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Antonio Loré – Il giorno della memoria
Antonio Loré ricorda di una visita ad Auschwitz in cui rimase molto impressionato. Cercando di recuperare la memoria di quelle tremende vicende, sono nate centinaia di schizzi e decine di tele, che raggruppate e scelte sono presentate in questa mostra.
Comunicato stampa
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Sono lieto di presentare la mostra di Antonio Loré; riporto alcuni estratti della sua lettera di proposta per la mostra con le motivazioni del suo lavoro. La mostra, di breve durata, è legata all’anniversario del 27 gennaio, ma ci promettiamo, appena possibile, una presentazione più estesa dei lavori di Loré.
“Nel 1962 con la Compagnia di Eduardo De Filippo, di cui ero Direttore di Scena, ci recammo nei paesi socialisti e visitammo tra l'altro anche il Ghetto di Varsavia. Eduardo ebbe parole civili e accorate per quel crimine contro l'umanità che i nazisti avevano perpetrato, rimasi molto impressionato. Negli anni a seguire, non ho tralasciato di metterne il tema sulla carta e sulla tela, Il colore a volte sgorgava da solo seguendo un suo tracciato interno a quella sofferenza che tante donne, bambini e uomini avevano patito. Nel 94 mi recai ad Auschwitz, dopo aver visto il documentario di Lanzmann, che Simone De Beauvoir considerava un puro capolavoro. La cosa più terribile che i nazisti hanno fatto è stato l'annientamento delle persone: ridurle a schiavi, a pidocchi o poco meno. Ho cercato di recuperare la memoria di quelle interminabili e tremende vicende; sono nati così centinaia di schizzi, qualche decina di tele e tante poesie. L'8 gennaio 1999 ne ho raggruppate una cinquantina e le ho inviate, con alcune fotografie dei quadri, al Rabbino Capo di Roma, chiedendogli se io, un laico, non ebreo, proveniente da una famiglia cattolica, potevo accostarmi al tema dell'olocausto.
Poi ho conosciuto Elisa Springer, che mi aveva affidato il suo testo “Il silenzio dei vivi” per trarne la sceneggiatura per un film. Intanto avevo curato una lettura del suo testo al Teatro di Roma, con Elena Paris.
Elisa Springer è tornata ad Auschwitz il 1° novembre 1995, dopo cinquant’anni, durante i quali ha subito “l’indifferenza e la vigliaccheria di coloro, che ancora adesso, negano l’evidenza dello sterminio”. Elisa aveva ventisei anni quando venne arrestata a Milano, dove si era rifugiata sotto falso nome scappando da Vienna, sua città natale. Arrestata il 2 agosto 1944, dopo un viaggio inenarrabile, giunge ad Auschwitz dove, insieme a migliaia di sventurati, vi trascorre un anno, il tempo sufficiente per conoscere “le miserie e l’orrore di uomini senza anima, soldati senza cuore che hanno carpito la nostra libertà, senza darci né il tempo, né il modo di difenderla, confinandoci in un mondo di schiavitù, di odio, in cui era impossibile ritrovarsi essere umani”.” Antonio Loré
“Nel 1962 con la Compagnia di Eduardo De Filippo, di cui ero Direttore di Scena, ci recammo nei paesi socialisti e visitammo tra l'altro anche il Ghetto di Varsavia. Eduardo ebbe parole civili e accorate per quel crimine contro l'umanità che i nazisti avevano perpetrato, rimasi molto impressionato. Negli anni a seguire, non ho tralasciato di metterne il tema sulla carta e sulla tela, Il colore a volte sgorgava da solo seguendo un suo tracciato interno a quella sofferenza che tante donne, bambini e uomini avevano patito. Nel 94 mi recai ad Auschwitz, dopo aver visto il documentario di Lanzmann, che Simone De Beauvoir considerava un puro capolavoro. La cosa più terribile che i nazisti hanno fatto è stato l'annientamento delle persone: ridurle a schiavi, a pidocchi o poco meno. Ho cercato di recuperare la memoria di quelle interminabili e tremende vicende; sono nati così centinaia di schizzi, qualche decina di tele e tante poesie. L'8 gennaio 1999 ne ho raggruppate una cinquantina e le ho inviate, con alcune fotografie dei quadri, al Rabbino Capo di Roma, chiedendogli se io, un laico, non ebreo, proveniente da una famiglia cattolica, potevo accostarmi al tema dell'olocausto.
Poi ho conosciuto Elisa Springer, che mi aveva affidato il suo testo “Il silenzio dei vivi” per trarne la sceneggiatura per un film. Intanto avevo curato una lettura del suo testo al Teatro di Roma, con Elena Paris.
Elisa Springer è tornata ad Auschwitz il 1° novembre 1995, dopo cinquant’anni, durante i quali ha subito “l’indifferenza e la vigliaccheria di coloro, che ancora adesso, negano l’evidenza dello sterminio”. Elisa aveva ventisei anni quando venne arrestata a Milano, dove si era rifugiata sotto falso nome scappando da Vienna, sua città natale. Arrestata il 2 agosto 1944, dopo un viaggio inenarrabile, giunge ad Auschwitz dove, insieme a migliaia di sventurati, vi trascorre un anno, il tempo sufficiente per conoscere “le miserie e l’orrore di uomini senza anima, soldati senza cuore che hanno carpito la nostra libertà, senza darci né il tempo, né il modo di difenderla, confinandoci in un mondo di schiavitù, di odio, in cui era impossibile ritrovarsi essere umani”.” Antonio Loré
27
gennaio 2012
Antonio Loré – Il giorno della memoria
Dal 27 al 30 gennaio 2012
arte contemporanea
Location
STUDIO DR SPAZIO VISIVO
Roma, Via Tolemaide, 19A, (Roma)
Roma, Via Tolemaide, 19A, (Roma)
Orario di apertura
10,30 - 13 e 16,30 -19,30
Vernissage
27 Gennaio 2012, ore 17,30
Autore
Curatore