonisti della nuova creatività italiana, Ex Macello, Padova, Talent Prize, Casa dell’Architettura, Roma, Nemo propheta in patria ovest, Multiplo, Padova; nel 2012 Officina Italia 2, Ex Chiesa di San Carpoforo, Milano, Future Landscape, Forte Marghera, Venezia, Pixel. La nuova generazione della video arte Italiana, San Benedetto del Tronto (Ap); nel 2011 Dolomitenhof Resort, Dolomiti Contemporanee, Sospirolo (Bl), Made in China, Galleria Browning, Asolo (Tv); nel 2010 You-We+Ablo, Rotonda della Besana, Milano; nel 2009 Contemporary Art Cover Show, Perugi Arte Contemporanea, Padova; nel 2008 Di-Visioni/Visioni-Di, Galleria A+A, Venezia; nel 2006 Arte e Sud. Obbiettivo contemporaneo, Villa Fortuna, Acitrezza (Ct); nel 2004 Convergenze, Fondazione Pistoletto, Biella, Empowerment. Cantiere Italia, Villa Croce e Villa Bombrini, Genova; nel 2003 Sogni e conflitti, 50. Biennale Internazionale d’Arte, Venezia.
La mostra è realizzata grazie al supporto di The Bank, Costenaro Assicurazioni, Geo&Tex2000, Galleria Massimodeluca e Vulcano
Il progetto raccoglie venticinque opere di natura concettuale e scultorea realizzate dall’artista appositamente per la Pinacoteca e l’ala canoviana; esso mira a inserire degli elementi di distorsione e spaesamento logico-temporale negli strumenti di narrazione e mediazione del museo, grazie a nuove schede di lettura delle opere delle collezioni e un’inedita operazione concettuale dedicata alle sculture di Antonio Canova presenti nelle raccolte bassanesi. Lo spazio espositivo museale è convenzionalmente un luogo caratterizzato da affidabilità, rigore scientifico e approccio informativo nei confronti del visitatore. Guiotto si propone invece di interrogare l’osservatore, sfidandone la perspicacia e ribaltando ironicamente l’assunto della passività della comprensione. Chi guarda è così spronato a esercitare il dubbio, a porsi in maniera critica con le informazioni che gli sono trasmesse.
Senza titolo con didascalia è costituito da due differenti tipologie di lavori. Il primo intervento è relativo ai supporti di mediazione museale, quali sono le schede di lettura delle opere che si trovano nel museo e nei cataloghi. L’artista ne ha scritte di nuove, ampliando in modo del tutto inatteso le informazioni abitualmente fornite con uno stile spiazzante: la storia ‘ufficiale’ dell’opera, frutto delle analisi tecniche e documentali degli storici dell’arte, è infatti mescolata con elementi narrativi disorientanti scritti dall’autore. Il visitatore che legge la scheda, collocata vicino all’opera o in catalogo, sarà così in una condizione di ludica incertezza, perché non in possesso di tutti gli elementi per conoscere il grado di verità delle informazioni ricevute.
Il secondo intervento di Guiotto riguarda invece il nucleo di gessi di Antonio Canova presenti nel museo, arricchito di cinque nuove opere che ritraggono i sostenitori di tutto il progetto. Tale modalità nasce da una riflessione sull’identità del Museo Civico, le cui collezioni sono accresciute, a partire dall’Ottocento, grazie alle donazioni e allo spirito di partecipazione dei cittadini. Sono ora proprio i cittadini più avveduti e sensibili, cui sarà dedicato un inedito tributo, a contribuire nuovamente al museo.
Come scrive in catalogo il curatore Daniele Capra «con Senza titolo con didascalia l’artista sfrutta in modo arbitrario l’asimmetria informativa tra chi è deputato a detenere e trasmettere le informazioni, l’istituzione museo e colui che attende invece di riceverle a proprio vantaggio per aumentare la propria conoscenza, cioè il visitatore. Guiotto invece vuole stimolare una narrazione divergente e inattesa che porti a stimolare un’interazione attiva con le opere e l’esercizio del dubbio ma anche il piacere di essere preso amorevolmente per il naso». «In questo modo» afferma Chiara Casarin, «la letteratura, più fantasiosa che mai, entra a pieno diritto in un ambito dal quale, per natura e per tradizione, dovrebbe esserne esclusa per farsi portavoce di una modalità tipica dell’arte contemporanea: disorientare l’osservatore per poi accompagnarlo verso lidi sconosciuti».
La mostra prosegue idealmente a TRA Treviso Ricerca Arte, che dal 26 ottobre ospiterà la personale di Antonio Guiotto Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo, curata da Chiara Casarin.
Antonio Guiotto (Padova, 1978) è un artista visivo e un designer. Diplomatosi in scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, si esprime con il video, l’installazione, la scultura, la performance, il design e la scrittura adottando stili espressivi via via differenti. Tra le mostre cui ha partecipato si segnala nel 2018 Che arte fa oggi in Italia, Fondazione Michetti, Francavilla al Mare (Ch); nel 2017 Bloom Award, Art Düsseldorf, Düsseldorf (D); nel 2016 Jailhouse Rock, Palazzo Pretorio, Cittadella (Pd); nel 2015 VideoArt YearBook, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, Verbovisioni, Magazzino del Sale 3, Accademia di Belle Arti, Venezia; nel 2013 A love Meal, Whitechapel Gallery, Londra (UK), co|oc, Anyspace, Frederic Collier, Bruxelles (B), Quattro protagonisti della nuova creatività italiana, Ex Macello, Padova, Talent Prize, Casa dell’Architettura, Roma, Nemo propheta in patria ovest, Multiplo, Padova; nel 2012 Officina Italia 2, Ex Chiesa di San Carpoforo, Milano, Future Landscape, Forte Marghera, Venezia, Pixel. La nuova generazione della video arte Italiana, San Benedetto del Tronto (Ap); nel 2011 Dolomitenhof Resort, Dolomiti Contemporanee, Sospirolo (Bl), Made in China, Galleria Browning, Asolo (Tv); nel 2010 You-We+Ablo, Rotonda della Besana, Milano; nel 2009 Contemporary Art Cover Show, Perugi Arte Contemporanea, Padova; nel 2008 Di-Visioni/Visioni-Di, Galleria A+A, Venezia; nel 2006 Arte e Sud. Obbiettivo contemporaneo, Villa Fortuna, Acitrezza (Ct); nel 2004 Convergenze, Fondazione Pistoletto, Biella, Empowerment. Cantiere Italia, Villa Croce e Villa Bombrini, Genova; nel 2003 Sogni e conflitti, 50. Biennale Internazionale d’Arte, Venezia.
La mostra è realizzata grazie al supporto di The Bank, Costenaro Assicurazioni, Geo&Tex2000, Galleria Massimodeluca e Vulcano
05
ottobre 2019
Antonio Guiotto – Senza titolo con didascalia
Dal 05 ottobre al 09 dicembre 2019
arte contemporanea
Location
MUSEI CIVICI BASSANO DEL GRAPPA
Bassano Del Grappa, Piazza Giuseppe Garibaldi, (Vicenza)
Bassano Del Grappa, Piazza Giuseppe Garibaldi, (Vicenza)
Biglietti
ingresso € 7, ridotto € 5
il prezzo comprende la visita al museo
Orario di apertura
tutti i giorni 10-19, chiuso il martedì
Vernissage
5 Ottobre 2019, ore 18
Autore
Curatore