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Antonio Pace – Coltivazioni sistematiche
Nel microcosmo ucronico ed utopico di Antonio Pace convivono personaggi storici e alieni giunti da lontane galassie, figure mitologiche e visioni sfumate, deliri hi-tech e cavalieri postatomici, guerrieri steampunk e virago cibernetiche, santi e balordi in perfetta armonia.
Comunicato stampa
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Se è vero, come recenti studi sembrano dimostrare, che l'Ordine dei Templari nacque a Nocera cento anni prima di quanto falsificazioni storiche ci hanno raccontato, è anche vero che quello sparuto drappello di cavalieri che nel 1100 – 1101 fondò l'Ordine di cui sopra ha trovato, dopo quasi mille anni, in Antonio Pace un compagno di ventura.
Una flotta di astronavi aliene è in viaggio verso il nostro pianeta, a bordo tutti sanno che sulla Terra c'è un umano pronto ad accoglierli: Antonio Pace che, appollaiato su di uno Ziqqurat nascosto sotto una collina, sta già approntando la festa di benvenuto.
L'universo abitato da Antonio è un microcosmo ucronico ed utopico dove si combattono cruente battaglie contro le distopie di sempre e dove la realtà ha smesso di essere invadente. Un mondo dove convivono personaggi storici e alieni giunti da lontane galassie, figure mitologiche e visioni sfumate, deliri hi-tech e cavalieri postatomici, guerrieri steampunk e virago cibernetiche. Un ambiente dove santi e balordi convivono in perfetta armonia.
L'ombelico di questo piccolo mondo, ma anche il centro dell'universo, è la collina di Sant'Andrea, spazio della memoria e “zona” di immaginazione, con lo Ziqqurat nascosto, ma anche con le numerose tracce del passato che vi insitono (per chi le sa cercare, anche le testimonianze del passaggio dei Templari); territorio che Antonio salvaguarda e promuove con numerose iniziative. Fonte di ispirazione e luogo di adozione dove il nostro, moderno Don Quijote, costruisce le sue armi e coltiva le sue terre. Le armi sono giocattolo, oggetti di scena, le terre sono virtuali, spazi della mente. Le coltivazioni sono sistematiche!
Coltivazioni sistematiche raccoglie parte della produzione di Antonio Pace, lavori che aprono uno spiraglio su di un immaginario complesso e variegato, che ci restituiscono un “sistema”, un agire che, apparentemente caotico, ha una direzione e una diciplina, una grammatica originale e lontana dalle tendenze, un percorso che dialoga e collide con quanto lo circonda.
Gli oggetti in mostra sono assemblaggi di spazzatura tecnologica, plastica e materiali elettronici messi in disparte dalla società dei rifiuti, a volte innestati su terrecotta, quasi a voler conciliare l'antico con il presente. L'ancestrale con il futuro.
Il tutto sembra sospeso nell'attesa di qualcosa di miracoloso o di un evento straordinario. Il rinvenimento casuale del Sacro Graal? L'incontro con una civiltà aliena? Staremo a vedere. In ogni caso, ci sarà da divertirsi. Siamo tutti invitati. (Giovanni Franco)
Una flotta di astronavi aliene è in viaggio verso il nostro pianeta, a bordo tutti sanno che sulla Terra c'è un umano pronto ad accoglierli: Antonio Pace che, appollaiato su di uno Ziqqurat nascosto sotto una collina, sta già approntando la festa di benvenuto.
L'universo abitato da Antonio è un microcosmo ucronico ed utopico dove si combattono cruente battaglie contro le distopie di sempre e dove la realtà ha smesso di essere invadente. Un mondo dove convivono personaggi storici e alieni giunti da lontane galassie, figure mitologiche e visioni sfumate, deliri hi-tech e cavalieri postatomici, guerrieri steampunk e virago cibernetiche. Un ambiente dove santi e balordi convivono in perfetta armonia.
L'ombelico di questo piccolo mondo, ma anche il centro dell'universo, è la collina di Sant'Andrea, spazio della memoria e “zona” di immaginazione, con lo Ziqqurat nascosto, ma anche con le numerose tracce del passato che vi insitono (per chi le sa cercare, anche le testimonianze del passaggio dei Templari); territorio che Antonio salvaguarda e promuove con numerose iniziative. Fonte di ispirazione e luogo di adozione dove il nostro, moderno Don Quijote, costruisce le sue armi e coltiva le sue terre. Le armi sono giocattolo, oggetti di scena, le terre sono virtuali, spazi della mente. Le coltivazioni sono sistematiche!
Coltivazioni sistematiche raccoglie parte della produzione di Antonio Pace, lavori che aprono uno spiraglio su di un immaginario complesso e variegato, che ci restituiscono un “sistema”, un agire che, apparentemente caotico, ha una direzione e una diciplina, una grammatica originale e lontana dalle tendenze, un percorso che dialoga e collide con quanto lo circonda.
Gli oggetti in mostra sono assemblaggi di spazzatura tecnologica, plastica e materiali elettronici messi in disparte dalla società dei rifiuti, a volte innestati su terrecotta, quasi a voler conciliare l'antico con il presente. L'ancestrale con il futuro.
Il tutto sembra sospeso nell'attesa di qualcosa di miracoloso o di un evento straordinario. Il rinvenimento casuale del Sacro Graal? L'incontro con una civiltà aliena? Staremo a vedere. In ogni caso, ci sarà da divertirsi. Siamo tutti invitati. (Giovanni Franco)
21
giugno 2012
Antonio Pace – Coltivazioni sistematiche
Dal 21 giugno al 05 luglio 2012
arte contemporanea
Location
SARAJEVO SUPERMARKET HOME STUDIO
Napoli, Via Matteo Ripa, 7, (Napoli)
Napoli, Via Matteo Ripa, 7, (Napoli)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 17 alle 22 o su appuntamento.
Vernissage
21 Giugno 2012, ore 18.00
Autore
Curatore