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Antonio Luchinelli – Pietrasantapietra
Antonio Luchinelli è uno che si diverte e affida al fotografo Romano Cagnoni la realizzazione della foto Diabas, uno scherzoso primo piano con la mano davanti alla bocca e sulle dita un paio di baffetti in pietra.
Comunicato stampa
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“Com’è vero che sono uno che si diverte, preferisco mille volte la fotografia alla pittura e la lettura del Matin alla lettura del Racine”.
Arthur Cravan
In quest’affermazione del 1914, che incisivamente riassume quell’intenzione di portare l’arte verso la vita, Arthur Cravan esprime come la fotografia poteva rappresentare, nel visivo, quella stessa antiartisticità che il Matin rappresentava nei confronti di una classica opera letteraria, e come riesce a interpretare perfettamente quella tipica ansia tesa a sostituire l’arte con la vita o a rendere arte la vita stessa.
Antonio Luchinelli è uno che si diverte e affida al fotografo Romano Cagnoni la realizzazione della foto Diabas, uno scherzoso primo piano con la mano davanti alla bocca e sulle dita un paio di baffetti in pietra. Notiamo non solo il rifiuto di un buon utilizzo del mezzo, ma addirittura il rifiuto totale della manualità come verifica-controllo dell’artisticità, uno dei temi centrali di tutta l’installazione. Questo giocare davanti all’obbiettivo, travestendosi solo grazie ad un piccolo elemento come il baffetto scolpito in pietra, il non utilizzare direttamente la macchina fotografica consapevole che esiste un’artisticità della fotografia che marcia per proprio conto, porta l’artista a guardare verso quella logica della contemporaneità che privilegia il piano della concettualità senza ritenere indispensabile l’esercizio della manualità.
Il programma per tutto il progetto Pietrasantapietra consiste proprio nel non sporcarsi le mani con le pratiche “artistiche” e nel gioco di parole in relazione al materiale usato, il rifiuto di lavorare la pietra visto che nel suo operare non ha importanza primaria il materiale ma il modo in cui viene impiegato. Quasi tutte le opere sono state pensate per una lavorazione con macchinari a controllo numerico, nessun approccio manuale alle opere in mostra, un gioco contemporaneo sulla svalutazione del materiale.
Il punto di partenza dell’installazione, oltre alla foto Diabas che rispecchia il gioco e lo scherzo dell’intero progetto, è proprio la punta scolpita in pietra che rappresenta la punta per la lavorazione del marmo che ha dato vita a tutte le opere in mostra e anche un omaggio a se stessa, una sorta d’autoritratto per elogiare lo strumento meccanico usato. Le altre opere come Pietrasantini, Smile , Eggo, Diabas, etc. offrono nel titolo e nella forma quel gioco di parole sul materiale impiegato per la loro produzione, dall’utilizzo dei sanpietrini (Pietrasantini), della pietraserena (Smile) e della pietra diabas (baffetti utilizzati nella foto).
Arthur Cravan
In quest’affermazione del 1914, che incisivamente riassume quell’intenzione di portare l’arte verso la vita, Arthur Cravan esprime come la fotografia poteva rappresentare, nel visivo, quella stessa antiartisticità che il Matin rappresentava nei confronti di una classica opera letteraria, e come riesce a interpretare perfettamente quella tipica ansia tesa a sostituire l’arte con la vita o a rendere arte la vita stessa.
Antonio Luchinelli è uno che si diverte e affida al fotografo Romano Cagnoni la realizzazione della foto Diabas, uno scherzoso primo piano con la mano davanti alla bocca e sulle dita un paio di baffetti in pietra. Notiamo non solo il rifiuto di un buon utilizzo del mezzo, ma addirittura il rifiuto totale della manualità come verifica-controllo dell’artisticità, uno dei temi centrali di tutta l’installazione. Questo giocare davanti all’obbiettivo, travestendosi solo grazie ad un piccolo elemento come il baffetto scolpito in pietra, il non utilizzare direttamente la macchina fotografica consapevole che esiste un’artisticità della fotografia che marcia per proprio conto, porta l’artista a guardare verso quella logica della contemporaneità che privilegia il piano della concettualità senza ritenere indispensabile l’esercizio della manualità.
Il programma per tutto il progetto Pietrasantapietra consiste proprio nel non sporcarsi le mani con le pratiche “artistiche” e nel gioco di parole in relazione al materiale usato, il rifiuto di lavorare la pietra visto che nel suo operare non ha importanza primaria il materiale ma il modo in cui viene impiegato. Quasi tutte le opere sono state pensate per una lavorazione con macchinari a controllo numerico, nessun approccio manuale alle opere in mostra, un gioco contemporaneo sulla svalutazione del materiale.
Il punto di partenza dell’installazione, oltre alla foto Diabas che rispecchia il gioco e lo scherzo dell’intero progetto, è proprio la punta scolpita in pietra che rappresenta la punta per la lavorazione del marmo che ha dato vita a tutte le opere in mostra e anche un omaggio a se stessa, una sorta d’autoritratto per elogiare lo strumento meccanico usato. Le altre opere come Pietrasantini, Smile , Eggo, Diabas, etc. offrono nel titolo e nella forma quel gioco di parole sul materiale impiegato per la loro produzione, dall’utilizzo dei sanpietrini (Pietrasantini), della pietraserena (Smile) e della pietra diabas (baffetti utilizzati nella foto).
27
agosto 2009
Antonio Luchinelli – Pietrasantapietra
Dal 27 agosto al 03 settembre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA SUSANNA ORLANDO
Pietrasanta, Via Stagio Stagi, 12, (Lucca)
Pietrasanta, Via Stagio Stagi, 12, (Lucca)
Vernissage
27 Agosto 2009, ore 19:00
Autore