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Antonio Manta – Nature morte e altre storie
Antonio Manta è molto noto in ambito professionale come stampatore fine art. Non dimentica però le sue origini di fotografo. In questa mostra ci presenta nuovi lavori che rispondono appieno ai suoi filoni di indagine preferiti: la ricerca/sperimentazione e la documentazione.
Comunicato stampa
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Le immagini proposte da Antonio Manta esprimono due concetti chiave che si intrecciano e si contaminano lungo tutta la sua produzione, quello di ricerca e quello di sperimentazione.
La ricerca, nella sua definizione più nobile, ha come scopo quello di scoprire, interpretare e revisionare fatti, tecniche o idee. La sperimentazione parla invece di innovazione raggiunta tramite la verifica per mezzo di esperimenti.
La prima sezione della mostra presenta fotografie stampate in Photocrapping, tecnica ideata e sviluppata da Antonio Manta. Si tratta di stampe su carta velina che, “accartocciata”, viene attaccata a mano su supporto di cotone 100%. L'immagine, modellandosi in base alle venature tridimensionali prodotte dalla velina, acquista la potenza dell'unicum.
Il primo lavoro affronta un tema quanto mai attuale: il rapporto fra natura e cultura. Il ventre della donna rappresenta sia la riproduzione che la nascita della scrittura e del simbolo, tratti distintivi della nostra specie che vive in società. Si passa a mostrare la violenza che l'uomo, con la sua presenza invasiva, compie sulla natura, che finisce per essere inglobata o peggio dimenticata. La cultura, quindi l'umano, sovrasta e soffoca il respiro del pianeta. La natura però sopravvive e si ribella. Il vetro rotto, evaso dalle piante, evoca le catastrofi naturali che mettono in ginocchio il mondo. L'uomo così si ridimensiona, e sottoforma di segno-graffito, mostra il suo autoritratto come un urlo di paura e di presa di coscienza. La natura spaventa ma allo stesso tempo ci permette di vivere. Il lavoro si conclude con l'imponenza dell'albero, della sua saggezza silenziosa legata al continuo intreccio fra vita e morte, delle sue radici che, sotterranee, sopravvivono e ristabiliscono il giusto equilibrio.
Il secondo lavoro ci fa immergere in una dimensione mitica dove tre teste di pesce senza vita riescono a suscitare, grazie alla loro forza estetica, emozioni contrastanti, risultando accattivanti e ributtanti al tempo stesso. Sirene scagliate contro l'Ulisse che è in noi, che con il loro canto, che qui si tramuta in sguardo, ci distraggono dall'essenziale, da ciò che per noi è più vero.
Il terzo ed ultimo lavoro in Photocrapping rappresenta una ricerca estetica e spirituale dell'Autore sugli scenari post-vita. Natura morta che, grazie al crapping si assolutizza, diventa qui spiritualità e ricerca interiore.
Nella seconda sezione cambia completamente il linguaggio e la tecnica fotografica; dal colore si passa al bianconero, dalla ricerca simbolica si passa al reportage d'inchiesta. Con sensibilità da etnografo ancor più che da fotoreporter, Antonio trasforma la macchina fotografica in strumento di analisi sociale. Lo spaccato economico e socio-culturale di Sighetu-Marmatiei, cittadina del Maramures in Romania, viene tradotto dagli scatti di Manta in tutta la sua complessa drammaticità. La Zuika, unica risorsa della zona, rappresenta il valore simbolico attorno al quale ruotano le gioie e i drammi della popolazione. E il lavoro ha, per questo, un ritmo circolare che va dalla produzione casalinga della zuika al brindisi rituale che, dopo un funerale, ristabilisce la normalità sociale. La Zuika o Palinka è qui arma a doppio taglio in quanto rappresenta l'unico prodotto di socializzazione, veicolo per un contatto con l'esterno/estraneo e dall'altro è motore e causa del drammatico problema dell'alcoolismo che stronca vite giovani e che fa immergere in una solitudine tremenda gli uomini e le donne del paese.
La mostra si conclude con tre immagini in omaggio alla città di Torino, realizzate in PolaOroPressure , tecnica ideata da Nino Migliori ed utilizzata da Antonio Manta per molti degli ultimi suoi lavori. Una lettura emozionale e diretta della città che esce tramite i colori che solo la Polaroid manipolata può rendere.
Samuele Mancini
Antonio Manta è nato ad Empoli nel 1966.
Stampatore per importanti fotografi quali Pepi Merisio e Nino Migliori, propone una serie di servizi per la stampa Fine Art digitale rivolti sia agli appassionati che ai professionisti.
Inizia la sua avventura fotografica all’età di quattordici anni, frequentando lo studio di un importante fotografo della città che gli insegna i segreti e le alchimie della camera oscura.
Nel 1998 fonda “M.I.P” (Multimedia Information Projet) che si occupa di comunicazioni multimediali e stampe fotografiche professionali.
Nel 1999 vince il primo premio ex-equo con Rai Educational al festival “100 città d’arte” di Ferrara. Da questa importante esperienza nasce l’idea di utilizzare la tecnologia digitale quale nuovo e alternativo approccio alla camera oscura tradizionale. Partecipa così a numerosi corsi di aggiornamento professionali con l’obiettivo di raggiungere livelli di eccellenza.
Dal 2001 inizia una nuova fase tesa alla continua ricerca di innovativi supporti tecnologici e materiali atti a realizzare fotografie di altissima qualità.
In parallelo svolge una sua ricerca fotografica e numerose sono le mostre personali che gli hanno dedicato.
La ricerca, nella sua definizione più nobile, ha come scopo quello di scoprire, interpretare e revisionare fatti, tecniche o idee. La sperimentazione parla invece di innovazione raggiunta tramite la verifica per mezzo di esperimenti.
La prima sezione della mostra presenta fotografie stampate in Photocrapping, tecnica ideata e sviluppata da Antonio Manta. Si tratta di stampe su carta velina che, “accartocciata”, viene attaccata a mano su supporto di cotone 100%. L'immagine, modellandosi in base alle venature tridimensionali prodotte dalla velina, acquista la potenza dell'unicum.
Il primo lavoro affronta un tema quanto mai attuale: il rapporto fra natura e cultura. Il ventre della donna rappresenta sia la riproduzione che la nascita della scrittura e del simbolo, tratti distintivi della nostra specie che vive in società. Si passa a mostrare la violenza che l'uomo, con la sua presenza invasiva, compie sulla natura, che finisce per essere inglobata o peggio dimenticata. La cultura, quindi l'umano, sovrasta e soffoca il respiro del pianeta. La natura però sopravvive e si ribella. Il vetro rotto, evaso dalle piante, evoca le catastrofi naturali che mettono in ginocchio il mondo. L'uomo così si ridimensiona, e sottoforma di segno-graffito, mostra il suo autoritratto come un urlo di paura e di presa di coscienza. La natura spaventa ma allo stesso tempo ci permette di vivere. Il lavoro si conclude con l'imponenza dell'albero, della sua saggezza silenziosa legata al continuo intreccio fra vita e morte, delle sue radici che, sotterranee, sopravvivono e ristabiliscono il giusto equilibrio.
Il secondo lavoro ci fa immergere in una dimensione mitica dove tre teste di pesce senza vita riescono a suscitare, grazie alla loro forza estetica, emozioni contrastanti, risultando accattivanti e ributtanti al tempo stesso. Sirene scagliate contro l'Ulisse che è in noi, che con il loro canto, che qui si tramuta in sguardo, ci distraggono dall'essenziale, da ciò che per noi è più vero.
Il terzo ed ultimo lavoro in Photocrapping rappresenta una ricerca estetica e spirituale dell'Autore sugli scenari post-vita. Natura morta che, grazie al crapping si assolutizza, diventa qui spiritualità e ricerca interiore.
Nella seconda sezione cambia completamente il linguaggio e la tecnica fotografica; dal colore si passa al bianconero, dalla ricerca simbolica si passa al reportage d'inchiesta. Con sensibilità da etnografo ancor più che da fotoreporter, Antonio trasforma la macchina fotografica in strumento di analisi sociale. Lo spaccato economico e socio-culturale di Sighetu-Marmatiei, cittadina del Maramures in Romania, viene tradotto dagli scatti di Manta in tutta la sua complessa drammaticità. La Zuika, unica risorsa della zona, rappresenta il valore simbolico attorno al quale ruotano le gioie e i drammi della popolazione. E il lavoro ha, per questo, un ritmo circolare che va dalla produzione casalinga della zuika al brindisi rituale che, dopo un funerale, ristabilisce la normalità sociale. La Zuika o Palinka è qui arma a doppio taglio in quanto rappresenta l'unico prodotto di socializzazione, veicolo per un contatto con l'esterno/estraneo e dall'altro è motore e causa del drammatico problema dell'alcoolismo che stronca vite giovani e che fa immergere in una solitudine tremenda gli uomini e le donne del paese.
La mostra si conclude con tre immagini in omaggio alla città di Torino, realizzate in PolaOroPressure , tecnica ideata da Nino Migliori ed utilizzata da Antonio Manta per molti degli ultimi suoi lavori. Una lettura emozionale e diretta della città che esce tramite i colori che solo la Polaroid manipolata può rendere.
Samuele Mancini
Antonio Manta è nato ad Empoli nel 1966.
Stampatore per importanti fotografi quali Pepi Merisio e Nino Migliori, propone una serie di servizi per la stampa Fine Art digitale rivolti sia agli appassionati che ai professionisti.
Inizia la sua avventura fotografica all’età di quattordici anni, frequentando lo studio di un importante fotografo della città che gli insegna i segreti e le alchimie della camera oscura.
Nel 1998 fonda “M.I.P” (Multimedia Information Projet) che si occupa di comunicazioni multimediali e stampe fotografiche professionali.
Nel 1999 vince il primo premio ex-equo con Rai Educational al festival “100 città d’arte” di Ferrara. Da questa importante esperienza nasce l’idea di utilizzare la tecnologia digitale quale nuovo e alternativo approccio alla camera oscura tradizionale. Partecipa così a numerosi corsi di aggiornamento professionali con l’obiettivo di raggiungere livelli di eccellenza.
Dal 2001 inizia una nuova fase tesa alla continua ricerca di innovativi supporti tecnologici e materiali atti a realizzare fotografie di altissima qualità.
In parallelo svolge una sua ricerca fotografica e numerose sono le mostre personali che gli hanno dedicato.
19
novembre 2010
Antonio Manta – Nature morte e altre storie
Dal 19 novembre al 03 dicembre 2010
fotografia
Location
GALLERIA FIAF
Torino, Via Pietro Santarosa, 7, (Torino)
Torino, Via Pietro Santarosa, 7, (Torino)
Orario di apertura
9,30-12,30 ; 14,30-17 dal lunedì al venerdì. Apertura serale straordinaria lunedì 22 novembre dalle 8,30 alle 22.
Vernissage
19 Novembre 2010, ore 21.
Autore
Curatore