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Antonio Moscheni – Atmosfere di viaggio tra l’Italia e l’India di fine ‘800
Diario di un viaggio pittorico, dal microcosmo quotidiano di una piccola comunità rurale alle atmosfere asiatiche delle grandi cattedrali indiane di Bombay e del Malabar
Comunicato stampa
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Diario di un viaggio pittorico, dal microcosmo quotidiano di una piccola comunità rurale alle atmosfere asiatiche delle grandi cattedrali indiane di Bombay e del Malabar: il Comune di Stezzano (Bg) promuove la mostra “Antonio Moscheni. Atmosfere di viaggio tra l’Italia e l’India di fine ‘800” che, dal 29 aprile al 4 giugno 2006, si propone di ritracciare, nella suggestiva cornice dell’ex Chiesa di S. Pietro a Stezzano, il profilo affascinante del pittore e gesuita Antonio Moscheni, ritrattista e freschista sacro che, a cavallo tra Otto e Novecento, si fece acuto inteprete di una disponibilità al confronto, attraverso l’arte, con il mondo e la cultura dell’Oriente.
Nella mostra, curata da Maria Rodeschini Galati con la collaborazione di Silvia Carminati, una serie di dipinti, fotografie, video e itinerari sul territorio, consentiranno di ripercorrere le orme delle missioni, allo stesso tempo religiose e pittoriche, di Antonio Moscheni (Stezzano 1854-Cocin, Malabar, 1905).
La vita di Moscheni infatti è segnata allo stesso tempo dall’intensità della scelta religiosa e dai viaggi. Le riconosciute abilità dell’artista lo portano dopo un soggiorno romano, a Manerbio e poi a Trescore Balneario, dove decora Villa Suardi e realizza una pala per la parrocchiale. Ma è l’ingresso come “coadiutore laico” della Compagnia di Gesù che, a partire dal 1889, gli aprirà prospettive internazionali. Lo stesso Ordine, infatti, verificata la notevole abilità artistica di Moscheni, lo invia in missioni che lo vedono impegnato in grandi imprese decorative. Nascono così i cicli realizzati in Italia – Piacenza e Modena – e all’estero, prima sull’altra sponda dell’Adriatico - dove decora le chiese della Compagnia di Gesù a Scutari in Albania, a Spalato, a Porto Re in Croazia - e poi in India: a Mangalore affresca la chiesa del locale Collegio intitolata a S. Luigi e due cappelle della Chiesa del Seminario; a Bombay esegue le celebrate decorazioni a fresco della Cattedrale, e infine lavora nella Cattedrale di Cocin, nel Malabar, dove morirà.
Le opere selezionate per la mostra, rimaste a Stezzano grazie alla lungimiranza della famiglia dell’artista che le ha affidate a pubbliche istituzioni, documentano con freschezza le diverse fasi di un percorso d’arte che, avendo come presupposto una solida formazione all’Accademia Carrara guidata da Enrico Scuri, si snoda attraverso sempre più libere aperture sul nuovo, sia nella ritrattistica che nella decorazione di edifici religiosi.
La prima sezione espositiva segue l’itinerario del Moscheni “Dagli esordi alla fase verista”, attraverso una quindicina di dipinti su tela che testimoniano l’approdo del pittore ad un verismo gustoso, capace di entrare nello spirito del luogo per documentare vita quotidiana e tradizioni della sua comunità. Da questa sensibilità nascono le luminose “istantanee” pittoriche degli anni di permanenza a Stezzano, in cui Moscheni “fotografa” con acume e affetto tipi di personaggi, volti, costumi, riti e usanze della sua terra.
Nell’abside della chiesa lo scenario cambia. Si entra nella dimensione del viaggio e l’indagine dell’artista si sposta dalla gente comune e dal paesaggio di un borgo di campagna alle fisionomie e ai costumi esotici del popolo indiano e all’incontro tra la spiritualità orientale e la religione cristiana. Questa sezione, in cui tessuti e suggestioni cromatiche asiatiche avvolgono lo spettatore in una seducente atmosfera, racconta il lavoro di Moscheni nelle Chiese cattoliche indiane, affiancando alle immagini fotografiche degli affreschi, la documentazione filmata dell’India contemporanea e in particolare delle città in cui l’artista ha vissuto e operato.
Il mondo dell’artista si intreccia, quasi senza soluzione di continuità, con il mondo di oggi anche nell’ultima sezione espositiva che ospita il progetto fotografico “Gente di Stezzano oggi”, a cura di Virgilio Fidanza. Una galleria di ritratti fotografici contemporanei chiude il cerchio di questa rilettura critica della figura di Moscheni, in un sottile gioco di rimando alla passione con cui l’artista sapeva indagare espressioni e momenti di vita della gente comune.
La mostra si apre infine al territorio con la proposta di itinerari nei luoghi interessati dalla vita e dalle opere di Antonio Moscheni: dalla casa natale agli edifici per il culto in cui ha operato e che ha rappresentato nelle sue opere.
Biografia:
Antonio Moscheni nasce a Stezzano nel 1854. La sua formazione artistica avviene alla Scuola di Pittura dell’Accademia Carrara di Bergamo, come allievo di Enrico Scuri. Dopo un soggiorno a Roma, nel 1887, si dedica sempre più intensamente alla ritrattistica, ma anche le commissioni di opere a carattere religioso si fanno sempre più serrate: decora la chiesa parrocchiale di Manerbio e la Villa Suardi di Trescore (1888) e affresca la sacrestia e le due cupole del Santuario della Madonna dei Campi di Stezzano (1889). Lo stesso anno entra a far parte della Compagnia di Gesù come “coadiutore laico” e inizia a viaggiare per realizzare importanti cicli decorativi nelle chiede dell’Ordine. Nel 1889-98 decora le chiese della Compagnia di Gesù a Scutari in Albania, a Spalato, a Porto Re in Croazia, a Piacenza e a Modena. Nel 1898 viene assegnato alla missione di Mangalore in India, dove compie la ricca decorazione ad affresco della Chiesa del Collegio locale intitolata a S. Luigi e affresca due cappelle della Chiesa del Seminario. Nel 1902-04 esegue la decorazione ad affresco della Cattedrale di Bombay, la sua opera più celebrata. Nel 1905 lavora invece alla decorazione della Cattedrale di Cocin nel Malabar. Il 15 novembre muore nell’ospedale di Magnamey e viene sepolto nel cimitero consacrato di Cocin.
Iniziativa realizzata con il contributo di:
Vitali Spa
Banca Popolare di Bergamo-Gruppo BPU
Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus
Freni Brembo
Kilometro Rosso
Nella mostra, curata da Maria Rodeschini Galati con la collaborazione di Silvia Carminati, una serie di dipinti, fotografie, video e itinerari sul territorio, consentiranno di ripercorrere le orme delle missioni, allo stesso tempo religiose e pittoriche, di Antonio Moscheni (Stezzano 1854-Cocin, Malabar, 1905).
La vita di Moscheni infatti è segnata allo stesso tempo dall’intensità della scelta religiosa e dai viaggi. Le riconosciute abilità dell’artista lo portano dopo un soggiorno romano, a Manerbio e poi a Trescore Balneario, dove decora Villa Suardi e realizza una pala per la parrocchiale. Ma è l’ingresso come “coadiutore laico” della Compagnia di Gesù che, a partire dal 1889, gli aprirà prospettive internazionali. Lo stesso Ordine, infatti, verificata la notevole abilità artistica di Moscheni, lo invia in missioni che lo vedono impegnato in grandi imprese decorative. Nascono così i cicli realizzati in Italia – Piacenza e Modena – e all’estero, prima sull’altra sponda dell’Adriatico - dove decora le chiese della Compagnia di Gesù a Scutari in Albania, a Spalato, a Porto Re in Croazia - e poi in India: a Mangalore affresca la chiesa del locale Collegio intitolata a S. Luigi e due cappelle della Chiesa del Seminario; a Bombay esegue le celebrate decorazioni a fresco della Cattedrale, e infine lavora nella Cattedrale di Cocin, nel Malabar, dove morirà.
Le opere selezionate per la mostra, rimaste a Stezzano grazie alla lungimiranza della famiglia dell’artista che le ha affidate a pubbliche istituzioni, documentano con freschezza le diverse fasi di un percorso d’arte che, avendo come presupposto una solida formazione all’Accademia Carrara guidata da Enrico Scuri, si snoda attraverso sempre più libere aperture sul nuovo, sia nella ritrattistica che nella decorazione di edifici religiosi.
La prima sezione espositiva segue l’itinerario del Moscheni “Dagli esordi alla fase verista”, attraverso una quindicina di dipinti su tela che testimoniano l’approdo del pittore ad un verismo gustoso, capace di entrare nello spirito del luogo per documentare vita quotidiana e tradizioni della sua comunità. Da questa sensibilità nascono le luminose “istantanee” pittoriche degli anni di permanenza a Stezzano, in cui Moscheni “fotografa” con acume e affetto tipi di personaggi, volti, costumi, riti e usanze della sua terra.
Nell’abside della chiesa lo scenario cambia. Si entra nella dimensione del viaggio e l’indagine dell’artista si sposta dalla gente comune e dal paesaggio di un borgo di campagna alle fisionomie e ai costumi esotici del popolo indiano e all’incontro tra la spiritualità orientale e la religione cristiana. Questa sezione, in cui tessuti e suggestioni cromatiche asiatiche avvolgono lo spettatore in una seducente atmosfera, racconta il lavoro di Moscheni nelle Chiese cattoliche indiane, affiancando alle immagini fotografiche degli affreschi, la documentazione filmata dell’India contemporanea e in particolare delle città in cui l’artista ha vissuto e operato.
Il mondo dell’artista si intreccia, quasi senza soluzione di continuità, con il mondo di oggi anche nell’ultima sezione espositiva che ospita il progetto fotografico “Gente di Stezzano oggi”, a cura di Virgilio Fidanza. Una galleria di ritratti fotografici contemporanei chiude il cerchio di questa rilettura critica della figura di Moscheni, in un sottile gioco di rimando alla passione con cui l’artista sapeva indagare espressioni e momenti di vita della gente comune.
La mostra si apre infine al territorio con la proposta di itinerari nei luoghi interessati dalla vita e dalle opere di Antonio Moscheni: dalla casa natale agli edifici per il culto in cui ha operato e che ha rappresentato nelle sue opere.
Biografia:
Antonio Moscheni nasce a Stezzano nel 1854. La sua formazione artistica avviene alla Scuola di Pittura dell’Accademia Carrara di Bergamo, come allievo di Enrico Scuri. Dopo un soggiorno a Roma, nel 1887, si dedica sempre più intensamente alla ritrattistica, ma anche le commissioni di opere a carattere religioso si fanno sempre più serrate: decora la chiesa parrocchiale di Manerbio e la Villa Suardi di Trescore (1888) e affresca la sacrestia e le due cupole del Santuario della Madonna dei Campi di Stezzano (1889). Lo stesso anno entra a far parte della Compagnia di Gesù come “coadiutore laico” e inizia a viaggiare per realizzare importanti cicli decorativi nelle chiede dell’Ordine. Nel 1889-98 decora le chiese della Compagnia di Gesù a Scutari in Albania, a Spalato, a Porto Re in Croazia, a Piacenza e a Modena. Nel 1898 viene assegnato alla missione di Mangalore in India, dove compie la ricca decorazione ad affresco della Chiesa del Collegio locale intitolata a S. Luigi e affresca due cappelle della Chiesa del Seminario. Nel 1902-04 esegue la decorazione ad affresco della Cattedrale di Bombay, la sua opera più celebrata. Nel 1905 lavora invece alla decorazione della Cattedrale di Cocin nel Malabar. Il 15 novembre muore nell’ospedale di Magnamey e viene sepolto nel cimitero consacrato di Cocin.
Iniziativa realizzata con il contributo di:
Vitali Spa
Banca Popolare di Bergamo-Gruppo BPU
Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus
Freni Brembo
Kilometro Rosso
28
aprile 2006
Antonio Moscheni – Atmosfere di viaggio tra l’Italia e l’India di fine ‘800
Dal 28 aprile al 04 giugno 2006
arte contemporanea
Location
EX CHIESA DI SAN PIETRO
Stezzano, Piazza Del Campanile, (Bergamo)
Stezzano, Piazza Del Campanile, (Bergamo)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì : 10.00 - 13.00/15.00 - 19.00
sabato, domenica e festivi: 10.00 - 20.00
Vernissage
28 Aprile 2006, ore 17.30
Ufficio stampa
COSMO
Autore
Curatore