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Antonio Marras – Nulla dies sine linea
Per la mostra della Triennale Antonio Marras, insieme a una serie di installazioni edite e inedite, ha rielaborato più di cinquecento disegni e dipinti, realizzati nel corso degli anni, montandoli su vecchie cornici su cui è intervenuto intessendoli con le più disparate stoffe e appendendoli lungo le pareti della Curva della Triennale, testimoni e al tempo stesso narratori della vita raccontata nelle “stanze”, installazioni con finestre, porte, pertugi, abitate da vecchi abiti (nessuno disegnato da lui) e oggetti di varia natura e foggia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Triennale Design Museum presenta dal 22 ottore 2016 al 21 gennaio
2017 Antonio Marras: Nulla dies sine linea, una mostra antologica di
opere d’arte, realizzate negli ultimi vent’anni, che racconta il percorso
visivo di Antonio Marras.
Il titolo della mostra è la famosa frase di Plinio il Vecchio riferita al pittore
Apelle che che “non lasciava passar giorno senza tratteggiare col
pennello qualche linea”, suggerisce come lo stesso ha sempre affiancato
alla sua attività di stilista quella di artista.
Curata da Francesca Alfano Miglietti, l’esposizione vuole essere come
lei stessa dichiara: “un’esperienza totalizzante, un viaggio in un mondo
suggestivo e provocatorio, (suggestivo perché provocatorio), a volte
assoluto, a tratti spregiudicato”.
Antonio Marras, conosciuto come “il più intellettuale degli stilisti italiani”, è
noto soprattutto per le sue contaminazioni tra i mondi che compongono
l’universo creativo: dal cinema alla poesia, dalla storia all’arte visiva. E
proprio quest’ultima è la protagonista della mostra. Più volte Marras ha
partecipato ad esposizioni e ha lui stesso organizzato mostre ed eventi.
Vincitore del Premio Francesca Alinovi, protagonista di una delle ultime
Biennali di Venezia, Marras si colloca al centro di un universo poetico
teso fra linguaggi diversi, sospeso tra sconfinamenti da una materia
all’altra, da una tecnica all’altra, da un’espressività all’altra.
Scrive nel suo testo Francesca Alfano Miglietti: “Per Marras tutto diventa
materiale artistico: la sua storia personale, la sua isola, i suoi cani, gli
orizzonti, il mare, la storia, gli stracci, i rapporti, le relazioni. Tutti gli ambiti
che ha avvicinato, o da cui è avvicinato, divengono materiali da usare al
pari del collage, della fotografia, dell’objet trouvèe, della pittura, della
scultura, dell’installazione… Materiali con cui ha un rapporto fisico, uno
scontro corpo a corpo, con cui conduce quello scontro capace di far
nascere un incontro. Un incontro unico e personale. (…) tutto il suo
lavoro ha a che fare con la luce… nonostante le ombre e le penombre…
una qualità di luce capace di intrecciare una sterminata curiosità
intellettuale e una rara potenza creativa”.
Per la mostra della Triennale Antonio Marras, insieme a una serie di
installazioni edite e inedite, ha rielaborato più di cinquecento disegni e
dipinti, realizzati nel corso degli anni, montandoli su vecchie cornici su cui
è intervenuto intessendoli con le più disparate stoffe e appendendoli
lungo le pareti della Curva della Triennale, testimoni e al tempo stesso
narratori della vita raccontata nelle “stanze”, installazioni con finestre,
porte, pertugi, abitate da vecchi abiti (nessuno disegnato da lui) e oggetti
di varia natura e foggia.
In un allestimento fluido, esso stesso un’opera d’arte, che si estende per
più di 1.200 metri quadrati, sono esposti anche gli incontri e le relazioni
di Marras, come quello con Maria Lai e Carol Rama, due figure che
hanno per prime sollecitato Marras a esporre opere tenute segrete.
A concludere il viaggio il racconto di una vita da nomade. Centinaia,
migliaia di disegni, schizzi, frammenti che Marras ha realizzato negli anni
durante i suoi innumerevoli viaggi: memorie di sguardi, mappe, voci,
silenzi, pensieri, mondi. Quaderni, album, diari riempiti di colori a
testimoniare una creatività infinita e mai sedata.
L’esposizione racconta il mondo visionario di Antonio Marras, un
attraversamento dei segni emozionali e intellettuali che segnano tappe
importanti nella sua vita. Mondo che sarà illustrato anche in un catalogo
(due edizioni: italiano e inglese), edito da SKIRA, con un testo critico di
Francesca Alfano Miglietti e testimonianze di poeti, musicisti, scrittori,
artisti, intellettuali, giornalisti, proprio ad evidenziare quanto le relazioni
sono per Marras elementi poetici e parte del suo percorso solitario.
2017 Antonio Marras: Nulla dies sine linea, una mostra antologica di
opere d’arte, realizzate negli ultimi vent’anni, che racconta il percorso
visivo di Antonio Marras.
Il titolo della mostra è la famosa frase di Plinio il Vecchio riferita al pittore
Apelle che che “non lasciava passar giorno senza tratteggiare col
pennello qualche linea”, suggerisce come lo stesso ha sempre affiancato
alla sua attività di stilista quella di artista.
Curata da Francesca Alfano Miglietti, l’esposizione vuole essere come
lei stessa dichiara: “un’esperienza totalizzante, un viaggio in un mondo
suggestivo e provocatorio, (suggestivo perché provocatorio), a volte
assoluto, a tratti spregiudicato”.
Antonio Marras, conosciuto come “il più intellettuale degli stilisti italiani”, è
noto soprattutto per le sue contaminazioni tra i mondi che compongono
l’universo creativo: dal cinema alla poesia, dalla storia all’arte visiva. E
proprio quest’ultima è la protagonista della mostra. Più volte Marras ha
partecipato ad esposizioni e ha lui stesso organizzato mostre ed eventi.
Vincitore del Premio Francesca Alinovi, protagonista di una delle ultime
Biennali di Venezia, Marras si colloca al centro di un universo poetico
teso fra linguaggi diversi, sospeso tra sconfinamenti da una materia
all’altra, da una tecnica all’altra, da un’espressività all’altra.
Scrive nel suo testo Francesca Alfano Miglietti: “Per Marras tutto diventa
materiale artistico: la sua storia personale, la sua isola, i suoi cani, gli
orizzonti, il mare, la storia, gli stracci, i rapporti, le relazioni. Tutti gli ambiti
che ha avvicinato, o da cui è avvicinato, divengono materiali da usare al
pari del collage, della fotografia, dell’objet trouvèe, della pittura, della
scultura, dell’installazione… Materiali con cui ha un rapporto fisico, uno
scontro corpo a corpo, con cui conduce quello scontro capace di far
nascere un incontro. Un incontro unico e personale. (…) tutto il suo
lavoro ha a che fare con la luce… nonostante le ombre e le penombre…
una qualità di luce capace di intrecciare una sterminata curiosità
intellettuale e una rara potenza creativa”.
Per la mostra della Triennale Antonio Marras, insieme a una serie di
installazioni edite e inedite, ha rielaborato più di cinquecento disegni e
dipinti, realizzati nel corso degli anni, montandoli su vecchie cornici su cui
è intervenuto intessendoli con le più disparate stoffe e appendendoli
lungo le pareti della Curva della Triennale, testimoni e al tempo stesso
narratori della vita raccontata nelle “stanze”, installazioni con finestre,
porte, pertugi, abitate da vecchi abiti (nessuno disegnato da lui) e oggetti
di varia natura e foggia.
In un allestimento fluido, esso stesso un’opera d’arte, che si estende per
più di 1.200 metri quadrati, sono esposti anche gli incontri e le relazioni
di Marras, come quello con Maria Lai e Carol Rama, due figure che
hanno per prime sollecitato Marras a esporre opere tenute segrete.
A concludere il viaggio il racconto di una vita da nomade. Centinaia,
migliaia di disegni, schizzi, frammenti che Marras ha realizzato negli anni
durante i suoi innumerevoli viaggi: memorie di sguardi, mappe, voci,
silenzi, pensieri, mondi. Quaderni, album, diari riempiti di colori a
testimoniare una creatività infinita e mai sedata.
L’esposizione racconta il mondo visionario di Antonio Marras, un
attraversamento dei segni emozionali e intellettuali che segnano tappe
importanti nella sua vita. Mondo che sarà illustrato anche in un catalogo
(due edizioni: italiano e inglese), edito da SKIRA, con un testo critico di
Francesca Alfano Miglietti e testimonianze di poeti, musicisti, scrittori,
artisti, intellettuali, giornalisti, proprio ad evidenziare quanto le relazioni
sono per Marras elementi poetici e parte del suo percorso solitario.
21
ottobre 2016
Antonio Marras – Nulla dies sine linea
Dal 21 ottobre 2016 al 21 gennaio 2017
design
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
TRIENNALE – PALAZZO DELL’ARTE
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Biglietti
8 euro
Orario di apertura
da martedì a domenica, 10.30 - 20.30.
Lunedì chiuso. La biglietteria chiude alle 19.30
Vernissage
21 Ottobre 2016, su invito
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
MARIA BONMASSAR
Autore
Curatore